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         7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al 
        10 maggio 1944. 
        Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 
         
        Terza parte (dal 2 all’8 marzo 1944) 
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        Giovedì 2 marzo 1944  
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI - L’Aquila – Il sottotenente 
        Riccottilli e i patrioti Renato Franchi, Aurelio Mascaretti e Giorgio 
        Agnetti, d’accordo con il sergente maggiore Edoardo Sabelli, che presta 
        servizio presso la Scuola allievi ufficiali di complemento, riescono ad 
        attuare un riuscito colpo di mano in caserma che frutta un mitra, una 
        decina di moschetti e una cassetta di bombe a mano. 
         
        Una mina elettrica posta sulla ferrovia Firenze – Roma, nei 
        pressi di Varlungo (FI), fa deragliare la macchina e alcuni vagoni. 
         
        Il dinamificio di Avigliana viene occupato dai partigiani. 
         
        I Gap romani eliminano due camicie nere per vendicare l’assassinio d’una 
        popolana, Teresa Gullace, compiuto dai repubblichini nel corso di una 
        manifestazione dinanzi alla caserma di viale Giulio Cesare. 
         
        Continua lo sciopero nella fabbriche del nord. 
  
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        RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE - Provincia di Ravenna – A Cervia, un 
        certo repubblichino, Gino Casalboni, e un gruppo di suoi scherani 
        entrano nel caffè Roma e con i mitra scaraventano piombo all’impazzata 
        contro gli avventori inermi. “Sui divani, sui tavoli, per terra”, 
        ricorda un manifesto del PCI, “è un groviglio di corpi sanguinanti, 
        quattro morti e sedici feriti. Le saracinesche sono abbassate e i 
        traditori, in un vicino ristorante, festeggiano il misfatto”. 
         
        BOMBARDAMENTI ALLEATI - Incursione su Firenze (vedi foto). 
  
          
        STORIA POSTALE del 2 marzo 
         
         
  
          
          
          
         
        Articolo tratto da “Il Resto del Carlino” di Bologna: 
  
          
          
          
          
          
          
        Altra rara cartolina “imperiale” (senza Vinceremo) da 0,15 da Fai (TN) a 
        Verona; 
          
          
          
          
        Lettera semplice da Rovereto (TN) per la Germania regolarmente 
        affrancata 1,00 con l’inconsueto abbinamento “gemello” dei due 0,50 
        “Imperiale” e “Propaganda di Guerra” entrambi non sovrastampati. 
          
          
          
        Lettera semplice che mostra un non frequente uso di un Proaganda di 
        Guerra sovrastampato ancora poco visibile in questo primo periodo 
         
  
          
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        Cartolina postale “Imperiale” da 0,75 in un infrequente uso in RSI, 
        partita da Firenze il 3 febbraio per Siena; l’affrancatura mostra 
        l’effige reale dei due 0,75 con e senza sovrastampa 
          
          
         
  
        Raccomandata espressa fuori distretto (0,50 + 1,25 + 1,25) da 
        Ventimiglia a Imperia con l’uso del 2,00 Miti aerea come valore 
        ordinario. 
          
          
          
          
        Raccomandata espressa doppio porto affrancata 3,50 che presenta il raro 
        2,55 Imperiale 
         
  
          
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        Venerdì 3 marzo 1944 
         
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI - Continua lo sciopero nella 
        fabbriche del nord. I militi fascisti assaltano la Fiat Grandi Motori 
        ferendo numerosi operai, ma l’attacco è respinto: centocinquanta operai 
        vengono catturati dai tedeschi e avviati alla deportazione in Germania. 
         
