pagina inizialegli autorifilatelia religiosale rubrichesanta pazienza
 
SAnt'ildegarda
torna a

Santa Pazienza




Ildegarda nacque nell’estate del 1098 nei pressi d’Alzey (Renania-Palatinato), decima e ultima figlia del nobile Ildelberto di Bermersheim e di sua moglie Matilda. I genitori, quando aveva otto anni, desiderando che ricevesse un’adeguata educazione cristiana, decisero di affidarla come scolara alla maestra Jutta di Spanheim, una giovane di nobile lignaggio che si era appena ritirata in clausura presso il monastero delle benedettine di Disibodenberg, non lontano da Magonza.

Ildegarda, giunta all’adolescenza, decise liberamente di rimanere con la maestra (che nel frattempo era divenuta badessa del monastero) e porre la sua vita al servizio di Dio. Pronunciò i voti dell'ordine benedettino e ricevette il velo dalle mani del vescovo Ottone di Bamberg.

La reverenda madre, intanto,  scopriva piena di meraviglia come l'allieva fosse divenuta a sua volta maestra e nel 1136, alla sua scomparsa, fu chiamata, a succederle. Dopo quel primo monastero diresse la fondazione d’altri due nell’Assia: a Bingen (presso il Reno) sul monte di san Ruperto ove si trasferì nel 1147 e quello d’Eibingen, sull’altra sponda del fiume, nel 1165.

Fu una donna assai delicata e soggetta a malattie, tuttavia raggiunse (raro per quei tempi) l'età di 81 anni affrontando una vita piena di lavoro, lotte e contrasti spirituali. Figura intellettualmente lungimirante e spiritualmente forte, le sue visioni, trascritte in appunti e poi in libri organici, la resero celebre.

Nel monastero di Rupertsberg la futura santa, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni di cui aveva avuto esperienza. Fu interpellata per consigli da personalità del tempo. Sono documentati i suoi diversi contatti con il Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo ed Eugenio III.

Negli anni della maturità intraprese numerosi viaggi per visitare monasteri che chiedevano il suo intervento e per predicare nelle piazze, come a Treviri, Metz e Colonia. Eppure, diversi vescovi tedeschi l’avevano in antipatia, perché Ildegarda, con la voce e con gli scritti s’immischiava in problemi come la riforma della Chiesa e la moralità del clero e ne discuteva pure con maestri di teologia. Ma sono cose da monaca? La sua risposta fu: “Sono cose da donna e da monaca”.

Questa è l’Ildegarda organizzatrice. Poi viene l’ispirata, la mistica, quella delle sorprese. Ha visioni, riceve messaggi e li diffonde con gli scritti. Dopo le prime esperienze mistiche scrisse a Bernardo di Chiaravalle, il miglior consigliere che avrebbe potuto trovare. Egli non s’inalberava, come i vescovi, di fronte ad una donna che discorreva del cielo e della terra. Anzi, la capiva e le faceva coraggio, aiutandola pure a non perdere la testa: le vicende soprannaturali non dispensano dal realismo e dall’umiltà.

La pia donna diffuse racconti delle sue visioni e, in questa forma, trattava argomenti di teologia, di dogmatica e di morale. Esaltando le “opere di Dio”, includeva tra loro le piante, i frutti, le erbe e la sua lode si traduceva in un piccolo trattato di botanica. Ma soprattutto insegnava ad esprimere l’amore verso Dio attraverso il canto.

Con ogni probabilità fu la prima donna musicista della storia cristiana. Scriveva versi e melodie; le prime esecutrici furono le monache di Bingen poi quelle d’Eibingen, ed anche quelle di tanti altri monasteri di benedettine.

Ildegarda pregò e lavorò fino alla sua età più tarda e morì il 17 settembre 1179. Beatificata nel 1324, è considerata patrona dei filologi e degli esperantisti.


IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Germania
il 9 agosto 1979
nell'ottavo centenario della morte.

Dentellato 14 x 13 1/4
Yvert n. 1013
IL SANTINO