Storia Postale
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La liberazione di Padova nel 1866
Fabio Carraro

Dopo la disfatta di Sadowa avvenuta il 3 luglio 1866, evento chiave della III guerra d'indipendenza, in tutto il Veneto vi fu una gran mobilitazione di truppe dell'Impero per ripiegare alla difesa di Vienna.

Il 10 luglio a Padova si venne a sapere che Vittorio Emanuele aveva telegrafato a Napoleone III la sua adesione di massima all’armistizio; l’Arciduca Alberto parte per Vienna e le truppe austriache lo seguono, mentre quelle italiane sono in prossimità dell’Adige. Il giorno successivo, l’11 luglio, lasciano Padova il Delegato provinciale, il Commissario di Polizia, il Comandante militare, con le pochissime truppe austriache rimaste in città.

Il 12 luglio entra nella città di Padova il primo militare italiano, è il capitano del quinto squadrone del reggimento lancieri Vittorio Emanuele, Dario Delù scortato da un altro soldato, sono i primi italiani a fare il loro ingresso nella città del Santo. Accorso all’ufficio del telegrafo ne arresta gli impiegati, poi si dirige in stazione e ne assume la direzione, constatando la già avvenuta ritirata del nemico via strada ferrata, il giorno successivo arrivano 300 lancieri al seguito e si organizza la guardia civica.

Sono giorni di grande confusione tutti gli stemmi imperiali sparsi per la città vengono distrutti, mentre il servizio postale nonostante tutto deve andare avanti.

L’ufficio postale di Padova si adoperò comprensibilmente per dare continuità al servizio di spedizione con quello che aveva, ovvero i francobolli austriaci, perché quelli italiani ancora non erano stati forniti, inoltre gli addetti non erano a conoscenza di regolamenti da applicare, almeno fino al 17 luglio, quando l’Amministrazione Postale Italiana con una disposizione introduceva i francobolli italiani nei territori liberati con la cessazione di validità di quelli austriaci senza però indicarne una data certa.

Successivamente il Direttore Generale delle Poste Italiane Barbavara precisò, tramite un dispaccio del 20 luglio, che i francobolli austriaci non erano ancora considerati fuori corso e quindi potevano ancora essere tollerati fino al 20 agosto, data limite decisa dall’Amministrazione e comunicata a tutti gli uffici dei territori Veneti tramite il “bullettino postale” dell’11 agosto.

Dopo un mio recente ritrovamento posso sicuramente affermare che il 15 luglio anche a Padova, come il caso di Rovigo già ampiamente spiegato da Lorenzo Carra (*), si fece un uso provvisorio dei francobolli austriaci per comporre la tariffa italiana di 20 centesimi, nel periodo compreso tra il 15 e il 19 luglio 1866.

Padova 15/7 primo giorno della tariffa provvisoria di 8 soldi

Particolare del retro della gran parte di lettera

Si tratta di gran parte di lettera, facente parte della mia collezione, scritta il 14 luglio e avviata per Milano il 15 luglio, affrancata per 8 soldi, che corrispondono alla nuova tariffa italiana di 20 centesimi di lira (porto semplice per l’interno), assolta mediante due francobolli del Regno Lombardo Veneto, il 3 soldi verde con il 5 soldi rosa del 1864, della V emissione. Entrambi i francobolli sono dentellati 9½ e annullati con timbro a cerchio semplice: Padova 15/7.

Voglio far notare che per questa città non era conosciuto l’uso di questa particolare ma necessaria affrancatura, che rappresenta anche la prima data conosciuta di questo uso provvisorio, dove si ritenne valida l’affrancatura dei francobolli austriaci residui, equiparando 1 soldo austriaco a 2,5 cent italiani.

La vecchia convenzione del 28 settembre 1853 fu ignorata, altrimenti spedire una lettera sarebbe risultato molto più oneroso e giustamente, secondo il mio parere, si è tenuto conto che Padova ora era “Italiana”. Aggiungo una mia considerazione: l’uso di questa particolare affrancatura, post liberazione, la composizione cromatica dei due valori, con un po’ di fantasia, sembra ricordare il tricolore italiano, vista la presenza del verde sul 3 soldi, di un rosa carico sul 5 soldi unitamente allo sfondo bianco di entrambi i valori, oltre il danno anche la beffa per Francesco Giuseppe che stava assistendo alla perdita del Veneto Austriaco.

Rimanendo in tema “liberazione di Padova”, posso mostrare un altro mio ritrovamento come esempio di tolleranza durante la ritirata austriaca.
Si tratta di una sovracoperta senza testo partita da Vienna il 13 luglio 1866 e arrivata a Padova il 15 anche se la data non è ben leggibile, affrancata per soli 5 kreuzer, secondo la nuova tariffa introdotta il 1° gennaio 1866, per tutto l’impero austriaco erano sufficienti 5 soldi/kreuzer per spedire una lettera in porto semplice.

Vienna 13/7 per Padova affrancata 5 kreuzer

Annullo cerchio semplice Padova 15/7

Probabilmente a Vienna non si era ancora a conoscenza che Padova era appena divenuta Italiana e la tariffa utilizzata per l’affrancatura, fa presumere che si riteneva che ancora facesse parte dell’Impero; quello che incuriosisce molto è il fatto che non subì né alcuna tassazione, né un cambio di percorso considerati gli eventi bellici in atto su tutto il Veneto. L’ufficio postale patavino, molto probabilmente, vista la situazione di emergenza venutasi a creare e precedentemente esposta, fu tollerante anche con le lettere in arrivo dall’estero, e le accettò senza applicare alcuna tassa al destinatario, era solo da un giorno che in città sventolavano i tricolori.

Fabio Carraro
31-03-2021

(*) - Lorenzo Carra, 1866: la liberazione del Veneto, Vaccari Editoria, Vignola, 1998


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