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una strana M barrata sulla posta diretta a Siena
Fabrizio Finetti risponde ad Alessandro Chiarelli

Me ne sono capitate sott’occhio altre due, di cui una non è inviata a Siena ma a Massa. Sembra che per il segno di tassa (?) sia stato usato lo stesso inchiostro delle altre… GRAZIE ancora, Alessandro:



RISPONDE FABRIZIO FINETTI:

andiamo per ordine e non facciamo confusione.

L'assenza di tasse "esplicite" sul fronte di una lettera non significa che questa viaggi in franchigia per il destinatario, anzi. Significa, piuttosto, che è tassata ordinariamente, cioè come lettera semplice o, se preferiamo, come lettera di primo porto (nel nostro caso, se siamo dopo il giugno 1803 sono le solite 2 crazie, o 3 soldi e 4 denari). Come è stato dimostrato, questa era una consuetudine che serviva a far risparmiare tempo agli Uffici più grandi (e anche inchiostro!!!), che in seguito è stata addirittura ufficializzata (1852).

Sul fatto che il Vicario Regio di Massa fosse un fidato per la Posta di Siena, non ci sono dubbi, mentre ti confesso di non sapere quali fossero le agevolazioni postali (ammesso ve ne fossero) nella corrispondenza scambiata tra tribunali (nel nostro caso, il mittente) e vicari. Deduco comunque che non vi fosse franchigia totale, altrimenti, come ben sappiamo, questa veniva annotata vistosamente con la doppia diagonale, la scritta "franca", etc.

Osservo, inoltre, che sopra il segno viola (certamente apposto a Siena), si trova una sigla simile, vergata con inchiostro più scuro di quello usato dal mittente. Per me si tratta del "visto" di Firenze, considerato che la lettera è stata appoggiata alla Posta fiorentina prima di arrivare a Siena.

In definitiva, anche "guardando" le corrispondenze dirette negli altri Uffici toscani (Pisa e Livorno) durante tutto il XVIII secolo e nei primi anni del XIX, sono sempre più convinto che segni del genere abbiano il valore di un visto o, in alcuni casi, di un transito, e che erano opera dei Distributori, ovvero di coloro che dovevano riscuotere l'importo di queste lettere. Non dimentichiamoci che i conti dovevano tornare per forza.

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Caro Monticini, sono nuovamente a disturbarti per sapere se per caso avevi idea del significato di questo strano manoscritto che ritrovo spesso sulle prefilateliche toscane del XVIII sec. Sembra una M sbarrata…





RISPONDE FABRIZIO FINETTI

se Chiarelli allude al segno di tassa che compare su tutte e 3 le lettere, la risposta non è scontata.
Sicuramente non si riferisce ad un importo esatto, ma ho buone ragioni per credere che si tratti di un segno convenzionale (quasi una sigla) del Distributore, probabilmente apposta sulle lettere dei fidati.

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