il tramonto di un regno




 
 






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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

9° Periodo: dall’8 giugno al 19 luglio 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Terza parte (dal 18 al 24 giugno 1944)
 

 

Domenica 18 giugno 1944

POLITICA INTERNA DALLA RSI
Pavolini, che da i primi del mese sta visitando le provincie toscane minacciate dall’avanzata alleata, scrive oggi al duce tracciando un quadro nero: se la sono squagliata tutti, carabinieri, Milizia, esercito, “chi ha retto le situazioni sono stati i fascisti, e solo i fascisti”. Pavolini in realtà è poco obiettivo in quanto fiorentino. Ha 41 anni, figlio di illustre glottologo, giovanissimo squadrista, scrittore di poesie e di commedie e autore di un romanzo sul Giro d’Italia, segretario della Federazione di Firenze del PNF, ministro della Cultura Popolare dall’ottobre 1939 al febbraio 1943, licenziato con il suo protettore Ciano e confinato alla direzione del Messaggero, è stato uno dei primi a rimettersi la camicia nera dopo il tradimento di settembre. Anche i fasci toscani sono organismi che hanno gli stessi problemi degli altri e si trovano al limite del collasso.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Civitella della Chiana (AR) - I partigiani cercano di disarmare quattro tedeschi intenti a bere nei locali del dopolavoro. I tedeschi resistono; due muoiono, due fuggono.

Motociclisti del CIL entrano ad Ascoli Piceno preceduti da squadre dei GAP.

La banda comandata da Armando Ammazzalorso fa il suo pittoresco ingresso in Teramo liberata.

A Morra del Villar San Costanzo (Cuneo), vengono barbaramente assassinati il parroco don Francesco Zali e la domestica. La propaganda fascista sostiene che i GAP eliminano molti preti per spargere nel clero il terrore e convincerli che è pericoloso rifiutarsi alla pretesa che le parrocchie diventino centri di rifornimento e di rifugio dei partigiani.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

Fra il 16-17 giugno 1944 l'abitato di Falmenta ha ricoperto un importante posizione nell'organizzazione del rastrellamento della Val Grande condotto da formazioni tedesche e RSI. Oggi vengono fucilati quattro partigiani precedentemente catturati nella prossimità del paese.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – I tedeschi fucilano un contadino nei pressi di Albacina.

Provincia di Ascoli Piceno - I tedeschi fucilano un partigiano in località Ponzano.

Provincia di Novara - A Pogallo diciotto partigiani della divisione autonoma Valdossola vengono fucilati da un plotone di sei tedeschi. Un altro prigioniero viene inviato in campo di concentramento in Germania, da cui non tornerà più.


STORIA POSTALE del 18 giugno

Due documenti postali affrancati con valori pacchi per mancanza di valori ordinari. A sinistra un piego comunale affrancato con un pacchi da 0,25 a tariffa ridotta fra Comuni. A destra una lettera commerciale probabilmente doppio porto perché affrancata 1,00 con presenza coppia di 0,10 pacchi, un 0,30 Provvisoria titaura di Roma, uno 0,25 Provvisoria tiratura di Verona e uno 0,25 gemello della Monumenti Distrutti.

 

Lunedì 19 giugno 1944

L’ESERCITO ITALIANO AL NORD
La GNR di Milano scrive oggi nel suo rapporto:

A Milano, il bando di chiamata delle classi 1920 – 1921 e primo semestre del 1926, nonché l’annuncio che parte di detti contingenti debbono recarsi in Germania, ha prodotto la più sfavorevole impressione in tutti gli strati della popolazione. Si prevede che grande sarà il numero di coloro che non risponderanno alla chiamata e che si porteranno ad ingrossare le schiere dei banditi od espatrieranno nella vicina Svizzere”.

RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Si costituisce oggi il Comando Militare per l’Alta Italia del Corpo Volontari della Libertà (CVL) per dirigere e coordinare la lotta armata contro i nazifascisti. Tutte le formazioni partigiane sono da oggi riunite sotto la denominazione CVL. Del comando fanno parte: Luigi Longo (PCI), Ferruccio Parri (GL), Enrico Mattei (DC), G.B. Stucchi (PSIUP), M. Argenton (Formazioni Autonome) e il generale Bellocchio come consulente militare. Il comando sarà affidato al generale Raffaele Cadorna, dopo una lunga contesa.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Genova, dopo un precedente tentativo andato a vuoto, viene ucciso in un agguato davanti alla propria abitazione, il commissario prefettizio al comune di Genova generale delle GNR Silvano Parodi.

Civitella della Chiana (AR) – Dopo l’azione dei partigiani di ieri, gli abitanti del paese pensano realisticamente che quest’episodio scatenerà delle rappresaglie da parte dei tedeschi e fuggono. I tedeschi, informati dell’esodo, quando fanno ritorno a Civitella per recuperare i loro morti simulano un comportamento relativamente civile.



STORIA POSTALE del 19 giugno
 

A sinistra una raccomandata da Colle Umberto (TV) a Trieste regolarmente affrancata 1,75 con quattro valori da 0,25 della Monumenti Distrutti e un 0.75 della Miti e Simboli. A sinistra un piego di ospedale come manoscritti raccomandati aperti regolarmente affrancato 1,20 (0,60 manoscritti + 0,60 di raccomandazione aperta) con una quartina del 0,25 e un 0,20 della Monumenti Distrutti.

 


Martedì 20 giugno 1944

DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Parte da Verona il terzo scaglione di carabinieri per la Germania: cinque ufficiali e 528 fra sottufficiali e carabinieri.

LA LOTTA AL RIBELLISMO
Il rapporto odierno della GNR torinese segnala che nel Cavalese “continua l’affluenza nelle bande di molti elementi delle classi richiamate (1920 – 1921 e 1926)” e lo stesso accade nella vicina valle di Lanzo”. A Piacenza, la presentazione al distretto è “pressoché nulla”, ad oggi, soltanto venti giovani si sono fatti vivi.

I tedeschi si stanno lamentando della facilità con cui la GNR e altri reparti armati di Salò si fanno battere dai ribelli. Oggi, con pignoleria di ufficiale teutonico mista al disprezzo per i soldati di Mussolini, il maggiore Wagner così scrive al prefetto di Padova per incarico del comandante militare tedesco della città che ha raccolto anche le lamentele di Kesselring:

Un’ondata di ribellione attraversa attualmente l’Italia. Si moltiplicano gli attentati a persone isolate, a fabbricati, a municipi e recentemente anche a caserme. Dappertutto, dove si tratta di forze di polizia oppure di appartenenti alle forze armate, i rapporti dicono sempre che i relativi uomini armati sono stati disarmati senza contrapporre alcuna resistenza. Pare sia ovunque andato perduto il pensiero naturale che un uomo che porta delle armi faccia uso della propria arma e che muoia piuttosto di lasciarsi disarmare.
Il comandante militare (di Padova) ha l’impressione che non si tenti del tutto di fare uso dell’arma per uccidere l’avversario. Se in caso viene attaccata una caserma, la quale è occupata da 15 uomini di guardia, e se il rapporto dice, quasi come se ciò fosse pacifico, che i partigiani, “dopo aver disarmato la guardia”, hanno fatto “questa e quella cosa”, mi sembra in questa occasione che il senso dell’onore del soldato sia andato perso completamente.
Il comandante militare esprime la sua meraviglia circa tali fatti. (…) Il comandante militare prega di portare quanto sopra in modo perentorio a conoscenza di tutti gli uffici competenti e di fare in modo che finalmente cessino le segnalazioni di disarmi avvenuti a delle persone autorizzate a portare armi. Egli aspetta piuttosto di ricevere finalmente rapporti dicenti che gli attacchi sono stati respinti e che i ribelli sono stati uccisi. In tutti i casi simili è assolutamente necessaria la più decisa severità.
Ciò che avviene attualmente da parte dei ribelli, è terrore. Deve essere chiaro a tutti che il terrore può essere represso solamente per mezzo di terrore e che un successo è raggiungibile soltanto impiegando duramente tutti i mezzi disponibili.
Il comandante militare non lascia dubbio alcuno che la situazione sia grave e che egli aspetta che il movimento delle bande venga represso con tutti i mezzi”.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I Gap colpiscono anche oggi gli uomini della GNR, vengono uccisi: a Baveno (Novara) il maggiore Scotti e a Busto Arsizio il milite Guglielmo Bonetti.

