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    di Giorgio LANDMANS 
     
     
    
    Una collezione di francobolli? 
    Oggi fare una collezione di francobolli per paese sta diventando un gioco 
    pesante. 
    Già perché è facile sfruttare la scia di certi criteri striscianti che poi 
    ristrusciano indisturbati nelle teste del popolo incolto che però si ritiene 
    colto.. 
    Ho sentito dire…., si dice ….. e ti resta dentro qualcosa e non sai mai in 
    quale forma quel qualcosa t’ è restata dentro. 
    Così l’aberrante giornalistico urlo, il diffuso criterio dei tempi passati 
    fa sì che una collezione di francobolli o di storia postale resta come l’ 
    idea di accumulazione di qualcosa che poi frutterà denaro e forse ancor più 
    denaro... 
    Si perde così l’ idea del gioco da giocare. In fondo in ogni gioco c’ è un 
    sottofondo parafinanziario e la sfida e la tenzone d’ un tempo non viene più 
    fatta a suono d’ armi stridenti, ma dal nascosto colore di denaro sonante … 
    Le sfide allora sfociano in lussuriose Esposizioni dove, ben nascosto, sta 
    il colore di moneta sonante.  
    Il lontano piacere di una lieta spiegazione, il piacere di una lenta 
    dimostrazione, e anche l’esposizione di tempo passato a studiare, a cercare, 
    a ricercare, a far combinare il momento e l’ ora di quel gioco solitario, è 
    diventata oggi l’ esposizione silenziosa di quanto denaro si è disposto, si 
    è messo. 
    Si mostra il denaro non si mostra lo studio ed io gioco a studiare.  
    I giudici giudicheranno così, non sarà la cultura, non sarà nuova conoscenza 
    che ne deriva, ma sarà per i chiamati a svelare l’acre odore di denaro che 
    vi sta sotto. 
    Una collezione di francobolli? Una collezione di storia postale?  
    E' gioco del tempo passato!  
    Tutto va bene, ma è sempre mal di soldi dove non c’ è medico curante.  
     
    Curi una ditta che produce e/o distribuisce del vino? Una anticamera 
    tappezzata di antiche cartoline intestate a passate ditte inerenti il tuo 
    lavoro (non chiamiamolo mestiere, è brutto) e il tuo cliente resta seduto in 
    attesa d’ essere forse da te ricevuto o da qualcun altro e guarda, esamina. 
    Già a Napoli… ma guarda, anche a Milano, ma anche a Canicattì… anche lì vi 
    erano Ditte e un uomo o più vi lavoravano e guadagnavano il pane per il loro 
    vivere.  
    In quei tempi era prestigio farsi intestata la carta da lettere e forse 
    anche ribadirlo sulla busta o sulla cartolina così pronti ad una pronta 
    risposta... 
    Si potrebbe allora fare il gioco della storia del proprio lavoro? Non li fai 
    perché forse temi la concorrenza di morti?  
    In tante piccole o grandi cornici hai sistemato la tua piccola modesta 
    esposizione. Hai giocato un gioco che potevi giocare, è stato per te un 
    passatempo e forse hai, il nuovo cliente ha capito che hai capito qualcosa 
    in più del tuo concorrente.  
    Alla fine è il tempo che comanda e non è il soldo l’ unico bene.  
    Capisci che devrai scomparire ma lascerai una traccia. 
    Dove è studio non è mai a vuoto. E così sarò il tuo domani. Lascerai forse 
    una traccia e forse gli altri non riusciranno a capire. Ma il tuo tempo si è 
    riempito e quella Esposizione non sarà mera esposizione di nascosto denaro. 
    Forse oggi quel cliente che ti aspetta guarderà quella piccola tua modesta 
    Esposizione e domani sarà forse curioso e ti chiederà. Quel giorno tu gli 
    risponderai e forse diventerete amici. 
    La vita poi corre, che chiedi di più?  
    
     
     
    
       ritorna a riflessioni di un novantenne 
       
 
   
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