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La posta granducale sulle strade ferrate

di Franco CANEPA
(Bollettino Prefilatelico e Storico Postale n. 185 giugno 2015)

Unico caso nel panorama multiforme degli Stati sovrani degli inizi dell'Ottocento, il Granducato di Toscana autorizzò la costruzione delle Strade Ferrate (fig. 1) affidando le concessioni a gruppi finanziari privati senza alcun intervento né economico né operativo da parte di organi granducali. Tale decisione portò in breve tempo alla costituzione di Società Anonime che si presentarono sui mercati europei alla ricerca dei capitali necessari per la realizzazione delle opere. Malgrado quindi che molte di tali iniziative fossero vere e proprie speculazioni borsistiche, tanto da mettere in circolazione non solo azioni ma anche promesse di azioni ed addirittura promesse di ricevute di azioni, il risultato pratico fu di gran lunga superiore alle più rosee aspettative: nel decennio 1844-1854 la Toscana si ritrovò con ben 5 linee ferroviarie operative. La prima ad essere costruita fu la Strada Ferrata Leopolda che univa Livorno a Pisa e Firenze lungo la valle dell'Arno; fu poi la volta della Pisa-Lucca che, mettendo in comunicazione il Granducato di Toscana col Ducato di Lucca, nel periodo 15 novembre 1846/4 ottobre 1847, prima quindi dell'annessione del Ducato di Lucca al Granducato, divenne la prima ferrovia a collegare due stati sovrani quindi internazionale! La direttrice da Lucca a Firenze fu completata con la Lucca-Pistoia dal lato mare e la Maria Antonia da Firenze a Pistoia. Infine la Strada Ferrata Centrale Toscana mise in comunicazione Siena con la Leopolda nei pressi di Empoli.



fig 1 - Carta delle strade ferrate della Toscana, 1850 circa.

Oltre alla rivoluzione nei trasporti (basta ricordare che il viaggio in carrozza da Firenze a Livorno durava – salvo imprevisti! - dieci ore più le soste per il cambio cavalli, mentre il treno impiegava tre ore e mezzo) la ferrovia portò importanti modifiche nei commerci e nell' urbanistica toscana. Il porto di Livorno fu collegato in modo rapido con le principali città toscane, favorendo la diffusione dei prodotti locali e le importazioni dall'estero; i piani regolatori cittadini furono interamente rivisti per consentire la costruzione delle stazioni e dei servizi che vi gravitavano intorno. Infatti, per ordinanza del Granduca, le stazioni, con l'unica eccezione di quella di Santa Maria Novella a Firenze della Maria Antonia, furono costruite al di fuori del perimetro dei centri storici esistenti. Considerando le oltre 50 località interessate, appare evidente come l'architettura ed il territorio toscano alla fine del governo dei Lorena-Asburgo fosse profondamente mutato.

Per quanto riguarda gli aspetti che più ci interessano e cioè quelli postali, dobbiamo porre l'accento sul fatto che, caso unico nel panorama europeo, il Granducato rinunciò alla privativa del servizio di trasporto della corrispondenza sulle strade ferrate, permettendo quindi la convivenza di un servizio pubblico gestito dalla Sovrintendenza Generale delle Poste Toscane assieme a quello svolto dalle società di gestione delle strade ferrate. La Concessione di costruzione delle strade ferrate prevedeva esclusivamente che un posto di seconda classe fosse riservato all'impiegato granducale che effettuava il trasporto della posta, dietro pagamento del biglietto di viaggio. Nella realtà, gli uffici merci delle stazioni divennero di fatto il punto di raccolta e smistamento di pacchi, lettere e gruppi (valori sia in denaro che assegni e cambiali) tanto che, dopo l'introduzione dei francobolli, avvenuta il 1° aprile 1852, vediamo progressivamente scomparire gli annulli ferroviari delle poste granducali che lasciano quindi ai privati il compito del trasporto e consegna della corrispondenza, viaggiata per ferrovia, agli uffici postali di città. La presenza di due servizi distinti ha creato comunque una gran varietà di annulli, con lettere trasportate sia dal pubblico che dal privato, viaggiate su linee diverse, con tariffe differenti a secondo del gestore e quindi con molte combinazioni possibili che fanno la gioia e la disperazione dei collezionisti!

Vediamo di passare in rassegna i bolli che furono usati ricordando al lettore che la materia è già stata studiata da Filippo Bargagli Petrucci nel 2° e 3° volume della Monografia delle Poste Toscane, edita nel 1985, e da Fabio Regoli, autore della Storia Postale delle Strade Ferrate Toscane, edita nel 2008. Malgrado però la complessità di tali studi, la materia resta di difficile definizione, data la rarità di buona parte degli annulli, conosciuti spesso in pochi esemplari e non sempre su lettere complete quindi con data certa. La tariffa postale granducale era di 2 crazie per l'interno e per il primo scaglione di peso (6 denari =7,1 grammi); tale tassa rimase sostanzialmente invariata per quanto riguarda l'importo fino al 31 dicembre 1859. Dopo l'introduzione della lira italiana, avvenuta il 1° novembre 1959, il porto, per il primo scaglione di peso, fu di 10 centesimi.

Ricordiamo che le prime lettere viaggiate con l'affrancatura in moneta italiana, in tutti gli stati preunitari, furono quelle delle società ferroviarie toscane.

Per quanto riguarda gli annulli granducali, il primo ad apparire fu l'ovale S.V. in dotazione a Livorno, Pisa, Lucca e Siena. Le iniziali significano Servizio Vapore e veniva usato per indicare che la lettera aveva viaggiato per ferrovia. Presentano piccole differenze tra loro (quello di Siena non ha punto dopo le iniziali), compaiono alle fine di Novembre 1847 a Livorno, nel gennaio 1848 a Pisa, nell'estate 1848 a Firenze (essendo stata inaugurata il 10 giugno 1848 la stazione Leopolda) ed infine nel novembre 1849 a Siena (la linea entrò in funzione il 14 ottobre 1849). Restarono in uso fino ai primi mesi del 1853. Non si conoscono usati come annullatori ad eccezione di alcune impronte su francobolli sciolti (4) oppure “a cavallo” di altro annullo. (fig. 2) Si conoscono anche alcune impronte in rosso di Livorno ma non ho trovato elementi validi per confermarne l’autenticità. Poiché l'ovale SV doveva essere apposto in concomitanza con un datario, per certificarne il giorno d'uso, furono introdotti a Firenze, Livorno, Pisa e Lucca degli annulli circolari, coll'indicazione della località, la scritta STRADA FERRATA e la data d'uso. Gli uffici di Livorno e Pisa furono i primi ad usarlo, a partire dal febbraio 1848, mentre l'ufficio di Firenze lo utilizzò dai primi giorni del luglio 1848 e quello di Lucca dall' agosto dello stesso anno. Possiamo quindi concludere che il timbro SV ed il circolare Strada Ferrata furono di fatto usati in contemporanea. Per quanto riguarda questi ultimi, restarono in funzione fino al luglio del 1853 con la sola eccezione di Lucca che si trova, in arrivo, almeno fino al febbraio 1859 (fig. 3). Sono stati utilizzati anche come annullatori di francobolli: in particolare è nota, ad oggi, una solo lettera con quello di Pisa su 2 crazie in data 27 giugno 1853 per Montescudaio (fig. 4), tre di Lucca (fig. 5) mentre sono relativamente comuni quelli di Livorno. Quello di Siena, di foggia diversa, fu introdotto verso la fine del 1852 e presenta la caratteristica di avere il doppio cerchio. Restò in uso fino alla metà del 1853.

fig. 2 - Lettera con 2 crazie da Pisa per Livorno in data 19.01.53 con annullo SV di Pisa a cavallo del francobollo
fig. 3 - Lettera con 2 crazie da Pistoia PD del 16/02/1859 ed arrivo Strada Ferrata Lucca in pari data
fig. 4 - Lettera da Pisa per Montescudaio con 2 crazie annullato con Pisa Strada Ferrata in data 27 giugno 1853
fig. 5 - Lettera da Lucca per Napoli del 25 aprile 1853. La lettera presenta l'annullo di Lucca cancellato sulla sovracoperta e l'annullo di Lucca Strada Ferrata ad obliterare i francobolli da 2 e 4 crazie. Annullo di Napoli del 30 aprile e annullo Transito per lo Stato Pontificio. Probabilmente la lettera doveva viaggiare per mare da Livorno invece fu instradata per via di terra con la ferrovia



Esistono anche due bolli di formato più piccolo (diametro 23 mm) in uso a Firenze e Siena con le iniziali S^. F^. (Strada Ferrata) il cui uso è ancora poco chiaro. Sono abbastanza rari in quanto furono utilizzati per un breve periodo: dal novembre 1852 al febbraio 1853 quello di Firenze; dal luglio 1853 al maggio 1854 quello di Siena a doppio cerchio. (fig. 6 a/b). I bolli granducali di Siena ed il Firenze piccolo si conoscono usati in partenza, arrivo e transito; solamente l'annullo piccolo di Siena si conosce quale annullatore di un 6 crazie su lettera.

fig. 6/a - Uso degli annulli S^F^ a Firenze in partenza ed arrivo
fig. 6/b - Uso degli annulli S^F^ a Siena in partenza ed arrivo



Per sopperire alle necessità degli uffici di seconda classe, in data 26 dicembre 1849 la Sovrintendenza Generale delle Poste Granducali distribuì ad 11 di loro un ovale con la scritta in carattere bastone maiuscolo S.^F^. da apporre a fianco dei datari delle località prescelte, per indicare il trasporto per ferrovia della corrispondenza. Tali annulli furono usati sulla Leopolda a Cascina, Empoli, Fucecchio, Lastra a Signa, Montelupo, Pontedera, San Miniato; a Pescia, Pistoia e Prato sulle Lucchesi/ Maria Antonia ed infine a Poggibonsi sulla Centrale Toscana. Esistono alcune piccole differenze di incisione che permettono di identificarli tra loro. Da alcuni autori ne è stato ipotizzato l'uso anche a Castelfiorentino ma tale stazione postale fu soppressa con l'entrata in servizio della tratta Empoli/Siena in data 8 novembre 1849, quindi la notizia appare infondata. Non sono comuni, in particolare quello di Pontedera usato in transito per Lari e quello di Castelfranco di Sotto che compare spesso con quello di Fucecchio. Quello di Pescia qui riprodotto (fig. 7) è conosciuto ad oggi in soli due esemplari a conferma della sua rarità. Gli ovali S^.F^. furono in uso dal 1° gennaio 1850 fino agli inizi del 1854, con la sola eccezione di Poggibonsi, conosciuto anche nel 1855. Questi annulli, quando apposti sui francobolli Granducali, hanno dato luogo a veri e propri pezzi unici che hanno raggiunto quotazioni molto elevate: si conoscono infatti pochissimi pezzi su lettera intera: una di Empoli con splendida affrancatura tricolore (fig. 8), una di Pontedera per La Spezia, due di Fucecchio (fig. 9), due di Montelupo (fig. 10), due di Lastra a Signa, almeno 8 di San Miniato, mentre sono meno rare le lettere affrancate con annulli di Prato e Pistoia (fig. 11). In definitiva possiamo affermare che, con la decisione della Sovrintendenza granducale in data 22 ottobre 1852 che ribadiva l 'obbligatorietà dell'uso dei francobolli per il trasporto delle lettere e la conseguente progressiva sparizione nel servizio postale granducale delle lettere con porto da esigere dal destinatario, venne a cessare la necessità di utilizzare annulli speciali per evidenziare il trasporto per ferrovia. Di fatto tutta la posta utilizzava le strade ferrate e veniva poi smistata nelle località secondarie; cosa più importante, il servizio di trasporto delle lettere, pacchi e gruppi era svolto integralmente dalle Società concessionarie che ne assicuravano la consegna al servizio granducale. Non esiste infatti traccia di uffici postali, come li concepiamo oggi, nelle stazioni più importanti dell'epoca; esistevano solo gli uffici merci il cui personale svolgeva anche il servizio postale, senza distinzione tra posta granducale e posta trasportata dai privati.

fig. 7 - Lettera da Pescia a Lucca con annullo DC di Pescia e S^.F^. in data 19 agosto 1853
fig. 8 - Lettera da Empoli DC in data 17 dicembre 1852 per Siena/Follonica con 1, 2 soldi e 1 quattrino annullati S^.F^.
fig. 9 - Lettera da Fucecchio in data 17 novembre 1854 per Livorno con 1+2 crazia annullati S^.F^.
fig. 10 - Lettera da Montelupo in data 24 dicembre 1851 per Firenze con 1+2 crazia annullati S^.F^. diretta a Pistoj Soprintendente Poste Granducali
fig. 11 - Lettera da Prato per Roma in data 29 dicembre 1852 affrancata con 1+2 crazia annullati S^.F^.



Voglio qui aprire un piccolo capitolo di storia che riguarda la prima guerra di indipendenza nel 1848. Il battaglione dei volontari toscani, accorsi al richiamo di Carlo Alberto, Re di Sardegna, per cacciare gli Austriaci dalle terre italiane, si posizionò, nei mesi da aprile a giugno, tra Brescia e Mantova. Per facilitare i contatti con le famiglie e le istituzioni toscane, i militari godettero della franchigia postale fino a Firenze, mentre ai destinatari si chiedeva di accollarsi il solo costo della tratta interna. Le lettere spedite dal fronte venivano quindi timbrate all'arrivo in Toscana con un bollo a cuore che riportava la dicitura FIRENZE e la cifra 6 che era appunto il porto da corrispondere alle autorità postali dei territori di guerra. Quasi in contemporanea fu usato anche un altro timbro con la variante della lettera C (a significare forse dal Campo o come ipotizzato da Finetti, contrassegno) in luogo della cifra 6. Rileviamo anche che dal 29 maggio la Direzione Generale delle Poste di Firenze stabilì l'esenzione totale da ogni tassazione fino al giorno 11 giugno per la posta proveniente dalle località dell'Italia superiore ove erano posizionati i campi militari. Senza entrare nel merito degli aspetti storico-postali di queste corrispondenze che hanno fatto oggetto di pubblicazioni specializzate quali quelle di A. Palmieri , M. Catania e della ricerca collegiale ASPoT Il cuore del Quarantotto, a noi interessa evidenziare il fatto che conosciamo, ad oggi, pochissime lettere, indirizzate a Pisa e Livorno, viaggiate con la strada ferrata Leopolda quindi recanti l' annullo SV di Pisa (3), l' annullo SV e quello circolare a data di Pisa (1) (fig. 12) e l'annullo circolare a data di Livorno (1), oltre naturalmente all' annullo a cuore di Firenze. Si conosce anche una lettera in data 3 giugno 1848 che reca il P.D di Firenze, quindi franca, e l 'annullo di arrivo Strada Ferrata di Livorno. Queste lettere costituiscono delle rarità eccezionali all'interno di un contesto filatelico, quello della posta militare della 1° Guerra di Indipendenza, di per sé già raro.

fig. 12 - Lettera da Brescia per Cucigliana, Cascina, in data 15 giugno 1848, del tenente medico Corticelli, in servizio presso il Battaglione Universitario Toscano nella 1° Guerra di Indipendenza, annullata in arrivo con cuore di Firenze 6, viaggiata sulla Leopolda da Firenze a Pisa con annulli SV e STRADA FERRATA PISA



Naturale conclusione di questo nostro excursus è, dopo l'annessione al Regno d'Italia della Toscana, l'esame degli annulli degli ambulanti postali, veri e propri uffici postali che facevano parte del convoglio ferroviario e provvedevano alla ricezione e smistamento della posta. Furono introdotti in Toscana dal gennaio 1861 e restarono in uso fino al 1867. Le linee servite e quindi dotate di annullo, furono la Livorno/Firenze, la Firenze/Massa e la Firenze/Pisa. Si conoscono diversi tipi di annullo, in totale 7 per la Firenze/Livorno ed altrettanti per la Livorno/Firenze; tre per la Firenze/Massa ed altrettanti per la Massa/Firenze. L' ambulante Firenze/Pisa e quindi Pisa/Firenze, in esercizio per pochi mesi a cavallo del giugno 1865, che percorreva la linea via Lucca/ Pistoia, probabilmente in sostituzione del Massa/Firenze, è particolarmente raro, tanto che si conoscono ad oggi solamente tre impronte in transito (fig. 13). Per identificare la stazione di impostazione, furono usati anche dei timbri lineari con inciso, a carattere bastone, il nome della località di provenienza. Tali timbri venivano apposti sulla prima lettera della reggetta (pacco di lettere legate assieme dirette nella stessa località) e sono quindi assai rari; conosciamo impronte di tutte le stazioni della Leopolda e cioè Cascina, Empoli, La Rotta, Livorno, Montelupo, Navacchio, Pisa, Pontedera, San Donnino, San Pierino, San Romano e Signa. Vi sono anche lettere affrancate con francobolli del Regno, per lo più on valori della serie De la Rue, che recano il lineare come annullatore: è il caso di La Rotta, Livorno, Pisa, San Pierino, San Romano (fig. 14). Le lettere con valori del Governo Provvisorio di Toscana obliterati col bollo degli ambulanti sono non comuni, dato l'esiguo periodo di utilizzo. Per un dettagliato studio su questo argomento, rimando al saggio di A. Papanti, Servizi postali ferroviari in Toscana 1861-1905 apparso sul Monitore della Toscana, n. 4 e 5, dell'Associazione Storico Postale Toscana ASPoT.

fig. 13 - Lettera da Pisa per Lucca con 10 cent. Governo Provvisorio in data 5 luglio 1865 viaggiata con l'Ambulante Pisa Firenze
fig. 14 - Lettera da San Romano per Livorno con 15 cent. De La Rue annullato col lineare S. ROMANO in data 29 novembre 1864


Quale conclusione di questo breve excursus, ritengo utile inserire il prospetto cronologico, estratto dalla Relazione sulle Strade Ferrate Italiane del Ministero dei Lavori Pubblici, Roma, 1867, dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio in Toscana dal 1844 al 31 dicembre 1866: è interessante anche per paragonare l 'apertura della linea con quella delle stazioni e quindi dell'inizio del servizio postale (fig. 15).

fig. 15 - Prospetto cronologico dei tratti di Ferrovia aperti all'esercizio in Toscana dal 1844 al 31 dicembre 1866

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