Torna alla Storia Postale Toscana


pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
Le quotazioni storiche del 3 lire di Toscana:
un investimento filatelico?
di Angelo PIERMATTEI e Giovanni LEONE(il Monitore della Toscana n. 16)

L’aggiornamento annuale delle quotazioni dei francobolli è una caratteristica unica della filatelia che testimonia la vitalità del suo mercato. Comunque nello sfogliare i cataloghi, emessi negli anni, si notano aumenti che se pur riferiti generalmente ad esemplari di qualità, non è facile associarli agli esemplari raccolti nella propria collezione. E la perplessità aumenta quando si esaminano esemplari degli Antichi Stati Italiani come nel caso del nostro 3 Lire del Governo di Toscana. Va detto che uno dei primati di questo esemplare è la sua elevata quotazione, infatti allo stato di nuovo (con e senza gomma ) , timbrato singolo o su frammento questo esemplare detiene la quotazione media più elevata tra i francobolli d’Italia.

Quando si vogliono analizzare le ragioni delle quotazioni dei francobolli bisogna naturalmente riferirsi alla legge della domanda/offerta ma anche fare i conti con il potere di acquisto del periodo. In filatelia l’offerta è rappresentata dal numero di esemplari emessi o da quelli presenti sul mercato. Nel caso del 3 Lire di Toscana non si conosce la tiratura ma gli esemplari ad oggi censiti ( Cronaca Filatelica n° 375-2010) sono circa 325 di cui solo 54 nuovi e di questi solo una decina in condizioni eccezionali. Tuttavia il 3 Lire è offerto oggi allo stato di singolo a prezzi molto variabili a secondo della qualità, siamo quindi di fronte ad un esemplare raro ma anche raggiungibile ed è classificato, R8, dal Catalogo Bolaffi Forum nella scala delle rarità , R, da 1 a 10.

Per quanto riguarda la domanda, questa è determinata dai collezionisti di francobolli classici oppure da investitori. I francobolli degli Antichi Stati presentano un fascino tutto particolare in quanto i loro disegni costituiscono un forte richiamo al nostro Risorgimento e nel caso del francobollo del Governo di Toscana, l’originalità di quel Lire Italiane (IT) prima del plebiscito per l’adesione al Regno di Vittorio Emanuele II, l’alto valore facciale, il colore delicato vicino al giallo oro e il grande stemma sabaudo come manifesto per la futura Unità d’Italia, sono stati gli elementi che hanno sempre determinato l’interesse e quindi la domanda per questo esemplare.

Le quotazioni

Le prime quotazioni filateliche documentate del 3 Lire Toscana sono state per esemplari timbrati. La filatelia nasce con gli esemplari timbrati, in quanto una volta il francobollo doveva aver assolto la sua funzione, prima di essere collezionato. Inoltre il 3 Lire assolveva bene la raccomandazione per l’estero e quindi probabilmente per tali ragioni Jean Baptiste Moens, il famoso rappresentante della filatelia belga, una volta avviata nel 1860 una florida attività commerciale con i francobolli, per primo offri il 3 Lire timbrato a 75 centesimi di franco, moneta questa allora alla pari con la nostra Lira. Curioso poi, che proprio a Firenze nel 1864 siano nati i primi cataloghi italiani il “ Manuale per far collezione di francobolli” redatto da U. Franchi (tipografia Tofani di Firenze) e la : “Guida di tutti i francobolli” di G. Brecher proprietario della omonima libreria. Si trattava comunque di guide che riportavano una sommaria descrizione degli esemplari, l’anno di emissione, i colori ed i valori, ma non le quotazioni.

Dalla Francia ha origine la vendita pubblica al maggior offerente e la prima asta di cui si ha notizia è del 4 dicembre 1865 a Parigi nelle sale del famoso Hotel Drouot considerato dai francesi “ patrimonio nazionale “ per la quantità e qualità delle aste di oggetti collezionabili ivi tenutesi. La prima asta inglese fu quella di Londra del 1872 e nel 1890 una Trinacria nuova all’asta londinese Chevelay raggiunse 32 sterline (circa 818 lire) proclamandosi cosi una grande rarità. In quella stessa stagione un 3 lire di Toscana usato fu aggiudicato a 13 sterline (332 lire).

Comunque le prime valutazioni sistematiche del 3 Lire presentate dai cataloghi Scott nel 1868 furono di 15 Dollari (86 Lire) per il timbrato, per poi passare nel 1895 a 160 e 250 Dollari ( 885 e 1380 Lire) per l’usato ed il nuovo rispettivamente. Alla fine del 1800 il catalogo Lawn&Baelow realizzato per descrivere le rarità di T. K. Tapling donate al British Museum dallo stesso collezionista, valutava uno dei tre esemplari del 3 Lire a 75 Sterline (circa 2000 Lire). La prima edizione del Yvert Tellier nel 1897 quotava a 5000 e 2000 Franchi (5300 e 2120 Lire) gli esemplari nuovi e timbrati. Queste quotazioni rimasero costanti fino al 1910 con l’eccezione del timbrato che scese a 1800 franchi. Nel ventennio 1920-1940 furono pubblicati i primi cataloghi italiani Landeman, Oliva e Gloria che offrirono le prime quotazione in Lire . E’ poi del 1942 il primo catalogo Sassone che oggi detiene il maggior seguito da parte dei commercianti italiani. Questo catalogo, realizzato grazie all’attività di numerosi operatori del settore, si segnalò subito fra le opere più interessanti. Il catalogo Bolaffi ebbe la sua prima edizione nel 1956 e con questo catalogo la Spa filatelica più grande d’Italia ha offerto spesso quotazioni interessanti ed alternative a quelle del Sassone per molti francobolli italiani.

