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un ulteriore passo verso la comprensione del bollo detto "meloncino" di Bologna

di Alessandro Chiarelli

22/09/2011

ai cultori del "meloncino" non sarà sfuggito il lotto n. 39 che sarà battuto nella prossima asta di Laser Invest del 20 settembre.
Anche se -a mio avviso- non aggiunge nulla alla discussione, mi permetto comunque di allegarLe l'immagine:
è del tutto simile al documento inserito da Alessandro Chiarelli il 17 luglio 2009 e tutto lascia pensare che provenga dal medesimo archivio.
Con i migliori saluti.
Andrea Bizio Gradenigo

30/09/2010

ringrazio il gentile collezionista che mi ha inviato le scansioni di una bella letterina con interno a stampa, inviata dal senatore Da Via (vedi firma in basso a destra) al priore di Medicina il 10.10.1856, recante il bollo, ripetuto al verso, del SENATORE di Bologna. Cade quindi anche l’ipotesi che il meloncino potesse essere un bollo di franchigia:







 



15/10/2009

invio un altro meloncino molto interessante che ho trovato su di un'asta Laser Invest dell'anno scorso:
"CONSELICE NETTO" ovale in nero (catal. AISP punti RR) su lettera da Conselice 7.7.1855 a Bologna con "tagli" + bollo detto "Meloncino".
Si tratta di un trasmesso della Congregazione Consorziale del Buon(?)acquisto in Conselice al Senatore Davia per l'affissione di una stampa. Avete notato il numero di protocollo in alto e la firma del Davia in basso a destra?
Saluti, Alessandro

27/07/2009

A proposito dell'intervento di Alessandro Chiarelli sul cosiddetto "meloncino" (16/6/2009), senza assolutamente voler entrare nel merito per la mia completa incompetenza sull'argomento, mi permetto di dare una traduzione leggermente più completa della descrizione del lotto dell'asta Soluphil:

"Questo contrassegno si trova su documenti nei due anni 1854/1855 del colera a Bologna.
E' messo forse in relazione con la controversa situazione per cui la gente per la diffidenza del contagio non acquistava frutta al mercato e contemporaneamente il consumo di frutta sarebbe divenuto conveniente."

Mi sembra una giustificazione un po' campata sugli specchi, ma lascio la parola agli esperti.

Con i miei migliori saluti.

Andrea Bizio Gradenigo

17/07/2009

Altre due "new entry" provenienti dalla 140a asta pumpenmeier:
- lotto n. 13515: 1855, bologna, documento con l'insolito bollo di sanità a forma di bacca (meyer s.251);

- lotto n. 13518: 1855, bollo ornato di sanità (meloncino) su lettera per bologna.

Come si nota dalle immagini allegate, la prima consiste in un documento sui lavori di beneficenza identico a quello mostrato da Luigi de Felice e, sebbene sia vergato con diversa calligrafia, riporta un testo molto simile, essendo sempre una richiesta rivolta a "s.e. il signor marchese senatore" affinchè abbassi suoi ordini ecc. ecc. La data è di poco successiva: 4-9-1855.

La seconda è un involucro di lettera indirizzata a "sua eccellenza il sig.
marchese luigi da via senatore di bologna". Sotto l'indirizzo è stato segnato un numero di protocollo e la data di ricezione: 1 7mbre 1855.
Ancora oltre si legge: "agli atti, non essendo di questo municipio l'occuparsi della faccenda. Il senat. (firma) Penso che ormai non ci siano più dubbi sull'attribuzione del bollo al senatore di bologna, tant'è vero che in calce a questa seconda busta, come peraltro su altre buste o documenti che ho potuto visionare (si veda ad es.
Quello messo a disposizione da de Felice), si può notare quella che penso sia la firma del davia, preceduta dall'iniziale del nome: LDavia Il dubbio invece persiste sulla ragione del suo uso.

