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Alcune note sul vaglia ordinario

di Marino BIGNAMI

Il servizio "vaglia" delle Regie Poste Italiane è stato il diretto discendente del corrispettivo servizio postale del Regno Sardo (in effetti nei primissimi tempi dopo l'Unità si usarono anche gli stessi moduli).
Il servizio consisteva nella possibilità data a chiunque di versare una somma di denaro presso un ufficio postale e con il documento che attestava il versamento di poterla incassare in qualsiasi ufficio postale prescelto sia nel Regno che nelle Colonie (questa regola di scegliersi l'ufficio postale fu valida fino all'inizio del 1865; successivamente il beneficiario dovette incassare l'importo nell'ufficio postale specificato sul vaglia stesso).
Naturalmente la persona che incassava la somma poteva essere la stessa oppure un'altra giacché bisognava specificare sul vaglia stesso il beneficiario con nome e indirizzo. Il beneficiario del vaglia poteva effettuare delle girate a persone conosciute dalla posta o certificate da notaio .
Dopo la creazione dell'U.P.U. la possibilità venne estesa anche all'estero
(in precedenza era possibile solo con alcuni stati firmatari di convenzioni bilaterali).
E' stato il primo servizio creato in Italia per il movimento del denaro; nel tempo vennero create altre categorie oltre al vaglia ordinario: vaglia telegrafico, vaglia internazionale. Queste categorie del servizio vaglia a loro volta ebbero delle sottocategorie ad uso speciale, come il vaglia militare e il vaglia di servizio delle Regie Poste con vari sottotipi.
I moduli del vaglia ordinario ebbero nel tempo molteplici modelli e procedure ma sostanzialmente rimasero simili, fino all'introduzione del modello definitivo del 1926.
Il modulo vaglia del neonato Regno d'Italia nel 1864 era stato contraddistinto dalla sigla "Mod 75" e composto di tre parti: matrice, vaglia e ricevuta.
Il modulo che era fornito gratuitamente dalle Poste, era compilato ed emesso dall'addetto allo sportello il quale lo staccava dalla matrice secondo una scala di convalida inerente la cifra richiesta del vaglia, incassata la somma e la tassa per l'operazione lo consegnava all'utente.
Il modulo consegnato al richiedente era diviso in tre sezioni, il mittente ne tratteneva una sezione come "promemoria" e la rimanente parte del documento era inviata al beneficiario a cura del mittente.
Il beneficiario presentandola all'ufficio postale, poteva, dopo avere firmato una liberatoria, incassare la somma e ricevere a memoria dell'operazione una parte del modulo denominato "ricevuta" su cui il mittente poteva avere vergato un breve messaggio.
Il servizio vaglia ordinario ebbe come corollario una serie di altri documenti per la corretta gestione: richieste di rinnovo o di rimborso, attestazione di emissione vaglia ecc..

Il vaglia doveva essere fatto pervenire al beneficiario a cura del mittente ed era giocoforza che questi utilizzasse la posta per trasmetterlo. Il documento poteva essere spedito tal quale "allo scoperto" in raccomandazione o con servizio espresso (in tal caso l'affrancatura per tali servizi era applicata sulla ricevuta che sarebbe rimasta al beneficiario), oppure poteva essere messo in busta, verosimilmente con una lettera di accompagnamento, quasi sempre raccomandata o assicurata.

A sinistra modulo del 1924 (senza prezzo) con segnatasse. La parte A é stata staccata dal registro a madre-figlia con la cifra richiesta del vaglia £ Mille, a destra ingrandito un segnatasse per vaglia da 3 Lire. (da Internet)

Dal 1° Maggio 1924 tutto il sistema vaglia venne riformato introducendo un nuovo modo di operatività. Il metodo venne modificato e reso più sicuro perché praticamente la gestione dei moduli era a cura dell'amministrazione postale.
Il modulo vaglia Mod.I era formato sempre da tre sezioni A, B e appendice per comunicazioni, ed era staccato dalla matrice secondo una scala di convalida della cifra del vaglia stesso. Dopo avere incassato la somma scritta sul modulo e la tassa relativa all'operazione, l'addetto l'applicava con appositi segnatasse per vaglia che erano applicati in basso sulla parte A del modulo. Le tassazioni erano calcolate in scaglioni fissi, da una somma base alla somma limite superiore.