Gubbio (Perugia) – Due ufficiali tedeschi, l’assistente medico Kurt Staudacher e il sottotenente Herman Pfeil, appartenenti al III battaglione del 721° reggimento di fanteria della 114^ divisione cacciatori, che si trovano nel bar Nafissi di Corso Garibaldi, noto anche come “Bar della Caterina”, vengono aggrediti da partigiani che gli sparano dei colpi a bruciapelo. L’assistente medico muore all’istante mentre il sottotenente, gravemente ferito, riesce a raggiungere gli alloggiamenti e ad avvisare dell’accaduto. I tiratori si sono subito dileguati, per cui il II battaglione del 721° reggimento riceve subito l’ordine di compiere una rappresaglia contro gli abitanti del paese.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

Oggi, presso il cimitero di Finero, i tedeschi fucilano 15 partigiani, precedentemente detenuti a Malesco e catturati durante il rastrellamento.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A Jesi un reparto tedesco cattura quaranta persone in un rastrellamento, ne sceglie sette considerandole partigiani, le porta in periferia in località Colonia Guerri e le fucila.

Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi continuano a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende a incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18 scorso. Montemignaio, una frazione del comune di Pratomagno - I tedeschi arrivano in paese in cerca di uomini da portare via come ostaggi o da impiegare nei lavori di fortificazione. Sfondano le porte delle case tra le grida delle donne dei bambini. Trovano quattordici uomini nascosti, li radunano nella piazza del Castello e li passano per le armi sotto gli occhi dei familiari. Due riescono a fuggire inseguiti da raffiche di mitra, un terzo, ferito, finge di essere morto, viene colpito ancora, ma a un braccio, e si salva. Le ragioni della carneficina sono dovute anche al fatto che poco prima di arrivare in paese, i tedeschi si erano scontrati con un gruppo di partigiani e un riportando la perdita di ufficiale e due soldati e il ferimento di altri due.

Provincia di Macerata – Quattro civili vengono uccisi per rappresaglia nel capoluogo.

Provincia di Novara - Intra – Quarantuno partigiani delle formazioni Mario Flaim, Cesare Battisti e Giovane Italia, catturati alcuni giorni prima, vengono condotti nelle cantine dell’asilo infantile di Malesco e sottoposti a sevizie.

Provincia di Pisa – Ad Agnano Pisano i tedeschi fucilano un invalido del lavoro.
 

STORIA POSTALE del 20 giugno

Riprodotta una lettera espressa affrancata con un valore Imperiale fuori corso e due Monumenti Distrutti nel primo mese di uso. La tassazione non è stata applicata e la missiva ha viaggiato per posta normale, come se fosse affrancata per lettera semplice fuori distretto (0,50). Censurata dalla Commissione Provinciale di Savona 26R


 

 

Una raccomandata inviata da Querce (FI) a Massarella (FI) regolarmente affrancata 1,75 che presenta una quartina del 0,15 Imperiale con una quartina gemella dello stesso valore sovrastampato GNR. Anche se di probabile costruzione a scopi filatelici, rimane sempre un pezzo viaggiato davvero raro. Il piego dell’Ospedale di Novara, affrancato 1,10 come lettera raccomandata aperta (0,50 di lettera fuori distretto + 0,60 di raccomandazione aperta), mostra in affrancatura composta da un 0,75 e un 0,25 della Provvisoria, tiratura di Roma, con un 0,10 Recapito Autorizzato in emergenza.

