torna al Regno d'Italia



pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
annulli numerali a punti
di Aniello Veneri

( per gentile concessione dell'Associazione Salernitana di Filatelia e di Numismatica da: "l'Occhio di Arechi - Notiziario n. 14 - ottobre 2005 )

ANNULLI NUMERALI A PUNTI

Nell’infinito campo della storia postale ogni elemento ha la sua importanza ed il suo valore, l’annullo che rende inutilizzabile il francobollo è sicuramente tra i più rilevanti.
“Fatta l’Italia ora bisogna fare gli italiani” gridò qualcuno all’indomani dell’unificazione ma, aggiungo io, anche il sistema postale andava riformato e unificato. Dapprima si regolò il sistema delle tariffe poi quello degli annullamenti. L’introduzione ufficiale degli annulli numerali italiani avviene nel 1866 con riferimento al supplemento del Bollettino Postale n. 2 del febbraio 1866 nel quale “Il Ministero ha dovuto prima d’ora riconoscere come il sistema fin qui seguito per l’annullamento dei francobolli apposti alle corrispondenze non sia bastantemente atto ad impedire le frodi a danno dell’Amministrazione, sia per la cattiva qualità dell’inchiostro in uso, sia perchè la traccia che lascia il bollo a date sul francobollo è troppo leggera, e può con facilità farsi scomparire mediante l’applicazione di qualche reagente chimico”.
“Per togliere siffatto inconveniente, il Ministero ha preso ad attento studio atto i vari sistemi in vigore presso le estere Amministrazioni, e si è convinto che, a raggiungere lo scopo, due condizioni sono necessarie, cioè l’uso di una speciale stampiglia e la scelta di un’altra qualità di inchiostro, che meglio dell’attuale resista all’azione dei chimici preparati. La stampiglia è composta di punti, e porta nel mezzo un numero progressivo, il quale rappresenta quello con quale d’ora in poi viene designato in ciaschedun uffizio”.
“Le stampiglie di cui si tratta trovansi in stato di costruzione, e saranno spedite agli ufizi nel mese di aprile, affinché si possano porre in opera col 1° di maggio, continuandosi però a far uso dell’attuale inchiostro, finchè non siano compiute le pratiche di cui sta occupandosi il Ministero per la somministrazione di altro inchiostro di migliore qualità”.
Come citato dallo stesso bollettino erano stati compiuti degli esperimenti prima di adottare definitivamente il tipo di annullo in questione; il primo fu realizzato a Torino dal 4 marzo al 9 maggio 1864 ove era in funzione una bollatrice acquistata in Gran Bretagna: il bollo a rombi apposto manualmente annulla il francobollo mentre il piccolo datario inglese appare sulla busta.

In realtà gli esperimenti più importanti furono eseguiti successivamente, nel secondo semestre del 1865, apponendo su alcuni fogli di francobolli di diverso valore con sovrastampa SAGGIO provenienti da Londra, vari tipi di annulli utilizzando anche diversi inchiostri. Si conoscono 6 tipi di annulli diversi.
Terminata la fase degli esperimenti si decise di adottare il tipo rettangolare con il numero al centro.
Il Bollettino Postale n. 3 del marzo 1866 specifica l’assegnazione dei numeri: dal 1 al 28 - Ufizi di 1.a classe; dall’29 al 235 - Ufizi di 2.a classe compresi i succursali, gli ambulanti e natanti, e quelli di Alessandria d’Egitto e di Tunisi; dall’236 al 2503 - Ufizi di 3.a classe.
“Nei casi di soppressione o di istituzione di ufizi gli impiegati avranno cura di apportare le necessarie modificazioni od aggiunte all’elenco sopra riportato, per modo che sia sempre tenuto con esattezza in corrente, e qualora si tratti di soppressione, le Direzioni compartimentali cureranno che sia immediatamente mandato al Ministero il bollo annullatore dell’ufizio soppresso”.
Con l’avvertenza che gli uffizi di nuova istituzione assumeranno i numeri degli ufizi che fossero stati per avventura soppressi, ed in difetto ne riceveranno altri progressivi dopo il 2503; si arriverà al 3083. Seguivano poi disposizioni di come le corrispondenze dovevano essere timbrate: il bollo numerale sul francobollo e quello nominativo con data a lato.
L’inchiostro utilizzato era il nero anche se sono noti casi in cui era utilizzato quello blu vietato perché “corrosivo dei bolli”.


pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori