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Vita, opere e morte di Charles Baudelaire

 

Il Cinema di Alberto Caminiti

 

Filatelia Tematica

di Alessandro Blasi e Sergio De Benedictis

"Chiamo “borghese” tutto ciò che pensa bassamente"

Gustave Flaubert


Premessa

Baudelaire ha raccontato le vicende umane di derelitti, che hanno lasciato un segno nel proprio passaggio terreno, immortalati dalla sua poetica che rivoluzionò il senso comune di “poesia”. Così ha continuato a vivere nel presente, nonostante la fine del suo ciclo terreno. Le sua vita fuori dai canoni tradizionali è legata con un filo invisibile ad altre esistenze “maledette” come quelle di Jimi Hendrix., Jim Morrison, Amy Winehouse, Kurt Cobain per la musica, Cecco Angiolieri, François Villon, John Keats, Edgar Allan Poe, Arthur Rimbaud, Stephan Mallarmè e Paul Verlaine per la letteratura e Michelangelo, Vincent Van Gogh, Henry De Toulouse Lautrec, Caravaggio, Edvard Munch, e Frida Kahlo per le arti pittoriche.

Gli artisti “maledetti”, precedentemente nominati, sono nati per buona parte da famiglie della borghesia, più o meno “illuminata”, ma presto sono divenuti suoi acerrimi avversari in veste di cantori della “rivoluzione”. Quasi tutti amarono le prostitute, i clochard, gli zingari e non si arruolarono in alcun esercito, rimanendo liberi e indipendenti per tutta la loro vita.

Toulose-Lautrec il ritrattista del «popolo della notte» concepì i suoi dipinti come fedele specchio della quotidianità urbana di Montmartre, nel segno di una ripresa (e, anche, di un aggiornamento) del programma espresso da Baudelaire.

Baudelaire ha due padri: il primo, funzionario della pubblica amministrazione che morirà prematuramente, a sei anni dalla sua nascita; il secondo è un tenente-colonnello che diviene poi ambasciatore. Questo secondo padre è uno che pensa molto “bassamente”, per dirla alla Flaubert, secondo quanto riportato nella frase introduttiva di questo scritto; è un perbenista militante che alleva a sua insaputa un “traditore” della borghesia francese del tempo. Forse a questo serve la borghesia: allevare i suoi traditori migliori, nutrire i grandi sovversivi, che dopo un po’ è costretta fatalmente ad annoverare tra i grandi artisti.

Charles è amante dei diseredati: mendicanti, clochard e zingari, che divengono protagonisti ed eroi inconsapevoli della sua poetica. Il suo primo amore è una prostituta ebrea, le sue prime poesie gli causano un processo per oltraggio al pudore (lo stesso succede al suo amico Flaubert con “Madame Bovary”) e, come si nota, gli inizi sono l’ouverture della sua vita poetica e non.

E’ la città la prima materia poetica di Baudelaire; Parigi sta mutando il suo aspetto e per il poeta “è un’altra ma la mia malinconia non cambia” scrive in una sua poesia: sotto i suoi occhi c’è una città sconvolta dalle violenze urbanistiche del barone Haussmann, il prefetto della Senna incaricato da Napoleone III di sventrare i quartieri medievali teatro delle insurrezioni del ’48. Vengono demolite circa ventimila abitazioni lasciando il posto ai grandi Boulevard, per permettere gli spostamenti dell’esercito in caso di nuove rivolgimenti. Questi avvennero puntualmente un secolo dopo con il “maggio francese”: la “Ville Lumìére” si è coniugata con rivoluzione.

Parigi diventa col nuovo assetto urbanistico la città de ”la grandeur” che mette al bando la mediocrità. Charles Baudelaire la conosce, vivendola intensamente. Alla morte del suo primo padre, la madre lo riempie d’affetto, sino a quando decide di risposarsi con un uomo freddo e di potere: il militare Jacques Oppick. Charles così frequenta i collegi più esclusivi ma non sa cosa farne del suo futuro: vive da bohemienne, contrae debiti, frequenta prostitute e prende la sifilide.

Annullo a targhetta per una campagna di sensibilizzazione contro la sifilide - Uruguay

La famiglia decide allora di allontanarlo dalle sue frequentazioni, imbarcandolo su una nave diretta alle Indie, ma presto ritorna in Francia e continua a dilapidare il patrimonio paterno, per cui viene interdetto. Esplora nuovi stati di coscienza (o incoscienza) prodotti dalle droghe, conosce molti artisti come Balzac, e tenta per due volte il suicidio a causa della sua dissestata situazione finanziaria.

