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L’assedio di Parigi: 1870-1871

“PIGEONS VOYAGEURS”

di Arnaldo PACE (IL FOGLIO n. 173 - dell'UFS)

Volendo impedire l’unificazione della Grande Germania e per non perdere la sua posizione dominante in Europa, l’imperatore Napoleone III Bonaparte reagì all’espansione della vicina Prussia che aveva posto la candidatura del principe Leopoldo Hohenzollern al trono di Spagna, candidatura sempre più sostenuta tanto da offendere la Francia che il 19 luglio 1870 dichiarò guerra alla Prussia favorendo così il Cancelliere Otto Von Bismarck che non aspettava altro. Mentre il 17 settembre 1870, per motivi di sicurezza, una delegazione del governo nazionale francese si stabiliva a Tours, circa 200 Km. a sud-ovest di Parigi, le armate prussiane il 18 settembre giunsero alle porte di Parigi assediandola. Dal giorno successivo più nulla entrava od usciva dalla capitale, compresa la posta (fig. 1 e 2).

Fig.1: 17 settembre 1870. Da Votheuil a La Roche-Guyon (Sein et Oise) per Parigi. La lettera giunse nella Capitale il giorno d’inizio dell’assedio. Fig. 2: Bollo d’arrivo al verso, ingrandito
Fig. 3: Un portatore di lettere fatto prigioniero dai prussiani viene portato al Quartiere Generale: davanti agli ufficiali tiene un atteggiamento degno e fiero

Tutte le strade, la ferrovia, le linee telefoniche erano state interrotte. I parigini erano rimasti isolati dal resto del mondo e vari furono i tentativi per potere fare giungere notizie all’esterno di Parigi. Più di 200 umili portalettere, volontariamente, si offrirono di portare la corrispondenza oltre le linee prussiane. Quelli che venivano catturati erano fucilati come spie o trasferiti in Germania (fig. 3).


Quindici portalettere riuscirono però nell’intento; tra questi Mr.Gribert d’Amiens che, strisciando per ore sul ventre, eluse le sentinelle portando con sé numerose lettere (fig. 4).


Fig. 4: 14 novembre 1870: biglietto affrancato con cent. 10 obliterato “Paris/St. Lazare”, portato fuori dalla Capitale dal portalettere Gribert d’Amiens (?)

 



Fig. 5 - L’Archimede: 31° pallone aerostatico partito da Parigi e atterrato il 21 novembre 1870 a Castelré (Pay Bas)

Ma nonostante il coraggio dei “passeurs”, questo sistema non risolveva il problema delle comunicazioni con l’esterno. La “via del cielo”: ecco la soluzione! Impiegando dei palloni aerostatici (“Ballons”) non solo si poteva inviare un certo quantitativo di posta, ma anche trasportare persone e cose (fig. 5 e 6). Il 23 settembre alle ore 8,00 il pallone denominato “Il Neptune”, pilotato dall’aeronauta Claude-Jules Duruof, con a bordo un passeggero e tre sacchi con 125 Kg. tra giornali, dispacci e poche lettere, si innalzò da Place St. Pierre a Montmartre e dopo 104 Km. di volo, alle ore 11,00 atterrò nel parco del castello di Graconville nei pressi di Evreux (Eire): è questo il primo caso di posta aerea nel mondo!



Fig. 6: 18 ottobre 1870: da Parigi, con “Ballon Montè Victor Hugo”. Lo stesso giorno della partenza l’areostato atterrò a Vic-S.Aisme e la lettera fatta proseguire per Trouville Sur-Mer (Calvados – Bassa Normandia)

 

 

 

 

 

 



A Parigi, giorno dopo giorno, venivano a mancare i viveri; lungo le vie o in alcuni negozi ancora aperti, iniziarono piccoli commerci. Per le prime necessità venne pubblicato un listino-prezzi vendendo tutto quello che si trovava. Vennero mangiati uno dopo l’altro tutti gli animali commestibili dello zoo, compresi gli elefanti e poi si passò ai cani (venduti da 2 a 4 fr.), ai topi (da 1 a 1,50 fr.); i più richiesti erano i gatti che venivano venduti da 15 a 20 fr. l’uno, come risulta dal listino dei prezzi al centro della sottostante cartolina (fig. 7), alla voce “Boucherie Excentrique”. (É stato ingrandito il listino prezzi e l’immagine che riproduce il banco vendita della “Macelleria Eccentrica”).




Fig. 7

I parigini, con fierezza, sopportavano la fame ed il freddo ma soffrivano principalmente il loro isolamento; la posta spedita con i Ballons Montès non aveva risolto del tutto i loro problemi, poteva uscire da Parigi ma notizie non ne entravano.
Già nell’antichità arabi e persiani avevano utilizzato piccioni per il recapito di messaggi. Perché non provare anche a Parigi? Fu il chimico Barreswil, avvalendosi anche dei consigli del fotografo Blaise, che suggerì quindi l’impiego di piccioni. Corse loro in aiuto anche il parigino Mr. Dragon, esperto in microfilmature. Nel suo laboratorio di Clermont Ferrand venne convogliata tutta la posta che veniva microfilmata su minuscole pellicole in collodion (contenenti
dai 3500 ai 4000 messaggi); queste venivano inserite in un piccolo contenitore che a sua volta veniva legato, con fili di seta, ad una delle grosse piume caudali di un piccione (fig. 8 e 9).

