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La corsa Palermo-Messina per la via delle marine

di Giuseppe MARCHESE (Vaccari Magazine 8/1992)

La corsa da Palermo a Messina per la via delle marine era in una posizione privilegiata dato che poteva congiungere le due città poste sul litorale tirrenico della Sicilia con un percorso di circa 172 miglia a fronte di un percorso di oltre 180 miglia del percorso delle montagne.

Su questo percorso venivano istradate le corrispondenze provenienti e dirette nel napoletano con un servizio veloce a staffetta.

Grosso modo dal 1735 al 1839 la corsa "delle marine" è preminente rispetto a quella "delle montagne", mentre dal 1839 con l'apertura della strada rotabile interna perde gran parte della sua importanza.

Dopo la ristrutturazione delle poste del 1820 e la gestione diretta degli itinerari principali venne soppressa la "staffettiglia" concentrando la posta da e per la Sicilia e quella da e per il continente in un unico Corriere ordinario.


L'itinerario

Il cammino del Corriere da Palermo a Messina per la via delle marine si snoda percorrendo tutto la parte del triangolo siciliano che costeggia il Tirreno.

Nel 1735 il percorso è il seguente: TERMINE, CEFALU', FINALE, CASTEL DI TUSA, S.STEFANO DI LANZA, FUNDACO DI CARONIA, ACQUE DOLCI, S.AGATA, TURRINOVA, NASO, SCINA', PATTI, PRESTI PAULO, BARSALONA, PUZZO DI GOTTO, MELAZZO, MESSINA.

I nomi delle località hanno una spiccata origine dialettale poi in parte modificata.

Nel 1784 viene approvato un nuovo cammino postale col seguente itinerario: TERMINE, ROCCELLA CEFALU', CASTELBUONO, TUSA, o sia CASTELLO DI TUSA, MOTTA D'AFFERMO, SANTO STEFANO DI CAMASTRA, CARONIA, S.FRATELLO, SANT'AGATA, S.MARCO, NASO, PIRAINO, PATTI, OLIVERI, FURNARI, BARCELLONA, PUZZO DI GOTTO, S.PIER DI SPATAFORA, MELAZZO, MONFORTE, ROMETTA, ROCCA, SAPONARA, BAVUSO, e CASTELNUOVO.

Rispetto all'itinerario dei 1735 vi sono lievi modifiche: il Corriere prima di Cefalù si ferma a Roccella; prima di S.Stefano di Camastra, già S.Stefano di Lanza, si ferma a Motto d'Affermo; un'altra fermata viene istituita a S.Pier di Spatafora, prima di arrivare a Melazzo; dopo questa località vengono istituite le fermate di Monforte, Rometta, Rocca, Saponara, Bavuso e Castelnuovo. L'itinerario del 1790 modifica ancora in senso migliorativo l'itinerario che rimane cosi stabilito: ALTAVILLA TRABIA TERMINE ROCCELLA CEFALU' FINALE, CASTELLO DI TUSA SCARO DI TORREMUZZA SANTO STEFANO DI CAMASTRA FONDACO DI CARONIA FONDACO DELLE ACQUEDOLCI FONDACO DI SANT'AGATA FONDACO DI TORRENOVA BROLO PATTI OLIVERI FONDACO DI PRESTIPAOLO BARCELLONA POZZO DI GOTTO SPADAFORA VENETICO MESSINA.

Nel novembre 1819 viene riformato profondamente tutto il servizio postale isolano. Anche i percorsi vengono modificati e i Corrieri ora non si appoggiano più presso i malandati fondachi, ma presso appositi uffici postali.

Le nuove corse varate nel 1819 entrano in funzione nell'aprile 1820.

L'anno seguente, "per salvaguardare la celerità e l'esattezza del servizio postale" le fermate di Ficarazzi, S.Flavia, Trabia, Giojusa, Merj, S.Pier di Spadafora (S.Pier di Monforte), vengono abolite e le relative officine postali chiuse, assieme ad altre, così che il Corriere nel suo itinerario tocchi Palermo, Termini, Cefalù, S.Stefano di Camastra, Torrenova o S.Marco, Brolo, Patti, Barcellona, Spatafora e Messina.

