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Santa Pazienza




Le fonti storiche non forniscono nessun dato preciso sulla nascita di Pedro Calonsor el Visayo. Il fatto che la sua morte sia avvenuta prima del compimento del diciottesimo anno di età fa situare la sua nascita nel 1654, mentre ci sono diversi luoghi delle isole Visajas (l’arcipelago centrale delle Filippine) che si contendono la sua nascita. Tra questi, il villaggio ritenuto da molti più probabile è quello di Ginatilan, sull’isola di Cebu, dove ancora oggi il nome Calongsud, evoluzione moderna dell’arcaico Calonsor, è molto diffuso.

L’isola di Cebu era stata la prima base per la colonizzazione spagnola dell’arcipelago, oltre un secolo prima della nascita di Pedro, i suoi abitanti erano fedeli alleati degli spagnoli e l’opera di evangelizzazione portata avanti dai Gesuiti aveva di fatto cattolicizzato l’intera isola.

A Cebu giunse nel 1662 padre Diego Luis de San Vitores. Il missionario durante il suo viaggio aveva fatto sosta in quelle che all’epoca erano chiamate le Isole dei Ladroni, e si era riproposto di tornare per evangelizzare anche quelle isole. Impiegò sei anni per ottenere dalla regina Maria Anna d’Austria, all’epoca regina reggente della Spagna, il permesso di stabilire una missione a Guam, e quando sbarcò sull’isola ribattezzo l’intero arcipelago Isole Marianne proprio in onore della regina.

Era il 16 giugno del 1668 e con lui, oltre ad alcuni confratelli, c’era un gruppo di giovani laici filippini destinati al servizio personale dei padri e che si riteneva potessero essere di aiuto per stabilire i contatti con le popolazioni locali. Tra di loro c’era anche il nostro Pedro, che fin dalla più tenera età aveva frequentato i missionari gesuiti di Cebu. Solo alcune cronache dell’epoca lo citano, e in maniera del tutto marginale, tanto che la sua figura era rimasta praticamente dimenticata fino al 1985 quando fu, se così si può dire, riscoperta dalla commissione incaricata di istruire la causa di beatificazione di Diego Luis de San Vitores.

La missione evangelizzatrice di don Diego era andata avanti per oltre tre anni con risultati alterni, ben accolta da alcuni gruppi di chamorro (gli autoctoni delle isole) e osteggiata da altri. Particolare successo la predicazione riscosse tra le donne, mentre i giovani uomini, i vecchi saggi e i guaritori tradizionali erano più restii ad accettare la nuova religione. Inoltre, man mano che la presenza coloniale spagnola sull’isola si rafforzava cominciò a serpeggiare tra la popolazione un certo malcontento, ed alcuni capi villaggio, minacciati nel loro potere, cominciarono a manifestare ostilità. Anche il tentativo di eradicare alcune tradizioni pagane, come quella di conservare le teste dei vecchi capifamiglia morti in grandi ceste appese davanti alle capanne, non fu benvisto dalla popolazione.

In questo quadro, padre Diego e il giovane Pedro, finirono per rimanere vittime di quella che oggi definiremo “una bufala”. Come spesso succedeva, durante le prime fasi della colonizzazione le popolazioni indigene venivano contagiate da malattie “europee” contro le quali non disponevano di anticorpi, e anche una banale influenza poteva causare centinaia di morti. Questo accadde anche a Guam nei primi mesi del 1672, e un vecchio guaritore locale pensò bene di trarne un vantaggio nella sua lotta personale contro gli spagnoli spargendo la voce che queste morti fossero dovute a un veleno che i padri missionari mescolavano all’acqua battesimale.

Fu così che all’offerta di padre Diego di battezzare la figlia del capo villaggio di Tumon questi, che fino ad allora si era mostrato amico dei missionari, reagì rabbiosamente cacciandoli. Quando poi venne a sapere che, a sua insaputa, la moglie aveva comunque fatto battezzare la piccola, Mata’pang aizzò contro di loro la popolazione del villaggio. Uccisi a colpi di lancia, Diego e Pedro furono poi caricati sulle piroghe e i loro corpi, zavorrati con grosse pietre, affondati nella baia di Tumon e mai più ritrovati. Era il 2 aprile del 1672.

Riconosciuto come martire in odium fidei e beatificato nel 2000, Pietro Calongsud è stato canonizzato nel 2012 ed è patrono della gioventù filippina, dei lavoratori filippini all’estero, dei catechisti, dei chierichetti e delle Filippine tutte.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalle Filippine
il 2 aprile 2002

Dentellato 12
Michel 3317
IL SANTINO