 

Nel 1857 pubblica “I fiori del male” e da allora passa alla storia come “il poeta maledetto” condannato con il suo editore con l’accusa per entrambi, di offendere la coscienza pubblica e il buoncostume.

Parigi è la patria degli immortali, l’ultimo domicilio e rifugio di centinaia di artisti di tutto il mondo, che hanno scelto di riposare in pace in buona compagnia. Nei cimiteri di Parigi si respira il silenzio della passione nella ricerca delle avanguardie artistiche.

Il cimitero di Montparnasse, il secondo come estensione nella “Ville Lumiére”, sorge durante la rivoluzione, quando vengono confiscati i terreni degli ordini religiosi; qui si seppelliscono i poveri che muoiono negli ospedali e i miserabili che nessuno reclama, che un tempo venivano accolti nelle chiese. Problemi igienici però in ossequio all’editto napoleonico di Saint- Clou, (del quale Ugo Foscolo aveva tanto sofferto da scrivere il carme “Dei sepolcri”), convincono le Amministrazioni a costruire camposanti fuori della cinta muraria della città.

Oggi tutti i cimiteri “ottocenteschi” parigini sono stati inglobati, nel tessuto urbano e ospitano le tombe di molti personaggi invisi al potere. Parigi ama e protegge la libertà, la fraternità, la giustizia e l’uguaglianza. A Montparnasse riposa Samuel Beckett e il fondatore dell’anarchismo moderno Pierre Josè Proudhon, uno dei primi a considerare la proprietà privata un furto.

Poco distante riposa Jean Paul Sartre, il filosofo marxista padre dell’esistenzialismo, nonchè compagno di Simone De Beauvoir, intellettuale femminista ante litteram.

I due formano la prima coppia aperta, che sarà il modello delle generazioni degli anni Sessanta e Settanta. Negli Anni Ottanta il presidente Mitterrand definisce il cantante Serge Gaisbourg, lì sepolto, come il Baudelaire degli anni moderni, uno degli ultimi bohemienne della Rive Gauche. Aristocratico, intellettuale canta testi duri e malinconici e scandalizza il mondo con la canzone “Je t’aime…moi non plus”, cantata in coppia con Jane Birkin. Anche la sua tomba come quella di Baudelaire è una tappa obbligata per chi visita il cimitero di Montparnasse, insieme a quelle di Guy de Maupassant e Philippe Noiret.

In un altro cimitero di Parigi, il Pére Lachais riposano le spoglie dei pittori Modigliani, Pissarro e Delacroix, di musicisti come Chopin, Bizet, Cherubini, Bellini, Rossini e di letterati come Oscar Wilde, La Fontaine, Balzac, Proust, Apollinaire, Molière.

Baudelaire è cattolico ma muore bestemmiando, facendosi cacciare dalle suore dell’ospedale: sono prima la sifilide, poi un ictus che lo paralizza, a portarlo alla morte ad appena quarantasei anni tra le braccia della madre, alla quale ha sempre sognato di ricongiungersi per tutta la sua vita. Si è sentito tradito da quel matrimonio con il tenente Aupick, dal suo voltafaccia, dal suo abbandono dopo i tentativi di suicidio, dalla decisione di privarlo di tutti i beni paterni e metterlo sotto la tutela di un notaio proprio come un inetto incapace. L’ultimo periodo della sua vita, dopo la morte dell’odiato patrigno, lo trascorre con lei riacquistando serenità, ma la signora Aupick opera l’ultimo tradimento forse inconsapevole….. lo seppellisce con il marito!

Questa perdita dell’affetto materno è stata la causa principale del suo isolamento. Per tutta la vita ha urlato in faccia agli altri il proprio dolore e concentrato tutta la sua attenzione sui miserabili che soffrono di fame e di emarginazione. Ciò viene, mirabilmente, descritto da Jean Paul Sartre, che su Baudelaire ha scritto un saggio critico.

 


Come forma poetica Baudelaire usa il sonetto che giudica la forma più classica di poesia: lo definisce di una bellezza matematica e lo usa per raccontare le contraddizioni di una società sull’orlo di un grande cambiamento dal quale non tornerà mai più indietro. Ai suoi occhi la natura scompare, il suo sguardo si concentra sulla città e sugli emarginati prodotti dall’industrializzazione.
La sua poesia ondeggia tra malinconia e umore nero. Tutta la sua poetica post romantica oscilla in una perenne altalena tra il disgusto di sé e un ideale di perfezione irraggiungibile.