La più importante innovazione in questo decreto è la soppressione dell'officina di Milazzo dal cammino principale. In seguito, le lettere per Milazzo saranno appoggiate all'officina di Barcellona e quindi trasmesse a Milazzo con cammino traverso.

Con decreto del 20.2.1822 "avendo l'esperienza fatto conoscere che l'orario finora adempito per il viaggio del Corriere da Palermo a Messina per le vie delle marine meriti prudente riforma, onde sia con maggiore esattezza assicurato il sollecito recapito in Napoli della corrispondenza della Sicilia e di fuori Regno..." l'itinerario e l'orario di partenza e arrivo sono modificati secondo il quadro C.

Nell'agosto 1838 entra in funzione in Sicilia, per alcune corse, il sistema del trasporto della corrispondenza con vettura corriera. Anche la corsa di Messina marine, seppure non interessata, viene modificata.

Il percorso è il seguente: Palermo, S.Flavia, Termini, Cefalù, S.Stefano, Torrenova, Brolo, Patti, Barcellona, Spatafora, Messina.

Nel 1839 vi è la definitiva sistemazione delle corse siciliane ma l'itinerario precedente rimane inalterato.

Nel 1853 un'ultima variazione nell'itinerario. Da Palermo a Fondachelli e Termini con vettura Corriera; da Termini a Cefalù, S.Stefano, S.Agata e Patti a schiena; da Patti a Falcone, Barcellona, Spatafora, Fondaco Colonna e Messina con la vettura corriera.


Periodicità ed orari

"Parte l'Ordinario da Palermo a Messina, e da Messina, a Palermo ogni settimana il venerdì la notte." recita l'introduzione al cammino di Messina per la via delle marine in vigore al 1735.

Il Corriere Ordinario arriva a Messina il mercoledì mattino e da qui riparte dopo due giorni di riposo. La stessa periodicità settimanale e la stessa durata del percorso la ritroviamo nel 1786, con inizio e termine del viaggio nelle stesse giornate. Il viaggio, sia all'andata sia al ritorno, ha perciò la durata di circa 5 giorni, che sicuramente aumentano nella cattiva stagione. L'esigenza di un'altra corsa infrasettimanale si fa sentire sempre di più, e nel 1801 viene avanzata la proposta, ma la Giunta delle poste esprime parere negativo. Dopo continue "suppliche" e relazioni varie finalmente il 4.6.1804 si giunge alla frequenza bisettimanale. Le partenze avvengono da Palermo il lunedì e giovedì alle ore 5 d'Italia, ma l'anno dopo si ritorna alla frequenza settimanale a causa delle gravi perdite subite dall'appaltatore delle corse. Un altro cambiamento avviene il 3.5.1813 quando vengono raddoppiate le corse e le partenze vengono spostate all'una pomeridiana di Spagna nei giorni di lunedì e giovedì.

Con la riforma dei servizi postali effettuata nel 1819 la corsa resta immutata nei giorni e nelle ore di partenza.

Ora l'Amministrazione postale organizza in proprio le corse dei cammini principali. A distanza di due anni, con decreto del 20 febbraio 1822 vi è una modifica nella corsa per le marine. L'ora di partenza dei corrieri viene portata alle ore 22 di giovedì e lunedì da Palermo e da Messina e l'arrivo il mercoledì e sabato alle ore 21 sempre per tutte e due le località. Il percorso viene quindi effettuato in 47 ore, con un risparmio di tempo rispetto alla corsa del 1819, di circa 10 ore. Ciò è possibile per l'apertura di alcuni tronchi stradali (da Palermo a Termini e da Messina a Barcellona) che permette un più celere percorso dei Corrieri. Nel 1838, alla vigilia di un'altra cospicua riorganizzazione delle poste, non si può fare di meglio che giungere a una percorrenza di 46 ore, e si deve tenere conto che nel 1838 diversi tratti di strada rendono più agevole il percorso del Corriere ordinario.

