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La febbre gialla a Livorno in una lettera della Repubblica Italiana del 1804

di Roberto Monticini
Le "divise uniformi" degli impiegati
delle Poste Granducali - 1835

La Repubblica Italiana fu proclamata il 26 gennaio 1802 per trasformazione della Repubblica Cisalpina.
L’atto fu sottoscritto a Lione dai deputati della Repubblica Cisalpina, la Presidenza fu assunta dal Primo Console di Francia Napoleone Bonaparte, che nominò suo vicario il nobile milanese Francesco Melzi d'Eril. Fu promulgata la Carta Costituzione e furono stabilite anche le altre cariche istituzionali: una Consulta di Stato, un Consiglio legislativo e sette ministeri: giustizia, tesoro pubblico, relazioni estere, affari interni, finanze, guerra e culto. Il dicastero delle relazioni estere era distinto in due divisioni: una con sede a Parigi presso il presidente, l'altra residente a Milano presso il vicepresidente, dove era stata insediata anche la Segreteria di Stato, organo amministrativo centrale della repubblica.

Amministrativamente il territorio fu diviso in 12 dipartimenti: Dipartimento dell'Agogna (capoluogo: Novara), Dipartimento dell'Alto Po (capoluogo: Cremona), Dipartimento del Basso Po (capoluogo: Ferrara), Dipartimento del Crostolo (capoluogo: Reggio), Dipartimento del Lario (capoluogo: Como), Dipartimento del Mella (capoluogo: Brescia), Dipartimento del Mincio (capoluogo: Mantova), Dipartimento d'Olona (capoluogo: Milano), Dipartimento del Panaro (capoluogo: Modena), Dipartimento del Reno (capoluogo: Bologna), Dipartimento del Rubicone (capoluogo: Forlì), Dipartimento del Serio (capoluogo: Bergamo).


Il 17 marzo 1805, con la proclamazione dell’Impero Francese, ebbe termine la Repubblica Italiana e, creato il Regno d'Italia, il 26 maggio dello stesso anno, Napoleone ne fu incoronato Re nel Duomo di Milano.

La Repubblica Italiana conobbe vita breve (poco più di 3 anni) e comunque la sua esistenza fu sempre strettamente subordinata alla Repubblica francese.

La lettera che segue attiene al contesto storico di quegli anni, è stata spedita da Forlì l’8 novembre 1804 ed è diretta al Delegato di Sanità di S. Arcangelo:

REPUBBLICA ITALIANA
Forlì 8 novembre 1804. An. 3°
LA COMMISSIONE DI PARTIMENTALE
DI SANITÀ
DEL RUBICONE

Nel testo:

Al Delegato di S. Arcangelo

Le istruzioni riguardanti il morbo insorto nella Toscana esistono nelle mani dei Delegati di Sanità Straordinaria ai Confini - Voi dovete diviggervi ai medesimi perchè (?) se aveste a non allontanarvi punto (?) da quanto prescrivono le nostre Circolari N. 245. 246. 257. --
Evaso così il suo foglio delli 5 andante abbiamo il piacere di salutarvi.

(firme)

Il responsabile della Commissione Dipartimentale di Sanità, a questa richiesta di istruzioni operative in merito alla epidemia sanitaria dilagante, con tono burocratico e severo, risponde ribadendo l’obbligo della osservanza delle istruzioni già impartite con le Circolari nn....

Risulta essere informazione interessante e degna di nota il riferimento alle istruzioni emanate nei mesi antecedenti riguardanti il morbo insorto nella Toscana.

Per meglio comprendere l’antefatto al quale fa riferimento la missiva di risposta, richiamiamo all’attenzione gli avvenimenti storici precedenti che hanno interessato la Toscana. Nel 1801, in virtù del Trattato di Lunéville, Ludovico I di Borbone era stato costretto da Napoleone ad accettare il trono di Toscana con il titolo di re d'Etruria e rinunziare imperativamente a quello di duca di Parma e Piacenza.
Ludovico morì il 27 maggio 1803 all'età di 30, a causa di una crisi epilettica, la moglie Maria Luisa, infanta di Spagna, assunse la reggenza per conto del figlio Luigi Carlo, il nuovo re d'Etruria.

Nell'agosto del 1804 nel porto di Livorno aveva attraccato il bastimento Anna Maria che, salpato da Veracruz, dopo un approdo a Cadice era ripartito alla volta del porto toscano. La Spagna era considerata "paese sicuro" a livello sanitario e quindi la capitaneria di porto, forte di questa convinzione, dette il via libera all’attracco senza imporre nessuna misura di isolamento cautelativo. L’errore si rivelò fatale e produsse effetti catastrofici in quanto l'intero personale del bastimento era affetto da febbre gialla in stato già avanzato, in grado quindi di provocare la rapida diffusione del contagio, come realmente accadde.

