S. P. del Regno delle due Sicilie

 

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La corsa Palermo-Messina per le vie delle montagne

di Giuseppe MARCHESE (Bollettino prefilatelico n. 45)

La corsa del "Corriero di Messina per le vie delle montane" soffre di una effettiva subordinazione alla corsa concorrente per le vie delle marine tanto da avere carattere sussidiario, così che nel 1814 Giovanni Aceto progetta di sopprimerla e di rimpiazzarla con la corsa per Catania che avrebbe avuto una diramazione fino a Messina.

Il Decreto del 10.11.1819 sembra riporti come deciso all'ultimo momento il salvataggio della corsa, limitandola però a una sola, corsa settimanale.

Dal resto questa corsa, stretta tra quella delle marine e la corsa per Catania non ha altro scopo che quello di collegare le località di transito, restando tagliata fuori sia dal grosso traffico per il continente, sia da quello diretto a Catania e Messina: la prima città perché non inclusa nell'itinerario, la seconda perché più rapido il collegamento via marine.

Con la costruzione della strada rotabile l'itinerario viene leggermente spostato ma la vecchia corsa assume un'importanza rilevante tanto da avere il sopravvento sul percorso per le marine per la celerità del collegamento e la possibilità di trasportare uomini e cose con la vettura corriera assieme alla corrispondenza.

Il percorso della vecchia strada dei Corrieri a cavallo utilizzata fino al 1838 è di miglia 176 circa.

Il percorso della strada rotabile in funzione dal 1829 per scopi commerciali e l'anno dopo anche per scopi postali è di miglia 240 da Palermo al Faro di Messina.

Itinerario

L'itinerario del corriere postale nel 1786, al momento cioè del trapasso della posta dal privato alla corona, è il seguente:

I ALTAVILLA.

II TERMINE Caccamo, Trabia.

III FONDACO NUOVO (CERDA) Aliminusa, Montemaggiore, Sciara

IV SCILLATO

V POLIZZI

VI PETRALIA SOTTANA Petralia Soprana, Geraci

VII GANCI

VIII NICOSIA Cerami, Sperlinga, Capizzi, Passarello

IX TROINA

X CESARO' S. Todaro

XI BRONTI Maletto

XII RANDAZZO Roccella V.D., Floresta, D. Domenica

XIII MOJO Malvagna

XIV FRANCAVILLA Castiglione, Linguaglossa. Mottacamastra

XV GAGGI Mascali, Caltabiano, Schisò, Graniti, Piamonte, Li Giarri, Castroraro.

XVI TAVORMINA Gallodoro, Mongiuffi, Milia, Forza d'Agrò, Roccafiorita, Casalvecchia, Limina, Mola

XVII SAVOCA

XVIII PAGLIARA Locada, Mandanici

XIX ROCCAPALUMBA Sciglio Casale, Missirio Casale, Palmeri Casale, Antillo Casale

XX FIUME DI NISI

XXI ALI'

XXII ITALA

XXIII GUIDOMANDRI

XXIV SCALETTA

XXV MESSINA

Le note in calce al percorso sopra riferito che risale al 1784, dicono: "Si avverte, che il corriero non passa per li detti paesi di Savoca, Pagliara, Roccalumena, Fiume di Nisi, Alì, Itala, Guidomandri, e Scaletta, ma i distributori di Guidomandri, e Scaletta si fan trovare al Fondaco d'Italia, dove si consegnano tutte le lettere dirette in detti paesi" (1).

Questo itinerario, salvo qualche breve aggiustamento, non verrà cambiato che nel 1838 quando il percorso verrà effettuato con la vettura corriera sul nuovo itinerario postale.

Nel piano di Giovanni d'Aceto del 1814, non approvato, la corsa veniva abolita.

Nel 1819 la corsa viene considerata secondaria poiché Messina per le marine effettua due corse settimanali e Messina per le montagne una.