Nel 1839 la corsa viene effettuata in 42 ore con partenza da Palermo e da Messina il mercoledì e la domenica alle ore 22. L'1.1.1843 avviene un altro piccolo cambiamento con partenze da Palermo il martedì alle ore 22 e il sabato alle ore 24 e da Messina il giovedì alle 16 e il sabato alle ore 22.

Un ulteriore cambiamento nelle ore di partenza avviene il 10.3.1851 con avvio del Corriere alle ore 24, mentre rimangono immutati gli orari di partenza da Messina. Dal 4 ottobre 1852, per evitare gli inconvenienti derivanti dalla soppressione del servizio dei piroscafi postali e volendo far coincidere l'arrivo della valigia delle lettere provenienti per la via della Calabria col proseguimento per Palermo, le partenze del Corriere di Messina per le marine viene spostato al giovedì e lunedì, ferme restando le partenze nei soliti giorni di martedì e sabato per Messina.

Il percorso viene sempre effettuato in 42 ore con una media per miglio di 4,67, media alta per il sistema postale siciliano ottenuto mediante un percorso misto vettura corriera+corriere a cavallo con cambio intermedio unico del suo genere in Sicilia.

Naturalmente dobbiamo guardare a questi orari con una certa approssimazione, specie nel periodo pre 1838, poiché è fuor di dubbio che gli orari erano fatti in modo da non tenere conto degli inconvenienti che spesso si verificavano. Le cause di ritardo erano le più diverse, a cominciare dagli incontri con i "fuorusciti" che infestavano le campagne, gli azzoppamenti di cavalli, i fiumi in piena, le chiavi delle valigie che non si trovavano, eccetera, eccetera. Non mancavano i ritardi per motivi burocratici. Ecco una raccomandazione, a mo' d'esempio, che l'intendente di Palermo indirizza ai sindaci della valle il 7.3.1838: "perché lo arrivo della corrispondenza ufficiale tra Palermo e Messina, e di lì in Napoli non sia menomamente ritardato, e si eseguano al tempo stesso tutte le regolamentari disposizioni in vigore per questo ramo di servizio, credo necessario ordinare, che tutte le autorità dimoranti tra Palermo e Messina siano più solleciti nello agevolare il cammino senza perdita di tempo del corriere latore della corrispondenza. In quanto poi alle autorità dimoranti in Palermo prescrivo loro che la rispettiva corrispondenza sia recata all'Officio della Regia Posta non più tardi delle 4 p.m."

A ciò si deve aggiungere le altre cause di ritardo dovute a inagibilità delle strade che spesso obbligavano a guadare i fiumi o a lunghi giri per attraversare un ponte crollato.


Le strade

La strada "delle marine" nel secolo XVIII era in condizioni non dissimili dalle altre strade siciliane. Nel piano approvato dal Parlamento siciliano nel 1778 la strada consolare di Messina per le marine era prevista con un tracciato comune a quello per le montagne fino all'Acqua dei Corsari, poi Ficarazzi, Trabia, S.Flavia, Termini, Cefalù, S.Stefano di Camastra, Caronia, S.Marco, Brolo, Patti, Oliveri, Furnari, Barcellona, Pozzo di Gotto, Rometta, Messina.

Era prevedibile aspettarsi per questa strada una priorità di esecuzione che tenesse conto del collegamento postale con Napoli e tra le due località siciliane nel tracciato più favorevole e diretto.

Un intreccio di interessi particolari e vari ostacoli impedirono la realizzazione del tracciato e nel 1789 era stato costruito soltanto il tronco Palermo-Termini Imerese, mentre per il successivo tronco Termini-Cefalù si attendevano i fondi necessari, con il percorso già tracciato.

