storia postale

 

 



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POSTA CELERE URBANA

di Marino BIGNAMI

P.U. cioè posta celere urbana. Non è tanto facile reperire buste con questa impronta rossa, anche se è stato un servizio introdotto in un periodo relativamente recente; il bollo evidenzia un tipo particolare di consegna effettuata dalle Poste Italiane in un periodo che l'Ente (in difficoltà su molti fronti) ha dovuto organizzare in ambito cittadino per tentare di combattere la concorrenza dei cosiddetti Pony Espress. Infatti sul finire del secolo scorso , forti della normativa che consentiva al di fuori del monopolio postale la raccolta e la consegna a domicilio della posta in ambito urbano a chiunque, erano sorte diverse piccole società private che utilizzando veicoli a due ruote (e ragazzi) svolgevano un servizio di presa e consegna della corrispondenza in poche ore, tempi impensabili per le elefantiache Poste italiane. Per attuarlo l'Ente ha introdotto una organizzazione specifica definita "Posta Celere Urbana" con diverse modifiche ai consueti servizi postali per la raccolta e la consegna delle corrispondenze in città, ma nonostante gli sforzi organizzativi il servizio è stato poco utilizzato dai possibili utenti e dopo qualche tempo è stato soppresso. Continuò invece il servizio della coeva e gemella "Posta celere interna".
La Posta Celere Urbana ebbe vita dal 2 marzo 1987 al 30 novembre 1992 e solo nelle grandi città che superavano il milione di abitanti; vale a dire Milano Napoli e Roma dove era previsto un potenziale numero di utilizzatori che non ci furono. La promessa del servizio era: "la posta imbucata al mattino sarà consegnata il pomeriggio e quella imbucata al pomeriggio la mattina successiva"; per ottenere questo risultato si istallarono numerose cassette postali di colore arancione e si attrezzarono cinque uffici postali per ogni città, che accettavano corrispondenza di questo servizio (in particolare per plichi voluminosi che non sarebbe stato possibile introdurre nelle cassette dedicate). Le cassette arancioni del servizio erano dislocate in punti strategici della città e venivano vuotate quattro volte al giorno. Il trasporto era effettuato con mezzi specificatamente dedicati al servizio con personale apposito, che aveva in dotazione autovetture per il ritiro e di "motomezzi" per la consegna a domicilio. Alla consegna il destinatario controfirmava la ricevuta con indicazione dell'ora di consegna. Il risultato, nonostante un costo relativamente modesto, tremila lire oltre la tariffa consueta di affrancatura, fu inferiore ad ogni aspettativa. Gli utilizzatori furono in numero molto limitato: a Milano e Roma si ebbe una media sui 500 pezzi al giorno e a Napoli circa la metà, insufficienti evidentemente per sostenere il servizio che venne pertanto sospeso ….. e i giovani dei Pony Espress continuarono a scorrazzare per la città.

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