A memoria dell'operazione veniva rilasciata al mittente una ricevuta che era staccata da un registro madre-figlia su cui era segnata oltre all'ammontare del vaglia, anche la cifra della tassazione riscossa.
L'ufficio postale mittente spediva le tre parti del vaglia all'ufficio postale destinatario (situato in località di residenza del beneficiario) con busta del servizio per vaglia Mod. N III.
L'ufficio postale destinatario staccava la parte A e inviava al beneficiario il vaglia rispettando i servizi aggiuntivi richiesti.
Il beneficiario all'incasso ritirava come sempre anche l'appendice per comunicazioni (con l'indirizzo del mittente) il cosiddetto polizzino come promemoria dell'operazione sul quale era riportata l'affrancatura degli eventuali servizi aggiuntivi richiesti per la spedizione di raccomandazione, assicurazione, espresso o della posta aerea. Dopo pochi mesi, il 1° luglio 1926 i segnatasse specifici per il servizio vaglia vennero abbandonati e sostituiti con l'applicazione di una cedola di convalidazione che veniva staccata da un registro a parte madre-figlia.

Fronte e retro del modulo vaglia tipo del 1926 Mod. I da cent 10; sul fronte si notano le scritturazioni richieste. A sinistra la parte A, al centro la parte B e a destra l'appendice per comunicazioni o polizzino con al retro (vedi sotto) lo spazio per le eventuali comunicazioni.
Al centro sul retro gli spazi per le eventuali girate e in basso lo spazio per la firma di quietanza del beneficiario. Si notano gli spazi circolari per i bolli sia al retro della parte A che della B. In ambedue le sezioni quelli a destra erano messi dall'ufficio destinatario prima dell'invio al beneficiario, quelli a sinistra erano da applicarsi all'atto del pagamento .

Il documento o cedola di convalidazione era composto da doppia scala di identici valori monetari, era da ritagliare e applicare a colla ad un nuovo modello di vaglia Mod.I sempre a tre sezioni: A, B e appendice che sostanzialmente rimase poi immutato fino agli anni Novanta.
Il nuovo modulo ebbe un prezzo, fu quindi assimilato alle carte valori e come queste custodito, contabilizzato e venduto. Era acquistato dal mittente che lo compilava in ogni sua parte e lo consegnava allo sportellista.

Busta del servizio vaglia Mod. N III in esenzione di affrancatura, utilizzata per l'invio dei vaglia dall'ufficio emittente all'ufficio destinatario.

Anche questo vaglia era inviato all'ufficio postale del beneficiario con la busta verde di servizio Mod. N III e seguiva la procedura precedente.
La cedola di convalidazione era ritagliata in funzione della cifra del vaglia, incollata in apposito spazio del modulo-vaglia a cavallo tra la parte A e la parte B e confermata con bollo a data dell'ufficio mittente su entrambe le sezioni.
Il residuo della cedola di convalidazione rimaneva solidale con la matrice del registro vaglia dell'ufficio postale emittente come controllo.

Vaglia (Lire 5) senza la parte A inviato al beneficiario che non lo ha incassato, il modulo compilato ci chiarisce la procedura e ci permette di vedere la parte B (il vaglia vero e proprio) completata che dopo pagamento sarebbe stata archiviata dall'amministrazione.
Notare a sinistra la cedola di convalidazione con un massimale dell'importo del vaglia di mille lire confermata dal bollo a data dell'ufficio emittente.
Sotto al retro si nota il bollo dell'ufficio destinatario che applicata la data di arrivo del documento lo inviava al beneficiario, a sinistra lo spazio circolare per il bollo a data che sarebbe stato applicato al pagamento e fra i due bolli lo spazio per la firma di quietanza del beneficiario.

Dal 1925, su richiesta e a pagamento, venne data la possibilità al mittente di ottenere un documento di attestazione emissione vaglia su cui era applicata la tassa fissa in francobolli pagata per il rilascio del documento.

La parte A di vaglia del 1952 con applicato il diritto di ricevuta con francobollo da £ 10. Notare il numero frazionario introdotto dal 1913. Sul retro in alto a destra il bollo a data dell'invio al beneficiario, in basso a sinistra la data di pagamento del vaglia.

Dal 1950 fino al 1954 venne aumentato il costo del servizio con il diritto di ricevuta di £ 10, era assolto con francobolli applicati sul modulo vaglia sezione A, qualche volta specie nei primi tempi, per errore furono applicati sulla parte B che invece doveva essere riservata all'aggiornamento del costo del modulo vaglia, anche questo ottenuto con l'aggiunta di francobolli, oppure sul polizzino dove era consuetudine applicare i francobolli per i servizi aggiuntivi.

A sinistra Mod. II attestazione di emissione vaglia a pagamento. Al centro ricevuta del vaglia emesso a S. Pellegrino il 15.9.1925 e a destra la sigla del Mod. I (polizzino) proveniente dall'Eritrea affrancato con la tariffa di £ 2 per il servizio di Aereo-espresso.


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