storia postale

 

seconda parte



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Posta via radio

di Maria MARCHETTI

(prima parte)

Premessa

Durante la seconda guerra mondiale milioni di persone: militari, prigionieri, internati civili, civili liberi ma distanti dalla madrepatria e impossibilitati a rientrarvi, ebbero il problema di mantenere i contatti con le famiglie, superando le difficoltà dovute all’interruzione di canali postali normali, all’insicurezza dei mezzi che avrebbero dovuto trasportare a destinazione le loro comunicazioni, ai tempi lunghissimi, anche qualora tutto avesse funzionato.
Venne in soccorso uno strumento tecnologico nato alcuni decenni prima, la radio, che, scavalcando le distanze e i nemici, riuscì a far viaggiare brevi ed essenziali messaggi, mantenendo aperti collegamenti impossibili per le normali vie postali, oppure facendo giungere tempestivamente notizie che altrimenti avrebbero impiegato molto maggior tempo.
In questo articolo, diviso in 3 parti, voglio ripercorrere rapidamente il tumultuoso sviluppo tecnologico che caratterizzò le trasmissioni senza fili, paragonabile per rapidità e globalità a quello che ha segnato la diffusione di internet, e presentare alcuni documenti postali che testimoniano l'uso della radio per affidare le comunicazioni personali all'etere, sia attraverso la tecnologia radiotelegrafica che attraverso trasmissioni radiofoniche dedicate alla lettura dei messaggi all'interno di appositi programmi.

Radiotelegrafia, un po' di storia

Lo sviluppo della radiotelegrafia è caratterizzato da 3 momenti: all'inizio vi sono la dimostrazione di G. Marconi della possibilità di affidare a onde radio generate da un apparecchio a scintilla delle informazioni utilizzando il codice Morse e l'introduzione, praticamente contemporanea, da parte di Oliver Lodge del concetto di “sintonia”, ossia dell'impiego di un circuito trasmittente e di un circuito ricevente accordati sulla stessa frequenza.

Cartolina illustrata spedita nel 1904 da Sidney, nella Nuova Scozia, in Canada, raffigurante la stazione di Glace Bay, costruita nel 1902 da Marconi. Fu la prima stazione radio ricetrasmittente in grado di collegarsi all'Europa.

Diversamente da O. Lodge, del quale acquistò il brevetto nel 1903, G. Marconi intuì fin da subito che la nuova tecnologia necessitava di essere inserita in un sistema commerciale di sfruttamento dei diritti dei brevetti.
Fondò numerose società commerciali in diversi stati, che strinsero accordi con altre società già presenti con una loro rete telegrafica interna via cavo, come ad esempio negli Stati Uniti.

Cartolina illustrata raffigurante la stazione radiotelegrafica Marconi a Wellfleet, sulla costa atlantica degli Stati Uniti, inaugurata nel 1903. Fu la seconda stazione radio sul continente americano.

La sua società inglese stipulò un contratto con i Lloyd's di Londra per cui qualsiasi nave in navigazione che intendesse avvalersi della rete di informazioni marittime dei Lloyd’s doveva equipaggiare tutti i suoi bastimenti con apparecchi radio della ditta Marconi.

Minuscola figurina pubblicitaria, mis. 3,4 x 6,5 cm. Serie “Famous invention” raffigurante una stazione radio a bordo di una nave. Probabilmente contenuta in una confezione di sigarette o di sigari.

Questo contratto si rileverà prezioso durante il disastro del Titanic nel 1912, quando dalla radio di bordo della nave fu possibile lanciare il segnale di soccorso, che venne captato dal “Carphatia” e che garantì ad oltre 700 persone di salvarsi.

