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				 La varietà Mc5 (H42)  | 
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    PERCORSO: le schede > Francobolli di Toscana > questa pagina 
 
 'OMNE VIVUM EX OVO' ovvero, tradotto liberamente dal latino, tutto ciò che vive ha origine da un uovo, espressione propria della cultura romana. L'uovo è stato da tempo immemorabile carico di simbologia, vuoi perché generatore di vita, vuoi perché fonte di nutrimento primaria ed essenziale. Le tracce dell'uovo quale elemento di culto si trovano già nelle prime civiltà umane, nelle culture neolitiche che ne realizzavano delle raffigurazioni in pietra o in terracotta. L'elemento uovo è attore di svariate leggende tra cui quella della Fenice, che nasce con gli egizi (Bennu) e continua con molti altri popoli, l'uccello mitologico in grado di rinascere dalle proprie ceneri, da un uovo appunto, dopo essere bruciato in un nido fatto a forma di uovo. Attraversando anche la cultura greca, il simbolo di uovo arriva fino al Cristianesimo dove oggi lo ritroviamo ad esempio come elemento di rinascita o resurrezione nell'usanza di benedire e regalare uova sode nel periodo di Pasqua. L'idea di uovo ha sicuramente accompagnato ognuno di noi fin dall'infanzia, a tavola come pietanza principale o come ingrediente in svariate ricette, fino agli innumerevoli tipi di uova di cioccolato, che raggiungono talvolta anche dimensioni ragguardevoli o addirittura vere e proprie opere d'arte della cioccolateria. Attorno al 1885 la gioielleria russa iniziò la produzione esclusiva, principalmente destinata ai regnanti, di gioielli a forma di uovo, da parte del gioielliere Peter Carl Fabergé, dando vita a quegli oggetti che sono entrati di fatto nella mitologia della gioielleria, le pregiatissime Uova Fabergé. Dal canto loro, i francobolli del Granducato di Toscana sono impreziositi dall'esistenza di una varietà il cui dettaglio caratteristico ricorda in modo evidente la forma dell'uovo. Si tratta di quella che Cesco Giannetto chiamava Difetto M, il manuale di Calcagno-Morani codifica come Mc5 e quello di Luigi Guido come H42, alla cui descrizione dedichiamo questo articolo. 
 
 A questa varietà è già stato dedicato un articolo a cura di Emilio Calcagno, nel quale se ne descrivono le caratteristiche e la storia del suo primo riconoscimento da parte di Cesco Giannetto che lo definiva come Difetto M, tra i quindici che menziona sei suoi appunti filatelici del 1956. 
 
 Se la Grande Macchia potevamo definirla come la Regina, per l'ovetto possiamo riservare la denominazione di Gioiello delle varietà dei francobolli granducali di Toscana. Questa definizione a nostro avviso calza perfettamente con l'ovetto in quanto questo appare come una gemma dalla forma elegante e simmetrica posta proprio al centro della vignetta del Marzocco, tra lo scudo e la zampa anteriore sinistra del leone, in modo discreto e non rappresentando in alcun modo elemento di disturbo dell'immagine complessiva. Si tratta di fatto di una deformazione dello stereotipo tale da creare una forma, perlopiù in positivo, che ricorda perfettamente quella di un piccolo uovo inclinato verso destra di circa 26°. Il dettaglio che caratterizza la varietà Mc5 (H42), l'ovetto appunto, lo codifichiamo come Dt311. Nella figura 2 abbiamo evidenziato in azzurro le aree della vignetta che formano il dettaglio Dt311 che risultano in negativo (assenza di pigmento) ed in arancio quelle in positivo. 
 
 Nella figura 3 che segue riportiamo una composizione di cinque francobolli granducali nella varietà ovetto, che discuteremo singolarmente in seguito. 
 
 Nella figura 4 che segue riportiamo le porzioni dei francobolli di figura 3 che presentano il dettaglio Dt311 tipico della varietà Mc5 (H42). 
 
