STORIA POSTALE


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UTOPIA (di un filatelista)

di Ercolano GANDINI, Luciano per gli amici
(da De Historia Postale 7/2017 del C.S.I. di S.P.)

Via terra

CORRIERI A PIEDI

I Corrieri a Piedi, che i greci chiamavano emodromi, è stata la prima ricerca: cito, cito, cito, citissimo, volantissimo. Avevo visto una lettera così al Museo di Milano.

Potevo mettere una lettera affrancata con un francobollo da 5 cent Poste Italiane Colonia Eritrea che rappresenta un corriere a piedi che porta una missiva infilzata sulla canna che gli serviva, quando arrivava al Reparto militare fortificato da pali, per allungare la lettera alla sentinella dell’impianto militare che si trovava in alto nella”garitta”? No!
O un francobollo del corriere a piedi peruviano che trasportava i messaggi scritti “a nodi” sui fili di lana raccolti in mazzi.
Bellissime e splendide lettere che, però, non fanno al caso mio: non c’è il segno del trasporto a piedi.

A mezzo Camminatore città di Roma, 1945

Anche gli Sherpa a piedi nudi trasportavano la posta dal Campo base della spedizione fino alla città più vicina, però non c’è segno postale.

Chiarisco: il timbro “rosso” sull’etichetta della spedizione sul Monte Everest è stato messo al campo Base di Rongduk Vally e i francobolli di 1 ANNA e 6 Pies sono stati annullati dall’Ufficio postale di DARJEELING 13 AUG 1924 2 PM in quanto la lettera è stata trasportata a piedi non in Nepal ma in India.

Quale segno del trasporto a piedi? Si presume che la rara lettera sia stata trasportata a piedi…ma per le mie ricerche, non vale.

C’è nelle Poste cinesi la rappresentazione di un corriere a piedi che porta in spalla la corrispondenza chiusa in un fagotto legato ad un bastone. Per essere celerissimi il corridore a piedi, ogni due o tre chilometri, lasciava il testimone ad altro corriere più “fresco”. E’ un’immagine stupenda.

C’è chi mi consigliava di mettere una lettera come quella conservata nell’archivio Corsini, disperso negli anni ‘60, in cui appare il “marchio” con cui ogni mercante segnava non solo le sue lettere ma anche i sacchi delle sue merci, perché fossero individuati pure dagli analfabeti (qualche collezionista lo chiama “gilda”, anche se con le corporazioni non c’entra affatto). La lettera, sigillata con spago e ceralacca, venne inviata da Venezia il 15 aprile 1501 a Bartolomeo Corsini “in Londra”; come molte lettere d’affari dell’epoca è in scrittura mercantesca, con abbreviazioni di tipo stenografico per ridurre la consistenza dello scritto e non essere facilmente comprensibile agli estranei.

Io l’ho trovato, ma non risponde ancora ai canoni della mia ricerca: come poteva andare a piedi da Venezia a Londra? Oppure, quella da me posseduta che presento:

Lettera completa di testo da Roma (vedasi il timbro a secco chiavi decussate vicino al “marchio” di un mercante romano, a Venezia, in data 1458

E’ un pezzo splendido che il grande Presidente del Centro Studi di Storia Postale Valter Seifert di Bressanone volle donarmi per completare la mia ricerca, ma non è quello che cerco. Cosa cerchi? Vediamo cosa hai trovato!

I CORRlERI A PIEDI DELL'IMPRESA PARISI 1937

Le buste presentate sono state spedite nel 1937 dall'Etiopia e portano al tergo o al verso un timbro nero, blu, azzurro o violetto con la seguente dicitura: "IMPRESA PARISI - SERVIZI CELERI- IV° REP."
Si tratta di un'iniziativa realizzata dall'ing. Sighieri di Pisa, direttore dei lavori del IV Reparto dell'Impresa Parisi nel 1937 mentre si trovava in A.O.I all'inizio delle grandi piogge a Dillalacb, distante circa 90- 95 Km. Da Addis Abeba, sulla costruenda strada del Galla Sidama.

