storia postale



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tra RSI e Repubblica:
la strana storia del signor Felice

di Gianni VITALE

"Con burocrazia si intende l'organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità. Il termine, definito in maniera sistematica da Max Weber, indica il "potere degli uffici" (dal francese bureau): un potere o, più correttamente una forma di esercizio del potere, che si struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutti e immodificabili dall'individuo che ricopre temporaneamente una funzione. L'etimologia ibrida del termine, dal francese bureau ("ufficio") connesso al greco krátos ("potere") ne rivela l'origine tarda e la derivazione di chiara matrice francofona.
L'accezione originaria del termine, in epoca moderna e premoderna, indicava un progresso ed una positiva terzietà rispetto alle forme organizzative basate sull'arbitrio e sull'esercizio individuale e dispotico di un potere personale. Rispetto a questi fenomeni, l'ideale burocratico all'epoca degli Stati nazionali poneva il potere in mano alla legge attraverso, ad esempio, la non-proprietà da parte del funzionario dei mezzi di produzione del proprio lavoro; la disciplina garantistica del rapporto di lavoro del funzionario, che non poteva essere licenziato perché sgradito al superiore; la definizione di procedimenti e procedure prestabiliti per tipologie uniformi di atti...
L'attuale accezione del termine è divenuta sostanzialmente negativa a causa di quelle che nel corso del Novecento sono state definite da alcuni "conseguenze inattese" del fenomeno burocratico: rigidità, lentezza, incapacità di adattamento, inefficienza, inefficacia, lessico difficile o addirittura incomprensibile (il cosiddetto burocratese), mancanza di stimoli, deresponsabilizzazione, eccessiva pervasività, tendenza a regolamentare ogni minimo aspetto della vita quotidiana" (da Wikipedia).
Quanto successo al Sig. Felice, a cavallo degli anni 1945/47, pare proprio possa annoverarsi tra quei epifenomeni tipici della negatività burocratese.
Ed ecco i fatti documentati su di un semplice foglio comunale che, a causa degli andirivieni fra due comuni: quello di Garbagnate Milanese e Bergamo, stava pian pianino consumandosi nei trascorsi del tempo.
Il 5 aprile 1945 il Podestà di Garbagnate Milanese inoltra al Comune di Bergamo il modulo-richiesta per il Sig. Felice di "CAMBIAMENTO DI RESIDENZA":


Non essendoci tracce di spedizione, il supporto viene inoltrato pro mano con altre lettere.

Il Podestà di Bergamo risponde il 21 aprile dello stesso anno

ma stavolta spedisce il modulo per posta affrancando con francobollo della Repubblica Sociale da 50 centesimi annullato in data 23.4.45.

Inizia a spuntare il "piglio" burocratico; infatti la pratica viene rispedita nuovamente a Bergamo con richiesta...........

Anche questa volta il modulo viene inoltrato con mezzi proprio al di fuori dei regolari canali postali.
Giunge a Bergamo ove il Sindaco risponde e rispedisce con stessi mezzi al mittente.

Ivi giace per ben due anni quando il Sindaco di Garbagnate Milanese ... siamo ormai in Repubblica, si rende conto della scadenza degli atti e formula nuova richiesta inviando sempre il medesimo modulo a Bergamo. Questa volta utilizza per la spedizione la Posta affrancando come lettera a tariffa Sindaci, quindi ridotta della metà.

Ricevuta la richiesta, il Sindaco di Bergamo invocando sempre le stesse normative sull'immigrazione, parliamo di Italia-Italia, nega per la seconda volta l'iscrizione alle liste comunali e rispedisce al comune di Garbagnate Milanese che darà fine, non sapremo mai come, alla diatriba procedurale.

Questo escursus tra norme, cavilli e buracrazia ci è servito semplicemente per spiegare una lettera tra Sindaci che potremmo definire in termini classici come una "rispedizione comunale", cosa consueta e di frequente riscontro negli archivi degli uffici pubblici, ma che al contrario porta con se due anni di storia dei comuni e delle poste.
Dei comuni è chiaro l'intento, mentre delle poste: la presenza di due francobolli differenti, di due periodi diversi: R.S.I. e Repubblica, di annulli oblietranti così distanti : 23.4.45 e 12 GIU 47, crea fascino e stimola la ricerca.

"Non c'è niente che faccia tanto prestigio in un'azienda quanto il numero dei propri subordinati. E non c'è niente di tanto gratificante quanto passare a dei subordinati la responsabilità di pensare. Ne derivano un potente impulso ad aumentare le schiere del personale e una marcata tendenza alla stasi burocratica." John Kenneth Galbraith (1908-2006), economista americano.
...e di questi tempi mi pare proprio una perla di saggezza!

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