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la linea Cunard

di Luigi M. Impallomeni e Giorgio Magnani (ASPoT)
da un documento dell'epoca

A bordo di un bastimento a vapore nel 1850
Nel 1850 uno degli elementi di maggior interesse per un straniero a New York era sicuramente una visita al porto per osservare gli “Ocean steamers”, le navi a vapore oceaniche, che congiungevano gli Stati Uniti con l’Europa e rappresentavano il massimo della tecnologia del tempo.
In quel periodo giornali e riviste raccontarono dettagliatamente la rotta dei vapori e la vita a bordo con descrizione delle rotte per raggiungere gli USA, seguendo per quanto possibile la costa, con descrizione delle città costiere e dei porti naturali come la foce dell’Hudson o quella del Mississippi.

(l'imbarco fig.1)

Vengono descritte le fasi di partenza dei transatlantici.
L’osservatore è colpito dall’imponenza della struttura navale, dei macchinari, degli argani, dall’atteggiamento rude dei marinai e dal portamento austero e solenne del Capitano e degli Ufficiali.
Vengono descritti gli interni della nave: il grande salone che ha la funzione di sala da pranzo, di scrittura, con collegamenti con i locali per gli invalidi danno l’idea della diversità delle funzioni cui è destinato.

(Cabina del Capitano - fig. 2)

Vengono descritti i passeggeri: uomini d’affari, eleganti signore con marito che si guardano intorno con curiosità e languore, timore e speranza.
Il suono della campana avvisa della partenza che determina a turno allegria e lacrime silenziose, e l’ufficiale in plancia dà il comando di avviare le macchine, l’acqua viene spinta via dietro il timone e la nave con le centinaia di occupanti riuniti e provenienti da ogni parte si allontana dal molo.

(addetto al timone - fig. 3)

 

(salone principale- fig. 4)

Sventolio di fazzoletti mentre la nave gradualmente accelera dando l’impressione di un fatto prodigioso. La città con i suoi edifici, i moli, il gran numero delle navi alla fonda scivolano via. Alcuni passeggeri osservano la scena, altri controllano il loro bagaglio, altri si occupano del loro alloggio, altri rivedono il piano dei loro affari.

(il pilota sale a bordo - fig. 5)

Un sentimento di preoccupazione prende chi per la prima volta lascia il suo paese. La paura di aver iniziato un viaggio pericoloso lascia il campo a un atteggiamento coraggioso, anche se alcuni insonni viaggiatori sentono nella notte il suono della sirena nella nebbia, che ha lo scopo di avvertire altri natanti dell’incombente arrivo della nave.


(sala caldaie motori - fig.6)

In realtà, nonostante tutti i progressi fatti dalla tecnologia e l’allontanamento della probabilità di disastri e naufragi, nessuna altra via di commercio è così piena di pericoli e difficoltà come il viaggio fra New York e Liverpool. La corrente del Golfo provoca la formazione di banchi di sabbia, tempeste e bufere e nebbia sono la norma e riguardano almeno la metà del viaggio. La stagione migliore è quella dei primi mesi d’estate, ma il pericolo è maggiore perché gli icebergs si staccano dalla Groenlandia e dopo un anno di lenta navigazione attraversano la rotta dei transatlantici; se si considerano tutti questi pericoli si deve dire che il fare arrivare in salvo queste navi è un risultato notevole. La Compagnia Cunard ha inviato una serie costante di navi e trasportato centinaia di migliaia di persone per circa trenta anni senza perdere una sola vita.
Il raggiungimento di questo risultato può essere considerato come il più grande trionfo della scienza umana contro le forze della natura.I doveri del capitano non sono solo estremamente vari, ma comportano anche il possesso di qualità molto diverse del carattere. Deve essere un capo. Nessun re è più assoluto di lui dal momento in cui il pilota lo lascia alla partenza fino a quando l’altro pilota lo prende in consegna. Egli ha tre differenti comunità da governare: i passeggeri, l’equipaggio, gli emigranti, che sommano più di mille persone; ogni comunità con le sue caratteristiche e necessità. Deve trasportarle in sicurezza attraverso pericoli di ogni sorta. Deve condurre la sua nave con l’osservazione delle stelle che si muovono, con il sole che percorre un tragitto diverso ogni giorno.