La ditta era interessata a comunicare con il mondo civile per motivi d'uffici.o ma anche i lavoratori erano interessati a mantenere i contatti con le famiglie in Italia e quindi ecco nascere UN SERVlZIO POSTALE DI COLLEGAMENTO fra il sito di lavoro dell'impresa che si spostava continuamente. La necessità nasceva anche dal fatto che le piste allagate impedivano ai camion un regolare collegamento con la capitale abissina. Ecco nascere un servizio volante con personale indigeno, composto di una decina di ragazzi (dagli 8 ai 12 anni) che coprivano la distanza del tragitto Dillalach-Addis Abeba in dieci, quattordici ore.

Il capo cantiere raccoglieva la corrispondenza dai Reparti di lavoro vicini apponeva sulla corrispondeni:a il TIMBRO, a documentazione dell'avvenuto incasso del contro valore dei francobolli che sarebbero stati apposti presso l'ufficio postale di Addis Abeba, e inoltrava a mezzo dei giovani corrieri.

Questi, con al braccio il riconoscimento e con un lasciapassare fotografico, trasportavano tutte le lettere dentro uno zainetto di lamiera, come s'è detto, a Addis Abeba dove l'Ufficio provvedeva ad affrancare e spedire per "VIA AEREA".
Il regolamento dell'affrancatura avveniva di tanto in tanto mentre l'Ufficio scaricava iI corrispondente costo da un apposito conto corrente postale che era incrementato con versamenti da parte dell'Impresa che precedentemente a mezzo incaricato aveva raccolto il valore dell'affrancatura.
I Comandi Militari Italiani che presidiavano la zona riconoscevano i "postini corrieri" e li aiutavano per far sì che il servizio si svolgesse in modo regolare.

Le buste venivano trasportate posta aerea affrancate con L. 1,50. Se le Poste di Addis Abeba non avevano francobolli per Posta aerea di lire 1+50 cent, la lettera veniva affrancata con 9 francobolli da 10 centi + tre da 20 cent . Vediamo:

Questa lettera è stata trasportata a piedi dal servizio volante indigeno dalla località dove si trovava il cantiere sulla costruenda strada nel Galla Sidama il 22 marzo 1938.
E’ un servizio italiano, che rappresenta l’operosità italiana nel mondo, rappresentato dal grande timbro nero che, nelle mie collezioni, è anche viola, azzurro o violetto. Timbri che potete ammirare nelle collezioni eccellenti di Paolo Bianchi e di Piero Macrelli, il grande Presidente della Federazione.

Per la verità Clemente Fedele ha scritto “che molto prima delle collettorie postali, a livello periferico esisteva una fitta rete di comunicazioni organizzate, un servizio corrieri con pedoni o “corrieretti” privati sotto la guida della Comunità”. Piccoli paesi, borghi o cascine potevano collegarsi al contesto urbano di riferimento.
Ma solo i Servizi Celeri dell’Impresa Parisi del 1937-38 mi è parsa la più lodevole.
Ogni paese ha la sua storia di progresso: la grande rarità dei pedoni l’ho trovata in Africa. Ma non è finita. Il servizio che ho descritto era stato scoperto dal compianto Eraldo Pollice. Nessuno aveva qualche pezzo simile fino a che il sottoscritto ne ha venduti all’asta due… dico due. Non l’avessi mai fatto! Utopia…fantasia…

