il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI


6° Periodo dal 24 gennaio al 9 febbraio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD CON SEDE A BRINDISI.

 

Lunedì 24 Gennaio 1944

Brindisi - Inizia i preparativi per il trasferimento del Governo Italiano e della Allied Control Commission. (fusa con A.M.G.). Le nuove sedi saranno Napoli e Salerno. Vengono ridefiniti i compiti dell'A.C.C. e variata la suddivisione delle regioni con la seguente numerazione:
Regione I - Sicilia
Regione II - Calabria, Lucania e, solo a livello consultivo, Puglie
Regione III - Campania
Regione IV - Lazio e Umbria (della quale solo una piccola parte è al momento sotto controllo Alleato)
Regione V - Abruzzi e Marche
Regione VI - Sardegna (fino ad oggi controllata da una missione speciale),

Nel territorio sardo, infatti, entra oggi in vigore il Regio Decreto Legge n.21 che, alle dirette dipendenze del Capo del Governo, istituisce l’”Alto Commissariato per la Sardegna” che ha il compito di sovrintendere e coordinare tutte le attività amministrative e statali dell’Isola, nonché di vigilare sugli enti e gli istituti di diritto pubblico e, in genere, su tutti quegli enti sottoposti a tutela e alla vigilanza dello Stato e che godrà, altresì, del diritto a partecipare alle sedute del Consiglio dei Ministri senza voto deliberativo e limitatamente a materie riguardanti la Sardegna.

DAL DIARIO DI MACMILLAN - Algeri – “Giornata tranquilla. Ho lavorato alle mie carte ecc. per tutta la mattina. Credo che dovremo stare in Italia per una settimana o più. Credo prenderò con me qualche collaboratore in più. E’ venuto a trovarmi Duff per parlare del problema franco – italiano, ossia della possibilità di riaprire tra i due paesi (Francia e Italia) alcuni rapporti commerciali proficui per entrambi. Per esempio i francesi necessitano dello zolfo siciliano e potrebbero usare il carbone sardo, mentre l’Italia necessita di fosfati e di attrezzature minerarie corse per astrarre il carbone in Sardegna.

Le notizie sulla battaglia in corso si annunziano buone, anche se ne conosciamo pochissimi particolari. Gli sbarchi sono andati benissimo al di là di ogni aspettativa e il tempo si mantiene ancora buono. Certo, le nostre speranze sono altissime, ma non dobbiamo sperare troppo: l’esperienza ci ha insegnato che il momento critico viene due o tre giorni dopo lo sbarco, quando ha inizio il contrattacco.

Alle tre e un quarto del pomeriggio, riunione del consiglio consultivo alleato per l’Italia: ha presieduto Vyshinsky. La riunione aveva più carne al fuoco di tutte le precedenti e si è dovuto trattare di molti punti controversi che ci sono stati sottoposti dal comando supremo. Massigli (rappresentante della Francia) ha presentato un documento ufficiale che inizia con la richiesta dell’abdicazione del re e procede chiedendo la consegna delle navi da guerra, delle navi mercantili e degli aerei italiani ecc.; i francesi vogliono tutto questo a riparazione dell’attacco italiano subito nel 1940! Ho mostrato tutta la mia indignazione e Vyshinsky mi ha energicamente sostenuto. Quel poveretto di Massigli mi ha poi confessato che quel singolare documento era stato stilato per ordine del comitato francese: personalmente se ne vergognava. Vyshinsky ha proposto che discutessimo il problema del re “nella riunione successiva alla prossima. Il che speriamo debba avvenire dopo la presa di Roma. Poiché il governo inglese (ed io concordo) vuole per ora ad ogni costo conservare (in Italia) lo status quo, la proposta mi è andata benissimo e mi sono detto d’accordo. Alle sei e mezzo, è venuto il colonnello Maxwell con tante questioni da trattare riguardanti l’Italia. I governi alleati hanno accettato interamente il nostro punto di vista sul documento in cui si precisano modi e tempi del “trasferimento” di poteri. Adesso ho la speranza che la cosa passi. Veramente, si tratta di una grande marcia indietro, dopo tutta la mole di carte che scrivono a Londra e a Washington. Ma là non si guarda mai in faccia la realtà. Il vero problema è quello che il governo italiano si assuma la responsabilità di provarsi (almeno) a governare, nelle condizioni attuali, l’Italia meridionale, dipendendo da noi per derrate, trasporti, carburante e indumenti. Se sarà sottoposto a pressioni troppo forti Badoglio potrebbe non volerne più sapere e allora ci troveremmo in un grave imbarazzo (…)”.

 

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD – Il generale Umberto Utili assume oggi l’effettivo comando del 1° Gruppo Motorizzato italiano sostituendo il generale Dapino.
Le varie formazioni del 1° Raggruppamento Motorizzato italiano acquartierate nelle retrovie, nella zona di Sant’Agata dei Goti (Benevento), continuano il periodo di riposo in attesa di quella ristrutturazione e potenziamento che gli Alleati, prima sembravano sollecitare ma ora ostacolano apertamente. Infatti, dopo le richieste di personale italiano pervenute fin dall’11 gennaio, ancora oggi il comando della V Armata dispone il trasferimento dell’intero 67° reggimento fanteria alle dipendenze del II Corpo. Ormai è chiaro e inequivocabile che non si tratta soltanto di provvedimenti che vanno sminuzzando la compagine del 1° Raggruppamento,

ma che sembra invece in atto da parte americana una vera e propria smobilitazione dell’unità i cui reparti si può presumere finiranno per essere utilizzati un po’ alla volta per lavori di manovalanza.
A questo punto dunque gli americani ci considerano come un inutile peso quale unità combattente e desiderano soltanto sfruttare le nostre possibilità unicamente come lavoratori.

Così, appena giunto a destinazione, il generale Utili si trova a dover affrontare una situazione che appare drammatica e dirama oggi il suo Ordine del Giorno ai reparti dipendenti:

“Nell’assumere oggi l’effettivo comando del 1° Raggruppamento porgo ai miei soldati ed ai miei collaboratori di ogni grado il mio primo caldo saluto e il fraterno saluto dei fanti, dei bersaglieri e dei paracadutisti in approntamento nelle Puglie e che, ormai pronti anch’essi a combattere, non attendono che gli automezzi per raggiungere i camerati che li hanno preceduti.
Valorosi veterani del 1° Raggruppamento!
Sono fiero di essere stato destinato a comandarvi. Nell’ora più amara e più difficile, quella dello smarrimento e dello sconforto, voi avete dato l’esempio generoso dell’azione ed avete versato il vostro sangue, che è sempre qualcosa di più prezioso delle chiacchere, nella santa riscossa contro i tedeschi.
Onore ai vostri Caduti, onore ai vostri feriti, ma onore anche al più umile di voi.
Nella battaglia che si è accesa da due giorni, Roma risplende fulgida in fondo, come una gemma, ed è la nostra meta.
Guardate a Roma, ragazzi, con gli occhi dello spirito.
Guardate alle vostre famiglie lontane, straziate ed oppresse, quelli di voi che, come me, l’hanno al di là.
Ragazzi, in piedi: perché questa è l’aurora di un giorno migliore.”