Nel 1813 la situazione era rimasta sostanzialmente la stessa. Dopo il 1820 la Sovrintendenza delle Strade e dei Ponti decise di completare la Palermo-Messina per le montagne e la Palermo­Trapani concentrando gli sforzi e le risorse su questi due tracciati. Nel 1838 erano stati costruiti, col concorso dei comuni interessati, un tratto della Termini-Cefalù, fino a Fiumetorto con una diramazione per Cerda; il tratto da Messina al Fiume Salicà, presso Barcellona. Nel 1850 era stato costruito il tratto da Messina a Spadafora per una lunghezza di 17 miglia, mentre era ancora da costruirsi il tratto da Fiume Torto a Gioiosa per una lunghezza di 87 miglia.

La relazione di un Ispettore postale, nel 1850, non è neppure lusinghiera sullo stato delle strade da Messina a Patti: "... lungo tutta la linea da Messina a Patti i soli tratti di strada ben mantenuti sono quelli da Messina a Spadafora, e da Falcone a Patti, mediocre quello tra Spadafora e Barcellona, malissimo quello tra Barcellona e Falcone, ove oltre esser mal mantenuti i pochi tratti di strada che vi sono, il rimanente non può dirsi tale, ma semplice viottolo, e come dicono i naturali provvisorio, tagliato tra i giardini senza alcun battuto e coperto di molta arena. Nel corso poi di essa linea si incontrano le fiumare senza ponti, e larghissime senza traccia di strada, senza alcuna piattabanda, e dove nell'inverno la vettura quando pur non si arresta, vi passa con molto pericolo e disagio e di uomini e di animali".

Di lì a poco fu deciso di appaltare la Cefalù-Finale e la Gioiosa-Finale.

Anche dopo l'apertura dei due tratti carrozzabili, la Palermo-Termini e la Messina-Patti, tali tragitti si possono considerare aperti solo alla comunicazione locale data l'esistenza del percorso "delle montagne" interamente aperto al traffico con vettura corriera.

Anche i viaggiatori stranieri che visitavano la Sicilia giudicavano impraticabile la "Messina-Palermo. L'inglese Bartlett che visita l'isola nel 1852 afferma che "la costa settentrionale era sistematicamente evitata. Le strade dovevano essere orribili e il viaggio scomodissimo". Anche dalle descrizioni di altri viaggiatori si preferiva effettuare la Messina-Catania-Palermo oppure optare per il viaggio per via di mare.

La Palermo-Messina litoranea non verrà completata che dopo l'unificazione, per il tratto Finale-Acquedolci.


Mezzi e personale

Per tutto il periodo che va dal 1735 al 1813 il mezzo per superare le difficoltà del percorso è il mulo; anche in seguito, quando la rete viaria assume un aspetto meno pionieristico si presume sia questo animale a svolgere il compito di trasportare sia il cavaliere che le bisacce della posta.

Le notizie del tempo non sono univoche in questo senso ma è possibile che dopo il 1820, aumentando considerevolmente il volume delle lettere da trasportare, vi sia uno o più animali per il trasporto della posta e un animale per il cavaliere.

Nel 1813 viene sperimentato, nel tratto stradale da Palermo a Termini, il trasporto dei Corrieri sopra cariaggi sia all'andata che al ritorno. Un sistema di appuntamenti peraltro non compatibile con l'orario molto approssimativo, stabilisce che i Corrieri del tragitto Messina marine e quelli di Catania si ritrovino in Termini e da qui si dirigano assieme verso Palermo sopra carriaggio.

Terminata nel 1814 questa esperienza bisogna aspettare fino al 1839 per l'introduzione della vettura corriera da Palermo a Termini e il 1844 per l'introduzione della vettura corriera sul percorso da Messina a Barcellona prima, e l'anno seguente da Messina a Patti. Dunque la corsa veniva espletata con vettura Corriera nel primo e nell'ultimo tratto, mentre per il tratto intermedio da Termini a Barcellona o Patti il servizio veniva espletato "a schiena". A questa necessità per il tratto terminale venivano impiegate due vetture postali sul percorso e una di riserva a Messina. La "Vettura Corriera" era adibita a portare quattro posti interni, ma sovente ne portava anche due di più oltre a un'altro sistemato in cassetta.