Nel Decreto del 25-2-1820 vengono fissati i luoghi sedi di uffici postali: (2) Cerda, Polizzi, Petralia Sottana, Nicosia, Troino, Bronte, Randazzo, Mojo, Francavilla, Giardini, Mascali-Giarre, Taurmina, S. Alessio, Savoca, Pagliara, Fiume di Nisi, Scaletta.

Di lì a poco verranno aboliti gli uffici di Cerda, Troina, Mojo, Francavilla, Giardini, S. Alessio, Savoca, Pagliara, Fiume di Nisi, Scaletta.

Il 18 Agosto 1838 viene reso pubblico il nuovo orario per l'esecuzione delle corse postali in Sicilia. Per quanto riguarda il tragitto che ci interessa, il suo percorso risulta quasi completamente modificato, utilizzando il nuovo tratto stradale che passa attraverso Enna e Catania, precedentemente utilizzato quasi per intero per il corriere della corsa Palermo-Catania.

Le officine e i rilievi del nuovo percorso sono così distribuiti: Palermo, Misilmeri, Villafrati, Sottovicari, Manganaro, Gulfa, Vallelunga, Landro, Santa Caterina, Villarosa, Misericordia, Leonforte, S. Filippo, Regalbuto, Sisto, Adernò, Paternò, Catania, Aci Reale, Giarre, Giardini, Agrò, Scaletta, Messina. Questo itinerario resterà immutato fino al 1860.

 

Periodicità ed orari

Da tempo il viaggio del corriero iniziava il Martedì la notte - da Palermo e da Messina - e doveva essere di ritorno il martedì della seguente settimana.

Il percorso di andata e ritorno veniva quindi effettuato in undici giorni e mezzo (3).

Tale stato di cose rimane immutato fino al 1804, quando la periodicità delle corse diviene bisettimanale e le partenze da Palermo s'iniziano il Lunedì e Giovedì, alle ore 5 d'Italia (4).

Un'altro piccolo cambiamento avviene il 3.5.1813. I Corrieri partiranno all'una pomeridiana sempre nei sopradetti giorni (5).

Nella relazione di Giovanni Aceto che accompagnava il suo nuovo piano del 1814 è detto: "deve ogni corsa essere compiuta ch'è di giorni quattro per quella di Mazzara e di giorni sei circa per tutte le rimanenti ... abbreviando per metà il tempo che si è sinora impiegato nel sistema delle attuali corse" (6).

Con la riforma del sistema postale del 1820 i collegamenti diventano settimanali.

Da Palermo il corriere parte all'ora una pomeridiana dei Lunedì e l'arrivo a Messina è previsto alle ore 10 antimeridiane del Venerdì impiegando nel percorso all'andata quasi quattro giorni. Il corriere riposa sei ore a Termini; sei a Ganci; otto ore a Bronte e sei ore a Pagliara. All'arrivo in Messina riposa 27 ore per poi ripartire alla volta di Palermo.

Da Messina le partenze avvengono il Sabato all'una pomeridiana terminando a Palermo il Mercoledì alle ore 10 antimeridiane. Al ritorno il corriero sosta otto ore a Fiume di Nisi; sette ore a Randazzo; cinque ore a Ganci e otto a Termini. A Palermo il riposo si protrae fino all'ora di partenza della corsa seguente.

Il percorso viene così effettuato in circa 4 giorni, mentre la corsa completa comprensiva del riposo del corriero dura nove giorni.

Si ottiene così una riduzione di due giorni e mezzo sul percorso confrontandolo con quello d'inizio del secolo, che viene realizzato con la sola innovazione di un parziale miglioramento della sede stradale in alcuni tratti, mantenendo la struttura preesistente di un Corriero e cavalcatura che completano senza sostituzioni il percorso.

Passano gli anni e i decenni e si giunge al 18 Agosto 1838, quando una grossa novità viene apportata anche in Sicilia: l'introduzione delle vetture corriere.

Le corse diventano due. Le partenze da Palermo e da Messina avvengono ora contemporaneamente il lunedì e giovedì alle ore 22 (7).