Le disposizioni impartite il 19 novembre 1804 - scarica il PDF >>>

L’epidemia fu sconfitta per merito di un medico di Montevarchi, Gaetano Palloni, che mise in atto una serie di rigorose prescrizioni per arginare la trasmissione e la diffusione del morbo e per curarlo.

Lo storico Giovanni Prezziner spiega a proposito dell'intervento di Palloni a Livorno:

«I medici o non conoscendo la natura del nuovo male, o temendo che l'annunziarlo dispiacesse al popolo ed al Governo, non suggerirono alcuna utile misura. La malattia andò perciò giornalmente aumentando, fino a gettar lo spavento in Toscana e in tutta quanta l'Italia. Varie misure furono al Governo proposte, e da questo sperimentate, ma riuscendo vano ogni tentativo, fu ricorso al Palloni, come all'ancora sacra della Speranza, e fu spedito a Livorno in compagnia dei Dottori Bertini e Bruni onde provvedesse alla comune salvezza».

Chi era il Dott. Gaetano Palloni lo scopriamo ancora dalle parole di Giovanni Prezziner:

«Dallo Spedale di S. Maria Nuova facciam qui passaggio a quello degl'Innocenti. Una Cattedra ivi istituita con Motuproprio del Re Lodovico I in data degli 8 aprile 1802 somministra materia interessante alla nostra Storia. La Cattedra aperta allora in detto luogo fa qual si conveniva ad uno Stabilimento pubblico destinato a ricevere gli esposti Infanti, quella cioè delle Malattie infantili; il soggetto poi chiamato subito a coprirla fu il Sig. Dott. Gaetano Palloni, che ottenne perciò il mensuale stipendio di 25 scudi fiorentini ed il titolo di Professore onorario dell'Università di Pisa. Il Sig. Palloni dietro agli ordini sovrani fece subito i corsi delle sue lezioni in ore pomeridiane, e così venne subito la sua Scuola frequentata dagli studenti Giovani medici non impediti in tali ore da altre lezioni. Dopo che ebbe per due anni pubblicamente insegnato, egli diede alle stampe un Saggio sopra l'utilità e il metodo d'innestare la Vaccina, ed in tal guisa potette il Pubblico avere un argomento luminoso de' di lui studi e delle di lui premure pel vantaggio de' teneri fanciulli».

Alla scienza di questo insigne pediatra ricorse più volte Maria Luisa di Borbone, regina reggente d'Etruria, per curare le infermità dei figli Carlo Ludovico e Maria Luisa Carlotta.

Dottor Gaetano Palloni prendendo sede a Livorno, apportò tutta una serie di modifiche e migliorie ai sistemi sanitari, introducendo per la prima volta il "suffumigio" di cloro nella disinfezione dei bastimenti e riordinando il sistema dei Lazzeretti.

Fece pure un regolamento di polizia medica per la città, con il quale provvide non solo ad indicare la corretta nettezza delle strade, dei fossi, e delle fognature, ma anche a introdurre il controllo e la proibizione dei prodotti alimentari guasti, arrivando persino ad occuparsi del buono stato igienico delle farmacie, e alla verifica dei titoli degli esercenti la medicina.

Dottor Palloni adottando preventivamente adeguate misure sanitarie, ripetutamente impedì l’ingresso di nuovi morbi e contagi in terra di Livorno, buon ricordo lo conserva il dicembre del 1806, quando giunse in Livorno una feluca carica di soldati francesi contagiati dalla peste già manifesta nei primi sintomi. Per impedire lo scoppio di una nuova epidemia dottor Palloni non esitò ad opporsi e sfidare finanche le autorità militari francesi, che alla fine però abbandonarono le loro resistenze ed accettarono i consigli del medico.
Nei giorni immediatamente successivi all’accordo stipulato, la peste impietosa dimostrò la sua maledetta veemenza, decimando tutti i soldati del bastimento.

Dall'esperienza livornese, dottor Palloni ricavò due trattati - tradotti anche in tedesco, spagnolo e francese - che divennero punti di riferimento per i medici anche fuori dai confini toscani.

Dottor Gaetano Palloni fu anche membro delle accademie di Copenaghen, Vilnius, Lund e Berlino.

Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana_(1802-1805)
https://www.arezzonotizie.it/social/storia-peste-gialla-1804-livorno-toscana-gaetano-palloni.html
https://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-palloni
https://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Palloni_(medico)
https://books.google.it/books?id=BFR0Mi_fBSIC&pg=PA741&dq=notificazione+15+novembre+1804+livorno

 


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