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beato tommaso da celano
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Santa Pazienza




Poco o nulla sappiamo dell’infanzia e della giovinezza di Tommaso, a parte il fatto che nacque a Celano, in Abruzzo, in una data che alcuni situano intorno al 1190, mentre secondo altri la forbice è molto più larga, arrivando a coprire gli anni che vanno dal 1185 alla fine del XII secolo.

Poco sappiamo anche del suo percorso di formazione, anche se appare lecito presumere, basandosi sugli scritti che ci ha lasciato, che abbia condotto studi di alto livello, e questa constatazione ha portato molti studiosi a presumere che Tommaso provenisse da una famiglia di rango, anche se non vi è certezza che sia appartenuto proprio alla nobile casata dei conti di Celano.

La teoria della sua discendenza da una famiglia nobile trova riscontro anche nella descrizione del suo primo incontro con Francesco di Assisi, che Tommaso stesso ci racconta nella sua opera Vita beati Francisci: sarebbe stato uno dei “litterati viri et quidam nobiles” che il Poverello di Assisi accolse in visita alla Porziuncola nel 1215.

Da quel giorno i destini di Tommaso e del neonato ordine dei Frati Minori si intrecciarono sempre più strettamente, e solo sei anni dopo, probabilmente proprio in virtù della sua formazione letteraria e giuridica, Tommaso fu incaricato di guidare insieme a Cesario da Spira una missione in Germania, per promuovere anche in quelle terre l’ordine francescano. Nel 1223 fu nominato custos unicus, guardiano unico, della provincia renana che comprendeva città dell’importanza di Worms, Spira, Magonza e Colonia.

Tornò in Italia qualche anno dopo, e sicuramente fu tra coloro che erano presenti il 3 ottobre 1226 alla morte di Francesco e, il 16 luglio 1228, alla sua proclamazione a santo. Ed è forse proprio in quell’occasione che papa Gregorio IX gli commissionò la redazione della prima opera agiografica riguardante la vita del Poverello di Assisi, la succitata Vita beati Francisci.

Nota anche come Vita prima, non è questa l’unica opera che Tommaso dedicò al suo maestro, giacché negli anni successivi, su incarico di Elia da Cortona, generale dell’ordine, redasse anche la Vita beati patris nostri Francisci, probabilmente concepita per un uso interno all’ordine, e una sua riduzione, nota come Legenda ad usum chori. Nel 1247 portò a termine anche quella che generalmente viene definita la Vita secunda, ovvero il Memoriale in desiderio animae de gestis et verbis sanctissimi Patris nostri, mentre nel 1255, in occasione della canonizzazione di santa Chiara, fu ancora lui, nella sua veste di agiografo “ufficiale” dell’ordine minorita, a scrivere la Legenda sanctae Clarae virginis.

A lui si devono inoltre alcuni inni liturgici di cui il più conosciuto è senz’altro il Dies Irae, una sequenza di versi trocaici che è da molti ritenuta una delle composizioni medievali in latino più significative. E proprio ad una visione apocalittica è ispirato il francobollo che abbiamo scelto per celebrare la memoria di Tommaso.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita tra le montagne intorno a Celano, sua città natale, dove assunse la cura spirituale delle Clarisse di San Giovanni in Barri, e qui morì il 4 ottobre 1265. Nonostante la sua causa di beatificazione non sia mai stata promossa, fin dagli anni immediatamente successivi alla sua morte la voce popolare lo ha venerato come beato.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dall'Irlanda
il 4 maggio 1981

Dentellato 14 x 14½
Yvert 441
IL SANTINO