 



Mercoledì 21 giugno 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Mussolini firma l’ordine che militarizza il partito e sancisce una vittoria di Pavolini. L’ordine dice:

Data la situazione che è dominata da un solo decisivo supremo fattore, quello delle armi e del combattimento, davanti al quale tutti gli altri sono di assai minore importanza, decido che a datare dal 1° luglio si passi dall’attuale struttura politica del partito ad un organismo di tipo esclusivamente militare.
Dal 1° luglio tutti gli iscritti regolarmente al partito fascista repubblicano, di età fra i 18 e i 60 anni, e non appartenenti alla Forze Armate della Repubblica, costituiscono il Corpo Ausiliario delle Camicie Nere composto dalle Squadre d’Azione.
Le altre attività svolte fin qui direttamente dal partito vengono affidate agli enti competenti e cioè: l’assistenza ai fasci femminili, ai comuni e alle altre organizzazioni; la propaganda all’Istituto Nazionale di Cultura Fascista.
Il segretario del partito attua la trasformazione dell’attuale direzione del partito in ufficio di Stato Maggiore del Corpo Ausiliario delle Squadre d’Azione delle Camicie Nere.
Data la natura dell’organismo ed i suoi scopi, il comando sarà affidato ai capi politici locali. Non ci saranno gradi, ma soltanto funzioni di comando.
Il Corpo sarà sottoposto a disciplina militare e al codice militare del tempo di guerra. Il Corpo sarà impiegato agli ordini dei capi delle province, i quali sono responsabili dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini contro i sicari e i gruppi di complici del nemico. Mussolini
”.

Viene abrogata la chiamata alle armi delle classi 1920 – 1921 e 1926 nelle province di Lucca, Pistoia, Apuania e Forlì e “nei territori a sud delle medesime”, tutte zone a ridosso del fronte dove gli uffici di Salò sono da tempo in paralisi quasi completa.

LA LOTTA AL RIBELLISMO
In Piemonte, il comandante regionale, Montagna, segnala:

La voce del popolo ironizza dicendo che i richiami sono stati fatti per fornire i battaglioni complementi ai ribelli, ed è così, come dimostrano le prime segnalazioni dei distretti. In taluni comuni del Canavese, manifesti rurali ringraziano il ministero delle FF.AA. del nuovo contingente di uomini forniti alle bande”.

DELLA STAMPA DELLA RSI
Gargnano, Villa delle Orsoline – Mentre Pavolini sta discutendo con Mussolini per il testo del decreto istitutivo delle Brigate Nere, intervengono Mezzasoma, Buffarini e il direttore del “corriere della Sera” Amicucci e tutti insieme si mettono a discutere sull’editoriale dal titolo “Se ci sei batti un colpo” pubblicato oggi dal direttore de “La Stampa” di Torino, Concetto Pettinato. E’ un vero attacco al governo (e più direttamente allo stesso Mussolini) per la sua azione giudicata troppo debole. Nell’articolo viene messa persino in dubbio la capacità dei tedeschi a resistere sulla linea Gotica e termina con queste frasi:

Il Piemonte è diventato, signori, un vivaio di delinquenza, di diserzione e di disordine. Abbiamo chiesto giorni or sono che si trasferissero a Torino, nella sua qualità di ex capitale d’Italia, almeno alcuni fra gli organi centrali del Governo. Rinnoviamo oggi la domanda. E se questa domanda contro la quale abbiamo registrata non senza stupore e scandalo. La protesta di sapore campanilistico di un ebdomadario milanese, non può essere accolta, si permetta se non altro ai piemontesi migliori di formare tra loro, a fianco e a sostegno dell’autorità vacillante, un comitato di salute pubblica il quale prenda in mano la situazione (…).

PER FIRENZE CITTA’ APERTA
Monsummano (PT) – Kesselring convoca una riunione alla quale partecipano il console di Firenze Wolf, il colonnello delle SS Dollmann, il dottor Seiforth ed un ufficiale della amministrazione militare. Vengono concordate le direttive di Kesselring affinché il centro di Firenze sia sgombro di tutte le forze armate e che siano adottate le più severe misure per impedire casi di indisciplina.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A San Silvestro i tedeschi passano per le armi un partigiano.

Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi continuano a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende a incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per scatenare la loro rappresaglia.

Provincia di Firenze - In località Novoli (Mercatale Val di Pesa) i tedeschi uccidono Armando Aglietti. Eccidio a Marradi: 11 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).