E' previsto che il percorso termini nelle due città capocorsa il Mercoledì e il Sabato alle ore 20, impiegando 46 ore nei due sensi.

Dal 1.6.1839 le corse divengono trisettimanali. Le partenze da Palermo si hanno il lunedì e Giovedì alle ore 22 e il Sabato alle ore 24. Quelle da Messina il Lunedì alle ore 19, e il Mercoledì e Venerdì alle ore 16. Il percorso ha la stessa durata di 46 ore (8).

Dall' 1.1.1843 LE PARTENZE DA Palermo avvengono il Martedì, Giovedì e Sabato, ai soliti orari, e da Messina il Lunedì e Mercoledì alle ore 22 e il Sabato alle ore 16.

Dal 10 Marzo 1851 tutte e tre le corse partono da Palermo alle ore 24 e da Messina alle ore 16.

Fino al 1860 non saranno introdotte migliorie o modifiche negli orari.

 

Le strade

L'anno 1778 il parlamento siciliano emana un piano di costruzioni stradali tra cui la Palermo-Messina via montagne con diramazioni per Cefalù e il caricatoio di Tusa e la Palermo-Catania come diramazione della stessa strada.

Questa strada tra Palermo e Messina-Catania veniva indicata come prioritaria per i collegamenti isolani sia perché i paesi costieri della Messina marina erano collegati mediante la navigazione costiera, sia perché la strada per le montagne doveva essere di respiro al traffico interno dell'isola (9).

Il tracciato, dopo un attento esame dei luoghi, si snoda da Palermo a Misilmeri, Ogliastro, Bolognetta, Villafrati, Vicari, Roccapalumba, Vallelunga, Santa Catarina, Villarosa, Castrogiovanni, Catenanuova, Paternò, Fiume Simeto, Catania, Aci Reale, Taormina, Messina.

Beghe e interessi particolari dei baroni siciliani, nonché altri ostacoli non permisero una rapida costruzione della strada, anzi fino alla fine del 1790 si bloccarono i lavori al passo di Taormina, si aprirono le strade per Sciacca e per Messina marine e si continuò la Palermo-Messina per le montagne allo scopo di dirottarla per Girgenti (10).

Nel 1813 il percorso per le montagne è costruito fino a Vallelunga (11) restando fermo lo stato dei lavori tra Vallelunga e Santa Catarina per vario tempo.

Nel 1818 la situazione parve sbloccarsi con l'accordo di costruire la strada con il seguente itinerario: Palermo, Vill'Abate, Misilmeri, Ogliastro, Villafrati, Vicari, Roccapalumba, Alia, Vallelunga, Santa Caterina, Villarosa, Castrogiovanni, Leonforte, Nissoria, S. Filippo d'Argirò, Regalbuto, Adernò, Bronte, Maletto, Randazzo, Castiglione, Francavilla, Mottacamastra, Gaggi, Taormina, Forza d'Agra, Scaletta, Messina.

Il braccio per Catania era previsto iniziasse in un bivio dopo Adernò e quindi Biancavilla, Paternò, Catania.

Le vicende di questa strada continuarono ad essere tormentate principalmente per problemi di tracciato, prima intorno Catania, e poi per la richiesta che il nuovo tracciato attraversasse Caltanissetta. Dopo varie sospensioni si concesse una diramazione di 10 miglia che si dirigesse verso l'abitato.

Solo nel Luglio 1828 la strada fu interamente ultimata, ad esclusione di alcuni ponti che furono costruiti nei due anni successivi. Il braccio per Catania fu costruito per ultimo, dopo ultimato il tratto sino a Adernò, a cura e spese della provincia di Catania e dei Comuni interessati (12).

Ma la strada è costruita pessimamente tanto che alcuni tecnici sostenevano che la Palermo-Vallelunga doveva essere rifatta su un tracciato assai meno ripido, anche se più lungo di tre miglia. Inoltre "non si giustifica il tracciato da Randazzo per Linguaglossa al mare, preferito inspiegabilmente all'antico itinerario dei corrieri lungo la valle dell'Alcantara, assai più agevole e pianeggiante" (13).

