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cenni sulle scritte accessorie e i bolli postali

di Marino Bignami


Il servizio postale ha avuto da sempre la necessità di comunicare agli addetti che si occupavano dell'istradamento della corrispondenza il trattamento riservato ad ogni singolo invio. E' evidente che il sistema più semplice e pratico fosse la lettera stessa.
Per convenzione maturata nel tempo le indicazioni di servizio, come l'istradamento e la consegna in senso lato della corrispondenza (in sostanza le cose da fare), dovevano essere segnalate sul fronte dell'oggetto postale dal lato indirizzo.

La normativa postale prevedeva che per ogni operazione si potessero descrivere le note o le osservazioni sia a mezzo di timbri che con scritte manuali. Le operazioni e le scritte accessorie effettuate dagli addetti postali erano molteplici: le seguenti servono solo per ricordarne alcune.
Dalla parte indirizzo si dovevano applicare da parte dell'ufficio mittente (sia a timbro che manoscritte) l'eventuale importo della tassazione da applicare a destino,
I francobolli non validi perchè fuori corso o perchè riutilizzati dovevano esse circondati da matita rossa senza essere colpiti dall'annullo, in caso di applicazione dell'annullo voleva dire che l'addetto accettava il francobollo come valido.
Tratti di matita che attraversavano l'oggetto sul fronte significavano "vedi retro" e un segno tondo che circondava l'etichetta di raccomandazione significava "rispedire all'ufficio postale mittente". Su busta commerciale una freccia rivolta all'indirizzo del mittente, stampato solitamente in alto a sinistra, aveva lo stesso significato.
Altri segni grafici erano usati per segnalare una anomalia del servizio o per una necessità legata alla corrispondenza, come il mancato annullo dei francobolli (da effettuare in transito obbligatoriamente con la solita matita colorata o con i bolli a data oppure con lineare "annullato").
La rispedizione ad un nuovo indirizzo o il ritorno al mittente era effettuato secondo norme U.P.U. usando l'inchiostro rosso, ma non sempre la normativa era seguita . Sempre sul fronte si segnalava il rifiuto dell'oggetto da parte del destinatario, segnalandone obbligatoriamente il motivo al retro.

Lo studio delle impronte e dei segni delle corrispondenze a volte ci permettono di integrare le notizie per una esatta definizione dell'oggetto postale e spesso di scoprire oltre alla provenienza anche i tempi di consegna e di seguirne il percorso postale e gli smistamenti subìti nei vari passaggi durante il trasporto.

Una busta che ci pone alcune domande:
i bolli di tassa T perchè sono stati applicati sul francobollo e perchè così ripetuti? perchè il francobollo è stato sfregiato ed è stato bollato a destino? ed ancora, perchè il peso scritto una prima volta è stato corretto?

I segni applicati sulla busta sopra riprodotta, secondo me, testimoniano alcuni errori "in linguaggio postale" che si possono spiegare nel modo seguente:
La busta affrancata per il peso del primo porto è stata regolarmente annullata con un bollo a macchina recante il " FIRENZE FERROVIA 1 XII 42 ore 23-24" ed inviata a Perugia. L'ufficio postale di origine non si accorse che superava il primo porto che all'epoca era di 15 gr., se ne accorse però all'arrivo a Perugia l'addetto al controllo Questi, inoltre, notando che il francobollo applicato era praticamente solo sfiorato dall'annullo, come da norma, si è premurato di bollarlo con un bollo a data in sua dotazione, ma ha sbagliato l'anno (si legge chiaramente PERUGIA Distribuzione 3.12.43.18 - l'ultimo numero sono le ore). Si può ipotizzare fosse una donna poco pratica della normativa perchè entrata da poco in servizio; era tempo di guerra e gli uomini erano sotto le armi. Poi, poichè gli (o le) sembrava superasse il peso, ha controllato ed ha segnato gr.20 sul fronte con una matita viola copiativa mettendo tre segni di tassa (T) sul francobollo. Qualcuno dell'ufficio gli deve aver fatto notare che la norma prescriveva di sfregiare i francobolli non annullati con la matita copiativa oppure di applicare il bollo ANNULLATO e che il segno di tassa (ne sarebbe bastato uno solo con la cifra in decimi di lira) non andava stampigliato sul francobollo da 50 cent. ma sulla busta, perchè poteva essere interpretato come una tassazione non corretta (come se il francobollo fosse stato usato come segnatasse). Il primo addetto sfregiò il francobollo con la stessa matita ma l'operazione fu completata dal secondo addetto. La norma prescriveva di tassare per il doppio del mancante, ricontrollando il peso, il collega esperto ha corretto il 20 segnato precedentemente in gr. 18 utilizzando un'altra matita, ha applicato poi il segnatasse da una Lira (come doppio del secondo porto mancante) e lo ha annullato con il suo bollo a data in dotazione.
Io penso che l'interpretazione esposta sia corretta, c'è qualcuno che ne da una spiegazione diversa ?

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