 In figura 5 sono riportate le immagini del recto e del verso del francobollo del valore da 4 crazie su filigrana del Primo Tipo. Si tratta di un esemplare nella tinta verde su carta grigia, dai margini da ampi a perfetti, regolari e simmetrici, annullato con il datario a banderuola in rosso di Livorno. Come accade per questo tipo di inchiostro, l'annullo risulta assolutamente non invadente, bensì discreto ed elegante come posizione e anche dove la sua quantità è maggiore, il francobollo risulta comunque perfettamente visibile. Il pezzo è corredato dal certificato storico di Giulio Bolaffi del 1969 e la sigla di garanzia del perito è ben visibile al verso. Il francobollo presenta al verso come elementi di filigrana, la cui impronta si riscontra al verso, quattro linee orizzontali del gruppo di cinque cui chiaramente appartenevano, evidenziate con linee celesti. Il colore verde dell'inchiostro, abbinato a quello rosso dell'annullo, la posizione dello stesso perfettamente orizzontale e visibile per una metà quasi esatta, assieme alla sua non invasività e alla simmetria delle quattro linee orizzontali della filigrana, arricchite dalla varietà Mc5 (H42) e dal certificato storico di Giulio Bolaffi e della sua sigla di garanzia, fanno di questo francobollo un pezzo di grande eleganza e pregio. 
 
 In figura 6 è riportato nella sua interezza il pezzo da cui è stato ripreso il francobollo da 1 crazia di figura 3. Si tratta di una coppia verticale su filigrana del Primo Tipo, annullata in nero con un muto a cinque barre sottili, ripetuto, in modo deciso ma non deturpante, ampiamente marginata ai lati ed in alto, un ottimo margine quello in basso. Oltre ai due francobolli visibili per interno, si intravedono chiaramente porzioni di altri sei francobolli nelle posizioni adiacenti. 
 
 La figura 7 mostra per intero il pezzo dal quale è stato tratto il francobollo centrale di figura 3. Si tratta di una sovracoperta di lettera spedita da Pescia il 12 di Gennaio del 1858 e diretta “All'illustrissimo Signor Pretore” di Fucecchio, contenente anche sette soldi e otto denari, come indicato dalla dicitura in cornice [Con £ - 7. 8]. La missiva fu affrancata per quattro crazie ovvero per due crazie ogni 12 denari di peso (o mezza oncia o 14,2 grammi), come previsto dalla tariffa in vigore per l'interno a partire dal primo di Luglio del 1857. Il francobollo da 4 crazie su filigrana del Secondo Tipo, apposto capovolto, perfettamente tagliato, dai margini completi, regolari e simmetrici fu annullato con il datario circolare di Pescia in nero, del quale solo un arco ne occupa in modo non troppo deturpante la terza porzione di destra. 
 
 In figura 8 è riportato per intero il documento da cui è stato tratto il francobollo da 1 soldo riportato in figura 3. Si tratta di un grande frammento di stampato, un listino valori compilato ed inviato dalla ditta “Morpurgo&Bianchini” di Livorno a Jacob Levi a Venezia il 27 di Aprile del 1852. Si tratta di un pezzo decisamente interessante per varie ragioni, tra le quali il fatto di essere uno dei pochi conosciuti di questa tipologia a mostrare l'annullo muto a cuore di Livorno quale unico annullatore del francobollo. Questo tipo di annullo viene definito muto in quanto non presenta nessuna indicazione riguardo la data di annullamento. Il pezzo è impreziosito dal fatto che il francobollo del valore da 1 soldo si presenta nella varietà Mc5 (H42), ovvero l'ovetto, è perfettamente marginato e l'annullo è impresso in modo molto leggero ma chiaramente leggibile e riconoscibile. Il frammento inoltre presenta il datario circolare di Livorno Strada ferrata, con apposta la firma dell'operatore postale, come quasi sempre osservabile in questi casi, il timbro della ditta che produsse lo stampato in ovale schiacciato azzurro e il bollo V in ovale floreale. Sono numerose le sigle o firme di garanzia apposte sul frammento, dai Diena, Alberto, Enzo ed Emilio, Giulio Bolaffi, Giacomo Bottacchi, nonché i timbrini delle Aste Bolaffi e dello Studio Asinelli di Torino. Il pezzo è appartenuto alle collezioni Pedemonte e dell'Ing. Provera. Si tratta di fatto di un oggetto di gran pregio e prestigio, a tutti gli effetti un pezzo da museo. 
 
 Della filigrana del francobollo da 1 soldo apposto sullo stampato abbiamo già discusso in un articolo precedente, dove mostravamo come la varietà Mc5 (H42) fosse una delle rare Posizioni Costanti dei francobolli granducali. Nell'articolo vevamo mostrato 2 esemplari del valore da 1 soldo entrambi nella varietà Mc5 (H42) ed entrambi provenienti dalla posizione 104 del quadro di stampa. In particolare la filigrana di questo francobollo è nella configurazione Verso Dritta (VD) e grazie alla tavola S01 possiamo determinare la posizione che occupava nel quadro di stampa. I tratti curvilinei che costituiscono la filigrana di questo esemplare, appartengono alla Corona 5 (figura 9). 
 