Come cristiano non credo nella predestinazione: quale libertà di scelta avrei se il mio piano di essere è conosciuto e determinato a priori? Però, se ben osservo la vita degli uomini, e fra questi quella dei filatelisti, esistono i predestinati. Quelli destinati a raggiungere l’eccellenza in ogni caso, indipendentemente dalla strada che intraprendono. La filatelia non fa eccezione: ci sono personaggi che per cultura, specializzazione estrema potrebbero primeggiare in ogni campo. Se raccolgono monete diventano numismatici eccellenti, se raccolgono francobolli, e con questi la storia postale, finiscono per avere collezioni fra le migliori conosciute.
In storia postale per eccellere non basta la conoscenza, bisogna possedere il “pezzo”, il quale però, molto spesso, ha un costo “superbo” per le tasche dell’appassionato. Carnevalè Mauzan, ex presidente della Federazione Francese di filatelia, sosteneva, come ebbe modo di dire: basta la conoscenza non il possesso.
In questo caso Clemente Fedele è un gigante predestinato alla celebrità. Carlo Innocenti, il medico fondatore della AFIRSI, di Chiesina Uzzanese, un primeggiatore della storia della RSI. Ma tant’è! Io rinasco ogni volta che cerco una nuova avventura filatelica.

CORRIERI A CAVALLO

Non possiedo le lettera del Pony Express, che vorrei…

Ma possiedo una lettera del 23 ottobre 1525 da Bergamo a Costanza diretta a Simon Taxis “per staffetta, per staffetta… veloce, veloce, velocissimo, volando"

Non è bella la mia scelta: ho fallito forse perchè non ho indicato, come voleva qualcuno della giuria, la tariffa o se c’era stato il cambio di cavalli ?

Ovvero vi piace di più questa “cavalcata”?

Staffetta a cavallo “da Alessandria a Milano per staffetta volando, volando“ con testo integrale in data 12 settembre 1544 ore 5 1/2

 

Non potevo non menzionare i Corrieri Veneti, come quelli rappresentati da queste due buste del 1760 dirette da Padova a Venezia – tassa 2 in rosso a tampone

 

Staffetta da Napoli a Lecce 21 Agosto 1787

Lettera affidata ai Corrieri Veneti presenti a Roma 1543, diretta al cardinale Giulio della Rovere -“timbro a secco” degli appaltatori del servizio. Il segno a secco può rappresentare la lettera “A” in corsivo
secondo al catalogazione “Cavagnari”


Speriamo che Paolo Wollmeier se la sia messa via.

1739: da NAPOLI a PONTE DI BOVINO per staffetta espressa

CORRIERI VENETI: 30 SETT 1733 FOGLIO DI VIAGGIO sul quale sono segnate le lettere consegnate al Corriere a Venezia e dirette a Cividal di Belun e viceversa.

In filatelia o meglio in storia postale non esiste un sistema educativo che crea una formazione per i filatelisti, non solo per i predestinati, ma anche per chi inizia dalle scuole elementari (leggasi francobolli in serie per tipologia). Sono, con ogni materiale che trovano sul “posto” atti a illustrare, a costruire una collezione? Debbo rispondere si!. I tematici si sono imposti precise regole da seguire e spesso riescono a impostare una collezione tematica specifica, esaustiva, quasi bella.

Ma forse, Luciano tendi il tuo sguardo troppo in alto: mitiga le tue aspettative, non pensare di avere le stimmate del prescelto, sorretto da una fede che solo la tua Utopia si è fatta icona e messaggio estivo per gli eletti del Centro Studi.

Il focolare domestico, la tranquillità di Sergio Leali ha prodotto collezioni inarrivabili, i trionfi indiscussi di Paolo Bianchi, Pietro Provera, quando presentava in “Filatelia” i classici di Italia e Lombardo Veneto, oppure Bruno Monzani con le sue opere prefilateliche hanno raggiunto il ”top” in storia postale.
Ma come non ricordare il già presidente della Federazione dott. Prof. Francesco Mainoldi, bolognese, con le sue opere e collezioni sulle Romagne, La Posta lettere e posta-cavalli a Forlì, Cesena e Rimini ecc… , Storia postale di Bologna, con il quale ho condiviso la responsabilità della Federazione quale promotore di iniziative per i giovani “Progetto Giovani” presentato a Torino (?). Tutti studiosi che parlavano di quello che avevano scoperto e amato.
Ma io non scrivo di quello che amo, scrivo di quello che ho trovato e che per me deve essere il top. Altrimenti a cosa mirano le mie ricerche?
E veniamo ad un altro capitolo che mi ha entusiasmato.

