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Año Santo Compostelano |
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Le "divise uniformi" degli impiegati delle Poste Granducali - 1835 |
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Recentemente è apparso su www.ilpostalista.it un breve articolo a cura del Circolo Filatelico e Numismatico Pistoiese, riguardo un francobollo emesso dal Governo spagnolo nel 1971, in occasione del corrispondente anno santo di Compostela. Sul francobollo è ritratto il San Jacopo in argento, facente parte dell' altare argenteo di San Jacopo, custodito nella cosiddetta cappella del Crocifisso della cattedrale di San Zeno ( ref) a Pistoia. Il nome normalmente attribuito alla cappella deriva dalla presenza nella stessa dell'unico lavoro giunto fino ai nostri giorni e di attribuzione certa, dell'artista fiorentino Coppo da Marcovaldo, ovvero il Crocifisso di San Zeno, realizzato nel 1274.
L'articolo ha attirato la mia attenzione per diversi motivi. Pistoia è una delle città in cui ho vissuto e dove la gran parte della mia famiglia tutt'ora vive e la tipologia di francobolli cui appartiene quello mostrato nell'articolo, è quella che fin dagli inizi del mio interessamento per la filatelia, di più ha attratto il mio interesse, ovvero quelli stampati con la tecnica della calcografia pura.
In questo articolo vorrei approfondire brevemente i temi introdotti dal francobollo mostrato nell'articolo a cura del Circolo Filatelico e Numismatico Pistoiese e descrivere, anche questo in breve, la tecnica calcografica e la sua complementare xilografica.
L'año santo compostelano è una festività cattolica che si tiene nella città di Santiago de Compostela negli anni in cui il 25 di luglio, giorno in cui si festeggia appunto San Giacomo, cade di domenica, il che si verifica in media quattordici volte per ogni secolo. Questo Giubileo cade ad intervalli generalmente regolari ogni 6, 5, 6 e 11 anni, con l'eccezione dei secoli in cui l'ultimo anno del secolo stesso non è bisestile. La tradizione di celebrare l'anno santo di Santiago, fu istituita da papa Callisto II nel 1122 da celebrarsi per la prima volta nel successivo anno 1126 (quest'ultimo quindi fu il primo anno santo di Santiago de Compostela in assoluto), in coincidenza della posa dell'ultima pietra della Cattedrale della città. Si riporta che la decisione di papa Callisto II di istituire l'año santo compostelano, fosse motivata dal fatto che lo stesso papa avesse effettuato un pellegrinaggio nella città galiziana, quando era arcivescovo di Vienne (Isère, Francia).
Nel 1971 il Governo spagnolo, al tempo con ancora a capo Francisco Franco, emise tre serie di francobolli dedicati al Giubileo di Santiago de Compostela, per un totale di 20 valori diversi. La prima serie fu emessa il 4 di gennaio ed è formata da sei valori, rispettivamente da 50 cts (RUTAS JACOBEAS), 1 pts (STA BRIGIDA - SUECIA, im), 1,5 pts (ST. JAQUES. - FRANCIA), 2 pts (SANTIAGO CT PISTOIA - ITALIA), 3 pts (CATEDRAL de ST. DAVID. - GRAN BRETAÑA) e 4 pts (ARQUETA DE CARLOMAGNO. - AQUISGRAN. ALEMANIA), i primi quattro in formato verticale e gli ultimi due in formato orizzontale.
I luoghi dove si trovano i soggetti rappresentati nei francobolli della prima serie, tracciano un ideale cammino di pellegrinaggio compostelano localizzato nel centro-nord dell'Europa, percorso che abbiamo provato a ricostruire con google maps a questo link La seconda serie fu resa disponibile per gli uffici postali il 24 di luglio (un sabato in modo da rendere i bolli disponibili per la giornata successiva il 25 luglio, giorno di Santiago dell'Anno Santo 1971) e consisteva di sette francobolli rispettivamente nei valori interi in peseta da 6 (ver, BURGOS (HOSPITAL DEL REY)), 7 (ver, STO DOMINGO DE LA CALZADA, im), 8 (ver, PUENTE DE LA REINA), 9 (or, EUNATE) e 10 (ver, CRUZ DE RONCESVALLES) e in altri due valori frazionari da 50 centesimi (MAPAS DE RUTAS) e 7,5 peseta (NAJERA, im), entrambi in formato orizzontale.