Provincia di L’Aquila - A Castiglione di Tornimparte il geniere Angelo Gitante della formazione La Duchessa (raggruppamento Gran Sasso) dopo atroci torture viene costretto a scavarsi la fossa e fucilato.

Provincia di Perugia – A Gubbio per rappresaglia all’attentato di ieri da parte dei partigiani ai due ufficiali tedeschi, gli uomini del II battaglione del 721° reggimento di fanteria della 114^ divisione cacciatori, dopo un breve cannoneggiamento e dopo avere raso al suolo il bar dove è avvenuta l’aggressione, al comando del capitano Erich Kurt Walter Buckmakowsky, rastrellano la cittadina e prendono in ostaggio da 200 a 300 persone. Contemporaneamente i tedeschi si stanno preparando a distruggere Gubbio. Verso sera, il terzo ufficiale d’ordinanza della divisione, tenente Albrecht – Axel von Heyden, sceglie 40 persone da fucilare di età compresa fra i diciassette e sessant’anni, fra cui due donne.

Provincia di Pisa – A Cascina i tedeschi uccidono un bracciante seduto fuori di casa sugli scalini in località San Lorenzo a Pagnatico.

Provincia di Novara - Intra – I quarantuno partigiani seviziati ieri nelle cantine dell’asilo infantile di Malesco vengono spostati a villa Caramora, a Intra, sede di un comando SS. Per tutta la mattinata vengono presi a nerbate o pestati coi calci dei fucili. Alle 15 vengono fatti uscire. A questo punto sono quarantatré, perché le SS vi hanno aggiunto una donna e un operaio. In colonna, costretti a portare un cartello con la scritta: “Sono questi i liberatori d’Italia oppure sono i banditi?” (nella foto), percorrono a piedi la strada da Intra sino alla frazione di Fondotoce, dove si trova una vasta piana affossata. Le SS, che si sono tolte le tute mimetiche per sentirsi più a loro agio, passano per le armi i prigionieri, tre alla volta. Un inglese viene fatto spogliare delle divisa militare e costretto a indossare un abito borghese prima di essere fucilato. Dal mucchio di cadaveri, sebbene ferito, viene fuori il partigiano Carlo Suzzi, che tornerà nella formazione Valdossola con il nome di “Quarantatré”. Baveno – Per rappresaglia all’uccisione di due ufficiali, uno delle SS e uno dell’esercito di Salò, i tedeschi falciano a raffiche di mitra, quattro alla volta, diciassette partigiani della divisione Valdossola. La stampa annuncia oggi la fucilazione di 110 “renitenti e disertori” in provincia di Novara.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.


STORIA POSTALE del 21 giugno

Articolo pubblicato da “Il Resto del Carlino” in data odierna:


 

 
Lettera espressa doppio porto che presenta un 1,25 della Provvisoria della tiratura di Verona III Tavola.



Giovedì 22 giugno 1944

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona - I tedeschi passano per le armi i quattro membri maschi della famiglia Baldini nella stalla attigua alla loro casa colonica nella zona fra Collegiglioni e Nebbiano; a Fabriano passano per le armi, assieme ad altri due civili, Aldo Balelli, proprietario della tenuta in cui abitava la famiglia Arcangeli (uccisa pure dai tedeschi); a Vallelunga di Collegiglioni mitragliano due civili e, ancora, a Collegiglioni uccidono due civili che alla loro vista si erano dati alla fuga.

Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi continuano ancora a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per scatenare la loro rappresaglia. Eccidio a Chiusi: 22 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).

Provincia di Macerata – A Camerino vengono passati per le armi 13 civili che, i tedeschi dicono essere partigiani o loro sostenitori.

Provincia di Modena – A Fossoli due SS prelevano di notte, nella sua baracca del campo d’internamento, Poldo Gasparotto, che ha fatto parte a Milano delle formazioni Giustizia e Libertà e lo abbattono a raffiche di mitra. Altri 68 o 70 prigionieri vengono massacrati.