DILIGENZA

1841, da Rovigo a Pisa: Diligenza comunitativa di Pisa: lettera franca fino a destino.

6 agosto 1848: lettera da Firenze a Bagni di Montecatini
A mezzo DILIGENZA PAPINI di PESCIA

La mia scelta è stata fatta sulla base delle mie prime elementari conoscenze che ho avuto sull’argomento nel ricordo forse di due grandi studiosi che mi illustrarono la loro collezione che portava un titolo amato “Le diligenze della Terra di Toscana”.
E’ stato il titolo che mi ha tradito. Ma anche il conte Bargagli Petrucci, influenzò la mia scelta. Costano poco le buste della diligenza di Pescia e nel confronto con le grandi linee delle diligenze del mondo sono poca cosa. Ma a me piacciono.
Dovrei dire che il cavallo non ha molta resistenza e, dopo una galoppata, ha bisogno di riposo. La diligenza, invece, è stata utilizzata anche per trasportare qualche passeggero o piccoli pacchi. Troviamo diligenze in tutto il mondo civilizzato dall’Austria, alla Baviera, dalla Francia all’Inghilterra, come avrei potuto scegliere la più bella: ho scelto quella di casa nostra. Forse Alessandro Papanti, grande organizzatore della Nazionale di Firenze e anche Roberto Monticini, avrebbero potuto consigliarmi al meglio. La scelta definitiva me l’ha fatta fare Sergio Chieppi, con la sua “La lettera” pubblicata da "il Postalista” che si trova in linea con il mio pensiero.

I secoli XVII e XVIII videro l'evoluzione dei servizi postali verso la moderna organizzazione, che si concretò nel 1800. Un processo di trasformazione che non conobbe soste, spinto dal bisogno primario dell'uomo di comunicare, di partecipare ad altri pensieri e sentimenti: cammino lento e costante nei periodi di apparente quiete politica e sociale; improvvisa accelerazione e radicali cambiamenti impressi dalla Rivoluzione Francese, infine, somma di tutte le esperienze, il traguardo dell'invenzione del francobollo, figlio della rivoluzione industriale.

Diligenza postale primo Ottocento

Non voglio citare “P.Volmeier: "I bolli postali toscani del periodo pref'ilatelico fino al 1851" perché finirei per dire cose non giuste e il collezionista è in ogni caso un gran signore che merita rispetto ed attenzione”vigilante”.

 

BICICLETTA

Nella mia mente corrono immagini meravigliose di postini in bicicletta che trasportano la posta.
Dalle miniere d’oro australiane, poste all’interno, partiva un servizio di trasporto della corrispondenza verso la capitale, con la bicicletta: non sono mai riuscito a trovare una lettera che si riferisse a quel trasporto. La stessa cosa è stata per un francobollo rappresentante un postino in bicicletta di colore azzurro durante la guerra dei “Boeri”?. Non lo so. Sono sempre rimasto così senza mai trovare sui mercati nulla di più preciso. Ma spero che qualcuno mi voglia aiutare.
Mi ha aiutato un quadro di Angelo Costa (1858-1911), della famiglia artistica Genovese, dipinto nel 1888 e recante il titolo: corrispondenza da Campo, ci mostra un postino militare in sella a un sesquipedale biciclo. Era un mezzo di trasporto che a quel tempo rappresentava il non più ultras dell’ardimento.
Ricordo, forse solo per me stesso che la bicicletta nasce in Francia nel 1791, anno in cui Mède de Sivrac progetta e costruisce il suo "celerifero".
Un progetto che invece è stato poi portato a termine è quello del barone tedesco Karl Von Drais, che il 2 giugno 1817 utilizzò il suo velocipede di legno, chiamato “draisine”. A Genova, quest’anno, s’è celebrato il 200° anniversario. Fra le cose più umili di casa nostra ho trovato un servizio di “recapito per bicicletta” della CRI – Uff. Prig. Di Guerra in Roma il 27 Dic. 1943.