 

 Chiesto e ottenuto tramite gli ufficiali di collegamento italiani un colloquio col comandante della V Armata e col suo capo di Stato Maggiore, nel pomeriggio Utili parte per Caserta accompagnato dal tenente colonnello Lombardi. L’impatto con il capo di S. M. della V Armata generale Alfred Gruenther (nella foto), non è dei più incoraggianti. Poi, con il generale Clark le cose sembrano mettersi per il meglio. Clark ascolta le richieste di Utili che chiede un tempo ragionevole per poter raccogliere e rendere omogeneo il Raggruppamento e perciò occorre affrettare il trasporto degli uomini che si trovano in Puglia e la restituzione di quelle aliquote del vecchio Raggruppamento che sono state impiegate fuori di esso. Il comandante della V Armata sembra ben impressionato dall’esposizione di Utili; la sua risposta è breve ma eloquente:


“Generale, la comprendo ed apprezzo la sua esposizione. I suoi soldati combatteranno con noi e sono certo che combatteranno bene. Darò gli ordini per quanto mi chiede. Lei attenda serenamente a mettersi la sua gente alla mano; mi dirà lei stesso quando sarà pronto”.

Il generale Utili sembra essere fermamente convinto nell’idea che il Raggruppamento Italiano è prossimo a poter essere nuovamente impiegato in azione malgrado le povere condizioni delle sue armi e il suo equipaggiamento.


STORIA POSTALE del 24 gennaio
 


Lettera semplice, con mittente di Campobasso, destinazione Taranto, impostata oggi a Bari,
probabilmente da persona che vi si era recata. Fu censurata dalla Commissione
Provinciale di Censura 3R di Bari. Infrequente uso del 0,50 Imperiale con l’effige reale.



Martedì 25 Gennaio 1944


La Commissione Alleata di Controllo si insedia oggi a Napoli.

Taranto - Si tiene un congresso di ex combattenti delle federazioni delle quattro provincie. I delegati, presenti anche di Benevento e Avellino, rappresentano trecentomila iscritti.

Puntoni commenta: “A Taranto si è tenuto il congresso straordinario dei combattenti. A quanto si dice la riunione si è svolta e conclusa in maniera assolutamente favorevole alla Monarchia e al Sovrano. Di ciò però non si ha traccia nell’ordine del giorno che è stato votato, perché qualcuno per evitare le reazioni degli avversari ha preferito, con considerevole dose di pusillanimità, far passare sotto silenzio gli indirizzi di devozione al Re e nascondere la verità”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN - Da Algeri a Napoli – Caserta – “Alle dieci sono partito in aereo. Abbiamo usato il nostro apparecchio e vi sono saliti in molti, compresi cinque russi, tre americani e sette inglesi. Ho ritenuto prudente chiedere a Vyshinsky se non sia per caso possibile al consiglio stare in Italia nella presente situazione e lui si è detto subito d’accordo. Ho anche portato con me un mio gruppo di collaboratori che intendo lasciare in Italia. Si tratta di Aubrey Halford, un segretario – un piccoletto che sa scrivere a macchina e parla l’italiano, ma non ha altre grandi doti – e due addetti alla codificazione in cifra.
Questi mi consentiranno di fare in Italia quello che ho sempre fatto ad Algeri: spedire e ricevere telegrammi del Foreign Office in cifra e non passando per i canali di comunicazione militari, dove tutto è alla mercé di tutti e di qualcun altro ancora. Siamo arrivati a Napoli alle tre e un quarto, dopo un bel volo senza sballottamenti di sorta. Siamo tutti alloggiati all’Hotel Parco (dove siamo stati la scorsa settimana), fatta eccezione per me e John Wyndham: noi due siamo presso il quartier generale avanzato, nell’immenso palazzo di Caserta (…). Ho preso con me anche il mio sergente dei granatieri (Leyland) che ad Algeri ci ha fatto da maggiordomo: è bravissimo e ci rende tutto più confortevole, perché è un buon cameriere e ci fa quasi da balia. (Ora che, come è evidente, sto “andando a pezzi”, il mio personale si cura moltissimo del mio benessere). L’unico fastidio è che da Napoli a Caserta ci vuole un’ora buona di automobile. Eppure, devo spostarmi, per lavorare. Dall’una all’altra destinazione e la cosa finirà per stancarmi. La strada è accidentata e piena di buche, e poiché è la grande arteria che dal porto di Napoli arriva al fronte, ti puoi immaginare quanto sia intenso, giorno e notte, il traffico che vi si svolge.

Dalle quattro alle cinque e mezzo ho parlato all’albergo con Harold Caccia e Reber. Alle cinque e tre quarti in auto con il generale MacFarlane a Caserta per incontrare il generale Alexander, che però al nostro arrivo era ancora fuori sede e non è poi ritornato se non verso le nove e un quarto. Abbiamo cenato nella piccola mensa ufficiali che sta all’esterno del palazzo. Siamo riusciti a fare il nostro lavoro e cioè ottenere la firma ai documenti ufficiali che stabiliscono il trasferimento di territori al governo italiano.

Alex era stanco, ma allegro. Il tempo ultimamente non è più stato tanto bello. Vento fortissimo, che ha reso difficile sbarcare il materiale di scorta e le altre cose di cui c’è bisogno. Per fare comodamente il loro lavoro i mezzi da sbarco avrebbero bisogno di un vento che soffi da terra. Infatti se soffia dal mare spinge le navi avanti e man mano che queste si alleggeriscono a causa dello scarico di quanto trasportano, si profila il rischio di straorzare e cioè di piantarsi nella sabbia e così non essere più utilizzabili. Veramente stupisce quello che riescono a fare. Esiste solo un minuscolo porto ad Anzio (per buona sorte rimasto indenne) e tutto viene portato a braccia sulla spiaggia, sia che si tratti di trasbordare cose da grosse “Liberty” o da regolari mezzi da sbarco. Chiaramente ho potuto discutere di varie questioni inerenti alla ristrutturazione della Commissione di Controllo a del Governo Militare mentre attendevo Alex. Credo che in merito il generale Mason MacFarlane riuscirà a far bene. E’ una gran fortuna per me che Murphy sia ora in licenza in America. Chi ne fa le veci è molto intelligente, ma molto inesperto; quindi, mi è stato veramente facile assumere il controllo della situazione e combinare ogni cosa con Mason MacFarlane. I generali Wilson e Alexander sono, direi, del tutto disposti ad accettare qualunque cosa su cui io e MacFarlane ci siamo messi d’accordo”.



Mercoledì 26 Gennaio 1944


ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - A Bari il prof. Omodeo (crociano e azionista) chiede l’istituzione di un Tribunale del Popolo per poter condannare a morte Vittorio Emanuele III° e suo figlio Umberto… Non contento li invita, dai microfoni di Radio Bari, a suicidarsi.

Benedetto Croce e Sforza partono da Sorrento (NA) alle 9 di mattina per recarsi a Bari e partecipare al congresso dei partiti. Vi giungeranno alle 17,30 dopo una breve sosta a Trani.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Si parla dell’occupazione di Velletri da parte di truppe alleate sbarcate sulla spiaggia di Nettuno. Non c’è però alcuna notizia ufficiale che confermi queste voci”.



Giovedì 27 Gennaio 1944

ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Alla vigilia del congresso dei partiti a Bari, Badoglio scrive a Roosvelt e gli dice che se l’Italia, che sta combattendo lo stesso comune nemico fosse dichiarata “alleata”, egli e tutti gli americani avrebbero l’eterna gratitudine degli italiani di Italia e degli USA.

RESTITUZIONE DI TERRITORI ALL’AMMINISTRAZIONE ITALIANA - Le autorità alleate dichiarano formalmente che l’Italia viene riconosciuta territorio “liberato” e annunciano che le provincie a sud .di quelle di Salerno e Potenza, queste comprese, passeranno all’amministrazione del governo Badoglio dal 10 febbraio.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “La notizia della presa di Velletri, di Littoria e di Aprilia non è vera; sembra anzi che i tedeschi, dopo il primo momento di sorpresa, abbiano organizzato una difesa tenace e strettissima. In qualche punto, anzi, le truppe germaniche sono passate al contrattacco. Il Maresciallo Badoglio è partito in aereo per Napoli dove s’incontrerà con Mac Farlane e con un confidente del Presidente Roosvelt”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN -

Caserta – “Qui ci si alza presto, verso le sette e mezzo e si fa la prima colazione alle otto. Dopo, ho scritto alcuni dispacci: non abbiamo uno stenografo e questa è una seccatura; non mi è stato possibile avere qui la signorina Campbell mentre mi ero abituato a fare fin troppo assegnamento su di lei. Tuttavia, alle undici il lavoro era terminato e sono andato a trovare l’ammiraglio sir John Cunningham con cui abbiamo parlato del congresso di Bari. E’ chiaro che la mia decisione è di non interferire con il congresso dei sei partiti (italiani) e ho telegrafato al gabinetto in questo senso. Proprio mentre lasciavo Algeri per l’Italia, mi era giunto un assurdo dispaccio: il gabinetto voleva che il congresso fosse rimandato. Ho capito che l’allarmismo del gabinetto derivava da una segnalazione dell’ammiraglio McGrigor (che sta a Taranto) inviata al comando supremo del Mediterraneo e, purtroppo, ritrasmessa all’ammiragliato. Quel prode ammiraglio che sta a Taranto si è messo in testa che il congresso dei sei partiti italiani avrebbe potuto indurre la marina italiana all’ammutinamento o all’affondamento delle navi. Ma non risulta poi chiaro se gli uomini della marina italiana avrebbero adottato simili misure perché erano filomonarchici e intendevano protestare contro le posizioni emerse durante il congresso; oppure perché erano filorepubblicani e intendevano manifestare il proprio favore per la causa della repubblica. Il fatto è che la segnalazione dell’ammiraglio McGrigor ha messo in subbuglio Londra e ha provocato un dispaccio del tutto assurdo inviatomi poi dai miei colleghi. Il congresso in questione doveva tenersi a Napoli. Le autorità militari hanno rifiutato per ora il permesso, suggerendo che poteva tenersi a Bari alla fine di gennaio. Sarà una riunione a cui saranno ammesse solo certe persone e sono sicuro che sarà una cosa noiosissima. Aprirà i lavori Croce, con uno di quei suoi discorsi patetici e parlerà per un’ora e mezzo. Penso che durante i lavori, non ci saranno grossi incidenti. Credo di avere detto a sir John (McGrigor) che, pur non avendo nulla da opporre alla possibilità di un ammutinamento della flotta italiana, tuttavia non credo che il fatto potrebbe essere una conseguenza del congresso di Bari; penserei piuttosto alla naturale inclinazione di tutte le flotte ad ammutinarsi. Mi è sembrato persuaso dalle mie ragioni.

A mezzogiorno, il Consiglio Consultivo, cioè tutti i suoi membri con relativi collaboratori, sono stati fatti venire a Caserta da Napoli. Li ha ricevuti il generale Wilson e per circa tre quarti d’ora ha loro esposto la presente situazione militare e politica. Il tutto è avvenuto in forma di domanda – risposta. Il generale se l’è cavata benissimo e Vyshinsky si è dimostrato naturalmente compiaciuto e lusingato. Poi alla mensa del generale abbiamo consumato la colazione (eravamo dodici in tutto). Dopo colazione, finalmente un po’ di vacanza vera. Non ho lavorato fino alle cinque (…) e ho fatto una bella passeggiata nel recinto di questo fantastico palazzo: Il palazzo vero e proprio (costruito nel 1760) è, a mio avviso, più grande di quello di Versailles. Ci sono quattro grandi cortili e tremila o più stanze. Il giardino si alza sul pendio di una collina ed è tutto adornato di fontane, statue, corsi d’acqua. Lo stagno viene usato dal generale Mark Wayne Clark (il quartier generale della quinta armata per il momento è alloggiato qui) per far scendere un aereo Moth provvisto di galleggianti. La cascata (chiaramente il modello di quella di Bachelor Duke a Chatsworth), i dirupi artificiali, il pendio della collina e poi il caldo sole di oggi hanno contribuito a farmi passare un piacevole pomeriggio (…)”.



Venerdì 28 Gennaio 1944

ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Bari – Al teatro Piccinni si tiene il primo congresso dei Partiti antifascista e dei Comitati di Liberazione Nazionale di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia e Avellino, presenti i rappresentanti di Napoli, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna. E’ la prima grande assise democratica dei partiti antifascisti e si svolge nella parte d’Italia amministrata dal governo Badoglio. Ci sono Benedetto Croce, Carlo Sforza, Vincenzo Arangio Ruiz, Alberto Cianca, Antonio Segni, Mario Berlinguer, Tito Zaniboni, Velio Spano, Fausto Gullo, Michele Cifarelli, Giulio Rodinò, Adolfo Omodeo, Mario Palermo, Silvio Gava, Giovanni Cassandro, Francesco Cerabona, Angelo Jervolino, Oreste Lizzadri arrivato avventurosamente da Roma, Tommaso Fiore.

Il governo Badoglio non aveva concesso si tenesse, come richiesto dai partiti stessi, a Napoli il 20 gennaio. Le strade attorno al teatro sono state chiuse da cordoni di truppe. Gli accessi sono sorvegliati da carabinieri, polizia inglese, indiana e americana. Nella notte si sono uditi colpi d’arma da fuoco. Gruppi di jugoslavi, che si sono qualificati per realisti serbi, hanno aggredito dei civili italiani.

Lo svolgimento del congresso, in un’atmosfera di stato d’assedio, avviene nella ricorrenza del 20° anniversario della morte di Matteotti, i delegati sono 120. Vi partecipa anche Oreste Lizzadri latore dell’ordine del giorno antimonarchico emesso il 16 ottobre 1943 dal CCLN di Roma. Frammisti alla folla dei delegati sono presenti ufficiali del SIM italiano e dei servizi di controspionaggio alleati. Il permesso per la riunione è stato strappato a fatica. Gli Alleati, che ancora non hanno capito che i CLN pretendono di essere la più autentica rappresentanza del Paese e ambiscono al suo governo, guardano ad essi con diffidenza a stento trattenuta. Tramite l’ACC (Allied Control Commission) avevano richiesto a Badoglio se il congresso si poteva tenere ed avevano ricevuta una risposta affermativa chiaramente ad “obtorto collo”. Badoglio e il re, che avvertono chiaramente il pericolo, sono molto agitati e ne hanno ben d’onde. Per giustificare tale stato d’animo basta citare come esempio un brano del discorso pronunciato dal delegato Tommaso Fiore:

“Signori, signori di Brindisi, larve semoventi cui si aggrappa disperatamente il re fascista. Cosa fate? Ma voi non avete anima, non avete fiato da infondere nella vita della Nazione; non è vero che questa è tutta corrotta, è tutta fradicia: soltanto la sovrastruttura, soltanto gli innumerevoli castelletti degli uffici governativi e parastatali sono guasti. L’anima popolare è salva, è pura. Voi siete il fascismo. Sgombrate, ombre vuote di Brindisi. Noi siamo il popolo d’Italia. Rappresentiamo tutto il popolo d’Italia, nessuno potrà impedirci di riunirci dove e quando vogliamo. Siamo il nuovo governo, la democrazia, l’avvenire d’Europa. Tali ci ha salutati il parlamento inglese, tali ci vogliono in America e in Russia, tali ci impone di essere la nostra coscienza. Noi siamo quello scoglio contro il quale il fascismo si è rotto le unghie”.

I lavori vengono aperti da Michele Cifarelli. Sforza e Zaniboni vengono chiamati alla presidenza. Viene formata la “giunta esecutiva” base della futura opposizione e raggiunto un compromesso con un documento che considera “presupposto innegabile della ricostruzione morale e materiale italiana l’abdicazione immediata del re, responsabile delle sciagure del Paese”.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Parte per il fronte un nuovo reparto italiano, il battaglione “Nembo”. Le truppe organizzano una manifestazione di simpatia all’indirizzo del Sovrano.
A Bari si è inaugurato il congresso antifascista che, per la maniera in cui è stato organizzato, si risolverà in una manifestazione antimonarchica, violenta e velenosa. Il congresso pretende di essere il portavoce del pensiero di tutti gli italiani e come pretesa, data la situazione, non c’è male. Qualunque cosa venga decisa a Bari, il Sovrano si atterrà alla linea già espressa agli alleati attraverso il promemoria consegnato a Mac Farlane. Il Re aveva chiesto che il promemoria venisse pubblicato ma gli alleati sono stati sordi al desiderio di Sua Maestà.
Badoglio è tornato da Napoli. Sembra che sia stato stabilito il passaggio della Sicilia e delle provincie della Calabria, della Lucania, di Salerno e di Benevento all’amministrazione italiana a decorrere dal 10 febbraio prossimo. Prima di tale data il governo dovrebbe trasferirsi nella nuova sede di Salerno.

DAL DIARIO DI MACMILLAN - Napoli – “(…) Alle due del pomeriggio sono tornato in auto a Napoli per partecipare alle tre ad una seduta (informale) del consiglio consultivo: abbiamo sentito relazioni di Lord Stansgate e di Grady della divisione economica, sull’opera da loro fin qui compiuta. Tutto è andato bene e penso che i russi siano rimasti impressionati della bontà delle riforme attuate. Dalle quattro e mezzo alle sei, colloquio con il generale MacFarlane su varie questioni e in particolare sugli strumenti legali con cui attuare il trasferimento di territori al governo italiano e sul problema dei prigionieri di guerra (1). Sono stato di ritorno a Caserta verso le sette e ho cenato con molto gusto insieme al generale Alexander.(…)”.

……………….

(1) Gli alleati, a questa data, detengono circa 450.000 prigionieri di guerra italiani, la maggior parte dei quali viene impegnata in lavori agricoli. In base alla convenzione di Ginevra del 1929 non possono essere obbligati a compiere nessun lavoro che sia direttamente connesso con l’attività bellica. Fino a che lo status giuridico dell’Italia rimarrà di cobelligeranza, essi rimarranno sotto il profilo giuridico dei prigionieri di guerra, anche se disposti a servire la causa degli alleati, cosa che, nonostante i molti incoraggiamenti, faranno in pochi.

 


Sabato 29 Gennaio 1944


ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Congresso di Bari - L’unitaria votazione di un ordine del giorno conclude i lavori; in esso si riconosce di non immediata soluzione la questione istituzionale ma con il soprastante presupposto, la costituzione di un governo rappresentativo di tutte le forze antifasciste e la convocazione di un’assemblea costituente dopo la cessazione delle ostilità.
L’eco di questa mozione è immediata. In alcuni centri della Puglia e della Basilicata vengono occupati i municipi, assemblee popolari dichiarano di riconoscere quale unica autorità legittima la Giunta eletta dal Congresso.

Il bilancio sul Congresso, nel giudizio degli storici, è stato largamente contraddittorio: diviso tra l’apprezzamento per quella che venne definita la “prima assemblea democratica nell’Europa liberata dal nazifascismo” e le perplessità per un congresso paralizzato dalla questione istituzionale. Lo stesso Togliatti lo giudicò un “grande comizio antimonarchico”, che aveva portato lo scontro tra le forze antifasciste e il governo vicino al punto di rottura.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Seconda e ultima giornata del congresso di Bari. In chiusura parla Sforza; il suo discorso è violento e pieno di insulti all’indirizzo del Re. Con un ordine del giorno votato dai congressisti viene chiesta l’immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III. Gli alleati danno ampia diffusione al discorso del conte Sforza e i giornali e la radio riportano lunghe e dettagliate cronache del congresso. Il colpo sembra che sia arrivato a segno e il governo come al solito non prende alcuna iniziativa per reagire e attenuare gli effetti di questa propaganda a tinte sovversive”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN - In provincia di Napoli – “Giornata memorabile. Alexander mi ha preso con sé tutto il giorno sulla sua auto scoperta (una Ford V8 cui è stato tolto il tettuccio). E’ un’auto ormai celebre, di un colore adatto al deserto, che ha percorso tutta la strada da El Alamein ed ora reca la decorazione dell’Africa Star. Siamo andati a vedere il corpo d’armata francese (dove abbiamo trovato come comandante il generale Juin e il generale Giraud che era venuto in visita), poi al secondo corpo d’armata americano (qui tanti miei vecchi amici, tra cui cito in blocco la prima divisione americana) e poi ancora in diversi punti della linea del fronte. Siamo saliti su un’altura da cui si poteva osservare la battaglia per la conquista di Montecassino. Il generale Alex, come al solito, era calmo, distaccato e affascinante. E’ nel suo stile dare ai suoi comandanti subalterni non proprio degli ordini, ma dei suggerimenti sempre così perspicui e lucidi che convincono della loro giustezza. E’ un modo di fare quanto mai interessante (e di un’efficacia somma). (…)”.
 


 

STORIA POSTALE del 29 gennaio

 

 


 

 

 

 

Ricevuta di ritorno di atto giudiziario da Vittoria (RG). Censurata.
 

 


 

 

Domenica 30 Gennaio 1944


DAL DIARIO DI PUNTONI - “Il congresso antifascista di Bari che ha avuto inizio il mattino del 28 gennaio si è chiuso nel pomeriggio di ieri 29. Sforza ha parlato come se lo muovesse soltanto un cocente rancore nei confronti del Sovrano. I congressisti hanno chiesto l’abdicazione del Re per dare la possibilità al Paese – dicono – di crearsi un governo forte, capace di ottenere dagli alleati ciò che non è in grado di ottenere l’attuale ministero. Motivo fondamentale dell’ordine del giorno, dichiarano i firmatari, è la resurrezione dell’Italia e la sua completa defascistizzazione.

A leggere i resoconti pubblicati del giornale di Bari si sarebbe indotti a credere che il congresso rispecchi davvero le idee e i propositi della maggioranza degli italiani che reclamerebbero mutamenti radicali nella compagine che dirige il Paese.
La verità è ben diversa se si tiene conto di come vanno le cose in questo pezzo d’Italia che soltanto in apparenza ha ritrovato la libertà poiché in effetti è controllato e soggiogato alla stessa stregua di quella parte che è controllata dai tedeschi. Gli alleati, ma soprattutto gli inglesi, nella loro azione perseguono un fine molto chiaro; servendosi di uomini che possono stare alla pari dei vari Buffarini e Farinacci vogliono annientare questo Paese perché non possa più risorgere al rango di grande potenza. Come prima cosa ci sarebbe da domandarsi chi sono i famosi congressisti di Bari e cosa davvero rappresenti il loro voto. Ciò che meraviglia è che essi, eletti da piccoli consessi politici o addirittura autoinvestitisi di una rappresentanza che non hanno mai avuta, pretendono di parlare in nome dell’intero Paese. Dicono di esprimere la volontà dei prigionieri, degli italiani del Nord, della massa dei militari e perfino di coloro che in bande armate, al comando di ufficiali di fede monarchica, cooperano con gli alleati nelle operazioni di disturbo contro i tedeschi!

Di fronte a questo stato di cose a Sua Maestà non resta che agire subito e con energia prendendo una posizione netta nei confronti degli alleati. Due sono le ipotesi: o gli angloamericani si schierano apertamente contro la Corona e allora al Re non resterebbe che abdicare subito lasciando agli alleati la piena responsabilità delle conseguenze di tale passo, o il comando alleato riconosce l’importanza dell’istituto monarchico e in questo caso dovrà uscire dall’equivoco e appoggiare il Sovrano ritenendo definitive le sue decisioni contenute nel promemoria consegnato a Mac Farlane. Tutto ciò dovrà comportare un più valido appoggio al governo per la sua opera di contro propaganda e di riorganizzazione delle Forze armate.
Nel discorso di Sforza e nell’ordine del giorno votato a conclusione del congresso s’è parlato fino alla noia di abdicazione del Re ma non si è fatto alcun cenno alla successione del Principe. E’ evidente, e questo è il pensiero dell’ambiente che vive attorno al Sovrano, che la successione del Principe è soltanto un tranello per arrivare più rapidamente alla creazione di una repubblica. Lo sbandamento, nell’opinione pubblica, cresce di giorno in giorno. Oggi si dice addirittura che Sua Maestà abbia già abdicato”.



Lunedì 31 Gennaio 1944

AMMINISTRAZIONE MILITARE ALLEATA - Continua l'amministrazione militare Alleata in tutto il territorio della Sicilia. Nel gennaio la A.C.C. e la A.M.G. (che comprendeva i vari Governi Militari Regionali) venivano inserite in quadro di scambi e consultazioni che avrebbero consentito una migliore efficienza dei rispettivi apparati.

PER IL RIMPATRIO DI TOGLIATTI - La Commissione Alleata di Controllo, tramite il comando superiore di Algeri, approva la domanda di rimpatrio di Togliatti.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10 il Sovrano riceve per la firma i membri del governo De Courten, Jung, Cuomo e De Sanctis. Alle 11 concede udienza al Maresciallo Badoglio che è accompagnato da De Cuorten e dal sottosegretario Reale. Durante il colloquio viene deciso di presentare al capo della missione alleata una nota di protesta per l’azione dei partiti antigovernativi e per l’atteggiamento degli occupanti i quali non concedono alcun appoggio al governo che si trova moralmente disarmato di fronte ai suoi avversari. Nella nota si fa cenno, fra l’altro, alla necessità di portare al più presto il governo a Roma per evitare che nella Capitale i partiti di opposizione formino un Gabinetto per proprio conto. La protesta governativa sarà consegnate agli alleati il giorno 2 febbraio da De Courten e da Reale.
Viene a trovarmi il generale Pieche il quale insiste per persuadermi della necessità che il Re abdichi. “Soltanto così”, dice Pieche, “si potrà salvare la Monarchia…”




Martedì 1 Febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 12 vado a colazione sul piroscafo “Turba” dove il generale Ambrosio ha impiantato la sua mensa. Ci sono anche i generale Gazzera e Guasco. Inevitabilmente si viene a parlare della situazione politica e del congresso di Bari. Tanto Gazzera che Guasco si lamentano della debolezza del governo cui attribuiscono, in massima parte, la responsabilità di quanto sta accadendo. Preso di mira è pure il sottosegretario Reale che con le sue dichiarazioni ufficiali ha contribuito a seminare lo sgomento anche fra i più accesi sostenitori del Re. Alla fine della colazione viene l’ammiraglio Granafei il quale si associa alle lamentele dei presenti”.
 


STORIA POSTALE del 1 febbraio
 

 

 

 

La riproduzione di questa ricevuta mostra l’uso di un valore imperiale con il volto del re come marca da bollo a San Cipirello (PA), in Sicilia, dove l’uso postale di tali valori non era permesso nemmeno per le marche da bollo.

 

 

 

Mercoledì 2 Febbraio 1944


DAL DIARIO DI PUNTONI - “Partiamo alle 8,30 per Taranto. Sua Maestà visita l’ospedale “Acanfora” in cui sono ricoverati un centinaio di militari, fra cui 12 ufficiali, recuperati in Albania e trasportati in Italia dal cacciatorpediniere “Ardimentoso”. La sistemazione dei malati è infelice e indecorosa. Il Sovrano deplora apertamente questo stato di cose e mi dà ordine di avvertirne il generale Orlando perché provveda subito.
Mentre ripartiamo da Taranto scoppiano tumulti in città e i dimostranti, provenienti dall’arsenale, invadono la Prefettura; il prefetto rimane ferito.
Il comandante della colonna volontari di Bari mi manda una lettera per avvertirmi che alcune persone, e fa i nomi, stanno tramando un attentato contro il Re. Ne informo subito i carabinieri e il Ministero dell’Interno”.

Taranto – A mezzogiorno, gli operai, usciti dai cantieri navali Toso e San Giorgio, vanno davanti alla Prefettura e chiedono che una loro delegazione venga ricevuta dal Prefetto per sollecitare la distribuzione di generi alimentari. Il Prefetto rifiuta di riceverla, ma è costretto a rinchiudersi nel suo studio mentre il palazzo viene invaso. Le autorità decidono di far intervenire i marinai delle navi italiane alla fonda nel porto; ma questi rifiutano di marciare contro gli scioperanti. E’ la prima manifestazione per il pane nell’Italia liberata (1).
…………

(1) Nei giorni seguenti altre manifestazioni si verificheranno a Canosa, a Spinazzola e a Crotone dove una folla di donne si darà al saccheggio di depositi militari alleati.
 


STORIA POSTALE del 2 febbraio
 


 




 

 

 

Giovedì 3 Febbraio 1944
 


DAL REGNO DEL SUD
Inizia il trasferimento del governo da Brindisi. 390 persone che si sistemeranno parte a Salerno e parte a Napoli.

 

 

 

Cartolina postale Vinceremo da Celle Bulgheria (SA) a Normanno (CS) dove giunse in data non individuabile per mancanza del bollo di arrivo. Rara censura della Commissione Provinciale di Censura di Cosenza doppio cerchio con numero centrale al centro. Se ne conoscono le varianti 1. 2 e 3.

 

 

 

 

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10 il Sovrano riceve il sottosegretario Orlando. Alla fine dell’udienza chiedo al generale Orlando una compagnia di granatieri per la guardia alla villa di Ravello dove Sua Maestà ha deciso di sistemarsi come sua nuova sede. Il giorno 8 il Capo del Governo si trasferirà a Salerno; il giorno 10 passeranno all’amministrazione italiana le provincie occupate, compresa quella di Salerno”.

ALLEATI - La preoccupazione di Churchill è, e resta, quella della soggezione dell’Italia vinta mediante un governo ubbidiente. Una politica di stile colonialistico che ribadisce nelle sue lettere a Roosvelt. Ricordando le difficoltà avute col CLN francese (costituito il 3 giugno 1943 ad Algeri), teme che i partiti antifascisti italiani siano “un’altra e peggiorata versione del Comitato degaullista”, scrive oggi, fra l’altro: “…i gruppi politici (sono) privi di base reale nel Paese” e, ancora “Questi gruppi quando abbiano dato vita a un governo, riterrebbero indispensabile, per guadagnare credito presso l’opinione pubblica interna, di tutelare gli interessi italiani più energicamente di quanto osino fare il re e Badoglio”.

DAL DIARIO SETTIMANALE DEL MINISTRO DELLA GUERRA AMERICANO STIMSON - “In Italia, le truppe angloamericane della V Armata del generale Clark impegnate nella testa di sbarco di Anzio, a sud di Roma, si sono spinte verso l’interno in direzione della via Appia fino ad una importante linea ferroviaria che partendo da Roma va verso il fronte di Cassino. I combattimenti attuali si svolgono nei pressi dei villaggi di Campoleone e Cisterna.

A sud, sul fronte di Cassino, truppe americane e francesi hanno fatto lenti progressi attraverso le montagne, mentre le truppe britanniche respingono violenti contrattacchi germanici. Sull’Adriatico le truppe canadesi hanno riportato successi malgrado l’ostinata resistenza avversaria.

Dall’inizio della campagna italiana nel settembre scorso, i reparti americani della V Armata del generale Clark (in Sicilia gli americani avevano partecipato con la VII Armata di Patton) hanno avuto 3384 morti, 14879 feriti, e 5114 dispersi, un totale di 23407. Queste cifre comprendono sia le perdite sofferte sul fronte meridionale, sia quelle delle attuali operazioni a sud di Roma.”

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Mentre in un clima abbastanza ottimistico, il generale Utili continua a dedicarsi ai piani di riorganizzazione del 1° Raggruppamento, improvvisamente questa mattina, giunge un ordine assolutamente inspiegabile. E’ la richiesta, cruda e categorica, di mettere subito a disposizione 650 uomini da impiegare come lavoratori. Utili stenta a credere in ciò che legge, il generale Clark soltanto 10 giorni fa (il 24 gennaio) lo aveva rassicurato personalmente sulle sue intenzioni. Dopo avere sospeso l’esecuzione dell’ordine, Utili ottiene un colloquio con il capo ufficio operazioni della V Armata e si reca a Presenzano accompagnato dal tenente colonnello Lombardi e dal capitano Cicogna che farà da interprete.
Dopo lunghe e burrascose discussioni Utili, grazie alla sua ostinata determinazione, riesce ad avere partita vinta. Il generale americano gli comunica che l’ordine sarà ritirato, poi, fissando il generale italiano con intenzione, soggiunge che le truppe del Raggruppamento dovranno rientrare presto in linea.



Venerdì 4 Febbraio 1944


DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 17 il Re riceve Giannantoni ex sottocapo di Stato Maggiore della milizia; alle 17,30 Guido Pazzi ex sottosegretario e alle 18 la medaglia d’oro ingegner Bottini. L’udienza di Pazzi è stata fissata da Acquarone. Dopo il colloquio con Sua Maestà, Pazzi viene a trovarmi. Lo avverto subito che se ha intenzione di parlarmi di politica perde il suo tempo poiché non sono io ma il ministro della Real Casa incaricato di trattare questi affari. Pazzi risponde che è venuto soltanto per salutarmi e che è stato spinto a farmi visita anche dal fatto che a suo tempo fu allievo di mio padre.

Comincia a parlarmi della lunga conversazione avuta con il Sovrano e mi confessa la sua aspirazione: vorrebbe convincere il Re ad abdicare in favore del Principe e dice di essere convinto che questa abdicazione permetterebbe di formare un solido governo di sinistra poiché verso il partito socialista si orienta ormai la massa degli italiani. “Nella mia qualità di leader del partito”, aggiunge, “io mi adopererei per convogliare gli elementi migliori verso l’idea monarchica in maniera da formare anche in Italia una Monarchia socialista, sul tipo di quelle belga e svedese. Ho bisogno del suo aiuto per convincere il Re a compiere questo passo. Io del resto gliene ho già parlato”.

Gli rispondo molto evasivamente sostenendo che bisogna agire con estrema cautela perché la soluzione da lui prospettata potrebbe essere invece il primo passo verso la fine dell’istituto monarchico. Pazzi ribatte che tutto dovrebbe essere preparato d’accordo con gli alleati i quali dovrebbero garantire il massimo appoggio al nuovo Capo dello Stato. L’ex sottosegretario se ne va dopo un’ora di colloquio.

Uscendo dalla mia stanza incontro Acquarone. Pazzi aveva detto anche al ministro della Real Casa di aver parlato con Sua Maestà della questione dell’abdicazione e di aver trovato il Sovrano quasi d’accordo. Acquarone è furibondo poiché si era adoperato perché Pazzi fosse ricevuto a condizione, però, che non toccasse questo tasto con il Re. Il ministro va subito dal Sovrano e il Sovrano gli dice che il discorso di Pazzi è stato molto oscuro e tortuoso e che non ha affatto capito che il visitatore gli proponesse l’abdicazione come rimedio dell’attuale stato di cose. Vado anch’io dal Re e mi ripete press’a poco quanto ha già detto ad Acquarone. “Ho sentito la frase – nuovo Capo dello Stato – pronunciata da Pazzi”, dice Sua Maestà, “ma non ho compreso a cosa volesse alludere”.




Sabato 5 Febbraio 1944

DAL REGNO DEL SUD - Parte il secondo e ultimo scaglione dei componenti del governo in trasferimento da Brindisi (e anche Lecce, Taranto e Bari). Per il materiale vengono usati 29 carri merci che partono dalle quattro città.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 16 viene da me il colonnello dei carabinieri Della Chiesa, Capo di Stato Maggiore del generale Pieche. Mi parla della sicurezza del Sovrano e discutiamo insieme i provvedimenti da prendere per i vari servizi di guardia. “I carabinieri”, dice Della Chiesa, “si trovano a mal partito poiché devono disimpegnare le loro mansioni di tutore dell’ordine in condizioni estremamente precarie: Gli alleati ci hanno proibito l’uso delle armi nelle questioni di ordine pubblico e i disordini diventano sempre più frequenti. Ne è responsabile un comitato d’azione nominato dal congresso di Bari il quale, con l’appoggio indiretto degli alleati mira a creare situazioni che dimostrino l’incapacità del governo e l’avversione delle masse all’attuale regime. Fra l’altro, ho informato il ministro della Guerra del trattamento riservato agli arrestati; il generale Bellomo è stato rinchiuso in campo di concentramento e gettato sotto una tende insieme con un soldato semplice”.
Alle 17 Sua Maestà riceve il capitano di vascello Ellery Stone sottocapo della missione alleata, che ha sostituito il generale Taylor.

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Giunge oggi l’ordine del comando della V Armata che stabilisce il passaggio del 1° Raggruppamento alle dipendenze del Corpo di spedizione francese (C.E.F.) a partire dalle ore 12 di oggi stesso. Alla stessa ora, secondo gli ordini ricevuti, Utili si presenta al quartier generale del CEF a Venafro. Viene prima introdotto all’Ufficio Operazioni dove viene intrattenuto fino a quando non viene avvisato che sta arrivando il generale Juin e al quale, uscendo sul pendio in terra battuta, il generale Utili va incontro per i convenevoli di rito. Juin apostrofa il generale italiano, l’amara rampogna del passato (1) trabocca in un fiotto di concitate parole. Utili sostiene l’urto immobile ed in silenzio, poi il vecchio soldato francese scuote il capo e batte con violenza per terra la punta del bastone, e gli tende la sinistra (l’altra mano è offesa da una vecchia mutilazione): “Ora non parliamone più” gli dice sorridendo, “siamo soltanto soldati, che combattono per la propria patria contro lo stesso nemico”.
Per l’impiego il Raggruppamento sarà alle dipendenze della 2^ Divisione marocchina (D.I.M.) comandata dal generale Dody dal quale, nel pomeriggio, il generale Utili viene accompagnato dal generale Guillaume a Colli del Volturno. I risultati del colloquio sono concretizzati dal comando del Raggruppamento con il foglio 174 che stabilisce in data odierna l’ordine di movimento per tutti i reparti, ad eccezione dell’artiglieria che si muoverà domani.
…………

(1) Per l’aggressione italiana nel giugno 1940 nel momento in cui la Francia stava crollando di fronte alla strapotenza tedesca.




Domenica 6 Febbraio 1944
 


 

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD -
Il 1° Raggruppamento Motorizzato si trasferisce da Sant’Agata dei Goti nella zona Maddaloni – Caserta – Caiazzo – Dragoni – Alife – Venafro – Zona sud di Monteaquila, in attesa di prendere posizione aggregati al Corpo di Spedizione Francese (2^ Divisione Marocchina del generale francese Dody).

Nella foto il generale Utili, comandante del 1° Raggruppamento a Scapoli con il tenente colonnello Luigi Lombardi.
 

Il trasferimento non avviene in modo del tutto tranquillo. Al momento della partenza si sono dovuti registrare nei reparti alcuni casi di assenze arbitrarie. In base ai primi rapidi controlli sono risultati mancanti all’appello circa 200 uomini, appartenenti per lo più ai vecchi reparti del Raggruppamento.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10,30 il Sovrano riceve De Courten che l’informa dei colloqui avuti con Mac Farlane in occasione della consegna della famosa nota di protesta. Sembra che Mac Farlane abbia trovato giuste le richieste avanzate dal Re.
Alle 10,50 va da Sua Maestà il Duca d’Aosta che si trova di passaggio a Brindisi. Nel frattempo io parlo con l’ammiraglio Mariano, primo aiutante di campo del Duca, il quale mi mette al corrente della torbida situazione politica di Taranto e si dice preoccupato per le ripercussioni che potrebbero avere eventuali nuovi disordini adesso che la Prefetture è tenuta, in qualità di reggente, dall’ammiraglio Fioravanzo comandante del dipartimento marittimo. “Le masse”, dice Mariano, “sono sobillate dal comitato d’azione formatosi dopo il congresso di Bari. Si tratta di 12.000 operai che pretendono oltre a miglioramenti salariali, provvedimenti di carattere politico addirittura inattuabili. O il governo agisce con fermezza o si salterà nel buio”.

La situazione militare non migliora. Per il momento gli alleati hanno perduto l’iniziativa su tutto il fronte e sono minacciati da energici contrattacchi tedeschi sia nella testa di sbarco di Nettuno che nel settore di Cassino. La riconquista di Roma è uscita anche dai sogni”.



STORIA POSTALE del 6 febbraio
 

 

 

 

 

Lettera espressa da Sassari a Cagliari. Uso di soli valori della Imperiale con il volto del re.


Lunedì 7 Febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Nella zona di Nettuno gli angloamericani hanno ricevuto una dura lezione e si trovano in crisi. Forti nevicate sugli Appennini ostacolano le operazioni”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN - Algeri – “Mattina un po’ convulsa. Il dipartimento di Stato è improvvisamente impazzito ed ha inviato a Reinhardt le istruzioni più strampalate (Reinhardt fa le veci di Murphy). Per buona sorte, è un tipo assennato e fedele, provvisto di buona dose di coraggio. Così mi reca questi telegrammi prima di fare qualsiasi mossa.

Il dipartimento di Stato (ora che il generale Wilson ha preso il posto di Eisenhower ci darà maggiori fastidi: quest’ultimo aveva infatti dietro le spalle la possente protezione del dipartimento della Guerra) ha detto a Reinhardt di dire a Massigli che è d’accordo con la nota francese e che pensa si debba subito “rimuovere” il re per formare un governo nuovo (un governo a base meramente rivoluzionaria e sprovvisto di ogni crisma di legalità), e di dire la stessa cosa a Sforza. Sarebbe difficile immaginare un atto diplomatico più rozzo e più sciocco. I francesi si affretteranno a voler far conoscere subito in tutto il mondo questo passo del dipartimento di Stato, facendo naturalmente risaltare il fatto che sono d’accordo con Washington e in disaccordo con Londra, che cerchiamo di portare – dopo il solito tira e molla tipico degli italiani – ad un compromesso. Sforza subito si gonfierà di superbia e vorrà alzare il prezzo del suo consenso.

Sono riuscito per fortuna a persuadere Reinhardt a non eseguire nessuna delle istruzioni ricevute, ma a cercare di guadagnare tempo consultandosi con Reber; intanto avrei telegrafato al Foreign Office e avrei fatto in modo che Wilson trattasse direttamente della cosa con Roosvelt e così facesse mutare le istruzioni per Reihardt. (…).
Tra le quattro e le sei, colloqui con Reinhardt, con il generale Wilson. La situazione italiana si sta facendo molto ingarbugliata, ma confido di far ritornare un po’ alla ragione il dipartimento di Stato. (…)”.

