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SAn Bernardo di mentone
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Santa Pazienza




Poche, frammentarie, e spesso contraddittorie sono le notizie storicamente accertate sulla vita di san Bernardo di Mentone (detto anche di Aosta e di Mont-Joux), al punto di far dubitare della sua stessa esistenza numerosi studiosi.

Basti pensare che la leggenda alla quale il santo deve il nome con il quale è quasi sempre ricordato al giorno d’oggi sembra aver avuto origine solo nel XV° secolo, probabilmente per dare maggior lustro alla nobile famiglia ginevrina dei de Menthon originari, loro sì, del paese di Mentone, sulle sponde del lago di Annecy, in Alta Savoia.

Secondo quella cronaca, Bernardo sarebbe stato uno dei capostipiti dell’illustre famiglia, e sarebbe nato nel 923 e morto nel 1008, ma la maggior parte degli studiosi moderni concorda nel fissarne la nascita intorno al 1020, e sul versante opposto delle Alpi, ad Aosta.

Di Aosta un Bernardo, noto ai suoi contemporanei per le sue doti di predicatore, fu senza dubbio canonico e arcidiacono della cattedrale, e pare che sia proprio questo Bernardo, la cui famiglia apparteneva alla piccola nobiltà locale, a prendere l’iniziativa di rendere più sicura la via di montagna che, dal monastero di Bourg-Saint-Pierre (devastato nei secoli precedenti dalle incursioni dei Mori) attraverso il colle di Giove (Mont-Joux) arrivava fino ad Aosta, e il cui percorso era infestato dai briganti.

La strategia di Bernardo si basava sul restauro di Bourg-Saint-Pierre e, soprattutto, sulla costruzione di un nuovo monastero-ospizio sul passo alpino che prendeva all’epoca il nome da Giove. I primi piccoli edifici furono costruiti sfruttando il materiale edilizio recuperato da un tempio dedicato a Zeus che sorgeva sul colle fin dall’antichità, e i monaci che si stanziarono sul colle per fornire assistenza ai viaggiatori, normati secondo la regola di sant’Agostino, divennero ben presto delle vere e proprie guide alpine ante litteram, quelli che nel Medio Evo si chiamavano marronniers.

Allo scopo di difendersi dai briganti e dalle bestie selvatiche, seguendo un uso che era già stato delle guarnigioni romane, i monaci si dotarono di grossi cani, probabilmente molossi o mastini delle Alpi, razza oggi scomparsa. Perfettamente adattati al lavoro in quota e in condizioni climatiche avverse, quegli animali finirono col rivelarsi insostituibili nelle operazioni di ricerca e soccorso dei viandanti dispersi: sono stati quei cani a dare origine nel corso dei secoli alla razza che ancor oggi porta il nome del santo.

Il quale santo, dopo aver fondato anche il monastero-rifugio detto del Piccolo San Bernardo, tornò alla sua vita di predicatore, spingendosi spesso anche fuori dalla Valle di Aosta, e nel 1081 si spinse addirittura fino a Pavia, per incontrare l’imperatore Enrico IV e cercare di convincerlo a desistere dal suo proposito di organizzare una spedizione contro il papa Gregorio VII.

Durante il viaggio di ritorno verso Aosta cadde ammalato e fu costretto a fermarsi nel monastero di San Lorenzo, alle porte di Novara, dove morì il 12 di giugno; la data del 15, nella quale si celebra la sua festa, è quella della sua sepoltura. Canonizzato nel 1123 dal vescovo di Novara, è il patrono degli alpinisti, degli escursionisti, dei viaggiatori in generale, e degli abitanti delle Alpi.

L’iconografia lo ritrae quasi sempre munito di bastone da montagna e accompagnato da un grosso cane che, nelle immagini più vecchie, è sempre a pelo corto: tali erano infatti i primi “cani di san Bernardo”, che solo verso la metà del XIX° secolo, dopo l’incrocio con i Terranova deciso per ovviare ai problemi genetici derivanti dai troppi incroci tra consanguinei, hanno acquisito il pelame lungo e folto di cui fanno mostra oggi.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Principato di Monaco
l'8 maggio 1974

Yvert 956
Dentellato 13
IL SANTINO