Dispaccio prigionieri di guerra per ciclista

Non può essere una follia, una rarità assoluta, un pezzo da novanta… però ne ho trovato solo uno in tanti anni di ricerca.

Un’altra piccola chicca del trasporto per bici è una lettera che è stata trasportata per “BICICLETTA” dalla sede del Ministero di Giustizia al Senato del Regno il 17.2.1930 da dove è proseguita per Napoli. Il servizio esisteva fin dagli anni ’20.


Ne conoscete di queste lettere? Ma sono piccole cose, ricerche inutili rispetto alle grandi imprese per bicicletta. Tu lettore cortese le hai mai trovate?

In Francia puoi trovare lettere provenienti dalle zone rurali con un segno OR in cerchio: un postino in bicicletta raccoglieva la posta e il porto e apponeva, appunto, "0R" per indicare la provenienza rurale. La busta veniva poi consegnata all’Ufficio postale che provvedeva all’inoltro per via normale. La domanda che mi sono posto è stata questa: qual è la busta più rappresentativa del trasporto per bicicletta?

 



Letterina 1858 da Val des Prés “O.R.”nero franca di tutto e francobollo della giornata del francobollo 1972 rappresentante Le Facteur Rural a Biciclette 1894

USA 1902 e UAPCTBO 1910 (Bulgaria): servizio rurale in Bici

Sono questi i francobolli che cercavi?

Si tratta sempre di scegliere, e per me la bicicletta è rappresentata dai Coralit.
Solo per semplice informazione: di ogni mezzo possiedo una collezione specifica, ma la mia Utopia è quella di esporre “il raro”, “lo sconosciuto”, “il difficile".

Nel 1945, finita la Seconda Guerra mondiale, i trasporti per ferrovia erano praticamente compromessi e la necessità di comunicare celermente ha fatto nascere alcune Compagnie per il Trasporto della corrispondenza: nacquero in Italia:

- CORRIERI CAPI – Agenzia di Verona
- S.E.I.S. – PADOVA Trasporto rapido della Corrispondenza
- CORALIT Corrieri Alta Italia
- La SABE

A seguito di regolare autorizzazione Ministeriale, queste Compagnie, durante il primo semestre del 1945 hanno svolto, a mezzo corrieri in bicicletta, forse qualche tratta anche con motocicletta, di Lombardia, Veneto, Toscana, Piemonte e Venezia Giulia, per sopperire alla precarietà dei servizi postali durante, come si diceva, gli ultimi mesi del conflitto mondiale e i primi mesi del dopoguerra.

Una storia bellissima che fin dal primo incontro con questo servizio mi ha preso il cuore. Posseggo alcune lettere anche se sono abbastanza rare da giustificare la mia ricerca nel tempo: esistono per ciascuna compagnia marche di tassa che giustificano il costo del trasporto. Conoscete la pazzia di Orlando? In filatelia gli effetti sono diversi ma la causa che provoca la follia è sempre la stessa, come quando si entra in un bosco è impossibile non perdersi: tanti e bravi sono gli amici che scrivono della terra di Toscana, dove gli avi di Maria Teresa, mia moglie, hanno vissuto e con loro perdo la testa nel compiere le scelte.



Da Milano a Erba (Como) il 4 giugno 1945 - Lettera consegnata alla compagnia Coralit di Brescia il 29/5/1945 riscuotendo L. 42 con due marche della Coralit di 14 + 28 (a Brescia era stata affrancata con Lire (1 + 0,15 + 0,55). Da notare sul retro le marche della Coralit e il timbro di arrivo a Erba

Un grande amico veneziano, l’avvocato Carlo Maggiolo, si era innamorato dei CORALIT. Per motivi professionali ebbe modo di avere contatti con l’Agenzia di Venezia, da molti anni chiusa al servizio di trasporto corrispondenza, ma ugualmente impegnata in trasporti. Orbene, trovò presso la stessa tutti i documenti amministrativi legati al trasporto dei Coralit. Costruì una bella collezione con la quale partecipò con merito a qualche competizione. Non ho mai saputo dove sia finito tutto il bellissimo materiale.

