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le mie considerazioni sul bollo 8.61 di Milano

di Francesco Luraschi

La mia opinione personale è che il bollo in questione sia di natura privata o, meglio, che sia stato utilizzato da un vettore circolante nella rete postale ed in essa accreditato solo per contrassegnare le lettere da lui trasportate. Non si tratterebbe quindi di un bollo postale anche perchè apponendo il bollo ottagonale ebdomadario le lettere venivano ad avere tutte le caratteristiche necessarie e sufficienti per rientrare negli standard postali dell'epoca (settimana di partenza da evidenziare al destinatario in modo che allettandolo con la proposta di notizie fresche non abbia poi da rifiutare la lettera e quindi il relativo pagamento).

E'tuttavia impossibile dare un giudizio inappellabile su questo argomento vista la scarsa quantità di lettere in circolazione. Confrontando le lettere pubblicate su questo sito con una terza dell'asta Santachiara 202 lotto 89 noto che il bollo postale dell'ufficio pedoni è sempre impresso in "nero profondo" mentre il bollo definito "araldico" e'marronastro, simile a quello utilizzato per compilare l'indirizzo del destinatario.

Potrebbe questo essere un indizio che induce a pensare ad origini diverse dei due bolli e/o che vennero apposti in tempi e luoghi diversi magari anche da soggetti differenti e con mansioni diverse.

Di interessante vi e'inoltre il fatto che le lettere in partenza da Milano (lotto 88 e 89) mancano del segno di tassa presente invece sulla lettera da Ameno per Pavia via Milano. In altre parole sembra che sulle lettere recanti il bollo postale manchi la tassa e viceversa, come se la presenza del primo avesse effetto tacitante sulla definizione della tariffa. Riguardo la lettera del Sig.Chiarelli noto inoltre che la tassa è di 2 soldi e 6 denari (siglati 2.6), cioè una parpagliola, quando la tariffa minima per le lettere ducali era in quel periodo di 3 soldi. Capita talvolta di trovare siglata questa strana tariffa su lettere trasportate da barche corriere per esempio sul lago di Como: tuttavia non mi sembra che fosse possibile in quel periodo navigare con continuità dal lago Maggiore fino a Pavia.

Francesco Luraschi
 



asta Santachiara 202

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