S. P. del Regno delle due Sicilie

 

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Alla ricerca del bollo perduto

di Giuseppe MARCHESE (Bollettino Prefilatelico 59/1988)

La ricerca in campo prefilatelico fino ad ora è stata diretta alla individuazione ed alla catalogazione di tutti i bolli adoperati dai diversi uffici postali. Ora che la vasta opera è pressoché terminata - manca per quanto riguarda l'Italia solo la parte riguardante il primo periodo d'uso dei bolli nel Napoletano - si possono approfondire altri argomenti più particolari e fra questi la localizzazione degli uffici dove alcuni bolli vennero usati: parlo dei bolli lineari "PALERMO" e "MESSINA", che furono utilizzati a Napoli, ma successivamente anche negli uffici isolani di Palermo e Messina.

Su questo argomento si è svolto un ampio dibattito tra il 1970 e 1985 ad opera di studiosi come Lorenzo Previteri, Vincenzo Fardella, Bruno Monzani, Paolo Vollmeier, Adriano Cattani e Leonardo Di Bella.

Tuttavia, né questo dibattito né il recente catolo del Fardella "Bolli ed annullamenti postali di Sicilia" hanno definitivamente chiarito i dubbi circa le località dove i bolli lineari "PALERMO" e "MESSINA" venivano usati. Riprendo quindi l'argomento limitandolo al periodo 1786/1806: infatti è solo in questo periodo che vennero usati bolli simili sia a Messina e Palermo che a Napoli. Prima del 1786 in Sicilia non venivano adoperati bolli e dopo il 1806, a causa della chiusura delle frontiere postali tra Napoli e la Sicilia, non vi può essere contemporaneità di uso. L'uso dei bolli lineari "PALERMO" e "MESSINA" prima del 1786 è di pertinenza di Napoli, mentre per il periodo successivo gli annulli sono stati apposti sia a Napoli che in Sicilia.

Sul merito della questione Lorenzo Previteri su Filatelia n. 103 affermava:

Per le lettere provenienti dal Regno di Napoli erano usati i bolli... e per quelle nascenti nel regno di Sicilia i bolli "Sicilia", "Messina", "Palermo". Queste impronte apposte nel Regio Officio del Corriere Maggiore di Napoli, si possono trovare anche in altri tipi... ".

e sul Bollettino Prefilatelico e Storico Postale n. 12 prosegue:

Per chi avesse dei dubbi sui bolli di provenienza "PALERMO" e "MESSINA " apposti a Napoli dal 1741 al 1800 (l'uso si protrasse, anche se saltuario, fino al 1809) non può che mostrarci tali bolli impressi su lettere appartenenti al periodo sopraccitato partite da Palermo e da Messina dirette nell'ambito della stessa Sicilia.

Questo argomento è solo apparentemente decisivo per i motivi esposti nella lettera del 1802 qui riprodotta, in cui si dice che l'Ufficio della Posta di Palermo bolla le lettere di andata e di venuta di fuori regno (cioè fuori Sicilia), mentre bolla le lettere di sola venuta del Regno (di Sicilia).

Di parere opposto è Vincenzo Fardella, il quale in un articolo sul "Nuovo Corriere Filatelico", afferma:

"Circa la nascita dei primi bolli ad umido... possiamo collocare l'introduzione del primo bollo lineare nominativo diritto... in partenza da Palermo il 10 aprile 1787... "

Questa affermazione viene ripresa nel catalogo dello stesso Autore, dove l'annullo A/1 lineare di Palermo viene indicato come usato nell'Ufficio del Corrier Maggiore di Palermo dal 1786 al 1807 con varie interruzioni. A sostegno di questa affermazione non viene citato nessun documento.

Siamo quindi di fronte a due dati:

a) Napoli timbrava con i lineari Palermo e Messina prima del 1786 e fino al 1805. Lo sostengono Previteri e poi Vollmeier nell'articolo citato in bibliografia. L'uso dei due bolli era dovuto al fatto che la tariffa era diversa a seconda che la lettera provenisse da Palermo (e corse collegate) o da Messina (e relativa corsa Siracusa/Catania).

b) Palermo timbrava con un bollo (simile?) le lettere in partenza per il Regno di Napoli nello stesso periodo, come afferma Fardella e come confermato dalla lettera qui riprodotta.