(la cambusa - fig.7)

L’ago della sua bussola è disturbato nelle sue indicazioni da molte cause. La correttezza dell’osservazione del suo cronometro comporta la vita o la morte della sua nave. I suoi strumenti sono il barometro, il sestante, il cronometro; questo dà l’ora della nave, l’ora di New York e quella di Liverpool e che, con il paragone fra questi dati determina l’avanzamento verso Est o Ovest. Inoltre un quadrante graduato che individua l’inclinazione della nave, il termometro che per l’abbassarsi della temperatura segnala la presenza di icebergs. Sono strumenti che amplificano la percezione che il capitano ha dell’ambiente esterno
e della nave. Il capitano non ha paura delle tempeste e dei pericoli che ha più volte affrontato, ma è anzi attratto dalla voglia di superarli. La sua carriera è piena di difficoltà superate su tutti i mari, dal Capo di buona speranza a Capo Horn alla Nuova Zelanda. I capitani sono scelti fra i migliori ufficiali della marina commerciale mondiale.Tutto è calmo quando la nave attraversa le tranquille acque del porto, ma quando entra nelle onde lunghe dell’oceano, gran parte dei passeggeri si ritirano sulle loro cuccette, e per parecchi giorni il ponte e le sale sono deserte. Il mal di mare è diffuso, ogni rimedio è un palliativo se non quello di starsene sdraiati e fissare gli oggetti intorno a sé seguendoli nel loro movimento. Quando il cervello si abitua al continuo movimento cessa il mal di mare. Le reazioni dei passeggeri sono diverse, e qualche marito abbandona sul ponte, all’aria aperta,


(coperta: piattaforma passeggeri - fig.8)

la moglie afflitta dal mal di mare per una più confortevole sistemazione nella sala comune di sotto coperta.Il viaggiare è un ottimo sistema di scoprire lati segreti del carattere,
quelli buoni come quelli cattivi. Le indisposizioni derivanti dal mal di mare spariscono dopo pochi giorni, e la nave in quel periodo passa oltre la zona delle nebbie e icebergs, ed entra nel profondo Atlantico, dove almeno sono da aspettarsi cieli sereni e non bufere. I passeggeri cominciano a emergere dalle cabine e dalle sale dove si erano nascosti. Ogni angolo che possa comportare un piccolo rifugio contro i forti venti è occupato da persone convalescenti.Le sedie ai lunghi tavoli nella sala cominciano ad essere meglio riempite per i quattro o cingue pasti giornalieri che costituiscono il sistema marittimo di alimentazione; e cioè colazione, pranzo, cena, tè e spuntino serale. Durante gli intervalli, quando i camerieri
lasciano liberi i tavoli, si vedono gruppi di persone che vi siedono intorno, alcuni leggendo, alcuni affrontando i loro giornali, altri in conversazione, con una sensazione di grande rilassatezza.
Le signore tirano fuori il loro lavoro in comodi angoli, formando piacevoli, sebbene a volte ingannevoli, immagini di industriosità e parsimonia.
Quelli che non hanno coraggio o abbastanza forza di esporsi in pubblico fanno delle cabine delle signore il loro posto preferito, un piccolo appartamento,


(cabina prima classe - fig.9)

dove si sentono perfettamente a loro agio liberi da problemi di cerimonie e di vestiario, e mangiano a loro piacimento.Le sale e le cabine di un transatlantico durante la parte finale del viaggio quando il tempo è accettabile, sono teatro di un attivo ed incessante innocente chiacchiericcio.
Infatti non c’è niente altro da fare se non occuparsi dei vicini. Una larga parte della conversazione che un invisibile ascoltatore potrebbe ascoltare riguarda i commenti su gruppi di persone appartenenti a un gruppo diverso dal proprio.Al di là di questa situazione, il viaggiatore che raggiunge l’Europa porta dentro di se’ il senso della grande distanza da casa e la percezione che fra lui e la sua Patria si estende il grande Oceano Atlantico, il che aggiunge un fascino misterioso ma molto reale alle sue avventure e alle meraviglie che vede.

(cabina per signore - fig.10)




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