Vive nella contraddizione tra il bene e il male anche i rapporti personali: una schizofrenia che sperimenta con le donne. Con loro sviluppa un atteggiamento contraddittorio di attrazione e repulsione, che non risolverà per tutta la vita. La sua musa Jeanne Duval sbarca il lunario recitando piccole parti in teatro: è lei che lo cura dopo il tentativo di suicidio, mentre cinque anni dopo sarà lui ad indebitarsi per farla curare da una paralisi. Con lei ci sono alterni momenti di odio e di amore, anche se ha per la sua amata una attrazione erotica.

In un momento di lucidità afferma che la passione è una delle tante espressioni del male. Attraverso la poesia Baudelaire, invece, vuole entrare in contatto con una bellezza superiore, ma allo stesso tempo dare voce alla verità e condannare la stupidità: ”I fiori del male” sono il manifesto di tutto ciò.

Il suo capolavoro dà scandalo perché trasforma la poesia in un’attività maledetta che rivela la meschinità umana. Forse solo la “La Divina Commedia” dantesca ha portato i lettori ad un viaggio negli inferi simile.

Altro aspetto contradditorio: come molti suoi contemporanei fa uso di droghe (prese anche per lenire le sofferenze provocate dalla malattia venerea), ma nello stesso tempo le condanna: i paradisi artificiali non sono altro che una tentazione meschina e pericolosa.

Forse è proprio per questa affinità che si innamora del talento dello scrittore americano Edgar Allan Poe. Lo scopre tardi: potrebbe diventarne il traduttore, poiché Baudelaire è attratto dall’occulto, il senso della solitudine, i paradisi artificiali. E poi entrambi sono ossessionati dalla morte e detestano la poesia moralizzatrice dei “benpensanti” del tempo.

Baudelaire è l’inventore della poesia moderna: egli a differenza di Victor Hugo non parte come rappresentante di una certa classe sociale. Non ha valori precostituiti; ha visto degli spazi vuoti e li ha riempiti. Per farlo si è servito di immagini molto forti: sapeva benissimo che i “I fiori del male” avrebbero suscitato scandalo, ma era proprio questo quello che voleva.

Di Baudelaire ci resta il suo atteggiamento verso la letteratura in genere e la poesia in particolare ed il suo rifiuto della retorica dei buoni sentimenti: lui non predica mai. La sua ossessione negli ultimi anni è la “sua” Parigi sconvolta dalla modernità. L’ultimo libretto che pubblica si materializza in cinquanta affreschi della nuova città che “Le Figaro” pubblica settimanalmente sotto forma di piccoli poemetti in prosa da lui definiti i nuovi fiori del male.

Con loro si estende lo schema della “teoria umorale” sviluppata dal medico greco Ippocrate, secondo la quale i principali mali che affliggono l’uomo hanno sede in vari organi e nella milza c’è la malinconia.

 

La milza di Parigi viene scossa, secondo Baudelaire, quando, il nostro animo si colora di nero, la terra si muta in una cella umida. E’ allora che si verifica lo spleen. “Le gocce di pioggia ci danno la sensazione di sbarre che ci opprimono e ci limitano” e la “spes” , ultima dea per i romantici, va a sbattere contro i muri, infrangendosi. E’ lo spirito di quello che era della Parigi che non è più. Ancora oggi. nel Museo Carnavalet (Museo della Storia di Parigi situato nel III° Arrondissement), sono conservate le botteghe di un tempo così care al “poeta maledetto”, spazzate via dal barone Haussmann.

Ritratto di Francois Mansart e sullo sfondo il Museo Carnavalet

Charles Baudelaire muore il 31 agosto del 1867; al funerale pochissima gente, ma c’è il suo amico, il grande impressionista Eduard Manet, che anni prima lo aveva ritratto con il suo immancabile cappello.

 

Concludendo possiamo affermare che Baudelaire ha affidato il suo dolore alla più antica delle espressioni letterarie, la poesia, regalandole la modernità e insegnando ai suoi posteri a mettere in versi la quotidianità, la miseria, la verità.


Alessandro Blasi e Sergio De Benedictis
21-09-2022

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