        Un accanito combattimento si svolge oggi a Poggio Bustone. I partigiani 
        del reatino attaccano il presidio di Poggio Bustone occupandone la 
        caserma. Una colonna di duecento militi, con alla testa il questore di 
        Rieti che vuole “liberarla”, viene messa in fuga dai partigiani della 
        brigata “Gramsci”. Dopo cinque ore di battaglia i fascisti si ritirano 
        lasciando sul terreno 24 morti, fra i quali lo stesso questore. 
        Sollecitati dai fascisti intervengono, nella bassa Sabina, i tedeschi 
        con una divisione di SS che assale la zona intorno a Poggio Mirteto. I 
        partigiani, circa 200, si difendono sul Tancia, poi sfondano 
        l’accerchiamento lasciando otto morti sul terreno. I tedeschi si sfogano 
        allora sull’abitato di Poggio Mirteto incendiando alcune case. A Calvi 
        fucilano 15 persone tra cui un bambino di dieci anni, sospetto di aver 
        aiutato i partigiani. 
         
        Poi i tedeschi mettono in campo un’altra divisione. Si scontrano in 
        un’accanita resistenza a Cepparo, nel Reatino, dove lasciano ottanta 
        uomini sul terreno, poi irrompono nei paesi distruggendo e uccidendo. A 
        Leonessa uccidono ventitré ostaggi, altrettanti a Cascia, continuando 
        per dieci giorni i rastrellamenti. Dopo questi fatti il movimento 
        partigiano umbro attraverserà una lunga e difficile crisi. Il socialista 
        Piero Capuzzi, anima della resistenza in quella regione, cerca di 
        riprendere le file del movimento ma poco dopo viene catturato e 
        fucilato. 
         
        BOMBARDAMENTI ALLEATI - E’ iniziata l’operazione “Strangle”, un 
        massiccio sforzo delle forze aeree per impedire a Kesselring lo 
        spostamento lungo lo stivale, via strada o ferrovia, dei rifornimenti 
        destinati alla X^ e alla XIV^ armata. Bombardato il centro ferroviario 
        di Roma e il quartiere San Paolo, numerose le vittime. Zara subisce 
        nella notte il più lungo dei 54 che la martorieranno nell'arco della 
        guerra. 
  
         
        STORIA POSTALE del 3 marzo 
         
        Due lettere espresse con presenza di marche da bollo. Entrambe partite 
        oggi, 3 marzo, la prima da Venezia per Milano, la seconda da San Lorenzo 
        al Mare (IM) per Strigno (TN). L’uso di marche da bollo in questo 
        periodo potrebbe essere giustificato dalla carenza dei valori 
        sovrastampati, ma la loro sostituzione non sembra adeguata in quanto le 
        marche da bollo presentano il volto del re come i normali valori non 
        sovrastampati. 
  
           
          
        Due affrancature con presenza di Propaganda di Guerra non sovrastampata. 
        La lettera per Ginevra presenta anche il gemello 0,50 non sovrastampato. 
        Insomma, sembra difficile nella Rsi liberarsi di quella odiata effige. 
        Ma sarà un sentimento comune? Chi aveva in casa una scorta di 
        francobolli con l’effige reale non li aveva certo buttati. 
          
          
         
  
        
        Sabato 4 marzo 1944 
         
         
        POLITICA INTERNA - Brescia – Si riunisce il direttorio del 
        partito nella locale Casa del Fascio. Il federale di Brescia, Fulvio 
        Balista, e il grande invalido Carlo Borsani sollevano pesanti critiche 
        al governo sulla conduzione della politica interna. 
         
        DAL DIARIO DEL CONTE SERAFINO MAZZOLINI - “Nel pomeriggio vado 
        dal Duce che mi impartisce istruzioni in merito alla presentazione delle 
        credenziali da parte dell’Ambasciatore del Giappone. Alla cerimonia, che 
        avrà luogo il giorno otto, il Duce intende imprimere carattere di 
        particolare solennità anche per sfatare le voci secondo le quali proprio 
        in quel giorno i tedeschi dovrebbero eliminare il Governo e procedere 
        alla occupazione integrale dell’Italia. Telefono a Venezia ed a mia 
        volta impartisco istruzioni a quelli dell’Ufficio Cerimoniale”. 
         
        MUSSOLINI CERCA UN CONTATTO CON LA FIGLIA EDDA -  
        Soltanto oggi don Giusto Pancino, incaricato da Mussolini di trovare la 
        figlia Edda, riesce a raggiungere Berna da dove inizia le ricerche per 
        localizzarne il rifugio. 
         
        NOTIZIE DALL’ESTERO – Il piroscafo Oria, adibito dai tedeschi al 
        trasporto di prigionieri italiani da Rodi al Pireo, fa naufragio e vi 
        muoiono tutti i 4062 italiani trasportati. 
         
        ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI NEL NORD - 
        Continua lo sciopero nella fabbriche del nord. Nel ravennate sono scesi 
        in sciopero dal giorno 2 a: Conselice, Massalombarda, Lugo, Voltana e la 
        stessa Ravenna. 
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI TEDESCHI - Roma – Da qualche settimana il 
        rione Centocelle è praticamente sotto il controllo dei partigiani, 
        mentre le squadre d’assalto hanno condotto vere e proprie azioni 
        militari, altre hanno portato a termine azioni di sabotaggio provocando 
        il blocco, per intere nottate, della Casilina e della Prenestina, 
        mettendo ostacoli sulle strade, barricate, mine, tronchi d’albero e 
        chiodi a tre punte. Centocelle, come tutta la città, nasconde i suoi 
        perseguitati politici, i carabinieri, i prigionieri di guerra alleati 
        fuggiti dai campi di concentramento, nonché i partigiani. In mezzo a 
        questa variegata popolazione della borgata si è, negli ultimi giorni, 
        infiltrato un tale che si è spacciato per polacco e che ha detto di 
        essere un   | 
       
      
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        prigioniero  fuggito da un campo di concentramento tedesco. E’ 
        invece una spia che riporta, oggi, i tedeschi a Centocelle provocando 
        l’arresto di diecine di partigiani che saranno in parte deportati. Venti 
        gappisti perdono la vita nell’azione tedesca. 
        
        RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI -  
        Firenze – Alle 5 del mattino saltano gli scambi di uscita dei 
        depositi tranviari di via Aretina, via del Gelsomino, viale dei Mille e 
        Sesto Fiorentino. 
         
        BOMBARDAMENTI ALLEATI - Nuovo bombardamento sulla periferia di 
        Roma. 
          
        STORIA POSTALE del 4 marzo 
  
         
         
        Lettera raccomandata per la Svizzera (1,25 + 1,50) da Camerlata (CO). 
        Infrequente l’uso nel marzo 1944 dei valori Propaganda di Guerra non 
        sovrastampati. 
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        Domenica 5 marzo 1944 
         
         
        L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD 
         
        Nella RSI va in vigore la chiamata alle armi delle classi 
        1923/24/25 ordinata dal Gauleiter del Litorale Adriatico. 
        A Cerreto Guidi (FI), il commissario prefettizio del comune 
        raduna i familiari dei giovani chiamati alle armi “per illustrare loro 
        il recente bando del Duce”. La gente ne approfitta “per reclamare il 
        rilascio delle tessere annonarie ai richiamati”. Il commissario urla: 
        andatevene! La folla reagisce e insulta lui e il vicesegretario del 
        fascio. Con gli insulti volano delle botte, il vicesegretario del PFR 
        afferra un fucile mitragliatore e spara in aria. Due sono i feriti. 
        A Schio (VI), un gruppo di genieri del CXIX Battaglione, si mette 
        a cantare a squarciagola Bandiera Rossa, l’inno proletario più odiato 
        dal fascismo, poi prendono a inveire contro la repubblica. 
         
        ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI AL NORD - Continua 
        lo sciopero nella fabbriche del nord. 
         
        BOMBARDAMENTI ALLEATI - Colpito il quartiere Ostiense a Roma. 
  
         
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        STORIA POSTALE del 5 marzo 
        
          
        
          
        
        Lettera semplice con uso tollerato sia della marca da bollo da 0,20 che 
        del francobollo da 0,30. Entrambi presentano il volto del re. Da Genova 
        a Modena. Censura della Commissione Provinciale di Modena 64R. 
        
