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san matteo evangelista | ||
torna a![]() Santa Pazienza |
“Nel passare vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.” (Mc 2,14) Sarebbe questo, secondo Marco, l’apostolo che in seguito mutò il suo nome in Matteo; un cambiamento che si suppone abbia voluto sottolineare il cambiamento di vita (così come Simone-Pietro e Saulo-Paolo). Perché Levi sedeva al banco delle imposte: era un pubblicano, figura che all’epoca della dominazione romana in Palestina era assimilabile, più che a quella di un semplice esattore delle tasse, a quella di un usuraio. Ma i pubblicani sapevano, ovviamente, scrivere e far di conto, ed ecco che Matteo, a partire dal II secolo, viene indicato come uno degli evangelisti. A lui si attribuisce uno dei vangeli canonici, detto appunto “secondo Matteo”, la cui paternità è tuttavia messa in dubbio dagli studiosi moderni, più disposti a farlo risalire ad una sistemazione della cosiddetta “fonte Q” (a cui si rifece anche Marco). È considerato anche autore del cosiddetto pseudo-Matteo, o Vangelo dell’Infanzia, un apocrifo attestato anch’esso dal II-III secolo e degli Atti di Matteo, altro apocrifo coevo. Dopo la Pentecoste Matteo predicò dapprima in Giudea e poi si spostò in Etiopia, dove condusse vita austera nutrendosi di erbe, radici e frutta selvatica fino alla morte, sopravvenuta secondo alcuni per cause naturali e secondo altri per mano di una banda di pagani. La Legenda Aurea, scritta nella seconda metà del XII secolo da Jacopo da Varagine, lo vuole invece consigliere del re etiope Egippo, da lui convertito dopo averne fatto risorgere miracolosamente la figlia Ifigenia; alla morte di Egippo salì al trono suo fratello Irtaco, che avrebbe voluto sposare Ifigenia, la quale aveva però consacrato la sua verginità al Signore. Irtaco chiese a Matteo di sollevare Ifigenia dal voto fatto, ed al suo fermo rifiuto lo avrebbe fatto uccidere da un sicario a colpi di spada. Raffigurato dall’iconografia corrente come anziano e barbuto, Matteo, che ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo, ha spesso accanto una spada proprio come simbolo del martirio. Secondo una tradizione nata intorno alla fine del primo millennio, le reliquie di Matteo sarebbero giunte a Velia, in Lucania, intorno al V secolo, e qui sarebbero rimaste sepolte per lungo tempo prima di essere casualmente scoperte da un monaco, tale Atanasio, nei pressi di una fonte termale. Atanasio portò le spoglie nella cappella dove era solito pregare, quella che oggi è la chiesetta di San Matteo a Casal Velino, ma dopo una prima traslazione al santuario della Madonna del Granato in Capaccio, a Paestum, nel 954 le reliquie furono definitivamente trasferite nella cripta della cattedrale di Salerno, dove tuttora si trovano. Di Salerno Matteo è il santo patrono, ma in considerazione di quella che era la sua attività prima della chiamata del Signore è anche invocato come patrono di banchieri, bancari, doganieri, cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori nonché, dal 1934 della Guardia di Finanza. La sua festa si celebra il 21 di settembre.
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IL FRANCOBOLLO![]() Emesso dal Vaticano Yvert D14
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