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Santa Pazienza




Nella vita del Gran Principe Vladimiro Svjatoslavic, nato a Kyiv nel 960, si possono distinguere due diversi periodi: quello che lo ha fatto chiamare Vladimiro il Grande, e quello in cui si è guadagnato il nome di Vladimiro il Santo.

Vladimiro era il terzo figlio di Svjatoslav, diretto discendente di Rjurik, capostipite della dinastia dei Rurikidi, destinata a governare sulla Russia fino all’avvento dei Romanov, alla fine del XVI secolo, e alla quale appartenne anche la zarina Caterina la Grande.

Era di stirpe variaga, e quindi di origine scandinava. I variaghi, chiamati anche rus’ nella Cronaca Degli Anni Passati redatta da Nestore, un monaco delle Grotte di Kyiv, poco dopo il 1100, provenivano in gran parte dall’isola di Gotland ed erano mercanti, marinai, predoni e mercenari che fin dall’VIII secolo avevano cominciato a spingersi nelle pianure a ovest degli Urali risalendo prima i grandi fiumi che sfociano nel Baltico, e discendendo in seguito sempre per via fluviale verso il mar Caspio e il mar Nero.

Nel giro di poco tempo si erano mescolati alla popolazione locale, chiamati spesso a posizioni di rilievo, specialmente per dirimere le dispute che molto spesso coinvolgevano le tribù slave che prima di loro occupavano quei territori, compresi in una fascia che andava dalla Finlandia al mar Nero e finendo col fondare, intorno all’anno 850, il Rus’ di Kyiv, prima vera forma statale a costituirsi in questa parte d’Europa. Svjatoslav I il Coraggioso era Gran Principe del Rus' sul finire del primo millennio, e prima di generare Vladimiro da una relazione con la serva Maluša, aveva avuto dalla legittima consorte altri due figli, Jaropolk e Oleg.

Alla sua morte divise il principato tra i tre figli, ma Jaropolk, che era all’epoca l’unico ad avere raggiunto la maggiore età, si liberò ben presto di Oleg uccidendolo, e Vladimiro, in compagnia della madre e dello zio materno, preferì fuggire verso la Scandinavia per evitare di subire la medesima sorte. Radunato, anche grazie alla mediazione dello zio Dobrynja, un esercito abbastanza forte, tornò in Russia nel 978, e nel breve volgere di due anni debellò e fece uccidere il fratello Jaropolk, insediandosi sul trono di Kyiv.

Da quel momento fu un sovrano duro e dispotico, dedito secondo la Cronaca degli Anni Passati alla lussuria e al vizio, al punto che gli si attribuirono, oltre a cinque consorti legittime, anche decine e decine di concubine. All’epoca nel Rus’ di Kyiv si seguiva una religione pagana che adorava un nutrito pantheon di divinità slave e norrene, e la poligamia era ampiamente praticata. Vladimiro era un sovrano potente e dotato di un esercito temibile, grazie al quale riuscì a portare avanti una politica di espansione che lo condusse ben presto a scontrarsi con l’impero bizantino.

Sebbene esista una narrazione che lo vede convertirsi al cristianesimo dopo un incontro con quattro missionari (uno ebreo, uno mussulmano, uno latino e uno ortodosso), la versione generalmente accettata è che, momentaneamente alleato con l’imperatore bizantino Basilio II, avesse da questi ricevuto la promessa di avere in sposa la sorella Anna; tale promessa fu tuttavia disattesa e Vladimiro non ci pensò due volte a marciare con le sue truppe su Costantinopoli, arrivando fino ad appendere il proprio scudo all'ultima delle sette cinte di mura della città. Basilio II acconsentì allora al matrimonio della sorella, a condizione però che si facesse battezzare.

E Vladimiro accettò, anche perché era affascinato dai costumi bizantini e dalle pratiche religiose ortodosse, e probabilmente anche perché aspirava a dare al suo principato una dignità che lo ponesse all’altezza dei grandi regni dell’Europa occidentale (non a caso, dopo la morte di Anna, volle sposare la nipote di Ottone I di Sassonia). E non si limitò al suo battesimo, ma fece battezzare prima la sua guardia personale, e poi tutti gli abitanti di Kyiv, realizzando quella che è passata alla storia come la cristianizzazione del Rus’ di Kyiv.

Ripudiata la sua precedente condotta dissoluta, fu marito esemplare e governante giusto, strinse relazioni diplomatiche con Roma e con gli stati cristiani d’Europa fece abbattere tutte le statue e gli idoli pagani ed erigere numerose chiese e monasteri. Morì a Berestovo, nei pressi di Kyiv, il 15 luglio 1015 e il suo corpo fu diviso in varie parti e distribuito alle chiese e ai monasteri che aveva contribuito a fondare, e nelle quali fu venerato da subito come santo.

Patrono della Russia e dell’Ucraina, il suo culto è ammesso sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dall'Ucraina
il 28 luglio 2015

Dentellato 11½
Michel 1480 A



IL SANTINO