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cronache postali del Granducato
la pagina del telegrafo XI
di Giuseppe PALLINI (il Monitore della Toscana n. 9)

Mi piace ricordare che queste “pagine” principiarono col Notiziario ASPOT n° 7, del Febbraio 1998, e sono andate avanti nei numeri 8, 9, 11, 12, 15, 17, continuando nel Monitore della Toscana nn. 5, 6 e 7/8. 1 In esse, a farsi dal bollo di Siena del Governo Provvisorio, ho segnalato via via i bolli di alcuni Uffici Telegrafici toscani usati durante il periodo del Regno d’Italia e precisamente, nell’ordine di pubblicazione, quelli di Arcidosso, Castel del Piano, Bientina, Grosseto, Vico Pisano, Bagni di Lucca, Piancastagnaio; inoltre, ho trattato della organizzazione del servizio telegrafico negli anni 1860, 1869 e 1876.
Mi piace meno constatare che questa mia iniziativa è rimasta finora una “vox clamans in deserto”, ma così è. Può dipendere dal fatto che questo settore non desti l’interesse di studiosi e collezionisti, anche perché si tratta di materiale che si trova poco in giro: non importa, se il “Monitore” seguita (bontà sua) ad ospitare queste bischerate, io vo avanti e con questa sono arrivato alla undicesima pagina, nella quale segnalo alcuni bolli degli Uffici Telegrafici di Firenze Centrale, Arezzo, Lucca, Montevarchi e Santa Fiora.

Come si vede, quelli di Lucca e Montevarchi hanno l’ornato “a baffi” ed è questa una caratteristica di questo tipo di bolli. Un bollo del tutto uguale è quello di Poggibonsi: non ho ancora trovato documenti telegrafici con questa impronta, ma l’ho vista qualche volta sulla corrispondenza nel periodo 1878-1879 e per me non c’è dubbio che dimostri il saltuario e occasionale uso postale del bollo telegrafico di quell’ufficio. Dato il periodo d’uso, lo si potrebbe trovare anche abbinato al numerale a sbarre: se c’è, è da considerarsi senz’altro fra le rarità del settore. Un uso simile a quello di Poggibonsi lo fece l’Ufficio P.T. di Monsummano nell’anno 1897.

E’ presumibile che i suddetti uffici avessero anche il bollo ovale e il lineare, ma quelli di solito li mettevano sul telegramma, mentre io ho trovato soltanto le ricevute.
Di Santa Fiora sono in grado di far vedere i due bolli sopra citati e non il bollo tondo, che forse c’era. Il lineare non si può definire “telegrafico”, ma era un bollo di servizio multiuso, almeno nelle ricevitorie (ed erano la grande maggioranza) che riunivano in un unico locale, affidati a un unico ricevitore, il servizio postale e telegrafico; e anche il bollo postale veniva qualche volta usato per i telegrammi.

 

NOTA: “La pagina del Telegrafo” pubblicata nel n. 5 del Maggio 2007 è la VIII e non la VII.

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