16/06/2009

dopo un po? di silenzio rieccomi con alcuni nuovi ritrovamenti.

1) tabella della congregazione annonaria di Forlì riportante i prezzi medi di mercato di vari prodotti, datata 9/10/1855 (quando è cessata l'epidemia? E' questa l'ultima data dei meloncini?). Il cinorrodo si ritrova impresso al verso preceduto da quello che sembra un numero di protocollo;




2) lettera indirizzata al Senatore Davia del 24 Settembre (?) 1855, che, stando al mio traduttore automatico dal tedesco, dovrebbe contenere alcune notizie sul contagio dei frutti al mercato (vedi sullo stesso argomento la busta messa all'asta da Soluphil, precedentemente segnalata).


In quanto al nesso tra tutti i documenti finora considerati, posso avanzare una prima ipotesi: tra gli ambiti di competenza del senatore di Bologna, non potevano essere comprese funzioni analoghe a quelle degli intendenti politici provinciali del vicino Lombardo Veneto, quali: le fazioni militari, gli affari delle pie fondazioni, fiere e mercati, sanità, poste, ecc. o ancora le funzioni proprie delle amministrazioni municipali, tra le quali: la manutenzione delle strade comunali, la loro illuminazione, le fazioni militari, gli alloggi, le vettovaglie e la sanità? In questo senso, il cinorrodo potrebbe essere classificato, seppur un po' forzatamente, come un bollo di sanità per marcare gli atti amministrativi e non (categoria "c" dei bolli amministrativi del catalogo: "BOLLI e DOCUMENTI DI SANITA" dell'area italiana? redatto dall'A.I.S.P.).

Alessandro Chiarelli


*********** i precedenti interventi ********

ho letto con interesse gli articoli apparsi sul Bollettino Prefilatelico e Storico Postale (nn. 133 e 136) riguardo al bollo detto "meloncino", usato a Bologna durante l'epidemia di colera del 1854-55. Senza entrare nel merito dell'annosa discussione se si tratti di bollo di disinfezione o di controllo, vorrei apportare il mio modesto contributo mostrando ai lettori de Il Postalista la busta in mio possesso, di cui allego scansione. Premesso che purtroppo manca il testo originariamente contenuto al suo interno, si possono comunque fare le seguenti osservazioni:

- il bollo è impresso al recto di una lettera spedita a Bologna da Bagnacavallo, con tassa manoscritta 3 baj;

- al verso la lettera presenta il bollo 2C di Bologna, dal quale si deduce la data d'arrivo: 22/SET/1855;

- sono ben visibili i consueti tagli di disinfezione;

- la lettera è indirizzata al Conte Gian Paolo Stella (?), presso il Senatore (Conte Davia) di Bologna.

Quindi, come le altre uniche due lettere dirette a Bologna da altre località (figg.2 e 3) ed il documento (riprodotto in fig. 5) dell'articolo del Cavalieri, nonché la lettera da Bologna per città (fig.2) descritta dal Bagni, anche questa riporta il medesimo destinatario. Vi lascio con una rima (assolutamente involontaria): che il meloncino - o melograno che sia - avesse a che fare con la famiglia Davia?

Saluti

Alessandro

Risponde Luigi De Felice:

ho letto l'articolo di Alessandro Chiarelli e riletto quelli di Nello Bagni su il Bollettino Prefilatelico e Storia Potale n.° 133 e di Alberto Cavalieri sul n.° 136, Vi invio in merito copia di un documento in mio possesso datato 14 luglio 1855. Non credo che il "meloncino o melograno" avesse a che fare con la famiglia Davia.
Saluti

Osserva Alessandro Chiarelli:

scrivo nuovamente in merito al bollo detto meloncino di bologna per fare una brevissima osservazione sulla risposta del sig. Luigi De Felice. Non mi spiego perché sia scettico sulla mia ipotesi, quando sul documento in suo possesso si legge chiaramente: "il direttore dei lavori di questa beneficienza" (Luigi Pancaldi) "prega sua E. I. ... Senatore ad abbassare suoi ordini onde sia fatto a di lui favore il mandato ..." ecc. ecc. Credo al contrario che questa sia un'ulteriore conferma di quanto andavo affermando.