          
        
          
         
  
        
          
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        Raro uso di cartolina postale Imperiale senza Vinceremo 
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        Lunedì 6 marzo 1944 
         
         
        MUSSOLINI E’ DEPRESSO - Mussolini, in preda a profondo sconforto, 
        confida al suo segretario Dolfin: 
         
        “Ho detto a Pavolini che, finito il mio compito di dare un’ossatura 
        al paese, mi ritirerò dalla vita pubblica. Ricordate bene la data: 6 
        marzo 1944. Verrà assai presto il giorno in cui mi rifiuterò di fare il 
        Presidente di una Repubblica nella quale nell’assoluta maggioranza dei 
        cittadini predominano, in forma congenita, l’individualismo più gretto e 
        l’anarchia”. 
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI - A Schiaccieto di Castelleone 
        (PG), dopo un combattimento con i paracadutisti della divisione Herman 
        Goering, otto partigiani della brigata “Leoni” e il loro comandante, 
        ferito, Mario Grecchi, vengono catturati e portati a Perugia. Il Grecchi, 
        prima di farsi catturare spara l’ultimo colpo della sua rivoltella 
        contro l’ufficiale che gli intima di arrendersi e lo uccide. 
        Nel Mugello (FI) si svolge oggi la rilevante azione partigiana con 
        l’occupazione notturna – per poche ore – del paese di Vicchio. Vi 
        prendono parte la formazione “Faliero Pucci” di Monte Giovi e la “Checcucci”. 
        In tutto più di 130 uomini che volevano fare sentire la loro forza ai 
        nazifascisti e alla popolazione e dare il massimo appoggio e la maggior 
        risonanza agli scioperi operai che sono stati programmati a Firenze. 
        Vengono sabotate le linee elettriche del paese che, a sua difesa, conta 
        solo 30 militi della Guardia Nazionale Repubblicana e pochi carabinieri. 
        Dopo una sparatoria e il lancio di bombe a mano, i partigiani dei due 
        gruppi riprendono le loro strade trascinandosi dietro cinque prigionieri 
        che saranno fucilati alla capanna degli Slavi sul Monte Giovi. 
  
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        DEI TEDESCHI - LINEA GUSTAV E TESTA DI SBARCO DI ANZIO 
         
        Il generale Sigfried Westphal (nella foto), capo di stato 
        maggiore di Kesselring, viene ricevuto da Hitler. Gli espone la attuale 
        situazione della testa di sbarco di Anzio e ribadisce quanto già 
        dettogli dal generale Fries a giustificazione del fallimento della 
        “operazione Fischfang”. Westphal impiegherà tre ore per convincere 
        Hitler della realtà che sta prendendo alla gola la Germania. “Sul 
        punto di congedarmi, appariva commosso” dirà poi Westphal parlando 
        della reazione di Hitler “Disse che si rendeva conto di quanto fosse 
        grande la stanchezza del popolo tedesco e della wehrmacht e che avrebbe 
        cercato una rapida soluzione. A tale scopo, aggiunse che gli occorreva 
        una vittoria”. 
  
        
         
        STORIA POSTALE del 6 marzo 
        
         
          
         
          
        
          
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        Una lettera semplice da Milano alla Germania regolarmente affrancata 
        1,00 con due valori da 0,50 “Propaganda di Guerra” sovrastampati  
        
          
        
          
        
          
        
          
        
          
        
        Raccomandata doppio porto da Pontecchio Marconi (BO) a Potenza Picena (MC) 
        affrancata con un valore 2,00 Miti aerea usato come ordinario. 
        Affrancatura inconsueta. 
         
  
        
         
         
  
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        Lo stralcio di 
        cui sopra, N°13152/140 della Circolare N°22 della Direzione Provinciale 
        di Novara oltre a fornire chiarimenti sulle sovrastampe ufficiali 
        diffida dall’uso di valori con dette sovrastampe modificate o alterate. 
        Nella circolare non è detto che le sovrastampe private a mano usate per 
        poter utilizzare in qualche modo i francobolli scaduti di validità, 
        considerati frode postale, saranno normalmente tassate. 
          