Riproduzione di un marconigramma utilizzato nel corso delle operazioni di soccorso al Titanic (per gentile concessione del Prof. Fausto Casi, responsabile del Museo dei mezzi di comunicazione di Arezzo)

Il secondo periodo è caratterizzato dalla tecnologia ad arco con onde continue generate nella parte bassa dello spettro elettromagnetico, messa a punto negli Stati Uniti.
La terza fase fu quella dell'utilizzo delle onde corte ad alta frequenza, delle valvole termoioniche per trasmettere e per ricevere e dell'antenna di Franklin a fascia, piccola e flessibile. Questa tecnologia permise la costruzione di stazioni compatte e dal costo più ridotto e alla Gran Bretagna di riprendere temporaneamente il predominio nelle comunicazioni senza fili. L'altro vantaggio di questa tecnologia fu che era adattabile sia alle applicazioni della telegrafia che a quelle della telefonia.
Si giunse ad una divisione dell'etere, in base alla quale le onde lunghe e le basse frequenze furono riservate agli usi militari, le medie frequenze alle radiotrasmissioni di intrattenimento e le onde corte alla radiotelefonia e radiotelegrafia su grandi distanze.
Nel frattempo, moltissime stazioni furono costruite in ogni parte del mondo, militari e civili, agenzie delle varie compagnie furono aperte per gli scopi civili in tutte le città più importanti e iniziò il suo sviluppo la radio come mezzo di informazione e di intrattenimento.

Cartolina illustrata spedita nel 1910 da Los Banos, in California, raffigurante una stazione radiotelegrafica sulla costa del Pacifico.

Cartolina umoristica spedita nel 1904 dagli Stati Uniti, diretta in Francia, che testimonia la rapida popolarità della nuova tecnologia.

Contemporaneamente allo sviluppo tecnologico, fu condotta una guerra commerciale, che fu nello stesso tempo una guerra politica, per cercare di mantenere il predominio sulla nuova tecnologia da parte della Gran Bretagna e per cercare di impedirlo da parte degli USA, della Germania, della Francia. A nessuno sfuggiva il valore strategico di un sistema di comunicazione che non aveva necessità di cavi che passassero sotto l'oceano per collegare le varie parti di grandi imperi come quello britannico e francese o per alimentare le ambizioni della grande potenza nascente degli USA o di quella rinascente della Germania. La vulnerabilità dei cavi era stata dimostrata durante la I guerra mondiale dalla Gran Bretagna, che tranciò e rimorchiò sulla sua terraferma i cavi telegrafici tedeschi in Atlantico.
Con una serie di conferenze internazionali furono raggiunti degli accordi che impedirono il monopolio di una sola nazione e di una sola società e in cui, di fatto, furono stabilite delle zone di influenza. La gestione delle società telegrafiche, pur essendo in mano a privati, era strettamente intrecciata alla politica, le zone d’influenza di una compagnia piuttosto che di un’altra erano lo specchio dell'influenza politica del Paese di appartenenza. Questo intreccio tra politica e attività commerciale in un settore tanto delicato fu la causa principale che impedì alle società di Marconi di mantenere il predominio nel mercato britannico, lo persero prima della fine degli anni '30.

Modulo di telegramma inviato nel 1931 da Gerusalemme a Londra e ricevuto da una agenzia di Marconi, come evidenzia il timbro in alto a destra. La parte illustrata del telegramma mostra lo sviluppo integrato delle reti telegrafiche, con e senza fili, e l'importanza, all'inizio degli anni '30, della società di Marconi in questa ragnatela di circuiti.

Nel 1939 la rete della telegrafia e della telefonia senza fili collegava tutto il mondo, stazioni radiotelegrafiche a onde corte garantivano alla comunicazione di viaggiare in ogni direzione utilizzando 96 circuiti, di cui 20 erano fatti funzionare dagli inglesi, 19 dagli USA, 12 dai francesi e 9 dai tedeschi.

Lo sviluppo delle comunicazioni senza fili in Italia


Per quanto riguarda l'Italia, che non aveva ruolo di grande potenza planetaria, non mancò lo sviluppo, all'inizio per fini militari ad opera della Marina, soprattutto per collegare la Madrepatria con le colonie, e successivamente anche a fini civili. Guglielmo Marconi contribuì in maniera determinante alla diffusione della tecnologia, sia in ambito militare che civile: iniziò la sua collaborazione con la Marina Militare Italiana fin dai primi anni del '900, gestì attività imprenditoriali attraverso le “Officine Radio Marconi” con sede a Genova e fondò la “Compagnia Internazionale Marconi per le comunicazioni marittime”. Questa Compagnia nel 1927 si trasformò in “Società italiana radiomarittima” (SIRM) e nel 1941 entrò, per fusione, nella “Italcable” (cavi sottomarini). Nell'ottica di non consentire posizioni di monopolio di una sola ditta, in Italia si costituì anche la Italo Radio. Tuttavia, con lo scopo di creare un forte gruppo italiano e per poter fruire di tutti i collegamenti delle società di Marconi già presenti nel mondo, raggiunse ben presto un accordo con Marconi. La Italo Radio aveva in gestione gli impianti di Coltano, Genova e Trieste e garantiva i collegamenti senza fili soprattutto con l'Africa e l'Asia. Nel 1941 anche le sue attività confluirono nell'Italcable.