Dopo tante polemiche, ritardi, sospensioni finalmente il 24.5.1830 il capo valle di Catania comunica: "si è aperta la comunicazione rotabile da questo capo valle con Palermo e Messina per mezzo di due lunghi tronchi di strada che incontrano la consolare, una a Adernò e l'altra al Ponte Minessale sopra Diana e già molti carri da trasporto e molte carrozze li hanno replicatamente percorso" (14).

Tuttavia la strada non è sempre agibile e dimostra gravi carenze. Nel 1851 l'Intendente di Palermo in una sua relazione afferma che vari incidenti rendono impossibile il transito della Palermo-Messina per le montagne per una frana dell'anno precedente nei pressi di Cefalù Diana (15).

Questa importante arteria, 50 anni prima avrebbe svolto un ruolo essenziale, è ora terminata mentre incombe l'avvento della navigazione a vapore e il mostro d'acciaio che corre sulla strada ferrata. L'itinerario definitivo è il seguente: Palermo, Misilmeri, Ogliastro, Villafrati, Vicari, Vallelunga, S. Caterina, Leonforte, S. Filippo d'Argirò, Regalbuto, Adernò, Bronte, Randazzo, Maletto, Linguaglossa, Piedimonte, Taormina, Messina. Il "braccio" per Catania si dirama da Adernò e quindi Biancavilla, Paternò, Misterbianco, Catania.

 

I rilievi

Nel periodo precedente all'introduzione della diligenza postale i rilievi avevano lo scopo di poter effettuare il cambio del cavallo sia dei corrieri che dei viaggiatori privati.

Intorno al 1830 sul percorso per Messina montagne vi erano i seguenti rilievi da Palermo:

a Polizzi poste 6 1/4

Petralia 0 3/4

Nicosia 2 1/2

Bronte 3 3/4

Randazzo 1 1/4

Taormina 3

Messina 4

Dato che ogni posta era calcolata in miglia 8 approssimativamente, secondo un uso universale, se ne può dedurre la percorrenza totale del cammino in miglia 176 circa (16).

Nel Febbraio 1838 nell'imminenza dell'inizio dei servizio postale con vettura corriera l'intendente di Palermo stabilisce i rilievi dei cavalli che devono funzionare, sia nei fondachi sia in locali propri dei comuni come appresso:

1) Misilmeri, al punto estremo del paese.

2) Villafrati.

3) S. Giuseppe.

4) Fondaco di Morganaro.

5) Fondaco detto di Cocchiera.

6) Fondaco di Re cattivi.

7) Villarosa

8) Leonforte

9) S. Filippo d'Argirò.

10) Realbuto.

11) Sisto.

12) Adernò.

13) Giardini.

14) Agrò.

15) Scaletta.

16) Messina.

Se la corriera prenderà la via di Catania: Paterno, Catania, Acireale, Giarre.

Se prenderà l'attuale via regia Bronte, Randazzo, Linguaglossa.

Come si noterà ancora non era stato deciso il percorso che la vettura doveva effettuare.

Nel Maggio 1838 essendosi stabilito il percorso vengono fissati definitivamente i rilievi che sono in tutto 23:

1) Palermo.

2) Misilmeri.

3) Villafrati.

4) Fondaco S. Giuseppe.

5) Mangano (Manganaro).

6) Fondaco Gulfa.

7) Barriera Pazzo di Palermo.

8) S. Caterina.

9) Villarosa.

10) Barriera della Misericordia.

11) Leonforte.

12) S. Filippo d'Argirò.

13) Regalbuto.

14) Sisto.

15) Adernò.

16) Paternò.

17) Catania.

18) Aci Reale.

19) Giarre.

20) Giardini.

21) Agrò.

22) Scaletta.

23) Messina.