************

Cari lettori de “Il Postalista”, non so se avete notato la busta offerta alla prossima asta di Filatelia Sammarinese tra i documenti di sanità: lotto # 310 - da Civitanova 18.8.1855 a Bologna con tagli di disinfezione e nitida impronta del “Meloncino”. La lettera in questione è indirizzata, guarda caso, al nostro amico il Senatore di Bologna (la busta completa è visibile sul sito internet).

Approfitto dello spunto per aggiungere un nuovo tassello all’intricata questione riguardante il nostro bollo che, se possibile, complica ulteriormente il quadro generale.

Prima di procedere alla descrizione del documento però, vorrei ringraziare l’amico collezionista tematico Lorenzo per la sua precisazione “botanica” (aggiornamento n. 264 a il postalista) che mi trova pienamente d’accordo: il bollo infatti rappresenta senza dubbio il falso frutto della rosa canina. Quindi non più meloncino o melonino o limonino ma ... “cinorrodo”. Non vi pare orrendo? Credo che si continuerà a chiamarlo meloncino e, nonostante tutto, si continuerà a classificarlo come bollo sanitario.

Ma passiamo allo splendido (concedetemelo) documento che ho recentemente rinvenuto non ricordo più dove: si tratta di una sorta di lasciapassare per la consegna di otto sacchi di carbone, più o meno l’equivalente di una moderna bolla d’accompagnamento. E’ datato 26-10-1855 e reca al centro il bollo dell’Uffizio degli Alloggi e Fazioni Militari di Bologna e, in alto a destra, il cinorrodo. In esso si legge: “potrà consegnare il Sig. Domenico Rossi otto sacchi carbone di cinque staja l’uno alla casa di S. E. il Sig. Tenente Maresciallo Conte Stadion, e questa consegna sarà eseguita sotto la sorveglianza del solito incaricato d’ufficio Sig. Francia”. Sul fronte e sul retro varie firme di controllo ed avvenuta consegna. Suppongo che il significato di questo “biglietto” vada ricercano nel fatto che in epoca di epidemia la circolazione di ogni sorta di merce dovesse essere in qualche modo preventivamente approvata e monitorata.


Purtroppo dalle mie ricerche sul web non sono riuscito a trovare alcun nesso tra detto uffizio ed il senatore Davia, per cui chiedo aiuto agli amici bolognesi affinché si rechino presso gli archivi comunali e le biblioteche civiche in cerca di informazioni sulla famiglia Davia e sulle cariche ricoperte dai senatori di Bologna in quel periodo.

Segnalo un’altra lettera in vendita all’asta recante il meloncino. Dopo quella nell’asta nostrana (di cui allego immagine), infatti, ne ho trovata un’altra che sarà battuta da Soluphil S.A. per la ragguardevole cifra di 250 EUR. Riporto di seguito la descrizione del lotto # 1357:

1855 - "Baie d`aubépine" dans un oval s/pli daté 3 ao–t adressé "A Sua Excellenza Il Marchese Luigi Da Via ", Senateur de Bologna.
Marque administrative du service de supervision des fruits sur les marchés ouverts, connue sur documents (avis de réception et autres publications signés par les assesseurs concernés) entre juillet et septembre, pendant l`épidémie du choléra à Bologne.

Bacca di biancospino??????? Se è corretta la traduzione sarebbe l’ennesima ipotesi circa l’identità misteriosa del nostro bollo. Il destinatario è, come di consueto, il marchese Da Via, ma di seguito sono riportate informazioni inedite. Che i transalpini sappiano qualche cosa che noi non sappiamo?!?

Saluti,

Alessandro




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