torna a tariffe insolite


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...e la Posta non guarda in faccia nessuno!

 di Edoardo Paolo Ohnmeiss

Ora un’altro esempio, ma questa volta alla rovescia. Si tratta di una cartolina illustrata che da Parma viene spedita a Locarno (sulla sponde svizzera del Lago Maggiore). Siamo nel marzo del 1924, un anno e mezzo dopo la marcia su Roma. I fascisti stanno cercando il consenso della popolazione mediante il voto. Usano il tono morbido, ma galvanizzante “NAZIONALE”. E con tale concetto vediamo annullato il francobollo da 30 centesimi, che dovrebbe rendere franca la spedizione.

Tuttavia così non è: il mittente ha scordato che, a partire dal 1° gennaio 1923, le tariffe postali sono cambiate. Una cartolina illustrata destinata all’estero richiede 20 centesimi, purché presenti soltanto la data e la firma del mittente. Con un testo scritto occorrono 60 centesimi. Pertanto l’ufficio postale di Locarno attua la tassazione. All’epoca il cambio era: Lire 2,40 per un franco svizzero. E poiché il doppio dell’affrancatura mancante è di 2 x 30 = 60 centesimi, pari a ¼ di franco, il controllore di Locarno segna a matita la cifra 25 e l’impiegato postale applica un francobollo svizzero di tassazione di 25 centesimi. Timbrato con il bollo di Locarno 20 – 3 – 24 (ore) 13.
Vediamo una tempistica di spedizione straordinaria: in un solo giorno questa cartolina viaggia, da Parma, con l’Ambulante Bologna-Milano, dove passa sul Milano-Zurigo, quindi scende a Bellinzona per raggiungere Locarno.
Si pensi: non un ESPRESSO, ma una semplice cartolina illustrata. Altri tempi.

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