Rilievi poi confermati nella ristrutturazione del 1839.

Le caratteristiche che dovevano avere i rilievi erano di una stanza per il maestro di posta, altra pei postiglioni, una rimessa per qualche vettura e suoi finimenti ed una stalla per 16 cavalli o almeno per ora 10 potendo in caso di necessità far uso di due locali contigui.

Dato che si erano indicati i locali dei fondachi come punto stabilito per la maggior parte dei rilievi non sembrano realistiche queste aspettative dato lo stato di questi luoghi di sosta in Sicilia. D'altra parte l'amministrazione postale non vuol spendere e quindi per quanto riguarda l'accoglienza e la funzionalità dei rilievi si nutrono seri dubbi suffragati dalla descrizione che vari viaggiatori fanno dei fondachi nei loro viaggi in Sicilia (17).

 

Le barriere

Le barriere sulla Palermo-Messina per la via delle montagne erano così suddivise:

4 Barriera di portella di mare al miglio 6

2 Barriera dell'Ogliastro al miglio 16

3 Barriera Portella di Blasi al miglio 22

4 Barriera Roccazzo di Ferro al miglio 34

5 Barriera Sette Frati al miglio 45

6 Barriera Portella di Creta al miglio 55

7 Barriera Roccattivo o Re cattivo al miglio 72

8 Barriera Portella della Fico al miglio 77

9 Barriera Tre Finaite al miglio 84

10 Barriera Pollecino al miglio 95

11 Barriera Piano della Misericordia al miglio 102

12 Barriera Vivio d'Asaro al miglio 114

13 Barriera Censito d'Aggira al miglio 119

14 Barriera Portella di S. Nicolò al miglio 125

15 Barriera Portella di Paternò al miglio 133

16 Barriera Naviccia al miglio 146

17 Barriera Rocca Calandra al miglio 158

18 Barriera Presso Randazzo al miglio 169

19 Barriera Nocellato di Cerro al miglio 182

20 Barriera Catrabico al miglio 196

21 Barriera S. Alessio al miglio 205

22 Barriera Scaletta al miglio 216

23 Barriera Pistonera al miglio 225

 

Mezzi e Personale

Il mezzo principe per i collegamenti postali fino al 1830 resta il mulo, quadrupede resistente e atto a superare le asperità del suolo e le difficili condizioni ambientali.

Vi è un breve intermezzo nel 1813 quando viene messo in esecuzione il sistema dei cariaggi, cioè della vettura corriera, per i tratti di strada già ultimati. Il cammino di Messina Montagne utilizza il tratto stradale da Palermo a termini per una distanza di 24 miglia.

Terminato il breve esperimento si ritorna al sistema del postiglione a cavallo fino al 1838 quando viene istituito il servizio postale con la vettura corriera.

Le diligenze postali sono dei piccoli carrozzini "costruiti in modo tale da offrire il comodo di due piazze interne pei viaggiatori, e due piazze esterne coverte con mantice, ed anteseno, e queste serviranno per Corriere, e pel conduttore, sino a che costui non si addentri a guidare a cavallo per rimettere anche commodo di un terzo viaggiatore la piazza esterna, che ora occupa tale individuo" (18).

Di questi carrozzini ve ne erano in servizio due oltre a qualche altro esemplare probabilmente tenuto di riserva.

Il numero dei cavalli disponibili nei rilievi è normalmente di 6 animali, salvo alcuni rilievi con 8 cavalli, di cui due da sella, a Manganaroe S. Catarina.

Il rilievo di Palermo aveva a disposizione 14 cavalli.

Il numero dei cavalli da attaccare alla carrozza dipendeva dalle persone da trasportare. Fino a tre persone e la valigia della posta si attaccavano tre cavalli. Se le persone erano quattro si attaccava un altro cavallo.

La diligenza postale effettuava un servizio di trasporto di corrispondenza e viaggiatori che avrebbe dovuto diminuire le spese inerenti il trasporto della posta.