Anche i luoghi d'ubicazione dei soggetti riprodotti nei francobolli della seconda serie, delineano un tracciato di pellegrinaggio, in questo caso completamente all'interno della Spagna, percorso di ulteriore avvicinamento alla meta finale, ovvero la Cattedrale di Santiago di Compostela. Anche per per la seconda serie abbiamo tentato una ricostruzione del relativo cammino, visibile a questo link La terza e ultima serie uscì il 30 di dicembre ed era formata da otto valori: cinque interi in peseta da 1 (ver, CATEDRAL DE SANTIAGO), 2 (ver, CATEDRAL DE LUGO), 3 (ver, CATEDRAL DE ASTORGA) e 5 (or, FRÒMISTA) e tre frazionari da 1,5 (PEREGRINO ANTE SANTIAGO), 2,5 (VILLAFRANCA DEL BIERZO) e 3,5 peseta (LEON (SAN MARCOS)), questi ultimi tutti in formato orizzontale.
Infine quindi i luoghi che ospitano i soggetti della terza serie, ci guidano verso la meta finale del pellegrinaggio, tracciato che abbiamo provato a ripercorrere e visibile al seguente link
Il valore da 2 peseta della prima serie fu dedicata alla città di Pistoia, come descritto dal testo dell'articolo redatto dal Circolo Numismatico e filaterlico Pistoiese. La vignetta del francobollo consiste in una stilizzazione della figura di San Jacopo in trono, che si trova al centro dell'altare argenteo pistoiese, realizzata a tutto tondo tra il 1349 e il 1353 dal maestro Giglio Pisano, a cui fu commissionata come ringraziamento per la fine della pestilenza nel 1348. San Jacopo è il Santo Patrono della città di Pistoia sin dal 1145, come riportato nell'articolo del Circolo Numismatico e filaterlico Pistoiese, cui è dedicata la festa cittadina, celebrata ovviamente il 25 di luglio, giorno in cui si corre la Giostra dell'Orso, edizione moderna dell'antica Corsa dei Berberi. Altre fonti fanno però risalire il legame tra Pistoia e San Jacopo all'866, anno in cui la città fu risparmiata da una scorreria saracena per intercessione, a quanto si crede, del Santo stesso. Il nome Jacopo, con il quale si chiama quello che in spagnolo è Santiago, è in realtà una variante arcaica e più rara del nome Giacomo, con cui molto più frequentemente si denomina il Santo. Anche il ben più raro, se non addirittura estinto, Giacobbe è utilizzato per riferirsi alla stessa persona, ovvero il capostipite delle dodici tribù di Israele, quello che nella versione in ebraico antico del Nuovo Testamento è chiamato Ya'ăqōv. In ultima analisi si fa derivare il nome da ăqēb, ovvero 'tallone', in quanto si narra che alla nascita Santiago tenesse con una mano il calcagno di suo fratello gemello.