Provincia di Perugia – A Gubbio, alle 6,45 del mattino, un plotone d’esecuzione inizia a giustiziare i 40 ostaggi prescelti. Le persone destinate alla morte, che hanno mani e piedi legati, vengono trucidate a raffiche di mitra dentro una fossa scavata in precedenza da altri prigionieri vicino a una delle porte della città.

Provincia di Trieste – Nella Risiera di San Sabba le SS fucilano Francesca Bastiani Tognolli, della brigata partigiana Timavo, arrestata cinque prima. A Capodistria i tedeschi fucilano Giuseppina Cataruzza.

Provincia di Vicenza - I tedeschi fucilano quattro civili (Bruno Dal Dosso, Ferraro Valentini, Luigi Tibaldi e Gino Zerbat) sulle rive del torrente Righello, in località Crespadoro; in località Bordellini finiscono a colpi di calcio di fucile, dopo averla ferita, la civile Ines Dalla Costa e a Marano Vicentino passano per le armi un altro civile, Gerolamo Bause (o Bauce).



STORIA POSTALE del 22 giugno

A sinistra una lettera espressa da Trieste a Gorizia regolarmente affrancata 1,75 e, a destra, una cartolina raccomandata dell’Ospedale di Verona inviata al Municipio di Cologna Veneta (VR) regolarmente affrancata 0,90 (0,30 di cartolina fuori distretto + 0,60 di raccomandazione aperta).

Lettera semplice del Comando Distretto Militare di Milano inviata con tassa a carico del destinatario a San Colombano Lambro (MI). Tassata a tassa seemplice con un segnatasse 0,50 della serie Provvisoria. La cartolina illustrata a destra fu timbrata di favore a Firenze in data odierna, ma non viaggiò. La composizione filatelica è poco importante ai fini storico postali ma rimane meritevole di considerazione dal punto di vista filatelico in quanto presenta un valore da 1,25 Provvisoria tiratura di Firenze nel rarissimo colore rosso bruno.



Venerdì 23 giugno 1944

DALLA RSI: SULLA STAMPA
Gargnano – Mussolini convoca Ermanno Amicucci, direttore del “Corriere della Sera”, e gli consegna i primi fogli dattiloscritti del suo nuovo libro “Storia di un anno” perché ne inizi la pubblicazione a puntate sul quotidiano.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Arezzo - Civitella della Chiana – I tedeschi continuano ancora a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18 scorso. Aspettano pazientemente il momento giusto per scatenare la loro rappresaglia. A Chiassa Superiore le SS italiane, provenienti da Arezzo, fucilano sei civili, tra cui una ragazza.

Provincia di Novara - A Baveno vengono fucilati 21 patrioti. A Pogallo quindici partigiani catturati in una baita sopra al paese, presi a calci e pugni e caricati di cassette di munizioni, vengono portati sul piazzale antistante il cimitero di Finero. I tedeschi non li uccidono subito, sparano loro alle gambe e alla testa. Poi chi è trovato ancora vivo viene finito con un colpo di rivoltella. Due dei morti sono rimasti ignoti. Ma uno dei fucilati, benché ferito, resta vivo. Un sacerdote e una donna lo tirano fuori dal mucchio e lo curano. I tedeschi lo ricatturano e lo inviano al lager di Innsbruck. (Da dove riuscirà ancora a fuggire e tornare in Italia nella sua formazione, la Valdossola. Il suo nome è Giuseppe Zappa).

Provincia di Pisa - L’intera tenenza di pubblica sicurezza dell’Ardenza (LI) decide di unirsi ai partigiani della 3^ brigata Garibaldi Sante, stanziata tra il Livornese e il territorio meridionale del Pisano. Partono due autocarri. Uno riesce a raggiungere i partigiani, con dieci uomini. L’altro viene bloccato dalle SS, che eliminano subito sul posto due dei fuggiaschi. Altri otto (un sottotenente, un brigadiere e sei guardie), dopo torture, vengono fucilati presso Selvatelle sulla via Sarzanese.