 Due esemplari della varietà Mc5 (H42) sono già stati mostrati nell'articolo di introduzione alle Posizioni Costanti. Si tratta di due francobolli del valore da 2 crazie su filigrana del Primo Tipo uno di colore azzurro su carta azzurrata ed uno sempre azzurro ma su carta bianca, entrambi perfetti annullati in nero uno con un datario circolare a banderuola di Firenze il 16 di Ottobre del 1856, l'altro con il P.D. ombreggiato di Livorno. La particolarità di questi due francobolli è quella di esibire filigrana nella stessa configurazione, la Recto Capovolta, la più rara delle quattro possibili, entrambe mostranti la stessa porzione della Corona 3. Date queste caratteristiche, i due francobolli occupavano ovviamente la stessa posizione del quadro di stampa, ovvero la 195 (figura 10). 
 
 Nello stesso articolo dedicato alle Posizioni Costanti, abbiamo mostrato un ulteriore esemplare del valore da 2 crazie su filigrana del Primo Tipo di colore verdastro, annullato con il muto a sigillo di Pietrasanta. In questo caso la filigrana è nella configurazione Verso Dritta e mostra porzioni della Corona 9. Si dimostra, confrontando con la tavola S01, che la posizione che occupava nel quadro di stampa era la 145 (figura 11). 
 Il francobollo da 2 crazie appena descritto affrancava un documento in partenza da Pietrasanta il 25 di Aprile del 1853 assieme ad altri tre esemplari dello stesso tipo, quindi per un totale di 8 crazie. Il frammento che è giunto fino a noi, con i quattro francobolli apposti in modo del tutto originale diversamente ruotati e tutti annullati con il muto a sigillo di Pietrasanta è riportato a pagina 18 del volume dedicato ai bolli del periodo filatelico a cura del Conte Filippo Bargagli Petrucci del 1976 (figura 12). 
 
 Rimanendo sul valore da 2 crazie riportiamo un altro esemplare, sempre su filigrana del Primo Tipo, in questo caso in configurazione Recto Dritta, che mostra la parte centrale della Corona 3. Confrontando con la tavola di riferimento S03 si ricava la posizione di provenienza dal quadro di stampa, la 46, come dimostrato in figura 13. 
 
 Sempre nell'articolo dedicato alle Posizioni Costanti abbiamo descritto due valori da 6 crazie su filigrana del Primo Tipo nella varietà Mc5 (H42). La filigrana dei due francobolli è nella configurazione Verso Dritta, la più comune ed in entrambi mostra la stessa porzione della Corona 5. Di conseguenza anche la posizione di provenienza dal quadro di stampa è la stessa, ovvero la 105 (figura 14). 
 Riportiamo un ulteriore esemplare nella varietà Mc5 (H42), da 4 crazie su filigrana del Primo Tipo, in figura 15 dove abbiamo evidenziato in giallo arancio la forma dell'ovetto tipica di questa tipologia di francobolli. La filigrana di questo francobollo è costituita solamente da due linee orizzontali le cui impronte sono visibili al verso. 
 
 Nei fogli interi di prova giunti fino a noi, ritroviamo sempre la varietà Mc5 (H42). Nel foglio riprodotto nella figura 16 (Foglio A) che segue, il francobollo in questa varietà si riscontra in posizione 48, ovvero quella a margine di foglio destro della terza riga dall'alto. 
 
 Nell'altro foglio intero di prova di stampa del valore da 2 crazie che riportiamo in figura 17 (Foglio B), l'esemplare nella varietà Mc5 (H42) si trova in posizione 145, ovvero a margine sinistro della decima riga dall'alto, che rappresentava l'angolo di foglio inferiore sinistro del blocco centrale da 80 esemplari. La posizione è la stessa del francobollo da 2 crazie mostrato in figura 11. 
 
 In un terzo foglio intero di prova di stampa, sempre del valore da 2 crazie che riportiamo in figura 18 (Foglio C), l'esemplare nella varietà Mc5 (H42) si trova in posizione 46, esattamente come per l'esemplare discusso precedentemente e riportato in figura 13. 
 
 Riportiamo infine la posizione che il francobollo nella varietà Mc5 (H42) occupava nel foglio intero di prova del valore da 9 crazie (Foglio H), che riportiamo in figura 19, la 42. 
 