Telegramma inviato da Salerno il 1 giugno 1939, distribuito a Gondar, in Etiopia, il 2 giugno 1939, destinato ad un militare in servizio presso la compagnia radio. In alto, a destra, vi è il timbro, non interamente leggibile, della stazione radiotelegrafica della Regia Marina di Gondar.

Nel 1929, su invito del papa Pio XI Guglielmo Marconi iniziò i lavori per la costruzione della stazione radiofonica ad onde corte del Vaticano, che fu inaugurata nel 1932 e che sarebbe poi diventata famosa per le trasmissioni di Radio Vaticana.

 

 

Cartolina illustrata dell'antenna della stazione radio ad onde corte del Vaticano.

 

 

 

L'impetuoso sviluppo scientifico ed industriale sommariamente descritto portava con sè un altro settore delle comunicazioni via etere che riassumo, per poter introdurre la terza parte dell'articolo, quella dei “messaggi radio”.
Si tratta dello sviluppo delle radiotrasmissioni di intrattenimento e di informazione.
Limitatamente all'Italia, quelle che seguono sono alcune date, evidenziate nella prospettiva che mi interessa per il proseguimento dell'articolo:

  • 6 ottobre 1924: primo programma radiofonico italiano;
  • 1928 nasce l'EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche);
  • 7 gennaio 1929 primo “Giornale parlato”, in 3 edizioni quotidiane;
  • 1943, subito dopo l'8 settembre Radio Sardegna, improvvisata a Bortigali dai militari con materiale di recupero e con essi stessi come presentatori e tecnici, fu la prima emittente dell'Italia liberata;
  • 10 settembre 1943 i tedeschi occupano la sede dell'EIAR a Roma, sospendono le trasmissioni per 2 giorni per poi riprenderle al servizio della loro propaganda;
  • 11 settembre '43, comincia a trasmettere Radio Bari;
  • 10 novembre '43, dal Nord Italia va in onda il giornale radio dell'EIAR, in seguito al trasferimento a Busto Arsizio, in territorio della Repubblica Sociale Italiana, del potente centro radiofonico di Roma Prato Smeraldo;
  • 10 maggio '44, la sede legale dell'EIAR viene trasferita a Torino;
  • 6 giugno '44, 2 giorni dopo la liberazione di Roma, Radio Roma apre le nuove trasmissioni con la notizia dello sbarco in Normandia, pur essendo in funzione solo il trasmettitore di Monte Mario;
  • 14 giugno '44, nuova gestione dell'EIAR sotto controllo alleato;
  • 26 ottobre '44 la parte dell'EIAR rimasta a Roma cambia denominazione in RAI.

Come si può vedere, l'EIAR subì la stessa divisione dell'Italia, operando, sia pure per un breve periodo, con lo stesso nome nelle 2 parti in cui era diviso il Paese.
E' da sottolineare che, in seguito all'armistizio dell'8 settembre '43, in Italia furono interrotte le trasmissioni in onde corte.

Messaggio Croce Rossa scritto a Trapani il 6 novembre '43, diretto in Sardegna, con il timbro postale a destinazione di Orune (Nuoro) del 23/12/43. Il mittente dovette servirsi di un messaggio della Croce Rossa Internazionale perché in quel periodo il servizio postale civile tra la Sicilia, soggetta all'Amministrazione Militare Alleata e la Sardegna, facente parte del cosiddetto “Regno del Sud”, era interrotto. Sul retro la risposta, datata 27 dicembre '43, in cui si fa riferimento ai messaggi inviati a Radio Sardegna per la trasmissione. (“...ma non trasmessi”... Le trasmissioni di Radio Sardegna subirono una breve interruzione, per poi riprendere a Cagliari).


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