storia postale

 

 



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accordi postali italo-svizzeri 1997

di Sergio MENDIKOVIC (l'Occhio di Arechi n. 48)

Nel 1997 in Italia si insediarono, con accordi postali specifici, degli uffici delle poste svizzere in determinate località strategiche come quelle turistiche. Tali uffici, per convezione, esplicavano il loro operato come un qualsiasi operatore privato trattando solo oggetti postali che non recavano ed usavano valori italiani, ma affrancature proprie. Vennero aperti veri e propri uffici con tanto di insegna SWISS POST ed esposizione dei tariffari. Il servizio, in sintesi, si può suddividere in due gruppi: il primo: lettere e pacchi, il secondo: cartoline.
Il primo gruppo era associabile alla categoria posta commerciale. Il servizio si suddivideva, come costo, per distanza, peso e celerità, con la possibilità del ritiro presso la clientela con una maggiorazione del costo. Le lettere ed i pacchi così raccolti vengono bollati con dei timbri in cartella riportanti, in colori blu o nero, la dicitura “P.P.” La particolarità è che tale bollo viene affiancato dal nome della località svizzera più vicina al luogo italico di raccolta della posta effettuata (es. Locarno, Chiasso). Quindi dopo il giro e la raccolta degli oggetti postali, dopo la bollatura, il carico veniva trasportato celermente al più vicino ufficio postale svizzero oltre confine, senza nessun intoppo doganale. Qui avveniva la vera e propria lavorazione e la spedizione verso la destinazione tramite la Swiss Air.
Il secondo gruppo. Sulle cartoline, a differenza del primo gruppo, la Swiss Post mise in vendita delle semplici targhette non recanti nessun importo da apporsi sulle cartoline. Difatti queste presentano, come da immagini, la lettera “A” e la tipologia di invio: “P.Pposta prioritaria. Di tali “valori” inizialmente le poste svizzere emisero 4 serie, ognuna raccolta in libretto sempre formato da 8 pezzi. La vendita oltre che negli uffici postali svizzeri, presenti sul suolo italiano, venne demandata non solo ad alberghi nei luoghi di villeggiatura, ma anche presso i distributori di carburante dell’Agip e agli uffici di cambio che divennero vere e proprie postazioni di raccolta della posta.
Il prezzo di vendita era pari alle lire 800, che, all’epoca, equivaleva in Italia al I porto tariffario per l’interno. Ovviamente, nei punti di vendita esterni agli uffici postali svizzeri, il prezzo dei libretti comprendeva un “aggio” per cui era venduto per lire 1.000, discrezione del singolo albergo. Era tassativo che le cartoline fossero destinate fuori d’Italia. Va da se che per le destinazioni italiane, dovessero essere apposti, per la privativa postale, valori dentellati italiani. Il servizio di raccolta era giornaliero, il furgone delle poste svizzere svuotava le cassette di plexiglass giallo recanti la scritta “SWISS POST INTERNATIONAL” presenti nei luoghi già ricordati. Finita la raccolta, una volta trasportate al più vicino ufficio postale svizzero, si procedeva alla lavorazione. Le fonti dell’epoca sottolineavano che le cartoline recanti la speciale targhetta non dovevano presentare nessun timbro che veniva apposto in sede di lavorazione, in territorio svizzero. La normativa svizzera, però, non era precisa in merito, in quanto prevedeva che solo i francobolli dovevano essere timbrati e non le targhette in parola. Le cartoline potevano perciò contenere solo le barrette identificative della lavorazione: il passaggio meccanico postale. Ciò non sempre avvenne in quanto si sono ritrovate cartoline con le targhette timbrate con il datario del luogo di lavorazione.
Nel 2002 le poste elvetiche emisero dei nuovi valori raccolti in libretto per il servizio Swiss Post International relativi alle cartoline. Sono due emissioni da 6 valori per libretto. Si suddividevano in esemplari color blu venduti a franchi svizzeri 1,30 per le destinazioni europee e di color rosso (F.S.1,80) per il resto del mondo.
Successivamente le poste svizzere riconobbero che queste targhette erano dei veri e propri francobolli. Ma nello stesso anno 2002 dalla direzione milanese della Swiss Post International venne comunicato che il servizio delle cartoline dall’Italia era stato sospeso.
Le immagini proposte sono relative alle targhette del servizio svizzero (prima tiratura) del 1998. Le cartoline furono acquistate a Pompei e Capri, ma italicamente imbucate dando luogo ad un uso improprio che non avrebbe dovuto dar luogo al recapito. Esse però testimoniano che “tutto passa”, che tutto viene timbrato senza un minimo controllo. Come disse Eraclito secoli prima “panta rei”.

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