Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

Bibliografia

 

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Passaggio dalla 1ª alla 2ª emissione dello STATO PONTIFICIO
Luca Dermidoff

(A cavallo tra 2 emissioni)

Durante la lunga vita della prima emissione (1° gennaio 1852 - 20 settembre 1867) niente sembrava potesse cambiare in termini di sistema monetario e che lo Scudo frazionato in 100 Bajocchi fosse eterno, come lo Stato Pontificio sotto il potere temporale della Chiesa Cristiana Cattolica, questo nonostante gli avvenimenti risorgimentali del 1859/1860, determinati dalla seconda guerra d’indipendenza, che avevano pesantemente sconvolto le suddette certezze riducendo drasticamente le dimensioni del territorio Pontificio.
Anche la successiva riforma tariffaria postale del 1° gennaio 1864, resasi necessaria dal predetto ridimensionamento territoriale che rendeva inutile il sistema delle 3 distanze, si basava saldamente sul sistema monetario dello Scudo.

Le prime incrinature ed i successivi effetti cominciarono con la riforma del 18 giugno 1866 dove venne introdotto da Pio IX il sistema con la Lira Pontificia suddivisa in 100 centesimi (il tasso di cambio era 1 Scudo= 5,375 Lire), ma che sui francobolli ebbe effetto pratico solo con la seconda emissione con i valori in centesimi, in sostituzione di quello in Bajocchi, il 21 settembre 1867.

L’applicazione del Sistema metrico Decimale ai servizi postali pontifici venne fatta in due momenti diversi: nel primo, mediante l’Editto Antonelli entrato in vigore il 1° gennaio 1864, si provvide ad esprimere in grammi i pesi della corrispondenza già determinati per l’interno dello Stato Pontificio in mezzo foglio o in foglio; nel secondo si effettuò il cambiamento di espressione dei nuovi francobolli in centesimi di lira, avvenuto il 21 settembre 1867, con i francobolli della 2ª emissione, ma anticipata dalla Notificazione del Tesoriere Generale del Ministero delle Finanze G. Galli il 18 giugno1866.

Poche settimane più tardi, il 9 luglio 1866, con un altro Editto, constatato che “l’attuazione del nuovo sistema monetario esigeva che le tasse dei dazi ed altri istituti governativi venissero espresse secondo i principii del medesimo in lire e centesimi”, pubblicava in moneta moderna la tariffa del sale, dei tabacchi e quelle per la corrispondenza circolante nell’interno dello Stato Pontificio, quella per la corrispondenza in partenza o in arrivo da e per gli Stati Pontifici, nonché quella del macinato e del lotto.

Ma a questo primo passo non seguirono con la dovuta celerità gli atti per l’abolizione dei francobolli postali in corso, dovendosi espletare varie formalità e provvedere alla preparazione dei nuovi.
L’emissione in centesimi non si ebbe che il 21 settembre 1867. A titolo di curiosità riporto anche un altro fatto dell’epoca a testimonianza di un po’ di confusione legislativa: mentre nell’Editto del 9 luglio 1866, precedentemente citato, si promulgava una tariffa espressa in grammi e centesimi, pochi giorni dopo, il 15 luglio l’Osservatore Romano pubblicava un’altra tariffa espressa in grammi, centesimi e soldi (1baj=1soldo=5 centesimi)!

Il regolamento sull’uso dei francobolli postali, pubblicato il 17 settembre 1867, all’art.18, oltre a vietare dal giorno 21 settembre l’uso dei francobolli in corso, recava un’altra disposizione, anch’essa diretta ad evitare la coesistenza dei due sistemi monetari. In tale articolo si stabiliva infatti un termine di 20 giorni (sino al 10 ottobre successivo) per il cambio dei francobolli della 1ª emissione con quelli della 2ª emissione.

Di questo disposto sono note comunque alcune “disobbedienze” dovute a disattenzioni, più o meno volute, da parte degli impiegati degli uffici postali o da controversie tra Distribuzioni Governative nell’interpretazione di lettere partire dopo il 20 settembre con affrancature di lettere con francobolli della 1ª emissione anziché della seconda e ritenute valide, parzialmente valide oppure non valide, con svariate tassazioni in partenza e altrettante cancellazioni e ritassazioni in arrivo.

Tali controversie interpretative potevano durare alcuni giorni, i quali si aggiungevano al tempo di percorso ordinario della posta. A ciò dobbiamo anche aggiungere il fatto che le lettere affrancate “fuori corso” con francobolli della 1ª emissione venivano tassate in baj e non in centesimi, come la norma disponeva e malgrado i richiami della Soprintendenza di Roma questa prassi proseguì per vario tempo da parte degli impiegati postali, anche dopo il 20 settembre 1870.

In relazione a quanto predetto voglio portare alla vostra attenzione 3 lettere partite il 19 settembre 1867, penultimo giorno di validità della 1ª Emissione dello Stato Pontificio con valori in Bajocchi, giunte a destinazione il primo giorno di validità della 2ª emissione, il 21 settembre 1867, giorno in cui erano in vigore i nuovi valori in centesimi.
Tutte e 3 le lettere sono state sottoposte al doppio taglio di disinfezione in quanto nell’Italia Centrale infuriava un’epidemia di colera.
Due di esse sono dirette nelle Marche, territorio italiano, mentre la terza è diretta nel territorio del Patrimonio di S. Pietro.
Sono affrancate con francobolli da 2 baj della 1ª emissione per lettere di primo porto entro i 10 grammi di peso.

La prima lettera (fig.1) è affrancata con un 2 baj Bianco (3A) ed è spedita da Monte S.Giovanni in Campis (FR) ad Ascoli.
Partita il 19 settembre1867,penultimo giorno di validità della 1ª emissione dei francobolli dello Stato Pontificio, al recto presenta il bollo a doppio cerchio pontificio di Frosinone, sia come annullatore che come transito, ha poi viaggiato sulla linea ferroviaria Roma-Ceprano il giorno stesso per poi transitare da Ancona l'ultimo giorno della prima emissione 20 settembre1867 e infine arrivare ad Ascoli Piceno il primo giorno di validità della seconda emissione, 21 settembre 1867, nel Regno d'Italia e lì tassata a destino 20 centesimi, con il tampone 2, nel Regno d’Italia.

Fig. 1


La seconda lettera (fig.2), anch’essa, diretta nelle Marche, parte da Roma il 19 settembre 1867, transitando per Ancona il 20 settembre, arriva a destinazione a Fermo il 21 settembre ed è tassata a destino per 20 centesimi, con il tampone 2, nel Regno d’Italia.

fig. 2



La terza lettera (fig.3) parte da Roma il 19 settembre 1867, diretta a Castelnuovo di Porto in provincia di Roma, è stata spedita il penultimo giorno di validità dei francobolli in bajocchi ed arrivata il giorno di introduzione dei francobolli in centesimi.

fig. 3


L’interesse storico-postale di queste 3 lettere è rappresentato pertanto dall’aver viaggiato temporalmente ed inconsapevolmente, “a cavallo” di 2 emissioni di valori in francobolli.
In sintesi tutte e 3 le lettere sono partite in corso di validità ed arrivate a destinazione fuori corso!

BIBLIOGRAFIA:

Editti, Notificazioni e Regolamenti legislativi dello Stato Pontificio: periodo 1864-1867

Luca Dermidoff
8-4-2023