Per accertare quindi se uno dei bolli qui in esame venne applicato in Sicilia o a Napoli, dobbiamo basarci su prove indiziarie, tenendo comunque presente che nella officina di Palermo nel periodo precedente il 1802 vi erano "due bullatori i quali bullano le lettere sia di andata che di venuta di questo regno.

La successiva autorizzazione del re di servizi di un bollo "per tutte le lettere che partono dallo Uffizio della Posta di Palermo", in data 8.3.1802, generalizza l'uso del lineare "PALERMO" su lettere dirette nel Regno che per fuori Regno.

Con ciò dovrebbe cessare l'uso degli analoghi lineari di Napoli.

Invece i lineari di foggia antica vengono ancora usati fino al 1803 su lettere che non portano altri annulli.

È possibile che si siano succeduti vari periodi di transizione in cui venivano usati, sia in arrivo o in transito a Napoli.

Sarebbe interessante che Fardella documentasse l'uso degli annulli lineari PALERMO e MESSINA usati in partenza del periodo 1786/1807 segnati con i numeri A/1 e A/14 del suo catalogo.

Sarebbe altresì interessante col metodo del confronto delle dimensioni e con e del colore all'inchiostro arrivare ad individuare con certezza quali bolli siano stati usati a Napoli e quali in Sicilia.

Ecco ora il testo della lettera:

"S.R.M.

Signore,

In tutte le officine delle poste di quasi tutta l'Europa s'imprime sulle lettere il bollo da dove la lettera parte. In effetti si osserva sulle lettere, che vengono dirette in questo regio Officio il bollo esprime il luogo donde è partita per esempio: London, Bristol, Paris, Nantes, Norimberg, Milano, Firenze, Roma, Napoli etc. Lo scopo di tal bollo si è perché si dimostri, che la lettera viene per lo corso legittimo, e per le tante occasioni che possono nascere, per le quali si è necessario, ed indispensabile, che le lettere abbiano una marca, che le renda autentiche.

Ritornato nell'anno 1786 l'Ufficio di Corriere Maggiore alla corona, si cominciò in questo Ufficio a bullare le lettere, che venivano da fuori regno, e dalle varie popolazioni di questo regno colla direzione in questa città con un bollo esprimente il mese e l'anno per quelle di fuori Regno, e per quelle del Regno il mese l'anno e il cammino o sia la denominazione del Corso al quale appartengono. L'oggetto si fu di rendere le lettere legittime, e di scartarsi dalle dispense quelle tali più antiche, tra quelle, che restano indispensate, e di evitare ancora, che i giovani de' Corrieri potessero da per loro dispensare lettere ai particolari ed appropriarsene il profitto, cosa che sarebbe a danno de' fittajuoli in circostanza di affiddo e per V.M. direttamente quando fossero le poste del Regno in economia. Queste tali operazioni furono addossate a due bullatori i quali bullarono le lettere sia di andata che di venuta per fuori Regno, e le sole lettere di venuta in Palermo per quelle di questo Regno.

Fatte le riflessioni di sopra enunciate, par che per tutti i versi sia un dovere indispensabile di doversi marcare col bollo tutte le lettere, che vengono e si rimettono per via delle regie poste e lasciare senza bullarsi tutte le lettere, che le due sere di spedizioni si mandano in questo regno si è una mostruosità tale, ed un inconveniente, che merita un pronto riparo, perché quasi tutte le lettere che partono restano soggetti forse a maggiori disordini di quelli che vengono, per i quali si diede la savia disposizione di bullarsi.

