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  È un débourcés?
di Giuseppe Pallini
Le "divise uniformi" degli impiegati
delle Poste Granducali - 1835

Ho avuto recentemente occasione di vedere (e fotografare) questa lettera, spedita dal “R° Uffizio del Bollo e Marchi” di Firenze il 31 Ottobre 1807, (in franchigia, essendo un ufficio governativo di primaria importanza), che annunzia la spedizione di carta bollata al Cancelliere Comunitativo di S.Casciano, che l’aveva richiesta fin dal mese di Giugno.

Detto Uffizio spediva a parte la carta da bollo (di solito consegnata a un espresso, persona appositamente incaricata del pronto recapito) che transitava dalla Direzione Postale primaria del richiedente (nel nostro caso Siena, vedi al verso il bollo a cuore 45), responsabile del successivo inoltro a destinazione e della somma da introitare.

Il ritardo fra la richiesta (mese di Giugno) e la spedizione (31 Ottobre) può spiegarsi col fatto che Napoleone aveva decretato la fine del Regno di Etruria il 29 Ottobre 1807, quando i francesi stavano già procedendo all’occupazione della Toscana e veniva approntata la carta da bollo con la nuova monetazione.

Ma nella lettera di accompagnamento di Siena nell’indirizzo viene erroneamente scritto Chiusdino invece di San Casciano, dove invece è indirizzata la medesima, come si vede dal suo interno. Nella lettera è annotata la data di ricevimento a S. Casciano del 9 Novembre e quella di risposta del 19 successivo.

Il Cancelliere comunitativo di Chiusdino apre la lettera, sulla quale Siena ha segnato in rosso la tassa di 3 crazie (appena visibile), e visto che non è roba sua la rispedisce a Siena. Ora l’Uffizio Postale di Siena sa che le 3 crazie di tassa sono di spettanza di S.Casciano, pertanto cancella Chiusdino e manda la lettera a S.Casciano (sicuramente sotto fascia) segnando questa volta la tassazione di 3 crazie con tre tratti dell’inchiostro verde usato da quell’Ufficio, sotto i quali scrive “Dato debito”. Secondo me si tratta dell’equivalente italiano, manoscritto, del bollo francese débourcés, che a Siena fu fornito ai primi dell’Agosto 1808.

Non sono sicuro di avere interpretato correttamente questo documento e mi piacerebbe sentire il parere e le osservazioni di qualche esperto di storia postale del periodo.

Giuseppe Pallini
12.10.2019

 


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