Il francobollo da 2 peseta prodotto dalla FÁBRICA NACIONAL DE MONEDA Y TIMBRE nel 1971, fa da vari anni parte della mia collezione, così come tutti i francobolli spagnoli stampati in calcografia pura. Come anticipato nell'introduzione, la passione per i francobolli realizzati con la tecnica calcografica risale ai primi momenti del mio contatto con i valori postali. Il motivo dell'attrazione per le realizzazioni filateliche in calcografia non ha alcuna motivazione razionale apparente in realtà, ma si tratta di un fatto puramente istintuale, un piacere intenso e profondo nell'osservare, specialmente in versione digitale ad alta risoluzione, queste piccole realizzazioni artistiche composte a graffi. La calcografia (figura 7) è una tecnica di stampa relativamente recente se paragonata alla sua controparte, ovvero la xilografia. Per xilografia (eng) si intende una tecnica dalle origini decisamente remote, i cui primi esempi risalgono all'antica cultura egizia, che utilizza il legno (xylon, legno in antico greco), opportunamente scavato, per realizzare immagini su supporti cartacei o tessuto. Dall'oggetto di legno piano (1) vengono rimosse le parti (negativo) che non dovranno comparire nell'immagine finale (2). In questo modo, una volta sagomato il pezzo, l'inchiostro bagnerà solamente la superfice del piano ligneo che non è stata asportata (3) e solo questa (positivo) sarà trasferita al supporto da stampare (4 e 5). Il concetto generale alla base della xilografia è lo stesso che ritroviamo nella più moderna stampa tipografica.
Nella tecnica calcografica (eng) (figura 8) si realizza l'esatto opposto di ciò che avviene con la xilografia. Dal supporto attivo (1) verranno rimosse non le parti della superfice che non dovranno comparire nella stampa, bensì quelle che costituiranno la stampa stessa. La matrice di stampa calcografica verrà realizzata quindi per rimozione di parti della superfice, meccanicamente (tecnica della punta secca) o chimicamente (tecnica dell'acqua forte), quelle parti che costituiranno l'immagine (positivo). La rimozione opportuna di materiale dalla superfice del metallo, lascerà dei solchi (2), che verranno riempiti dal pigmento durante la fase di inchiostrazione (3). La superfice non interessata dall'operazione di asportazione (negativo), sarà poi accuratamente pulita da residui di inchiostro (4). Durante la successiva fase di stampa il foglio di carta sarà posto in contatto con la lastra inchiostrata, applicando una forte pressione (5). In questa fase l'inchiostro depositato nei solchi, si trasferirà al supporto, realizzando l'immagine di stampa (6).
Nella tecnica della punta secca (eng), una lastra metallica viene graffiata con un oggetto dalla punta molto acuminata, realizzata in materiale più duro dei quello con cui è realizzata la lastra stessa. Il graffio asporta una microscopica quantità di materiale dalla superfice, a realizzare il solco dove si depositerà l'inchiostro. Nella tecnica dell'acqua forte (eng) la superfice metallica della lastra di stampa sarà solcata non meccanicamente con un oggetto, bensì chimicamente per corrosione (ossidazione) con un agente chimico, che porterà in soluzione una certa quantità di metallo, lasciando un solco più o meno profondo a seconda dell'aggressività dell'agente chimico stesso o del tempo in cui questo è lasciato a contatto con la lastra. Per proteggere la superfice metallica che non deve essere asportata chimicamente (negativo), si deposita preliminarmente su di essa un sottilissimo strato idrofobo, generalmente di origine cerosa, strato che verrà rimosso fisicamente nelle parti che dovranno andare a formare l'immagine di stampa (positivo). L'agente chimico, generalmente acquoso, non attaccherà la superfice coperta dalla cerca. La rimozione della cera per fusione, lascerà la lastra solcata dalla corrosione e pronta per la successive fasi di inchiostrazione e stampa.
Ringrazio il Circolo Numismatico e Filatelico Pistoiese per avermi fornito lo spunto per scrivere sulla la mia città di origine e dei miei primi interessi filatelici, ovvero i francobolli stampati in calcografia.
Tutte le immagini dei francobolli presenti in questo articolo sono state realizzate dall'autore a partire da francobolli di sua proprietà. Le immagini riprodotte nelle figure 2 e 3 sono state prese dal sito www.wikipedia.com e modificate leggermente nella tonalità dei colori, mentre quelle delle figure 7 e 8 sono completamente originali, realizzate interamente dall'autore dell'articolo.
Riferimenti 1. Sito di riferimento per la Filatelia Toscana: I Cinquecento Leoni di Toscana
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