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beata anna degli angeli
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Santa Pazienza




Quarta figlia di Sebastián Monteagudo de la Jara e di Francisca Ponce de Leon, Ana Monteagudo Ponce de Leon nacque ad Arequipa, in Perù, verso la metà del 1602. La data esatta ci è sconosciuta, poiché un incendio avvenuto negli archivi vescovili di Arequipa provocò la distruzione di molti certificati di nascita, tra i quali il suo. Un ipotesi molto accreditata fissa al 26 luglio (sant’Anna) il giorno esatto, in accordo all’abitudine dei suoi genitori di dare ai figli il nome del santo del giorno.

La famiglia era molto religiosa, tanto che il primo figlio, Francisco, era stato destinato al sacerdozio, mentre la piccola Ana, fin dall’età di 3 anni, fu affidata alle monache domenicane del convento di Santa Caterina in Arequipa affinché ricevesse da loro la sua prima educazione.

La vita conventuale dovette piacere alla ragazzina, perché quando all’età di 14 anni tornò a casa continuò a mantenere l’abitudine allo studio, alla contemplazione e alla preghiera, e arredò la sua stanza esattamente come la cella che aveva occupato al convento. Fino a che, due anni più tardi, non gli apparve in sogno santa Caterina, che la chiamava per nome indicandole un abito da suora domenicana.

Nonostante il parere contrario dei suoi genitori, volle così tornare in convento, dove chiese e ottenne di essere ammessa come novizia con il nome di Ana de Los Angeles. Il necessario assenso di un adulto, in assenza di quello dei genitori, glielo fornì il fratello Francisco, all’epoca già ordinato sacerdote. Da allora Anna non lasciò più il convento domenicano di Arequipa, dove visse conducendo una vita di preghiera, meditazione e visioni mistiche fino alla morte.

Presi i voti nel 1618, le fu conferito l’incarico di sacrestana del monastero, ruolo che ricoprì fino al 1632, quando fu scelta come maestra delle novizie, per poi essere eletta priora nel 1645. Gli ultimi 10 anni della sua vita furono afflitti da una grave malattia che la rese progressivamente cieca e paralitica.

Morì il 10 gennaio del 1686 e il suo corpo fu sepolto nella chiesa del monastero, dove ancor oggi riceve la visita dei suoi numerosi fedeli. In virtù della sua esemplare vita monastica, papa Giovanni Paolo II, dopo aver riconosciuto l’autenticità di una miracolosa guarigione riconducibile alla sua intercessione, la proclamò beata in occasione della sua visita pastorale in Perù nel febbraio del 1985.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Perù
il 15 settembre 1986
in occasione della beatificazione e
nel 3° centenario della morte


Yvert 839
Dentellato 13 x 13¼

IL SANTINO