Nel 1845 la vettura corriera da Messina a Patti effettua viaggi giornalieri.

Riguardo al personale e principalmente al famoso "Corriero" questi, dal 1735 al 1819, è un salariato dell'arrendatore delle Poste ed ha il compito tutt'altro che facile di percorrere per intero la corsa Palermo-Messina, consumare una breve sosta e poi ripartire in senso contrario raccogliendo e distribuendo la posta nel suo cammino. Ma ciò non era affatto agevole dato che il viaggio durava quasi 5 giorni (12 tra andata e ritorno).

Possiamo quindi stabilire che fino al 1819 ciascun Corriere iniziava e terminava la propria corsa senza alcun cambio intermedio. Dal 1819 l'organizzazione postale si fa più complessa ed articolata; si aprono le Officine Postali in numerosi paesi, si rafforza l'organico dei Corrieri e si crea un organismo burocratico centrale, a Palermo. Dal 1819 al 1838 la corsa intera veniva effettuata con sei Corrieri ordinari che si davano il cambio a Termini, Cefalù, S.Stefano, Torrenova, Brolo, Pizzo o Puzzo di Gotto ed analogamente al ritorno. Dal 1839 la corsa viene eseguita da quattro corrieri all'andata e quattro al ritorno, effettuando il percorso in 42 ore. Sono previste 10 fermate e tre cambi di cavalcatura, una a Termini e poi a S.Stefano e infine a S.Agata Militello.


I rilievi

Come si è detto in precedenza, nel periodo che va dal 1735 al 1819 non vi erano rilievi per il cambio dei cavalli nel tragitto Palermo Messina per le marine, per il Corriere così detto Ordinario. Dal 1819 i rilievi vengono fissati a Termini, Cefalù, S.Stefano, Torrenova, Brolo, Pizzo o Puzzo di Gotto.

Nel 1838 e l'anno seguente viene messo a punto il nuovo sistema che prevede i seguenti rilievi: Termini, Cefalù, S.Stefano, Torrenova, Brolo, Patti, Barcellona. Ogni rilievo dispone di due cavalli da sella. Tra la fine del 1843 e l'inizio del 1844 viene istituito il servizio di vettura corriera da Messina a Barcellona e nel novembre 1845 il servizio viene esteso fino a Patti.

Nel giugno 1850 un Ispettore incaricato dal Ministero Finanze fa un'ispezione a tutti i rilievi di posta della corsa.

I rilievi visitati sono:
Spadafora a 17 miglia da Messina;
Barcellona a 11 miglia da Spadafora;
Patti a 18 miglia da Barcellona.

Oltre la lunga distanza tra un rilievo e l'altro l'ispettore comunica: "Questa linea avrebbe bisogno di una radicale riforma nello stabilimento dei locali pei rilievi, onde ricondursi le corse non al di là di miglia 12 come di regola". Si rileva altresì che in Patti manca un Postiglione e a Spadafora i cavalli sono 4 in luogo di 5. Tre anni dopo i rilievi della linea tra Patti e Messina sono:
Patti, con 6 cavalli;
Trappeto ossia Falcone con 4 cavalli;
Barcellona con 4 cavalli;
Spadafora con 5 cavalli;
Fondaco Colonna con 5 cavalli.


Le poste traverse

Nella pianta dei cammini del 1735 non erano previsti cammini di posta traversa, ma solo corse di posta interna che le varie "Università" dovevano a loro spese inviare nei luoghi stabiliti dall'Amministrazione postale per prendere e lasciare le lettere provenienti dal cammino principale. Analoga disposizione viene emanata nel 1784, e solo con la riforma dei dicembre 1819 vengono istituite 4 corse di posta traversa così distinte:

prima corsa: da S.Stefano in Mistretta e viceversa il martedì e venerdì. Il percorso dura tre ore. Le partenze da S.Stefano avvengono alle ore 11 antimeridiane, un'ora dopo l'arrivo dei Corriere Palermo-Messina.
Il ritorno era previsto alle 12 pomeridiane da Mistretta e l'arrivo a S.Stefano alle 3 antim., sei ore prima dell'arrivo del Corriere proveniente da Messina per Palermo.

