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SAn gabriele
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Santa Pazienza




Gavri'el: "la forza di El", o anche "El è forte", e nella Bibbia ebraica El è uno dei nomi con i quali viene indicata la divinità suprema; in conclusione dunque il nome Gabriele significa "la forza di Dio".

Definito anche"la mano sinistra di Dio", Gabriele viene menzionato per la prima volta nel libro del profeta Daniele, al quale fornisce l'interpretazione della visione del capro e del montone, e questo ruolo di "comunicatore" dei disegni e della volontà divina sarà, anche in altre tradizioni religiose, la costante della personalità di Gabriele.

Il quale, in verità, non viene mai attribuito nella Bibbia il ruolo di "arcangelo" (capo degli angeli), che è riservato al solo Michele (chi è come Dio?), esplicitamente indicato come "capo delle milizie celesti". Gabriele è, insieme a Raffaele (la salvezza di Dio), uno degli angeli ammessi alla presenza di Dio. In altre tradizioni, comunque di origine giudaico-cristiana, il numero di questi angeli è più alto, e pur nelle varianti dei vari nomi, se ne identificano almeno quattro: Uriele (la luce di Dio), Geudiele (la lode di Dio), Barachiele (la folgore di Dio) e Sealtiele (la preghiera di Dio).

Le tradizioni di culto e devozione nei confronti di queste sette figure, che vengono definite "arcangeli" solo nei vangeli apocrifi, erano comunque vivissime nei primi secoli del Cristianesimo, almeno fino a quando, nel 745 col Concilio di Roma e nel 798 con quello di Asquisgrana, non si arrivò alla condanna del cosiddetto "culto dei sette angeli", reputato legato a riti pre-cristiani di oscura matrice. E così come, fin dal II secolo, si era operata una scelta tra vangeli canonici e vangeli apocrifi, anche il numero degli arcangeli ammessi al culto cristiano venne ridotto alle figure di Michele, Raffaele e Gabriele.

Sempre con la designazione di "angelo" Gabriele è nominato esplicitamente nel vangelo di Luca per due volte, ambedue nell'atto di messaggero della volontà divina. E' infatti lui (Lc 1:11-20) a rivelare all'incredulo Zaccaria che la sua anziana sposa Elisabetta diventerà madre; ed è lui il protagonista dell'Annunciazione (Lc 1:26-38) a Maria del concepimento di Cristo.

Si noti che, sebbene in alcune tradizioni giudaiche, soprattutto talmudiche, a Gabriele venga anche assegnata la veste di giustiziere (diresse infatti la punizione divina contro Sodoma), quello di "comunicatore" è un compito che potremmo definire inter-religioso.

E' la voce di Gabriele, secondo il giudaismo, a ordinare a Noè di prendere gli animali e imbarcarli sull'Arca prima del diluvio universale, a intervenire impedendo ad Abramo di uccidere Isacco, e a dare a Mosè, levandosi da un roveto ardente, la missione di tornare in Egitto e liberare il popolo d'Israele.

Per la religione mussulmana Gabriele, con il nome arabo di Jibril, oltre ad essere ancora una volta protagonista dell'Annunciazione di Maria (Cor 19:16-21) nella Sura di Maryam, è anche l'angelo che rivela il Corano a Maometto.

Con tali "referenze" nelle principali religioni monoteistiche occidentali, era quasi inevitabile che san Gabriele fosse scelto come protettore delle comunicazioni (radio, cinema, televisione), dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai, dei corrieri, dei radioamatori, delle unità dell'Esercito Italiano appartenenti all'Arma delle Trasmissioni e, in generale, di chiunque porti delle notizie.

E naturalmente, come dimenticarlo, di noi filatelisti...


IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Vaticano
il13 marzo 1962

Dentellato 13½ × 14
Yvert n. A45
IL SANTINO