 
 
 
 Abbiamo descritto la varietà Mc5 (H42) dei francobolli granducali di Toscana, quella conosciuta come ovetto, inconfondibilmente caratterizzata dal dettaglio Dt311. Per quanto riguarda il valore da 1 soldo su filigrana del Primo Tipo, la varietà è stata osservata in 2 esemplari, entrambi provenienti dalla posizione 104 del quadro di stampa, uno la cui filigrana è in configurazione Verso Dritta (figura 9) , l'altro in configurazione Recto Dritta (link1) (Posizione Costante 1 soldo su filigrana Tipo I Mc5 (H42) in 104). Sono stati osservati 2 esemplari del valore da 2 crazie su filigrana del Primo Tipo di colore azzurro, entrambi nella configurazione più raramente riscontrabile della quattro possibili, la Recto Capovolta, entrambi mostranti la stessa porzione della Corona 3 e quindi provenienti dalla stessa posizione del quadro di stampa, la 195 (Posizione Costante 2 crazie su filigrana Tipo I Mc5 (H42) in 195) (figura 10). Abbiamo segnalato un esemplare del valore da 2 crazie di colore verdastro annullato in nero con il muto a sigillo di Pietrasanta, la cui filigrana è nella configurazione più comune Verso Dritta, che mostra parte della Corona 9 e proveniente dalla posizione 145 (figura 11). Questa varietà la ritroviamo nella stessa posizione in uno dei fogli interni di prova di stampa (Foglio B) ad oggi conosciuti (figura 17). Un altro esemplare del valore da 2 crazie che abbiamo potuto osservare, la cui filigrana è nella configurazione Recto Dritta e mostra la parte centrale della Corona 3, curiosamente la stessa dei due esemplari descritti in precedenza. In questo caso la posizione di provenienza dal quadro di stampa era la 46 (figura 13). Si noti che la stessa varietà Mc5 (H42) la troviamo nella medesima posizione, la 46, in un altro foglio intero di prova di stampa (Foglio C, figura 18). Segnaliamo inoltre la posizione che il francobollo nella varietà Mc5 (H42) occupava nel foglio intero di prova di stampa Foglio A, la 48, per la quale al momento non abbiamo rintracciato alcun esemplare su carta filigranata (figura 16). Abbiamo riproposto 2 esemplari del valore da 6 crazie nella varietà Mc5 (H42), la cui filigrana è per entrambi nella configurazione più comune, la Verso Dritta, che mostra in entrambi la stessa porzione della Corona 5 e quindi provenienti dalla stessa posizione 105 del quadro di stampa (Posizione Costante 6 crazie su filigrana Tipo I Mc5 (H42) in 105, figura 14). Infine abbiamo mostrato che la varietà Mc5 (H42) nel caso del foglio intero di prova di stampa del valore da 9 crazie (Foglio H), si trova in posizione 42 (figura 19). Ad oggi non abbiamo riscontrato la varietà ovetto ricorrere in alcuna posizione, per gli esemplari stampati su filigrana del Secondo Tipo. Ciò può significare che questa varietà ricorra in posizioni del quadro di stampa non interessate in alcun modo dalla componente letterale della filigrana. Nella tabella che segue riportiamo un elenco delle posizioni che abbiamo riscontrato fino ad oggi per la varietà Mc5 (H42). Si noti come dei 12 esemplari nella varietà in esame per i quali è stato possibile risalire alla posizione originaria occupata del quadro di stampa, 4 (33%) provengono dalla terza riga (posizioni 42, 46, 46 e 48), 4 (33%) dalla settima riga (posizioni 104, 104, 105 e 105), 2 (17%) dalla decima riga (145 e 145) e 2 (17%) dalla tredicesima riga (posizioni 195 e 195). Si tratta di una ricorrenza di posizione abbastanza blanda, ma a nostro avviso comunque meritevole di essere menzionata e tenuta in considerazione (figura 20). 
 
 Vogliamo concludere questo contributo con una composizione grafica di alcuni dei valori granducali nella varietà ovetto, che riportiamo di seguito in figura 21. 
 
 
 
 © Tiziano Nocentini 2025   Riferimenti 1. Granducato di Toscana - I francobolli e le varità di cliché, Emilio Calcagno, Vittorio Morani, 2014, edizioni Unificato 2. Il Marzocco e i difetti costanti, Luigi Guido, 2019, edizione privata 3. I bolli postali toscani del periodo filatelico dal 1851, Filippo Bargagli Petrucci, 1976 4. Sito di riferimento per la Filatelia Toscana: I Cinquecento Leoni di Toscana 
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