Provincia di Reggio Emilia – A Bettola nel comune di Vezzano sul Crostolo, frazioncina di sole tre case vicina al Passo del Cerreto, nella notte sul 24, una squadra partigiana tenta di sabotare il ponte in muratura nei pressi del paese, ma l’operazione non riesce: la struttura subisce danni, però non crolla. Arriva un automezzo germanico, nello scontro tre dei sabotatori muoiono. La stessa notte cinquanta uomini della Feldgendarmerie di presidio a Casina giungono sul posto, penetrano in una casa e uccidono prima due vecchi settantenni e poi la figlia. Quindi incendiano l’edificio. Una bambina undicenne si getta da una finestra. Viene catturata e buttata in una stalla in fiamme, ma riesce ancora a fuggire e a salvarsi. I tedeschi vanno all’albergo Bettola, fanno uscire tutti e li radunano parte in un’autorimessa, parte dietro l’edificio. Quelli dell’autorimessa vengono mitragliati, cosparsi di benzina e bruciati. Quelli dietro l’albergo vengono uccisi a bastonate e a colpi di rivoltella. Poi i cadaveri vengono trascinati vicino agli altri e bruciati. Trentasei gli uccisi, tra cui quattro bambini (di 18 mesi, cinque, undici e tredici anni).

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

 


STORIA POSTALE del 23 giugno

Una cartolina del Comune di Casalmoro (NO) per Parma affrancata con un Monumenenti Distrutti e un Imperiale e una cartolina illustrata espressa, regolarmente affrancata 1,55, da Isola della Scala (VR) a Verona, ancora con Monumenti e Imperiale.

A sinistra un piego dell’Ospedale di Padova per Mestrino come manoscritti raccomandati aperti 1,20 (0,60 manoscritti + 0,60 di raccomandazione aperta) e, a destra, altro manoscritti dal comune di Firenzuola (FI) a Firenze; anche questa raccomandata 1,20 con uso di una coppia di recapito autorizzato 0,10 in emergenza.



Sabato 24 giugno 1944

DELLA STAMPA DALLA RSI
Inizia sul “Corriere della Sera” la pubblicazione delle puntate che articolano il nuovo libro di Mussolini: “Storia di un anno”.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

La risposta alla chiamata alle armi è stata pressoché nulla,

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua il grande rastrellamento nazifascista sul Verbano – Cuneo – Ossola.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Farini d’Olmo (Piacenza), vengono uccisi i militi della GNR Giovanni Mocchi e Vasco Rapetti.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo – A Palazzo del Pero, tra il paese e Mulin Nuovo, un reparto tedesco cattura dieci uomini che stanno mietendo il grano in un campo. I disgraziati gridano che sono innocenti, ma il comandante li fa allineare lungo la strada e finire a scariche di mitra. A Civitella della Chiana i tedeschi continuano ancora a tenere un comportamento civile che, per un perfido calcolo, intende incoraggiare la popolazione a rientrare in paese dopo l’esodo del 18 scorso. Da oggi la loro attesa comincia ad essere premiata: gli abitanti stanno rientrando nelle loro abitazioni.

Provincia di Pisa – Eccidio a Le Marie - Riparbella: 11 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).

Provincia di Macerata – A Camerino il battaglione Gian Mario Fazzini attacca nei pressi dell'abitato un contingente tedesco. Muoiono trentacinque partigiani e cinque vengono fucilati. La ferocia tedesca si accanisce in modo particolare contro il giovanissimo Alessandro Sabatini (già ferito alle gambe, con la punta della baionetta un soldato gli cava gli occhi) e contro il sedicenne Marino Marchi, pure colpito alle gambe: il suo corpo viene orrendamente straziato. Secondo altro testo si parla di 85 “civili” uccisi oggi, partigiani o loro sostenitori a quanto asseriscono i tedeschi.



STORIA POSTALE del 24 giugno

Piego del Comune di Novara per Solesino (PD). Affrancato come lettera a tariffa ridotta 0,25 con un singolo della Monumenti Distrutti. Da notare ancora, malgrado i ripetuti richiami delle varie Direzioni Provinciali delle Poste, come alcuni Comuni, e in questo caso il Comune di una città capoluogo come Novara, non avessero ancora provveduto alla sostituzione dei bolli comunali che ancora presentavano integri sia il Regie che lo stemma sabaudo.