Il costo del trasporto per un posto in una piazza interna della vettura da Palermo a Messina costa ducati 11 e grana 60, vale a dire gr. 40 per posta. Fino a Catania il costo è di Ducati 8 e grana 60.

Per fare un raffronto di lì a pochi anni la tariffa per il percorso Palermo-Messina con il vapore postale costerà Ducati 14 e grana 40 in prima classe e ducati 6 in terza classe.

Il personale impiegato per il trasporto della posta per il periodo 1786/1819 è limitato ai corrieri che compivano il percorso ed erano alle dipendenze dell'affittuario delle corse.

Dal 1819 l'amministrazione postale borbonica assume in proprio la conduzione delle corse principali. I corrieri sono sempre adibiti al solo trasporto del sacco della corrispondenza escludendo ogni intromissione nel maneggio della corrispondenza.

È esplicitamente vietato loro di trasportare lettere che non siano passate tramite gli uffici postali e dovranno consegnare le lettere, nella loro totalità, alle officine di posta per la consegna ai destinatari (19).

I corrieri erano obbligati ad eseguire le corse personalmente o per mezzo di persone da loro scelte e accettate dai luogotenenti di Palermo e di Messina e viene vietato "l'abuso finora praticato" di interrompere il viaggio per la strada, cioè di effettuare i "mezzi cammini".

Con l'anno 1838 prendiamo in esame sia il personale impiegato nelle corse sia quello impiegato nei rilievi, escludendo i corrieri di posta traversa e quelli delle corse d'incontro la cui struttura verrà esaminata a parte.

Per il viaggio della diligenza l'amministrazione assegna 6 corrieri; uno per ogni corsa delle sei settimanali (tre che partono da Palermo e tre da Messina).

I vetturali incaricati di guidare la vettura corriera sono sistemati due per ogni rilievo e si danno il cambio di rilievo in rilievo.

Per ogni rilievo vi è un soprastante incaricato dall'Amministrazione della cura del rilievo, per un totale di 23 persone.

Oltre a queste persone ve ne sono altre che non ricevono compenso alcuno dall'amministrazione, ma un compenso saltuario, detto buonamano, quando attaccano i cavalli alla vettura del privato e la cui tariffa è fissata in 5 bajocchi.

 

Il trasporto della posta

Per il periodo che intercorre dal 1786 al 1819 il trasporto della posta viene affidato a corrieri estranei all'amministrazione che ne dovevano curare la consegna agli uffici postali di destinazione.

Tale compito viene contemplato nelle istruzioni del 1814: "I detti plichi saranno consegnati al Corriere colla solita bolletta, secondo la quale sarà responsabile di far consegna al distributore. Saranno ancora consegnate al Corriere le lettere de uffizio delle Reali Segreterie, e dé Magistrati, col solito parte, in un mazzetto separato. Il Corriere sarà responsabile della consegna delle lettere, e di restituire al suo ritorno il Parte colle ricevute dé Distributori locali, e mancando a questi doveri sarà punito come conviene" (20).

Oltre al trasporto della posta incombe ai corrieri: "XVII. Saranno in obbligo i Corrieri di valersi di buona vettura capace a poter eseguire le rispettive corse, e dagli arnesi necessari al trasporto delle lettere, dé plichi, delle robe etc. e precisamente di valigia per ben custodire le lettere dalle piogge, e dai fiumi. Per la esecuzione di tale importante articolo i luogotenenti di Palermo, e di Messina faranno osservare da persone pratiche, e gli arnesi per conoscere se siano atte alla buona esecuzione, e nel caso diverso daranno a carico di chi appartiene le provvidenze, come darne conto alla Giunta.

XVIII. I corrieri dovranno nel punto della partenza caricare sia ne cariaggi nel modo, che quì sotto sarà espresso, sia sopra le bestie, le valigie delle lettere tanto nelle due officine di Palermo, e di Messina, quanto rispettivamente nelle altre del regno, ed al ritorno dovranno direttamente portarsi a scaricare le valigie nelle stesse officine, non permettendosi a medesimi, dopo aver scaricate le valigie, o nel ritorno prima di scaricarle, andare alle loro case, o altrove. I trasgressori saranno oggetti al corrispondente castigo.