La mia Utopia, quindi, non è mai finita. Sono belli i Coralit, il pony express dell’Alta Italia. Forse Luciano stai cercando il “negotin dalle penne rosse” l’inimmaginabile folgorante bellissima lettera, che assomma rarità di una lettera trasportata da un cavallo alato che raccoglie le lettere e via, via le timbra con un annullo dorato.
Quale Utopia lega le mie ricerche in mezzo a tanti amici esaustivamente felici di quello che raccolgono ed amano. Agostino Zanetti, è felice delle sue ricerche sugli antichi stati e sul Lombardo – Veneto, il sapiente Raffaele Alianello, visitatore eccellente delle giornate veronesi, con i sui Annullamenti del Lombardo – Veneto e del Levante Austriaco (Germignaga 1908- Napoli 1988) è stato felice delle sue ricerche. Tutti quelli che raccolgono antichi stati, Lombardo Veneto, insomma la filatelia con la”F” maiuscola erano e sono stati felici. Io no. Sto considerando con grande attenzione le grandi prove che li attenderanno, questi amici, quando penseranno di disfarsi di tanti “valori” o lo faranno i loro eredi. Dov’è la rarità nel Lombardo Veneto? Si guardi con attenzione tutti i cataloghi d’Asta che con cadenza settimanale o mensile giungono nelle nostre case. Ma quanti sono i francobolli antichi: quelli emessi ci sono ancora. Forse diventano rari su lettera, o in combinazione spontanea?
Su lettera, nuovi, linguellati, usati, falsi e riusati… insomma sono stati conservati tutti. Morale le quotazioni cadranno come i francobolli, le buste primo giorno, l’Italia Repubblica, il Vaticano, e San Marino, sentiremo un tonfo che Astolfo non troverà il senno neppure sulla Luna.
Giorgio Migliavacca, che conobbi a Pavia e che mi regalò “Unicum filatelico, I forwarders in Italia” avrebbe potuto essermi di grande aiuto nelle scelte. Stavo cercando, per esempio, la navigazione sui fiume e mi fornì una busta affrancata con francobolli inglesi trasportata da un battello sul Nilo.
Mentre scrivo queste righe il postino in motoretta, suona alla porta e mi consegna un plico della PUBLISHED by C.I.F.O che contiene l’ultimo libro di Giorgio Migliavacca “Compendium of the HISTORY OF THE POSTS IN ITALY” con prefazione di Clemente Fedele. L’ultima meraviglia che potevo trovare.
Hanno, in chiave più ampia e con cognizioni più complete, rifatto la “STORIA DELLA POSTA E DEL FRANCOBOLLO” di Antonio Budini Buti del 1942 e della seconda edizione del 1945.
In 18 fogli posso raccontare poco o niente della mia storia se “Giorgio” ha impiegato 254 pagine, scritte in inglese-americano (comprensibile). Avrà forse pensato alla competizione di Letteratura Filatelica: io dichiaro fin d’ora che è un concorrente con molte possibilità di vittoria.
Ma torniamo a noi, mi perdo in chiacchiere inutili. Il bello è bello e non dipende dall’occhio che guarda.

TRENO

Ho raccolto circa 2500 Messaggeri Postali e 32 Ambulanti. Non sono riuscito a trovare gli autobus che continuavano la corsa dopo le rotaie con pulman.

