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La contessina Antonietta Negroni Morosini | ||||||||||||||
di Paolo Cavalleri | ||||||||||||||
Quello che vorrei raccontare, in questo breve articolo, è la avvincente storia della famiglia Morosini, nella Milano della metà dell’Ottocento, nel pieno del fervore preunitario Tutto nasce da una lettera, venutami alla mano quasi per caso; infatti, il suo valore commerciale è pressoché nullo; nell’osservarla più attentamente, notai segnato a matita, un appunto: “sonetto per la nascita della contessina Antonietta”, ma purtroppo il sonetto non era più all’interno. A questo punto la curiosità è troppa, ed inizia la ricerca, sicuramente mi ero imbattuto in una persona non comune, chi era la Contessa? Il palazzo, il sonetto, il ricordo di nomi di vie milanesi percorse distrattamente. La contessa nasce a Lugano nel 1825, figlia di un nobiluomo, con la famiglia si trasferisce a Milano, questi sono gli anni del fervore risorgimentale, lei ed i suoi fratelli ben presto entrano in contatto con il clima artistico culturale, pervaso da suggestioni patriottiche, assieme al fratello Emilio, eroe delle "Cinque giornate di Milano", partecipa attivamente alla cacciata degli austriaci nel 1848, prestando assistenza ai feriti, e fornendo viveri e indumenti agli insorti. Nel 1860 cura l’amministrazione di una sottoscrizione a favore dei mille di Garibaldi. Sorte amara invece ha il fratello Emilio, che assieme ai fratelli Dandolo e all’amico Manara,sono tra i primi a salire sulle barricate milanesi, come ufficiali del primo battaglione lombardo. Quello raffigurato è il ritratto della contessina Antonietta Negroni Prati Morosini bambina, ripreso da un dipinto di Francesco Hayez del 1858 conservato a Milano presso la Galleria d'arte moderna di Villa Reale Belgioioso. Il dipinto, commissionato al pittore veneziano da Alessandro Negroni Prati Morosini (padre della contessa Morosini ritratta nell'opera), è entrato a far parte delle collezioni civiche milanesi nel 1935. Paolo Cavalleri | ||||||||||||||
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