Queste tali lettere vanno in mano di tanti Distributori per quante sono le popolazioni del regno, non essendo bullate se ne potrebbero i Distributori appropriare il profitto a danno dell'Officio per frode, fingendo, e rimandando lettere indistribuite, che formeranno con carta inutile diretta a persone ideali, e scemarne l'importo da quello che rendono le dispensate. Le lettere in qualunque occorrenza non potrebbero caratterizzarsi per lettere legittime venute col regio Corriero, si potrebbero diserrare un nuovo sopracarta senza potersene accorgere colui, a chi van dirette, rifacendo di nuovo il sopracarta, potrebbero alterare le tasse, senza intoppo, e tanti altri disordini, che per brevità si tralasciano di descrivere; ne deriverebbero.

...

Debbosi poi assolutamente bullare tutte le lettere che da questo Regio Officio partono le due sere di ogni settimana per tutte le popolazioni del regno, e per ottenersi questa utile operazione bisogna caratterizzare ugualmente per bullatore l'altro impiegato D. Giuseppe Cinquemani, il quale unitamente allo Scordino ha provato servizio con ugual merito, con assegnare allo stesso la medesima provvigione dello Scontrino, e perché la non indifferente massa delle lettere di andata si riduce dalle ore 24 sino alla ora destinata dalla M.V. alla partenza de' Corrieri, è necessario, che i bullatori uniti assieme eseguano in cinque ore tutte le operazioni; secondo un calcolo d'approssimazione il numero delle lettere per lo Regno, e per fuori Regno che partono le sere delle due spedizioni si è di n.ro 12.000 quelle di paga del regno, di n.ro 3.000 quelle de' Magistrati, che vanno per via di parte, e di n.ro di 4.000 quelle per fuori Regno che in tutto compongono n.ro 19.000 lettere la semana, che devonsi bullare nel preve spazio di dette ore.

Per una tale operazione, e per altrettanto numero presso a poco di lettere in questa, la maggior parte delle quali si devono bullare a doppia marca, vale a dire uno del cammino, e l'altro del mese ed anno, sembrami a mio debole avviso, che necessitano tre bullatori, come di sopra ho rassegnato alla M.V. con un solo aiutante, al quale si potrà accordare una gratificazione moderata...

Quando la M.V. dunque crede a proposito al vostro regal servizio questa mia proposta si potrà degnare di ordinarmi di doversi bullare tutte le lettere di andata egualmente come quelle di venuta...

Palermo li 14 febbraro 1802.

In seguito alla rappresentanza di V.S. de' 14 dello scorso mese di febbraro, S.M. approva che sia apposto il bollo a tutte le lettere, che partono dallo Ofizio della Posta di Palermo, e quelle ancora, che vengono dal Regno, nella forma, ch'ella propone.

Palazzo 8 Marzo 1802.

A.S.P. Real segreteria incartamenti b. 5381".

 

BIBLIOGRAFIA

L. Di Bella, Quando in Sicilia se ne vedevano di tutti i colori, Francobolli n. 131, Aprile 1982.

V. Fardella, La nascita dei bolli ad umido, Il Nuovo Corriere Filatelico n.

V. Fardella, Senza diritto di mesata, Francobolli n. 136 Ottobre 1982.

V. Fardella, Nota sui primi bolli di partenza e arrivo della posta di Palermo, il Bollettino prefilatelico e storico postale n. 9, Padova 1979.

B. Monzani, Note sui bolli prefilatelici di Sicilia, Il Bollettino prefilatelico e storico postale n. 6 Dicembre 1978.

L. Previteri, Non tutte palermitane e non tutte di provenienza le impronte siciliane dal 1787 al 1820, il Bollettino prefilatelico e storico postale n. 7 Febbraio 1979.

L. Previteri, Lettere della Sicilia dirette fuori regno del secolo XVIII, Il Bollettino prefilatelico e storico postale n. 12 Febbraio 1980.

L. Previteri, Lettere "fuori Regno" dirette in Sicilia nel secondo XVIII, Filatelia n. 91 Novembre 1971.

L. Previteri, Ancora sulle lettere "fuori Regno" dirette in Sicilia nel secolo XVIII, Filatelia n. 103 Dicembre 1972.

P. Vollmeier, Proposta di una catalogazione dei bolli postali della città di Napoli dalle origini fino al 1815, Il bollettino prefilatelico e storico postale n. 11 Dicembre 1979.

 

 
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