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SAnta veronica
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Santa Pazienza




Benché il loro ruolo sia sempre passato abbastanza sotto silenzio, gli storici moderni sono ormai concordi nell'affermare che numerose fossero le presenze femminili tra i seguaci di Gesù di Nazareth. E pare anche che, nelle prime comunità cristiane, molte di loro abbiano rivestito incarichi di particolare importanza, partecipando attivamente alla diffusione della nuova religione.

Le fonti evangeliche "ufficiali" sono tuttavia abbastanza avare di particolari in proposito: basti pensare che una figura come quella di Maria Maddalena, che da sola o in compagnia delle altre Marie ha ispirato opere artistiche che spaziano dai dipinti ai film, nel Vangelo di Luca non è nemmeno nominata. C'erano sì, secondo Luca, delle donne sul Golgota, ma di esse non ci precisa né il numero né il nome; Marco e Matteo parlano di due sole Marie (la Maddalena e la madre di Giacomo, e solo Giovanni presenta l'elenco delle Tre Marie.

Niente ci dicono i quattro Vangeli canonici di Veronica e delle altre Pie Donne. Eppure, secondo molte ricostruzioni basate su quanto tramandato dai Vangeli apocrifi, pare che fossero non meno di una dozzina le donne che seguirono da vicino la passione di Cristo. E grazie a una tradizione rimasta viva nella classica celebrazione della Via Crucis sappiamo anche che molte di loro, a differenza degli Apostoli e di tanti altri discepoli maschi, non ebbero timore di mostrare davanti ai carnefici il loro amore per il Signore.

Come appunto santa Veronica, che è la protagonista della sesta stazione della Via Crucis, dove viene ricordata nell'atto di detergere il sangue e il sudore che scorrevano sul volto di Gesù con un panno di lino. Sul panno sarebbe rimasto impresso il Volto Santo, l'immagine acheropita della faccia del Salvatore.

Numerose sono le chiese e le comunità religiose che nel corso dei secoli hanno sostenuto di essere in possesso della preziosa reliquia. Tra di loro una delle più accreditate è quella conservata nella basilica di Manoppello (PE), dove sarebbe giunta per mano di un misterioso pellegrino intorno al 1500, e che molti identificano con quella precedentemente conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano, alla quale accenna anche Dante nel canto XXXI del Paradiso, scomparsa da Roma più o meno nello stesso periodo. Inutile dire che, come nel caso della Sindone, le polemiche e i dubbi sull'autenticità di questa ed altre "tele di santa Veronica" si sprecano.

Sull'identità di santa Veronica, nella cui casa pare che si siano riparate le Pie Donne prima di recarsi, il mattino dopo al Santo Sepolcro, è ancora una volta un Vangelo apocrifo a fare un po' di luce. Secondo Nicodemo infatti si tratterebbe della emorroissa, la donna vittima di una emorragia e guarita miracolosamente toccando il mantello di Gesù, e che da allora si sarebbe unita ai discepoli che seguivano il Maestro. Il fatto è appena citato nei Vangeli canonici, e solo da Luca, mentre una descrizione più precisa della guarigione miracolosa è quella dello storico Eusebio di Cesarea.

Il nome che le viene attribuito è quello (in greco) di Berenice, di cui Veronica sarebbe la translitterazione latina; tra l'altro su questa traduzione si innescherà nei secoli successivi un equivoco abbastanza suggestivo che metteva in relazione, per assonanza, il nome di Veronica con il termine Vera Icona, attribuito al famoso velo.

Dopo aver partecipato attivamente alle ultime ore di vita di Gesù, Veronica votò la propria vita alla diffusione della parola di Gesù; fu a Roma , dove lasciò il panno di lino, e proseguì verso la Gallia, dove si impegnò per la conversione dei Galli al Cristianesimo. Non a caso, è annoverata tra i santi patroni della Francia.

Venerata come santa fin dai primi anni del Cristianesimo, viene celebrata il 12 luglio, ed è anche protettrice dei fotografi, delle lavandaie e dei mercanti di lino.



IL FRANCOBOLLO



Emesso da Andorra
il 12 ottobre 1968

Yvert 192
Dentellato 13
IL SANTINO