Un documento veramente eccezionale datato 16 giugno 1768 ci spiega con esattezza e precisione qual’era la strada postale da Mantova a Vienna, una via antichissima che congiungeva la vecchia capitale dell’Impero Asburgico alla pianura Padana ed alla città dei Gonzaga che tanto affascinò anche Maria Teresa, la grande Imperatrice Austriaca allora regnante.
Ripercorriamo questo viaggio assieme al postiglione che compilò (o si fece compilare, la scrittura non sempre è la stessa) questo modulo prestampato. Passiamo le varie stazioni di posta una ad una e vediamo di capire le annotazioni ed i commenti scritti accanto alle località dove sostò la carrozza postale. Riviviamo questo percorso che oggi, tralasciando le autostrade, può essere ancora quasi lo stesso, anche se le strade ora sono asfaltate ed i nostri mezzi molto, molto differenti.
(Per distinguere quanto è sul modulo da miei commenti, trascrivo in “inclinato” le parti originali, con in grassetto quelle stampate. Non sempre quanto a penna l’ho potuto collocare all’esatto posto dove è stato scritto).
Il modulo recita:
“Da MANTOVA a Vienna per Cavalcata.
Tutti i Mastri di Posta da Mantova a Vienna, per via di Poster-Tal, o sia di Posteria, porteranno la presente Valigia dell’Ordinario d’Italia, cavalcando giorno, e notte con ogni possibile diligenza, segnando ognuno di loro al suo luogo il giorno, ed ora, che la riceveranno, acciò si possa vedere chi mancherà del suo debito, per esser conforme a quelli castigati.
Avrete già compreso che la “Poster-Tal” è la Val Pusteria e di ciò troveremo conferma dai paesi che verranno attraversati.
La “Valigia dell’Ordinario d’Italia” è quella della posta (ma vi sono anche pacchi e bagagli). “Cavalcando”, sì, però guidando un carro o una carrozza postale.
“… suo debito…” per controllare che ognuno abbia fatto il suo dovere e punire chi avesse mancato.
A questo punto avrete già notato che allora per andare da Mantova a Vienna non si attraversava il passo del Brennero (che veniva invece seguito per andare a Innsbruck, a Monaco di Baviera e poi in Germania) e non si passava neppure per il Veneto ed il Friuli, allora territori della Repubblica di Venezia, che già allora cercava di ostacolare la penetrazione austriaca in Italia.
Si seguiva una via tutta austriaca, un percorso che oggi si potrebbe definire “turistico”.
Piantina del ‘700 del percorso “da Mantova a Trento”
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Da Mantova si andava verso nord e, badando bene di evitare Verona, allora veneziana, si imboccava la valle dell’Adige nei pressi di Volargne, nella piantina indicata come “La Chiusa” perché in quella località, dopo le dolci colline a fianco del lago di Garda, aspri contrafforti montagnosi sembrano chiudere la pianura padana ed i forti di Ceraino e di Rivoli, di antichissima origine, sempre rafforzati nel corso del ‘700 e del 800 dagli Austriaci ancora oggi “sorvegliano” il passaggio.
L’abitato di Volargne in una stampa di fine ‘700
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Per Peri si arriva ad Ala di Trento, storica località che ha segnato fino al 1918 il confine tra il Trentino e l’Alto Adige italiani e la madrepatria.
Quindi a Rovereto (foto 6 disegno e 7 cartolina), città e località importantissima per molti aspetti ancor prima della comparsa dell’uomo sulla terra (ricordate le piste dei dinosauri?).
Disegno del 1600 riproducente la città ed il castello di Rovereto
Cartolina illustrata spedita da Rovereto ad Asola, nel Mantovano, il 30 agosto 1898
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Quindi Trento, poi Bolzano e quindi Brixen, Bressanone.
Qui non si sale verso il Brennero, ma si imbocca la bellissima val Pusteria (come non ricordare le passeggiate e le salite per i monti delle sue tante valli!) e la si percorre tutta per arrivare in Austria a Sillian. Quindi da Mittewald (che raccolte di funghi!) e Lienz seguendo il percorso del fiume Drava si arriva a Villach, appena al di là del Friuli italiano.
Da qui verso nord est a Leoben e, per il passo del Semmering, a Vienna.
Interessanti le annotazioni che sono state scritte a fianco delle località dove si fermava la carrozza postale. Inizialmente vi sono le precise segnalazioni dell’ora di arrivo e di ripartenza (così noi possiamo calcolare i tempi di percorrenza), poi vi sono annotazioni più turistiche, quelle che oggi servirebbero per assegnare le stelle (dormito bene, dormito male, buon alloggio…) o i berretti da cuoco (mangiato male, mangiato peggio, mangiato bene, buone trotte…) o quante volte mettere il segno dell’euro (pagato caro, pagato poco, pagato 2 fiorini a testa, caro prezzo…) o quanti soli sorridenti od indicazioni del panorama (bel luogo, bella città, piccolo e brutto, montagna spaventevole). Qualche luogo è particolarmente gradito come Frisach o Unzmark in Austria (Buonissima Osteria alla Posta…buonissimo alloggio). Come non pensare che a far scrivere queste note non abbia anche influito una accoglienza particolarmente calorosa riservata da parte di qualche piacente moglie o figlia dell’oste all’intraprendente ed aitante postiglione?
Vi sono poi tutte le indicazioni riguardo le dogane, i dazi, i pedaggi pagati. Interessante notare che mentre nel percorso italiano si scrivono soprattutto gli orari, in Austria si parla spesso dei dazi (…si comincia la versazione (cioè a pagare) essendo il primo luogo della Carintia…si pagano i cavalli…. si danno bollette per Pedaggio e Baulle). Apprendiamo quindi che la carrozza trasportava anche bagagli, valigie e“Baulli” oltre che posta.
Ma veniamo a questa posta e vediamo qualche lettera, almeno qualcuna fra quelle passate sicuramente per Rovereto e da qui poi inoltrata a diverse città italiane.
28 maggio 1688
Lettera da Amsterdam a Firenze
"franca Mantova” che, arrivando da Innsbruck, è passata per Rovereto |
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4 marzo 1775. Lettera “da Vienna” a Mantova, che ha passato le varie stazioni di posta indicate nel modulo |
Lettera “De Prague”
6 febbraio 1804 “par Mantoue” a Bologna, allora appartenente alla Repubblica Cisalpina |
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11 luglio 1835. Lettera da Vienna, dove ha pagato “14” kreuzer a Parma, dove pesando “6” denari ha pagato “77” centesimi (tariffa 60 + 10 per maggior peso + il Decimo di guerra) |
Raccomandata del 10 luglio 1843 da Rovereto, dove ha pagato “6/6”, cioè 12 kreuzer per la raccomandazione, a Modena dove ha pagato “60/100” (30 centesimi italiani per il porto, raddoppiati perché raccomandata) |
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23 aprile 1845. Lettera da Rovereto a Crema, “Franco” e Croce di Sant’Andrea in quanto pagati a Rovereto “6” kreuzer per l’intero percorso fino a destinazione |
Un sentito ringraziamento all’amico Sergio Leali per i preziosi documenti messimi a disposizione, a Francesco Dal Negro ed al compianto Max Rungg per l’opera “Postgasthoefe und Stationen an der Brennerstrasse” dalla quale ho tratto notizie ed immagini.
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