... XX Dovranno i Corrieri suddetti curare, che dai Distributori del Regno fossero loro consegnate le lettere in tanti plichi distinti, come sopra è stato disposto, e resteranno responsabili di consegnarli ben ligati, e senza veruna alterazione, all'Ufizio della Posta" (11).

Fino al 1838 le cose non mutano sostanzialmente, anche se adesso i corrieri postali sono dipendenti dall'amministrazione ma le caratteristiche generali del servizio espletato non muta.

Dall'Agosto 1838 entrano in servizio le diligenze postali per introdurre anche in Sicilia quel servizio di Malie-poste già felicemente sperimentato altrove e che ha permesso in un primo tempo di ridurre le spese dei trasporti postali, per giungere infine al trasporto gratuito della corrispondenza.

Purtroppo ciò non si verifica in Sicilia per lo scarso traffico e le altrettante scarse attenzioni governative al problema postale.


Sulla vettura corriera vi erano due persone. Una adibita alla guida e un'altra adibita allo smistamento della corrispondenza. Arrivati a una officina postale il Corriero consegnava il pacco delle lettere, faceva firmare il parte nel quale erano elencati le lettere che si consegnavano. Nello stesso tempo il Corriero prelevava la posta di quella località diretta in altre località nel senso della sua marcia e ne firmava la consegna. Questa prassi imponeva che sia il Corriero che l'Ufficiale postale fossero presenti, al momento dello scambio il che comportava alle volte disguidi favolosi. Come quando l'Ufficiale postale asserisce che "aspettato il corriero fino alle 4 d'Italia questi non si fece vedere" oppure quando nottetempo e con un tempo da lupi il corriero aspetta inutilmente che l'ufficiale postale arrivasse per consegnargli il pacco (21).

 

La posta traversa

La corsa Palermo-Messina per la via delle montagne è la corsa più lunga in esercizio nell'isola.

Logico quindi che vi siano numerosi cammini di posta traversa e posta interna, che qui chiameremo indiscriminatamente con il primo termine.

Nella "Nuova pianta del cammino dei corrieri ordinari" del 1784 non vi sono poste traverse, nel senso che si dà a questo termine, ma dei punti fissi nei quali il corriero ordinario lascia e prende la corrispondenza per i comuni non percorsi dal corriero, fermo restando il fatto che i comuni interni possono mandare e ricevere la loro posta di paese in paese.

Ma vediamo quali sono questi punti principali:

a) Fondaco Nuovo o Cerda per la posta di Alminusa, Montemaggiore, Sciara.

b) Petralia Sottana per la posta di Petralia Soprana e Geraci.

c) Nicosia per quella di Cerani, Sperlinga, Capizzi, Passarello.

d) Cesarò per S. Todaro.

e) Bronti per Maletto.

f) Randazzo per la posta di Roccella V. D., Floresta, Santa Domenica.

g) Mojo per Malvagna.

h) Francavilla per la posta di Castiglione, Linguaglossa, Mottacamastra.

i) Gaggi la smista per Mascali, Caltabiano, Schisò, Graniti, Piamonti, Li Giarri, Sastroso.

i) Tavormina per la posta di Gallodoro, Mongiuffi, Milia, Forza d'Agrò, Roccafiorita, Casalvecchio, Limina, Mola.

m) Bondaco d'Itala per le lettere di Savoca, Pagliara, Roccalumera, Fiume di Nisi, Alì, Itala, Guidomandri e Scaletta, sempre al fondaco d'Itala Pagliara prende quelle dirette a Locada e Mandanici. Roccalumera prende quelle per Sciglio Casale, Missirio Casale, Palmeri Casale, Antillo Casale (22).

