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  Rispedita, richiamata: due interessanti rispedizioni pontificie per Lucca
Thomas Mathà
Le "divise uniformi" degli impiegati
delle Poste Granducali - 1835

La fortuna mi ha portato due bellissime lettere del Lombardo Veneto dirette nello Stato Pontificio e rispedite nel Ducato di Lucca. Lettere con provenienza e destinazione identica, ma comunque molto diverse. Vediamo perché.

Tutte e due sono partite da Verona e spedite a Tolentino (Marche) nel 1846, ed ambedue rispedite a Lucca; il destinatario era il Padre Agostiniano Vincenzo Reffi.

La prima lettera è del 22 giugno; l’ufficio di Verona timbra Verona/22 GIU e FRANCA/FRONTIERA per evidenziare il prepagamento fino al confine di stato, seguito sul retro dall’annotazione 6 (carantani), che corrisponde alla tariffa prevista dal regolamento del 1843 per lettere fino a 20 leghe. L’ufficio postale di scambio di Padova appone il bollo Regno L° V°, mentre il bollo bilineare REGNO/LOMBARDO VENETO è dell’ufficio di scambio in entrata di Ferrara.

La lettera arriva a Tolentino il 25 giugno (bollo sul retro) e viene tassata per 9 bajocchi, che non poteva essere che un errore, perché la tassa prevista dalla Notificazione “Tosti” del 1844 per lettere provenienti dal Lombardo Veneto e dirette nella seconda distanza (Marche) era 10 baj. Il “9” è stato successivamente cancellato, perché qualcuno per il Padre ha pagato la tassa, e la lettera viene rispedita a Lucca.

Quindi l’ufficio di Tolentino appone il proprio bollo lineare TOLENTINO ed a sinistra il bollo Imp.e in quanto lettera diretta all’estero (la regola era che si doveva apporre sul retro della lettera). E sul retro vediamo i 5 bajocchi diritto d’impostazione fino al confine pagato dalla stessa persona che aveva pagato i 9 baj.

Da Tolentino la lettera è stata quindi spedita all’ufficio di scambio di Perugia, e poi in bolgetta a Lucca per la via di Firenze. Nel Ducato la lettera è tassata 10 soldi lucchesi. La tariffa lucchese del 12.5.1818 impone per le lettere dallo Stato Pontificio 4 soldi, eventuali assegni di Poste estere sono da aggiungere, quindi sembrerebbe che 6 soldi (3 crazie) siano stati accreditati alla Toscana. La lettera arriva il 1° luglio (percorrenza totale 9 giorni).


La seconda lettera è datata tre mesi dopo, il 25 settembre, ma parte con la posta solo il 4 ottobre. Fino a Tolentino è quasi identica con l’altra, questa è tassata correttamente 10 baj. Ma da ora il trattamento è diverso. Nessuno paga la tassa di 10, ma è una lettera richiamata, quindi rispedita con tutti i debiti pregressi in capo al destinatario.

Dalle Marche non viene spedita all’ufficio di scambio più vicino di Perugia, ma parte verso l’ufficio pontificio di scambio di Bologna che è fornito del rispettivo bollo RICHIAMATA. Si addebitano alla Toscana 14 baj (10 baj pregressi + 4 baj per la tratta Tolentino-Bologna = 2a distanza alla 3a distanza, tariffa Tosti).

Bologna scambia con Firenze che appone il bollo C.P. (corrispondenza pontificia), converte i 14 baj in 11 crazie ed inoltra verso Lucca.

Le poste lucchesi convertono 11 crazie nella Lira Lucchese e scrivono L 1. 10 (1 Lira 10 soldi = 30 soldi). Sembra che nessuna competenza lucchese sia stata aggiunta oltre a questo importo. La lettera (giunta a Tolentino il 7 ottobre) arriva a Lucca il 14 ottobre, la percorrenza è infine 10 giorni.

Un ringraziamento ad Alberto Del Bianco e Roberto Monticini per il loro prezioso aiuto.

Thomas Mathà
10-01-2020

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