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san columba di iona | ||
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Nato a Gartan, nella contea irlandese di Donegal, sul finire del 521, Colum Cille (che in gaelico significa Colomba della Chiesa) apparteneva ad una stirpe di antica nobiltà. Si diceva infatti che gli Uì Neìll discendessero direttamente da Niall Noigíallach, re dell’Irlanda nella prima metà del V secolo, che secondo la leggenda durante una spedizione in Scozia aveva rapito l’ancor giovane san Patrizio, portandolo con sé in Irlanda. Il giovane Columba si mostrò subito attratto dalla vita monastica e studiò alla scuola di san Finnian di Clonard, entrando a far parte del gruppo dei cosiddetti Dodici Apostoli d’Irlanda, impegnandosi nella diffusione del cristianesimo sull’isola. Intorno ai 40 anni, dopo essersi unito per motivi di studio al monastero di Moville fu coinvolto in una disputa relativa alla riproduzione non autorizzata di un prezioso salterio che, secondo la leggenda, avrebbe nascostamente copiato nottetempo scrivendo con la destra al lume delle cinque dita delle dita della mano sinistra, accese come candele. Costretto dal principe Darmuid a restituire la copia non autorizzata Columba, noto in Irlanda anche con l’appellativo di “santo permaloso”, se la legò al dito e siccome era di stirpe reale, approfittando di uno screzio il suo clan e quello di Darmuid, non esitò a far scoppiare una guerra, passata alla storia come “la guerra del libro”, durante la quale sterminò in battaglia almeno 3000 guerrieri del clan rivale senza a sua volta subire perdite. Di fronte a tale sanguinoso bilancio Columba, pentito per le morti provocate dal suo puntiglio, si auto-esiliò dall’Irlanda e lasciò l’isola dove era nato per non farvi più ritorno. Da quel momento in poi si dedicò all’evangelizzazione della Scozia, ponendo la sua base sull’isola di Iona, scelta perché era tanto a nord da non poter nemmeno vedere le coste dell’Irlanda. Sull’isola Columba, come già aveva fatto in diverse occasioni in Irlanda, fondò un monastero che divenne ben presto un centro di studio e insegnamento tanto rinomato da essere meta di pellegrinaggio per monaci e fedeli. Da Iona, nel corso degli anni, partirono numerose missioni di evangelizzazione verso la Scozia e la Britannia, alle quali spesso Columba partecipò in prima persona. Secondo Adomnan, che fu abate di Iona nel VI secolo e scrisse una Vita Columbae, durante uno di questi viaggi si confrontò addirittura col leggendario mostro di Loch Ness, salvando dalle sue fauci un uomo con il segno della croce e l’intimazione alla spaventosa bestia di “non andare più oltre”, volgendola in precipitosa fuga. Si tratta della prima citazione testuale dell’esistenza del celebre mostro, e sempre nella Vita Columbae si ha la prima attestazione di un re, convertito al cristianesimo, di nome Arturius, anche se secondo quanto riferito da Adomnan il suo regno sarebbe stato situato molto più a nord di quello che la leggenda attribuisce a re Artù. Columba, che insieme a san Patrizio e a santa Brigida è uno dei tre patroni dell’Irlanda, morì nel suo monastero nella notte tra l’8 e il 9 giugno del 597 e le sue spoglie, dopo essere state divise tra Scozia e Irlanda, sono solo parzialmente rientrate a Iona. Alcune sue reliquie sono a tutt’oggi conservate nel cosiddetto Brechbennoc, nell’abbazia ricostruita nella prima metà del 1900 in quella stessa posizione in cui, tanti secoli prima, Columba aveva fondato il suo monastero, più volte distrutto e ricostruito in seguito a guerre e invasioni.
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IL FRANCOBOLLO![]() Emesso dal regno Unito Yvert 1943 |
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