In Figura 1 è riportato, in scala semilogaritmica, l’andamento delle quotazioni raccolte dall’anno dell’ emissione del 3 Lire. Con questa scala è possibile seguire in modo dettagliato le variazioni delle quotazioni in Lire italiane, del nuovo e dell’usato, in tutti i periodi storici. In particolare dal 1861 al 1897 sono riportate le quotazioni a partire da quella di Moens, e poi dalle aste internazionali fino al catalogo Scott. Sono poi riportate le quotazioni dei cataloghi Yvert dal 1898 fino agli anni ’20 e successivamente dai primi cataloghi italiani. Infine dal 1942 ad oggi sono state riportate le quotazioni Sassone con le ultime tradotte dagli Euro alle Lire.

Nella stessa Figura 1 è riportato anche il potere d’acquisto della Lira dal 1861 ad oggi. Il risultato è stato ottenuto utilizzando la media degli indici del costo della vita e dei prezzi all’ingrosso pubblicati dall’Istituto Centrale di Statistica. E’ interessante osservare il lungo periodo di stabilità della Lira fino alla prima guerra mondiale e successivamente il tentativo di rivalutazione della lira durante il “ventennio” e che fallì miseramente a seguito degli eventi bellici. In conclusione da questi dati risulta che la Lira del 1861 equivale oggi a circa 7650 lire cioè quasi 4 Euro.

Ritornando alle valutazioni Yvert, queste si mantennero stabili (come l’indice di inflazione) fino alla prima guerra mondiale. La crescita delle quotazioni salì bruscamente dopo la prima guerra mondiale e crebbe ancora indipendentemente dalla rivalutazione della Lira negli anni ‘20. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la valutazione dei 3 Lire reagì bene alla svalutazione della Lira e dagli anni ‘50 in poi le sue quotazioni offrirono buoni rendimenti. La svalutazione della Lira riprese con un crescendo graduale negli anni ‘50 e ‘60, per poi aumentare bruscamente negli anni ‘70. L’introduzione dell’ Euro ha poi portato negli ultimi 10 anni ad una svalutazione della Lira molto più controllata. Dai dati di figura 1 si può concludere che il rapporto tra la quotazione del nuovo/usato ha oscillato tra 2,0 e 2,5 a causa del minor numero di esemplari nuovi rispetto ai timbrati.

Qualche valutazione sugli investimenti

I dati di Figura 1 permettono quindi di stimare l’investimento nel 3 Lire di Toscana in periodi diversi. Per esempio l’acquisto di un 3 Lire nuovo o usato nel 1950, avrebbe comportato un investimento rispettivamente di 3ML e 1,2ML ( ML: milioni di Lire). Considerando il rapporto tra gli indici di inflazione nel periodo 1950 - 2010 uguale a 7500/249 = 30, tale valore andrebbe moltiplicato per le cifre investite nel 1950 al fine di determinare le cifre equivalenti spese nel 2010:

3ML x 30 = 90ML e 1,2ML x 30 = 36ML

Sottraendo alle quotazioni del 2010 l’equivalente speso in quell’anno, si possono ottenere i rendimenti netti:

630 ML - 90 ML = 540ML per il nuovo
290 ML - 36 ML = 254ML per il timbrato

quindi per l’esemplare nuovo si può stimare un rendimento percentuale di: (540ML/90ML)x100 = 600% , che in 60 anni vuol dire un valore medio del 10%/anno; mentre per l’esemplare timbrato si ottiene un rendimento percentuale di: (254ML/36ML)x100 = 705% che in 60 anni vuol dire un valor medio del 12%/anno.

Va comunque ricordato che in questo caso le quotazioni prese in esame sono relative ad un periodo troppo lungo in cui il concetto di qualità degli esemplari è fortemente mutato, per esempio le quotazioni di oggi a differenza del passato sono riferite ad esemplari assolutamente perfetti come quelli sotto riportati.

A)

B)

Due esemplari perfetti appartenuti a due noti collezionisti: A) CHAMPION - B) CASPARY

Quindi i rendimenti sopra calcolati andrebbero a premiare solo quelle scelte determinate da una profonda conoscenza della materia e dal gusto per la qualità .

Se consideriamo invece le quotazioni dell’ultimo decennio 2002- 2012, in cui il concetto di qualità degli esemplari si è mantenuto più stabile, i rendimenti medi annui risulterebbero pari al 3,5%/anno per l’esemplare nuovo e 2,8%/anno per l’usato ( al netto di una inflazione media annua del 2%).

Da questi dati si può quindi concludere che l’investimento filatelico su questo esemplare di pregio è stato sempre particolarmente vantaggioso nel medio e lungo periodo. Bisogna comunque sottolineare che anche nel caso di un acquisto adeguato con la qualità dell’esemplare (oggi si acquista dal 5% in su del valore di catalogo) è possibile ancora una volta utilizzare le stesse percentuali di rendimenti sopra riportate, ma chiaramente varierà il valore assoluto del rendimento, cioè il numero delle migliaia di Euro. D’altra parte i risultati delle aste confermano oggi che quando il prezzo è adeguato alla qualità, i francobolli importanti trovano sempre un acquirente.


pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori