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SAn pietro canisio
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Santa Pazienza




Quando l’8 maggio 1521 nacque a Nimega Pieter, figlio del borgomastro Jacob Kanijs, non erano passati nemmeno quattro anni dal giorno in cui Martin Lutero aveva affisso le sue 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittemberg, e poco più di quattro mesi da quando Leone X aveva scomunicato l’ormai ex frate agostiniano; erano però bastati quei pochi anni ad avviare il protestantesimo a conquistare una posizione dominante tra i cristiani di Germania.

Il giovane Pieter, rimasto presto orfano di madre, ricevette un’educazione consona all’importante ruolo amministrativo svolto dal padre, e fu mandato a studiare diritto, sia canonico che religioso, nelle più importanti università della Germania, a Lovanio e a Colonia.

Fu a Colonia, dove conseguì appena diciannovenne la laurea in diritto civile, che prese l’abitudine di passare i pomeriggi liberi dallo studio dedicandosi alla lettura nella biblioteca del monastero dei certosini: tra i suoi testi preferiti c’erano gli Esercizi Spirituali, che solo pochi anni prima Ignazio di Loyola aveva pubblicato, gettando le basi della Compagnia di Gesù.

Da poco laureato, Pieter ebbe la ventura di diventare amico di Pierre Lefevre, più noto come Petrus Faber, che della neonata Compagnia era stato con Ignazio il co-fondatore. Fu grazie alla sua influenza che in lui maturò la decisione, primo gesuita tedesco della storia, di entrare a sua volta nella Compagnia, cosa che fece ufficialmente nel giorno del suo ventiduesimo compleanno, l’8 maggio 1543. Nella sua posizione di primo provinciale dell’ordine in Germania si trovò dunque in prima linea a dover contrastare la diffusione del movimento di Riforma di Lutero.

Predicatore efficace e uomo di profonda dottrina, divenne ben presto il teologo di fiducia del vescovo di Augusta, il cardinale Ottone di Waldburg, che lo volle al suo seguito durante i lavori del Concilio di Trento. Qui Pieter, che nel frattempo aveva preferito adottare la versione latina del suo nome, Petrus Canisius, si guadagnò ben presto la stima di papa Paolo III, che dell’ordine gesuitico aveva nel 1540 autorizzato la fondazione e che intravide nel giovane le qualità per contrastare efficacemente la diffusione del protestantesimo nei paesi di lingua e cultura germanica.

Da allora questo divenne il suo principale impegno, e pur ricoprendo incarichi di enorme importanza, come il rettorato dell’università di Ingolstadt e l’amministrazione della diocesi di Vienna, continuò a spostarsi e a predicare in tutta l’Europa centro-orientale, spingendosi anche nelle principali città del nord.

La sua predicazione non fu mai aggressiva nei confronti degli avversari. Riteneva infatti che il protestantesimo si fosse diffuso in Germania perché molti intellettuali l'avevano adottato, facendo sembrare il cattolicesimo la religione degli ignoranti. Preferì dunque dedicarsi a combattere da un punto di vista dottrinale gli argomenti dei riformatori, e lo fece sia con pubblici dibattiti (durante i quali fu più volte vicina l’illusione di una riconciliazione tra le due parti) che con gli insegnamenti e gli scritti.

Accanito sostenitore della conoscenza come metodo di contrasto alle dottrine di Lutero, realizzò tra il 1555 e il 1558 l’opera che gli avrebbe fatto guadagnare nel 1925 la proclamazione a Dottore della Chiesa: il catechismo. O meglio, i catechismi, visto che i libri sono tre, destinati a far conoscere i fondamenti della religione cattolica a pubblici diversi per livello culturale: la Summa doctrinae christianae (1555), destinato agli studenti in grado di comprendere nozioni elementari di teologia; il Catechismus minor (1556), a beneficio dei ragazzi del popolo per una prima istruzione religiosa; e il Parvus catechismus catholicorum (1558) per i ragazzi con una formazione scolastica intermedia.

Quando Pietro Canisio morì per le conseguenze di un ictus il 21 dicembre 1597 del suo catechismo erano già state tirate 200 edizioni, e la sua diffusione nel corso dei secoli a venire fu talmente grande che, secondo quanto raccontato da Benedetto XVI, ancora all’inizio del ‘900, nel linguaggio colloquiale tedesco, i ragazzi non studiavano “il Catechismo”, ma semplicemente “il Canisio”.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dall'Austria
il 25 aprile 1997

Yvert 2046
Dentellatura 13¾
IL SANTINO