        
        
        Martedì 7 marzo 1944  
         
  
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        DALLA RSI: POLITICA INTERNA - L’agenzia Stefani da notizia e 
        descrizione dello stemma e del sigillo della RSI così come stabiliti da 
        apposito decreto. Lo stemma è formato da uno scudo sannitico con i tre 
        colori nazionali disposti in senso verticale, sormontato da un’aquila, 
        con il fascio repubblicano al centro. Il sigillo invece, che fregerà 
        tutti gli atti pubblici, compresi quelli notarili, porta impresso al 
        centro il fascio repubblicano con la leggenda circolare “Repubblica 
        sociale italiana”. 
         
        Ad oggi, nella RSI, sono stati ricostituiti tremila comitati dell’Opera 
        Balilla. In merito, in un rapporto presentato a Mussolini, viene 
        indicato in 500 mila il numero degli organizzati “senza che ad alcuno 
        sia stata fatta pressione per il tesseramento” e si legge anche: “Il 
        fascio ritorna su tutti   | 
        
         
          
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         gli edifici e le palestre 
        delle Case dei Balilla, di nuovo affollate di ragazzi. I più grandi, gli 
        avanguardisti moschettieri, la linfa vitale delle forze repubblicane, si 
        affrettano nelle istruzioni con l’ansia e con la certezza di poter 
        contribuire in armi alla rinascita della Patria 
        L’ESERCITO ITALIANO DEL 
        NORD - A Chianni (PI), una cinquantina di giovani precettati 
        si raccolgono davanti al municipio chiedendo le tessere alimentari 
        dichiarandosi disposti a rinunciarvi se il governo li esonera dal 
        servizio militare (!). Sempre oggi, nel vicino paese di Terricciola, 
        alle 9,30, un centinaio di reclutati, accompagnati da donne vecchi e 
        bambini, si presentano in municipio per reclamare le carte annonarie. 
        Gridano: “E’ arrivata la libertà, e non ce la faremo sfuggire”.
         
        A Lari, nella frazione di Perignano, altra località vicina, altri 
        giovani chiamati alle armi manifestano per le vie del paese. Vengono 
        lanciati sassi contro le finestre di uno squadrista e si urla: “Vogliamo 
        la libertà, abbasso la repubblica, viva la Russia”. 
         
        ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI AL NORD 
        Mentre è ancora in atto lo sciopero nella fabbriche del nord, il 
        barone Reickert, primo segretario dell’ambasciata tedesca, comunica a 
        Mussolini il progetto di Hitler di far deportare il venti per cento 
        degli scioperanti. Il progetto viene però bloccato da Rahn perché si 
        tratterebbe di deportare 70000 uomini e ciò, oltre alle complicazioni 
        tecniche di trasporto, di viveri, di impianti sanitari e di 
        internamento, provocherebbe certamente, come reazione, che la maggior 
        parte degli individui forti e sani si rifugerebbe sui monti ad 
        arricchire le file dei partigiani. 
         
        RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE - Provincia di Roma - A Nettuno 
        i tedeschi fucilano il civile Giuseppe Siego. Al Forte Bravetta a Roma, 
        è fucilato l’architetto Giorgio Labò. 
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI - Ha inizio il ciclo 
        primaverile dei rastrellamenti contro le formazioni partigiane nelle 
        Valli di Lanzo. Tedeschi e fascisti attaccano i partigiani con almeno 
        10000 uomini, artiglierie e mezzi blindati. Altri rastrellamenti vengono 
        compiuti in val Corsaglia, val Sotto e val del Tanaro. 
         
        RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI - Firenze – In via Ciro Menotti 
        viene “giustiziato” il senior della milizia forestale Mario Giovannelli. 
        Verso le due del mattino, presso l’abitato di Salvatronda (Castelfranco 
        Veneto), viene ucciso il vice brigadiere della GNR Pietro Sorrentino. 
         
        BOMBARDAMENTI ALLEATI 
        Nel bombardamento odierno su Treviso viene colpito anche il Duomo (nella 
        foto). Attacchi alle linee ferroviarie nell’area di Roma: enormi i 
        danni: il servizio di spionaggio dell’OSS (Peter Tompkins) aveva 
        segnalato, il 5, la presenza di 28 vagoni carichi di esplosivi nella 
        stazione di Roma Ostiense e i B 26 li colpiti in pieno.  
        Il boato dell’esplosione è così terrificante che i romani hanno creduto 
        che gli Alleati, effettuato un altro sbarco, siano giunti alle porte di 
        Roma. Disgraziatamente 250 operai sono rimasti sepolti sotto le macerie. 
        Colpiti anche i quartieri di Trastevere, Testaccio e Garbatella. 
        
         
          
  
        
        STORIA POSTALE del 7 marzo 
         
        Articolo comparso su “La Stampa” in RSI:. E’ per noi che viviamo in 
        mondo dove gli scambi epistolari vergati su carta e affidati alle Poste 
        sono pressoché defunti, una vera curiosità leggere quale preoccupazione 
        poteva creare, secondo questo cronista di di 68 anni or sono, l’uscita 
        dei postini per la prima distribuzione della corrispondenza. 
        
          
  
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        Lettera raccomandata da Palosco (BG) a Ginevra passata dalla censura 
        tedesca e dalla CENSURA MILITARE DI GUERRA – POSTE E TELEGRAFI – BERGAMO. 
          
          
          
        Una raccomandata con una eccezionale affrancatura che per la varietà dei 
        valori Propaganda di Guerra desta gravi sospetti di bella costruzione 
        filatelica. 
         
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        Una lettera espressa con l’eccezionale uso di tre valori gemelli da 
        0,50: un Miti sovrastampato PM in rarissimo uso al nord, un Imperiale e 
        un “provvisorio”, censurata dalla Commissione Provinciale di Censura 
        200R di Venezia  
  
          
          
        
          
         
  
        Una lettera semplice 
        affrancata e tassata per doppio porto. 
          
          
        
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        Mercoledì 8 marzo 1944  
         
        L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD 
         
        A Montaione (FI), trecento donne marciano sul municipio. Chiedono 
        il rilascio delle tessere ai richiamati e, addirittura, la sospensione 
        del reclutamento e il congedo dei giovani che si sono già presentati. 
        Interviene la GNR e la folla si disperde. Le donne se ne vanno gridando:
        un’altra volta verremo con gli uomini. 
         
        Scade oggi il bando alla chiamata alle armi, i renitenti alla leva sono 
        da oggi passibili di fucilazione. Ma i bandi, nonostante le 
        intimidazioni anche nei confronti dei parenti dei renitenti, rafforzano 
        le file dei partigiani. Moscatelli, capitano garibaldini che opera nel 
        Novarese, arriva a far affiggere manifesti provocatori: “per favore 
        basta con i bandi, abbiamo i ranghi al completo”. 
         
        Ottantacinque reclute del Varesotto che viaggiano su un convoglio della 
        ferrovia Milano – Nord si mettono a cantare Bandiera Rossa. A Venegono 
        Superiore, un gruppo di militari in servizio su quel campo 
        dell’aeronautica fa scendere le reclute dal treno, le trattiene sino 
        alle 18, poi le conduce a Varese costringendole a sfilare per le 
        vie della città precedute da un cartello che dice: “Siamo volontari 
        dell’8 marzo ed abbiamo cantato Bandiera Rossa. Cosa ci meritiamo?” 
        Alcuni dei “ribelli” vengono arrestati dalla GNR. Altre reclute che 
        vanno da Cilavegna verso Pavia in corriera, attraversano Gravellona e 
        Vigevano al canto del solito inno: tutti denunciati. E ancora lo 
        fanno, passando per Noventa Vicentina, un centinaio di richiamati 
        che viaggiano diretti a Vicenza. 
         
        ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI AL NORD 
         
        In provincia di Reggio Emilia 2500 donne si riversano sulle 
        piazze di Montecchio, Cavriago, Bibbiano, Fabbrico, Rubiera, Bagnolo, 
        Novellara e Campagnola trascinando altre migliaia di donne non 
        organizzate in manifestazioni antifasciste. 
        Dietro ordine del Comitato di agitazioni gli operai tornano al lavoro 
        nelle fabbriche del nord, dopo aver dato una decisa prova di forza 
        di fronte allo straniero. Il bilancio di questo sciopero, il più 
        importante che si sia mai avuto nell’Europa invasa, è il seguente: un 
        milione e duecentomila lavoratori hanno incrociato le braccia per nove 
        giorni rispondendo così agli inganni demagogici della “repubblica 
        sociale” e manifestando la volontà popolare di farla finita con la 
        guerra. Il ministro degli interni, Buffarini Guidi, fa pubblicare un 
        comunicato dal quale risultano le statistiche sui recenti scioperi: “Le 
        astensioni dal lavoro sono state le seguenti: a Bergamo 5060, a Bologna 
        5450, a Brescia 700, a Como 1980, a Cuneo 505, a Firenze 1280, a Genova 
        700, a La Spezia 4000, a Milano 119800, a Novara 3290, a Padova 600, a 
        Pavia 650, a Savona 5317, a Torino 32600, a Varese 7707, .a Piacenza 
        7330. Totale degli operai astenuti dal lavoro 208549, di fronte a una 
        massa di alcuni milioni di addetti  
        alle fabbriche…”. 
  
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        DALLA RSI: POLITICA ESTERA 
         
        Gargnano - L’ambasciatore giapponese Sciurukuru Hidaka presenta 
        le credenziali. Nella foto: con il personale dell’ambasciata 
        mentre lascia Villa delle Orsoline. 
         
        POLITICA INTERNA - Mussolini ha deciso di sciogliere la 
        segreteria politica (composta anche dal figlio Vittorio, dal nipote 
        Vito, da Vanni Teodorani e altri intimi). Perché non ci siano “né vinti 
        né vincitori” ha destinato il capo della sua segreteria particolare, 
        Giovanni Dolfin, ad altro incarico. Dolfin accetta la decisione 
        affermando .”Sin dall’ottobre scorso, alla presenza di Vittorio, vi 
        dissi che io non desideravo creare imbarazzi di sorta, e vi misi a 
        disposizione il mio incarico. Sono ora ben lieto della vostra decisione 
        che semplifica molte cose”. 
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         RESISTENZA: AZIONI DEI 
        PARTIGIANI - A Roma i Gap disperdono a colpi di bombe a mano un 
        corteo di fascisti in via Tomacelli. 
         
        RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE - Al poligono di tiro di Perugia, dopo 
        un processo tenuto nei locali del cinema Lilli da parte di un tribunale 
        formato da fascisti e nazisti, vengono fucilati gli otto partigiani 
        catturati il 6. Il loro comandante, Mario Grecchi, dopo la cattura, è 
        stato portato prima all’ospedale di Città di Castello e poi a quello di 
        Perugia. Viene sottoposto a trasfusioni di sangue con l’unico scopo di 
        farlo vivere fino al giorno della fucilazione: il 17 marzo. 
         
  
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         STORIA 
        POSTALE dell’8 marzo 
        
          
         
  
        Piego 
        ospedalero come lettera raccomandata aperta (0,50 + 0,60) affrancato con 
        uso, in emergenza, del valore 0,10 pacchi. 
          
          
        
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        Una lettera espressa da Milano a Verona con uso di valori gemelli sia 
        del 0,25 che del 0,30 presenti come ordinari e provvisori  
        
          
        
          
        
          
         
  
        
          
        
         
        Lettera espressa regolarmente affrancata 1,75 con uso, in emergenza, di 
        marche da bollo. Presenza di gemelli da 0,50. Censura della commissione 
        provinciale di Firenze.  
  
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