Pistoia 18 Gennaio 1862 – doppio cerchio in inchiostro azzurro-verde - STRADE FERRATE LIVORNESI UFF. CENT-LE DI PISTOIA
Indicazione a penna “ ultimo treno del 18”.
In ovale DA ESIGERE 15 CENTS


... avendo terminata la vetrata in colori per la chiesa di Santa Maria Novella...
STRADE FERRATE TOSCANA: da Firenze in data 22 Lug. 1861 con timbro in doppio cerchio in rosso
STRADA FERRATA LEOPOLDA STAZIONE CENTRALE DI FIRENZE e in cartella doppio cerchio SS.FF.LL. FRANCA su due righe. A penna SUBITO PER FAVORE (la tariffa di 15 cent. è stata pagata alla partenza

...ti scrivo in fretta perchè il treno parte...
Cartolina postale da 10 Cent. dalla stazione di Sommacampana (VR) a Milano - MESSAGGERE COLLETTORE 4 SETT 89 T 4

Il primo ambulante postale sardo (italiano) era stato istituito dal Regno di Sardegna il 1° Giugno 1855. Faceva servizio ferroviario fra Torino e Genova ed era caratterizzato dai numeri (1) e (2) secondo se la tratta percorsa era in andata o in ritorno. Nel novello Regno d'Italia ci furono sicuramente molte carenze di comunicazioni fra le varie regioni dello stivale, dovute ad un non omogeneo sviluppo stradale e ferroviario. Uno dei mezzi essenziali per accelerare la trasmissione di notizie furono gli ambulanti postali istituiti sui mezzi di trasporto.
L'ambulante postale è stato un ufficio postale mobile che poteva essere situato su natante, treno o automobile. Ricordo la Tratta Napoli Portici del 1840. Quella è una busta che mi interessa, di tutto quello che ho raccolto, ripeto in 2500 messaggeri e 32 ambulanti, non ne voglio parlare.
Dirò, tanto per incrementare la ricerca che in Italia abbiamo avuto un servizio meraviglioso, mi stanco però a raccontare cose che mi piacciono poco, o meno.




LE TRANVIE

Devo dire che mi sono piaciute, a me pare che siano belle letterine riferite ai trasporti… forse piacciono di più queste due!

Sono lettere belle che manifestano la grande ricerca per meglio servire l’utente.
Provate a cercarle con le tariffe diverse come le vuole qualche giurato.

Voglio presentarvi un’ultima cartolina trasportata dall’Ambulante Alessandria (Egitto) al Cairo e oltre. Leggiamo assieme.
Con una cartolina “Souvenire di Salonicco” il mittente invia saluti a un Signore del Cairo in data 26 nov 01, affrancata con 10/20 Para (vedi annullo circolare che colpisce il francobollo il 5.12.01). La cartolina viene trasferita sull’Amb. Alexandrie-Caire nello stesso giorno e giunge al Cairo il 17.12.01.-
Il destinatario, nel frattempo si è trasferito prima a Roma, poi Firenze dove giunge il 25.12.01 e poi ancora a Roma - Hotel Primtemps – Via Veneto , dove giunge il 19.12.01

Vi piace di questa:

Da Brescia a Goito con consegna all’ufficiale Postale a bordo dell’ambulante Milano-Desenzano il 16 nov. 1864 (2) e giunge a destinazione il giorno17 nov. 1864

A me piacerebbe possedere uno dei “Fuori sacco” che consegnavo alla “Littorina” Mantova- Peschiera” con qualche corrispondenza da Monzambano: solo Sergio Leali ne possiede una.

Potrei parlarvi, cari quattro lettori, della posta groenlandese con le slitte trainate dalle mute di cani, dei cani peruviani che firmano la posta con la zampa. Delle motociclette. Ma il mio obiettivo si allontana troppo da quello iniziale. L’elogio alla follia filatelica mi ha contagiato e non poco…Speriamo non duri molto.

