pagina inizialegli autorifilatelia religiosale rubrichesanta pazienza
 
SAn volfango
torna a

Santa Pazienza




Anche se, tra i tanti fatti notevoli che gli sono stati attribuiti, il più ricordato è quello che lo vede addirittura convincere il Diavolo in persona ad aiutarlo a costruire una chiesa, gli studiosi più attenti individuano in san Volfango una personalità finemente politica e il precursore di molte delle novità che investirono la Chiesa tedesca all'alba del secondo millennio.

Nato nel 924 a Pfullingen da una famiglia benestante della Svevia, ricevette fin dall'infanzia una educazione religiosa. Dovendo scegliere un precettore per il giovane Volfango quando questi raggiunse l'età di sette anni, i genitori incaricarono infatti un chierico di curare la sua prima istruzione. Pochi anni dopo, al fine di perfezionare la propria formazione, entrò alla scuola dell'abbazia di Reichenau, dove ebbe maestri prestigiosi, e divenne amico di Enrico, futuro vescovo di Treviri.

Fu proprio questa amicizia a segnare in qualche modo la sua vita, visto che di lì a poco l'amico Enrico lo volle con sé a Treviri, per conferirgli importanti incarichi normativi e educativi: seguì le sue lezioni, in questo periodo, anche Arnoldo, che ci ha in seguito lasciato una sua biografia ricca di episodi significativi.

E' da Arnoldo che apprendiamo come Volfango, pur di compiacere l'amico Enrico, abbia per anni represso la sua vocazione monastica, rimandando il momento di entrare in convento al 964, anno in cui Enrico morì. Ordinato sacerdote sei anni dopo, decise di dedicarsi all'evangelizzazione dell'Europa Centrale (Boemia e Pannonia principalmente) che conoscevano in quegli anni una prima stabilizzazione politica.

Divenne così vescovo di Ratisbona, la cui diocesi si estendeva per diverse centinaia di chilometri verso levante, e in questa veste si distinse per la sua visione particolare della missione pastorale.

Contrariamente a quello che spesso accadeva in quel tempo, Volfango riconobbe maggiore autonomia ai conventi, non cercò mai di accrescere il suo potere temporale, e si adoperò al contrario per frazionare la sua diocesi in altre unità più piccole e più vicine alla vita di tutti i giorni, alla lingua e alla cultura dei fedeli. Nacque così, affidata ad un giovanissimo (e futuro santo) Adalberto la diocesi di Praga.

Volfango, che in qualità di vescovo di Ratisbona era anche tutore degli eredi della famiglia imperiale, agiva in buona sintonia con l'imperatore Ottone II, e quando nel 976 esplose tra questo e Enrico di Baviera una disputa per problemi di successione al trono, preferì ritirarsi temporaneamente presso l'abbazia di Mondsee, sulle rive di un lago della regione di Salzkammergut, nell'odierna Austria.

Nacque così una leggenda che lo volle, negli ultimi anni della sua vita, dedito all'eremitaggio. E' durante questo periodo che Volfango avrebbe edificato una chiesa (o meglio, la cappella dove da eremita si ritirava a pregare) con l'aiuto del Diavolo. Si tratta della chiesetta di Wolfgangsee, sulle rive dell'omonimo laghetto, costruita nel punto in cui si piantò in terra un'ascia che il santo aveva scagliato dalla cima di una montagna.

In realtà Volfango, dopo un breve periodo di ritiro a Mondsee, tornò a Ratisbona e riprese la sua attività a fianco di Ottone, che lo volle con sé anche durante un viaggio a Parigi nel 978 e in occasione della Dieta di Verona nel 983.

Si intensificarono anche i suoi viaggi pastorali, e fu proprio durante uno di essi che, caduto improvvisamente ammalato nel corso della navigazione lungo il Danubio e sentendosi vicino alla morte, chiese di essere trasportato nella chiesa del villaggio di Pupping, nei pressi di Linz, per ricevere l'eucaristia.

Morì qui, nella cappella di sant'Otmaro, il 31 di ottobre del 994. Meno di sessant'anni dopo, il 7 ottobre del 1052, papa Leone IX lo proclamò santo durante una visita a Ratisbona.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Germania
il 13 ottobre 1994
in occasione del millenario
della morte

Dentellato 14
Yvert 1594

IL SANTINO