Fig.8: Contenitore con messaggi fissato alla coda del piccione
Fig. 9: Penna di un piccione con numero identificativo

Il primo piccione viaggiatore venne trasportato dal ballon “La Ville de Florence” che, partito alle ore 11,00 del 25 settembre 1870 dal Boulevard d’Italie, atterrò alle ore 14,00 a Vernouillet. Il volatile rientrò a Parigi con la notizia del buon esito del viaggio dell’aerostato.
Il risultato di questo nuovo metodo fu talmente soddisfacente, (in un mese da Parigi partirono diecimila messaggi) che il 4 novembre venne pubblicato il Decreto che annunciava il nuovo servizio “Pigeons Voyageurs”:

A tutti i cittadini della Repubblica è
permesso corrispondere con Parigi a mezzo dei piccioni viaggiatori dell’Amministrazione dei telegrafi e delle poste, mediante una tassa di 50 centesimi per parola…..I telegrammi destinati a questa speciale trasmissione si riceveranno negli uffici designati dall’amministrazione e saranno trasmessi al punto di partenza dei piccioni viaggiatori per posta o per telegrafo….Non sarà richiesta alcuna tassa complementare per la trasmissione postale o telegrafica, né per il recapito a domicilio a Parigi. Lo Stato non sarà soggetto ad alcuna responsabilità per questo servizio speciale. Le tasse percepite non saranno in alcun caso rimborsate.
(Traduzione dal francese)

La tassa di cent. 50 dall’otto gennaio 1871 venne ridotta a cent. 20 per parola. I primissimi piccionigrammi erano manoscritti in caratteri minuti su carta pelure, seguiti poi da quelli approntati a stampa (fig. 10 e 11):

Fig. 10: Tours, 11 novembre 1870. Piccionigramma manoscritto (2ª serie, nr. 9), inviato dal Ministro degli Interni Leon Gambetta al presidente del governo di difesa nazionale Trochu, contenente notizie sull’andamento del conflitto. Fig. 11 15 novembre 1870. Piccionigramma a stampa (leggermente ingrandito) su carta fotografica collodion (nr. 1bis e 2bis) spedito da Tours a Parigi. L’originale è di cm. 4x6.


Fig. 12: Ballon Montè: visibile la gabbietta con i sei piccioni, il pilota e due passeggeri. (da: L’illustrazione italiana)

I volatili alla partenza da Parigi, in numero di sei, venivano messi in una gabbietta e caricati sul ballon montè (“montè” cioè condotto da un pilota) diretto a Tours da dove il governo nazionale francese poteva inviare, unitamente a messaggi privati, notizie ufficiali (fig. 12). Una volta che i volatili erano rientrati alle loro piccionaie a Parigi, i messaggi venivano prelevati e proiettati, con una lanterna magica, su uno schermo bianco (fig. 13). I testi, trascritti su moduli tipo telegrammi erano poi inviati in via ordinaria ai destinatari con l’indicazione “Reçu par pigeon”. Il tutto veniva gestito esclusivamente dalle Poste. Dal 15 dicembre 1870 il servizio con piccioni
iniziò a funzionare da Bordeaux dove, già dal giorno 11 precedente, il governo nazionale francese si era trasferito da Tours.

 

Durante l’assedio 95.581 dispacci privati furono trasportati dai piccioni viaggiatori, 60.000 giunsero a Parigi. Su 302 volatili trasportati con i palloni, solo, purtroppo, 59 raggiunsero le loro colombaie parigine. Dei restanti 243, alcuni persero l’orientamento, altri morirono per le fucilate nemiche e altri ancora preda dei falchi che i Prussiani liberavano nel cielo.
Da Parigi in tutto partirono 67 Ballons Montès dei quali 12 non trasportarono posta, 5 furono catturati dai Prussiani, 2 caddero nell’Oceano e circa 20 atterrarono in territorio occupato.
Nel complesso il carico postale fu di 12.000 Kg. ; ogni lettera, dal peso non superire ai 4 gr. e con l’indicazione “Ballon Montè”, doveva essere affrancata per cent. 20. I sacchi di posta, una volta atterrato il Ballon, venivano consegnati al più vicino ufficio postale che provvedeva all’invio delle lettere a destino. Oltre alla posta furono trasportati 178 passeggeri.

 

 


Fig. 13: Sala di proiezione e trascrizione dei piccionogrammi

 

 

Fig. 14: Neuilly, 1906: alla memoria degli aeronauti e dei piccioni viaggiatori
Fig. 15: 26 gennaio 1871 (due giorni prima della fine della guerra). Da Mazamet a Parigi: tentativo d’ingresso. La mittente aveva “la certezza che questa lettera non giungerà”. Come da accordi, solo dopo l’armistizio la missiva venne consegnata al graduato francese

Per onorare gli eroici aeronauti ed i piccioni viaggiatori, dai parigini fu dato incarico allo scultore Federic-Auguste Berthold (già autore della statua della Libertà) di realizzare un monumento che nel 1906 venne posto all’ingresso dei giardini di Neuilly, a nord-ovest di Parigi (fig. 14).
Ogni piccione aveva un nome, quello più famoso fu Eolo, che riuscì per ben 11 volte a raggiungere da Tours la Capitale. Questo colombo fu preso come modello e figura alla base del monumento di Neuilly.
Parigi, dopo un assedio durato 133 giorni, capitolava: era rimasta assediata dal 18 settembre 1870 al 28 gennaio dell’anno seguente! Dal 14 febbraio1871 la posta, in minima percentuale, iniziò a funzionare ma a singhiozzo in quanto i Prussiani, per ragioni di sicurezza, continuarono ad impedire l’ingresso dei carri postali (fig. 15). La trattativa di pace si concluse il 26 febbraio a Versailles ed il Trattato definitivo venne firmato il 10 maggio 1871 a Francoforte.

 

La “Siège de Paris” può raccontare certamente altri notevoli accadimenti che cercheremo di trattare quanto prima.

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