Seconda corsa: da Barcellona a Castroreale (poi da Barcellona a Milazzo) il martedì e venerdì e da Castroreale a Barcellona il mercoledì e sabato. L'inizio della corsa da Barcellona alle ore 10 1/2 antim. e l'arrivo all'una pomerid. Il ritorno alle 7 antim. in modo da arrivare a Barcellona alle 9 1/2 antim. in tempo per raggiungere il Corriere discendente da Messina per Palermo.

Terza corsa: da Torrenova in Naso e viceversa il martedì e venerdì. La corsa inizia da Torrenova alle 6 pomer. per arrivare alle 9 pomer. Il percorso all'inverso alle 10 pomer. per arrivare a Torrenova all'una antim. di mercoledì, un'ora prima del passaggio del Corriere Messina-Palermo sulla corsa principale.

Quarta corsa: da Brolo in Naso e viceversa il martedì e venerdì. La partenza da Brolo alle 12 antim. e l'arrivo a Naso alle 3 pomer. Il ritorno da Naso alle 5 pomer. e l'arrivo a Brolo alle ore 8 pomer. due ore prima del tragitto dell'ordinario Messina-Palermo e di quello Palermo-Messina.

Il dettaglio di queste corse traverse potrà vedersi ai quadri successivi.

Nel 1838 a queste quattro corse traverse ne viene aggiunta una quinta da Termini a Caltavuturo e Polizzi.

Dal 4 ottobre 1852 per uno spostamento avvenuto nelle partenze del Corriere da Messina vengono spostati anche i giorni di partenza dei postiglioni da Mistretta a S.Stefano, dalla domenica al martedì. Analogo spostamento del postiglione da Castroreale a Barcellona dal sabato al lunedì.

La corsa Palermo-Messina per le marine ha anche l'incombenza di trasportare la posta diretta alle isole Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Salina, Filicudi, Alicudi). Il trasporto della corrispondenza avviene da Milazzo con mezzi estranei all'Amministrazione postale quali le "barche" militari e quelle di commercio. Lo scambio avveniva con una cassettina munita di lucchetto con duplice chiave, una a disposizione del cancelliere comunale di Lipari (dopo la chiusura dell'Ufficio postale di quella località) e l'altra a disposizione dell'Ufficiale Postale di Milazzo. Ogni qualvolta avveniva il collegamento, molto irregolare e saltuario, il cancelliere rimandava la cassettina con le lettere in partenza, quelle non distribuite e il denaro riscosso per conto dell'Amministrazione postale. Le cose non cambiarono con il passare dei tempi e i collegamenti tra Milazzo e le isole Eolie rimasero affidate a barche di commercio fino al 1860.


Conclusioni

I collegamenti con la maggior parte dei paesi della Valle e con la terraferma possono considerarsi buoni. Meno buoni i collegamenti con le altre città della Sicilia.

La posizione privilegiata di Messina farebbe supporre buoni collegamenti con tutta l'isola. Invece, oltre al collegamento con Palermo e con Catania e Siracusa mediante un'altra corsa diretta, i collegamenti con le altre località sono carenti, per due motivi: l'insufficiente estensione della rete postale e la predominante influenza di Palermo nella gestione dei collegamenti isolani. Queste carenze della rete postale portano a concludere che le esigenze della Sicilia produttiva, di larga parte del commercio e della nascente imprenditorialità siciliana venivano sacrificati alle esigenze del potere politico e sociale accentrato a Palermo.

Proprio il mancato completamento della strada litoranea Palermo-Messina e lo sviluppo delle strade postali in senso accentratore ne sono le più visibili manifestazioni.










 
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