Nell'Agosto 1838 iniziano le corse con vettura corriera e il percorso principale viene modificato.

 

Le poste traverse divengono tre:

1) Da Vallelunga per Alimena e capolinea a Petralia con un percorso di miglia 21.

2) Da Leonforte a Nicosia con un percorso di miglia 12.

3) Da Adernò a Bronte, Randazzo, Piedimonte e infine Giardini, per un complessivo percorso di miglia 49.

Un anno dopo avviene la sistemazione definitiva del percorso traverso e dei punti d'incontro. Le corse di questi percorsi vengono descritti a parte.

Le poste traverse sono ridotte a due:

1) Da Leonforte a Nicosia con un percorso di miglia 12.

2) Da Adernò a Piedimonte, attraverso Bronte e Randazzo, con un percorso di miglia 42.

Le diramazioni di posta interna sono più articolate, e di ciò forniamo il quadro generale a parte.

Per quanto riguarda il collegamento con l'isola di Ustica esso è previsto settimanalmente, ma anche per questa isola sorgono gli stessi problemi dei collegamenti con le Egadi e Pantelleria e perciò possiamo considerare i collegamenti postali saltuari e non regolari.















 

NOTE

(1) Tribunale Real patrimonio. Scritture presentate dal principe di Villafranca nella causa col regio fisco. Busta 1111.

(2) Decreto n. 1896 del 25-2-1820.

(3) "Art. III. Il fittajolo del cammino di Messina per le vie delle montagne partirà parimenti da questo ufficio la notte del Martedì, e dovrà essere di ritorno la domenica mattina di buon'ora della susseguente settimana, ed in caso di ritardo..." ASP Avviso per lo affitto di nove cammini di posta. Real segreteria incartamenti. Busta 5331.

(4) Il cambiamento avviene il 4.6.1804. ASP miscellanea archivistica 2° volume 89, foglio 92.

(5) ASP Real Segreteria incartamenti. Busta 5384.

(6) ASP Real Segreteria incartamenti. Busta 5384.

(7) BCP Giornale dell'Intendenza borbonica di Palermo, anno 1838, pagg. 81 e seguenti.

(8) Stato generale delle regie Poste. Lorenzo Dato, Palermo 1839.

(9) Storia della Sicilia, il problema stradale fino all'unificazione pagg. 69/70.

(10) Idem pag. 70.

(11) ASP Real segreteria incartamenti B. 5384.

(12) Gli abitatori della città di Catania si impegnano a vincere tutti gli ostacoli ... di giovarsi della grande strada consolare da Palermo a Messina e da Catania a Palermo". BCP Giornale dell'intendenza borbonica di Palermo 6.7.1829.

(13) Storia della Sicilia. Il problema stradale fino all'unificazione, pag. 75.

(14) BCP Giornale dell'intendenza borbonica di Palermo anno 1829.

(15) BCP Giornale dell'Intendenza borbonica di Palermo anno 1851 pagg. 99 e segg.

(16) G. Francioni Vespoli, Itinerario per lo regno delle due sicilie, Napoli 1830.

(17) P. Brydone, Viaggio in Sicilia e a Malta 1770. Longanesi e C., Milano 1968 C. Castone, Viaggio della Sicilia, Palermo 1803. Giornale del viaggio fatto in Sicilia e particolarmente nella contea di Modica nei mesi di Maggio e Giugno 1808 dall'Abate Paolo Balsamo, Palermo 1813.

(18) B.F.T., Giornale dell'intendenza borbonica di Trapani, anno 1838, pagg. 143 e segg.

(19) Decreto n. 1757 del 10.11.1819.

(20) ASP, Istruzioni da osservarsi dai Luogotenenti, e distributori del regno per la economica distribuzione delle Poste, Miscellanea archivistica 2° volume 89.

(21) ASP, Real segreteria incartamenti, Buste 5331-5347.

(22) Nuova pianta del cammino dei corrieri ordinari, ASP, Tribunale real patrimonio, Busta 1111.

 
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