Dal Ministero della Guerra in Roma a Piazza di Spagna recapito urgentissimo a mezzo motociclista 1940 circa ( è bella ma non c’è data)

 

POSTA PNEUMATICA o CORRIERE PNEUMATICO

È un sistema che permette di inviare lettere attraverso tubi d'aria pressurizzata. Venne inventata dall'ingegnere scozzese William Murdoch nel XIX secolo in seguito venne sviluppata e perfezionata dalla "London Pneumatic Dispatch Company". Molti sistemi di posta pneumatica vennero usati in diverse grandi città, soprattutto dalla seconda metà del diciannovesimo secolo.

Utilizzo storico della posta pneumatica

  • 1853: Collegamento della borsa di Londra (London Stock Exchange) con la centrale principale cittadina del telegrafo (su una distanza di 220 iarde, pari a 201,17 m).
  • 1865: Viene inaugurata a Berlino, dove rimarrà attivo fino al 1976, la Rohrpost, un sistema che nel momento di massima espansione arrivava ad una lunghezza totale di 400 kilometri.
  • 1866: Inaugurata a Parigi (attiva fino al 1984, arrivando ad una lunghezza totale di 467 kilometri nel 1934)
    • 1875: Inaugurata a Vienna (fino al 1956).
  • 1887: Inaugurata a Praga (cessa "temporaneamente" il servizio per via dell'inondazione del 2002), la Pražská potrubní pošta.
  • Altre città che si sono dotate di un servizio di posta pneumatica, in qualche epoca: Monaco di Baviera, Rio de Janeiro, Amburgo, Roma, Napoli, Milano, Marsiglia, Boston, New York City, Philadelphia, Chicago, St. Louis.

Personalmente mi sono occupato della posta pneumatica di Berlino, Parigi (me ne sono servito), Napoli, Milano, Roma, Genova e Torino: se l’ avessi cercata in tutto il mondo sarei divenuto una “capsula”. Vi propongo solo qualche pezzo italiano e berlinese, tanto avete capito di che cosa si tratta. È un materiale molto bello. Immaginate, per esempio la rarità di una “pneumatica” parigina che, dopo aver viaggiato nel tubo da una posta all’altra, è diretta in un dipartimento francese di Parigi dove la posta pneumatica non è ancora arrivata. La busta è fatta proseguire con motociclista! Che bello! Doppio trasporto.

Torino Esposizione 30.10.1911 POSTA PNEUMATICA

8.1.1942 Milano Centro Espressi POSTA PNEUMATICA

24 MAR 24 ROMA POSTA PNEUMATICA (Via Marcantonio Colonna)

1906 Paris Le tubes pneumatique: la parte tinta in rosso è stata realizzata 1 febbraio 1882

ROHRPOST-BRIEF Berlino 12.10.1892

Paris 32 24 giugno 1982 per Hotel Nikko

Avevo paura di perderla o di non ritrovarla, così me la sono fatta recapitare a mano:

Vienna posta pneumatica 1901

Non mi sono accorto di aver presentato un “pistolotto così lungo e senza coerenza”, ma la mente porta la mano dove vuole e così, anziché presentare tutti i mezzi che volevo farvi conoscere, mi sono perso in mille chiacchiere. Avevo promesso 18 fogli e quindi 18 lettere per tutta la sapienza del mondo. Stai invecchiando: Bertolini Virginio, esimio professore di lettere presso l’Università di Verona, mi avrebbe rimproverato molto severamente. Cercherò quindi di migliorare in seguito presentando solo un pezzo per ogni servizio. “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Voglio ricordare un grande cultore della posta pneumatica italiana, socio della Laterna di Genova purtroppo andato avanti due anni fa circa, Michele Perrone. Un grande amico pieno di iniziative e di buon senso. Amava Genova come se fosse stata sua madre e le sue ricerche storico-postali hanno contribuito a tenere alta la qualità della storia postale. Aveva anche trovato la posta pneumatica di Genova. Che non possiedo!
Vi voglio presentare, infine, uno dei 18 fogli che avevo esposto a Milano: doveva rappresentare il servizio della posta pneumatica.

A me non sembrava male: erano rappresentate le poste pneumatiche europee.


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