 

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Nella cartina la odierna dislocazione del 1° raggruppamento Motorizzato.
Il generale Utili, a seguito delle assenze arbitrarie che si sono registrate al momento della partenza dalla zona di Sant’Agata dei Goti, vista la gravità dell’episodio, si è recato a Napoli per chiedere al generale Basso del Comando delle Forze armate della Campania, immediate ed esemplari misure per rintracciare e punire i colpevoli. Questi, compreso della situazione, invia nella zona di Sant’Agata il colonnello comandante dei Carabinieri ed un notevole rinforzo dell’Arma per indagare ed individuare i disertori del Raggruppamento.



 

 

 

 

 



Martedì 8 Febbraio 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Nella foto: il ministro della guerra Casati commenta la situazione delle truppe italiane con il generale Utili.

Il fenomeno delle “assenze arbitrarie” è stato particolarmente grave nel Battaglione bersaglieri cui appartenevano i due terzi degli assenti (circa 130 uomini), per lo più allievi ufficiali, ma tutte le unità ne sono risultate intaccate, soltanto i paracadutisti ne sono rimasti immuni. I rigorosi rastrellamenti effettuati dai carabinieri portano all’arresto di 24 militari.
In mattinata avviene il passaggio ufficiale alle dipendenze del Corpo di Spedizione Francese (CEF), quando giunge dal

 



 


comando della Divisione Marocchina l’ordine di operazione n. 1 con il quale si comunica che il Raggruppamento è messo a disposizione per l’impiego del generale di Brigata Guillaume comandante il Gruppo nord della 2^ Divisione marocchina.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Insieme con il Gabinetto, Badoglio parte per la nuova sede che è fra Sorrento e Salerno. Sua Maestà ha deciso di trasferirsi a Ravello il giorno 14”.

 


Mercoledì 9 Febbraio 1944


DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE - La Giunta Permanente Esecutiva del CLN, di fronte alla reazione del re e del governo verso la notifica dei risultati del Congresso di Bari, che ammesso il ritorno della monarchia al patto nazionale statutario avrebbe dovuto avere come corretto esito costituzionale l’abdicazione del re e le dimissioni del governo di fronte alla sfiducia dei rappresentanti del Paese, giunge oggi fino al punto di dichiarare Vittorio Emanuele III° “ribelle alla volontà della Nazione”, e di fatto a preannunciarne la decadenza, poiché nello stesso tempo notifica e fa obbligo a tutti gli organi civili e militari dello stato di non parteggiare per la ribellione del re e dei suoi complici.


DEL GOVERNO MILITARE ALLEATO

Nella riproduzione del manifesto si può leggere:
GOVERNO MILITARE ALLEATO DEL TERRITORIO OCCUPATO
ORDINE GENERALE N.18 (Italia)

 

VISTO, nell’adempimento della politica già delle Forze Alleate, è la volontà delle Nazioni Unite che gli Ebrei in tutte le parti del territorio italiano liberato dall’invasore tedesco siano reintegrati nei loro pieni diritti civili e politici, e,
VISTO il Decreto pubblicato oggi dal Governo Italiano nella Gazzetta Ufficiale, per la reintegrazione nei pieni diritti civili e politici dei cittadini italiani e stranieri di razza Ebraica che trovansi in territorio non occupato,
QUINDI in modo che il decreto suddetto venga messo in vigore in tutto il territorio occupato della penisola italiana e dell’Isola della Sicilia ed isole dipendenti,
ORA QUINDI, Io, SIR MASON MAC FARLANE , K.C.B., D.S.O., M.C. Tenente-Generale, Capo Ufficiale degli Affari Civili, ordino che il R. Decreto – Legge del 20 gennaio 1944 N° 25, che segue, avrà esecuzione con piena forza di legge a cominciare dalla data apposta all’ordine stesso, in tutto il territorio della penisola italiana e dell’Isola della Sicilia e Isole dipendenti. 9 febbraio 1944
 

In data odierna, il generale Alexander, a Napoli, avalla i provvedimenti che consentono alla compagine governativa italiana di trasferirsi a Salerno, che diverrà così la seconda capitale del piccolo Regno del Sud.

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Sempre a proposito delle diserzioni dal Raggruppamento verificatesi all’atto della partenza da Sant’Agata dei Goti, è stato convocato anche il Tribunale Militare Straordinario che riunitosi in quella località condanna i 24 militari arrestati a poco più di tre anni di reclusione. L’entità delle pene non corrisponde alle aspettative del Comando del Raggruppamento che in una situazione difficile come quella attuale avrebbe voluto almeno qualche esempio di giusta severità.
Utili non aveva dubbi di dove gli assenti si fossero andati a cacciare. La popolazione aveva accolto con tenera sollecitudine i reduci di Monte Lungo e li aveva ammessi fiduciosamente nell’intimità delle loro case. Durante la permanenza nella zona si erano intrecciate relazioni molto cordiali che, se da un lato avevano confortato e rasserenato i soldati, dall’altro non avevano certo rinvigorito gli spiriti combattivi; l’indole affettuosa e indulgente delle popolazioni meridionali aveva simpatizzato con le loro passate sofferenze e con la loro ripugnanza ad affrontarne delle nuove. Soprattutto gli allievi ufficiali erano i beniamini e non è stato difficile scovarne la maggior parte nei dintorni di Bucciano, di Airola e di Sant’Agata (1).

Il comando del Raggruppamento assume la responsabilità del settore complessivo alle 12.

Intanto si sta formando lo schieramento dell’unità che fin da ieri ha assunto il comando del settore assegnatogli. Oggi, in serata (alle 20), il XXIX bersaglieri entra il linea dando il cambio all’11° Tabor.
…………

(1) Dei due tribunali militari straordinari convocati uno condanna il primo gruppo (i 24) a due anni e qualche mese di reclusione (essi verranno avviati a scontare la pena in un carcere militare ed il Pubblico Ministero si appellerà alla sentenza). L’altro tribunale sarà più severo e per l’identico reato eleverà la pena a circa quattro anni; questa volta si appelleranno i difensori mentre i condannati chiederanno ed otterranno la sospensione di pena rientrando al XXIX Battaglione e comportandosi assai onorevolmente. Nonostante tutto, la rapidità del giudizio e il fatto stesso che si sia concluso con delle condanne, se pur lievi, farà cadere la speranza, o la convinzione, della impunità assoluta radicata in molti dei disertori, cosicché 38 di essi rientreranno spontaneamente.
 


STORIA POSTALE del 9 febbraio



 

Rara lettera in franchigia da Niscemi (CL) al Comitato Internazionale della Croce Rossa a Ginevra. La lettera, con all’interno comunicazioni a prigionieri di guerrain mano tedesca, fu inserita insieme ad altre, dirette allo stesso indirizzo, in un dispaccio speciale. Censurata dagli Alleati, presenta, oltre alla fascetta OPENED BY EXAMINER, uno dei primi bolli ACS (Allied Censorship Service) in cartella usati quasi esclusivamente su corrispondenza diretta all’Estero.

 

 

 

   
   
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