STORIA POSTALE


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UNA “STORIA” POSTALE SICILIANA
Gianluca Palano

Collezionare e studiare storia postale antica significa da sempre scoprire racconti, aneddoti e curiosità del nostro passato celate all’interno di documenti postali che talvolta possono presentarsi, a prima vista, poco interessanti.

Spesso le storie più incredibili o particolari vengono svelate da missive all’apparenza comuni e del tutto anonime all’occhio del moderno e appassionato collezionista, ma poi improvvisamente lo spingono ad approfondire eventi storici e personaggi.

Questo è proprio il caso di una mia recente acquisizione.

Spinto dal colore bistro bruno particolarmente intenso di un comunissimo 2 cent per stampati del Regno d’Italia ho acquistato una circolare a stampa viaggiata nel territorio siciliano.

Il documento fu spedito da Palermo probabilmente il 12.06.1863 e giunse al sindaco del piccolo comune messinese di San Pier Monforte (oggi San Pier Niceto) giorno 16.06.63, dopo essere transitato da PATTI e SPADAFORA. (fig.1 e 2)

Fig. 1

fig. 2


Per apprezzarne meglio il contenuto occorre però fermarsi un attimo e divagare, spostando il discorso ad un livello culturale più alto, su un preciso momento storico che riguarda la Sicilia in particolare e l’intera Italia in generale.

Più di una volta passeggiando da buon turista lungo le strade che dal porto di Palermo si inoltrano verso il cuore del centro storico, son passato dinanzi al teatro Politeama Garibaldi del quale ho potuto apprezzare l’armonia architettonica, le statue sormontate sul tetto e la statua marmorea che troneggia frontalmente al centro della piazza dedicata a SETTIMO Ruggero, personaggio a me poco conosciuto ma che, per i siciliani rappresenta, un vero “padre della patria”.

Fig.3 teatro Politeama “Garibaldi” e monumento a Settimo R. (PA)


Ma chi era SETTIMO Ruggero, perché una piazza a lui intitolata ed una statua? E cosa ha a che fare con la circolare?

SETTIMO Ruggero, (fig. 3) nato a Palermo il 19 Maggio 1778 dopo una breve ma intensa carriera militare in cui ricoprì posizioni di comando nella flotta di Ferdinando IV (poi rinominato I) di Borbone, per problemi di salute si ritirò per darsi alla vita politica, diventando in poco tempo il maggiore esponente del partito liberale siciliano. Fu Ministro della Marina prima e della Guerra poi, del Regno di Sicilia.

Spinto dalle sue idee liberali nel 1820 partecipò ai moti insurrezionali e fu tra i membri della giunta provvisoria di governo. Ritiratosi a vita privata al ritorno dei Borboni, riprese l'attività politica nel 1848, quando, scoppiata la rivoluzione di Palermo, divenne capo del governo provvisorio che, tra le altre cose, dichiarò decaduto Ferdinando I ed offrì la corona alla casa Savoia.

Eletto dal Parlamento siciliano come Presidente del governo, del ricostituito Regno di Sicilia, già in quell’occasione Ruggero Settimo fu acclamato, ancorché in vita, quale simbolo e "Padre della Patria Siciliana".

Quando Ferdinando II, grazie all’invio del suo poderoso esercito, Il 15 maggio 1849 conquistò Palermo e con essa praticamente tutta l'intera isola, le speranze di tenere in vita uno stato indipendente crollarono ed i vertici della rivoluzione andarono in esilio.

Ruggero Settimo, escluso dall'amnistia, fuggì a Malta, paese sotto dominio Inglese.

Il politico siciliano trascorse i successivi anni di esilio sull’isola fino a che la Spedizione dei Mille non diede nuovo vigore alla voglia di riscatto ed indipendenza verso i Borboni, accendendo nuovamente la miccia del fervore patriottico e politico.

Nel maggio 1860, poche ore dopo aver assunto la dittatura di Sicilia, a Salemi, lo stesso Garibaldi invitò il politico siciliano in esilio, a far ritorno nella sua madre patria.

Dopo il plebiscito di annessione SETTIMO fu nominato, il 20 gennaio 1861, senatore.

Gli venne offerta la carica di primo presidente del nuovo Senato del Regno, che egli accettò e guidò dal febbraio 1861 fino alla morte, avvenuta a il 2 Maggio del 1863.

Fig. 4


A poco più di un mese dalla morte del politico indipendentista e liberale, tanto amato dal popolo siciliano venne spedita, appunto, questa interessante circolare.

Aprendola e leggendo il contenuto (fig. 5) scopriamo che un certo Giuseppe CIOTTI, direttore del quotidiano siciliano, “organo della società patriottica”, si fece promotore di una raccolta fondi per la creazione di una statua monumentale da dedicare al compianto padre della patria e… “decano della Rivoluzione Italiana”.

La stessa circolare fu sicuramente inviata a tutti i comuni siciliani per sollecitare i sindaci delle varie comunità cittadine ed ottemperare ad una “un’opera patriottica”.

Probabilmente altri collezionisti ne avranno una simile nelle proprie raccolte.

Fig. 5


Non sappiamo con precisione la cifra raccolta o quante volte il direttore del giornale dovette reiterare la richiesta, ma sappiamo per certo che probabilmente grazie alla sua tenacia e senso patriottico, a circa un paio di anni dopo la morte di Ruggero SETTIMO, precisamente il 12 gennaio 1865, nell'anniversario dello scoppio della Rivoluzione del 1848, fu inaugurato il monumento a lui dedicato, progettato dall'architetto Giuseppe Damiani Almeyda e scolpito su marmo da Benedetto De Lisi.

In ultima analisi non resta che fare un dovuto plauso ai cittadini siciliani, che nonostante l’austero periodo della loro tumultuosa storia, aderirono all’ammirevole iniziativa e resero possibile, con i loro “oboli”, la realizzazione di un segno tangibile della riconoscenza dovuta ad uno dei personaggi che hanno reso grande la Sicilia e l’Italia intera.

La prossima volta che qualcuno di noi passerà dinanzi a tale monumento, saprà chi fu l’artefice di tale opera e di come si adoperò per raggiungere lo scopo.

…. la bellezza della storia postale.

Gianluca Palano
15-04-2023