il tramonto di un regno




 
 






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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

9° Periodo: dall’8 giugno al 19 luglio 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Sesta parte (dal 8 al 13 luglio 1944)
 

Sabato 8 luglio 1944

DELL’ARMA DEI CARABINIERI
A proposito dei carabinieri del litorale Adriatico imprigionati il 6 a Trieste, oggi, il comandante della Legione GNR di Trieste scrive:

Mi sono interessato in loro favore ed ho avuto assicurazioni che sarebbero stati trattati come soldati; sono invece venuto a conoscenza che sono considerati detenuti politici. Secondo quanto è stato finora possibile sapere, i carabinieri dell’Istria sono tutti a disposizione della Sicherheitspolizei; una decisione a loro riguardo sarà presa dal comandante della polizia del Litorale Adriatico ad inchiesta ultimata”.

DELLA X MAS
Il comandante del battaglione Barbarigo, ora comandante del I reggimento della divisione Decima , Umberto Bardelli, salito ad Ozegna, cade con nove dei suoi uomini in uno scontro con i partigiani.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Il comandante del battaglione “Gramsci”, Terzilio Cardinali, viene colpito a morte durante un combattimento nella zona di Bulcizes.

A Carrara le donne danno inizio, nel mercato di Piazza delle Erbe, ad una certa animazione. Incomincia così un lavoro capillare quartiere per quartiere, con collegamenti stabiliti dai vari gruppi di difesa della donna, con la distribuzione di volantini e con parole d’ordine che reclamano la revoca del bando di evacuazione della città.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Perugia – A Pian dei Bruschi un plotone misto di tedeschi e fascisti passa per le armi sette partigiani.

Provincia di Ravenna - In località Vigne di Casole di Valsenio, elementi delle SS guidati da militi della Guardia Nazionale Repubblicana uccidono senza motivo, durante un rastrellamento, il colono Giacomo Morara. In località Monte Mauro, dopo un assalto dei partigiani, i tedeschi uccidono per rappresaglia tre civili sospettati di favoreggiamento.

Provincia di Vicenza – A San Pietro Bussolino i tedeschi, durante una serie di rastrellamenti, uccidono dieci civili fra cui due donne.


STORIA POSTALE dell’8 luglio

A sinistra una lettera del Comune di Clusone (BG) inviata all’Ufficio Collocamento di Bergamo. Non affrancata per “Zona sprovvista di francobolli” fu dichiarata, in partenza, da tassare a Tassa Semplice (T.S.) e lo fu in arrivo con un segnatasse Imperiale.
A destra una raccomandata da Arsiero (VI) per la Croce Rossa Internazionale di Ginevra (Svizzera) regolarmente affrancata 3,75 (1,25 di lettera + 2,50 di raccomandazione). Nell’inserire questa busta mi sono reso conto che il Monumenti Distrutti da 0,75 viaggiato è il primo che espongo. Mi è sorto un dubbio che solo una ricerca potrebbe togliermelo: potrebbe essere che quel valore non sia stato emesso il 5 giugno insieme agli altri tre? Riguardando le scansioni di documenti postali fin qui insriti si riceve la sensazione (es. 13 giugno) che anche quando il mittente voleva creare una composizione filatelica con quella serie, il 0,75 non fosse disponibile. Il 13 giugno sembrerebbe sostituito da un 0,75 della provvisoria. In altre due buste, il 0,75 Miti aereo, ne occupa il posto. E’ solo una mera supposizione che stimola la attenta mente del ricercatore a caccia di “vecchie novità”.

 

Domenica 9 Luglio 1944

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Firenze - Tre gappisti penetrano nel carcere femminile di Santa Verdiana e liberano 17 donne detenute per ragioni politiche.

Per recuperare un lancio sul monte Lavane, con il quale armare la nuova brigata ORI di Ravenna, circa 50 uomini dei GAP di Faenza, Brisighella e Castel Bolognese lasciano le loro città e si dirigono verso i monti. Prendendo l’iniziativa, il comandante Vittorio Bollenghi e il suo vice, Bruno Neri, che sono degli sportivi, si incamminano verso la cittadina di Gamogna, precedendo il gruppo principale, per controllare una strada maestra su cui avevano lavorato i tedeschi, tra Marradi e San Benedetto in Alpe. In un punto cieco, vicino al cimitero, dove la strada sterrata curva bruscamente, i due capi partigiani si imbattono in 15 SS armati fino ai denti, evidentemente dirette verso la montagna in cerca di “banditen”. Vittorio e Bruno suonano i loro Sten, obbligando le truppe di sicurezza, colte di sorpresa, a ritirarsi. Ma appena al coperto, i tedeschi aprono il fuoco e crivellano di colpi i due partigiani. Un contadino, testimone della scena, vede, con raccapriccio i tedeschi castrare con un coltello i due uomini feriti ma ancora vivi.

A Carrara continua il movimento delle donne contro il bando tedesco di evacuazione della città. Molte dicono apertamente che i tedeschi e i fascisti devono fare i conti con loro, mogli di cavatori e di marmisti, e che Carrara non sarà sfollata. Passa così il termine (stabilito per oggi alle 20) fissato dai tedeschi e un gruppo di donne si dà appuntamento per le 9 di domani precisando la parola d’ordine: tutte in Piazza Alberica e alla Levatella, concentramento in Piazza delle Erbe, per poi manifestare lungo le strade cittadine.

RESISTENZA: RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo – A Bucine i tedeschi accerchiano il castello di San Leolino, in località Poggio del Fattore, radunano la popolazione nella piazzetta, fucilano nove ostaggi e ne feriscono sei.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I tedeschi effettuano un rastrellamento nell’abitato di Bolano (nel Pontremolese) e catturano 350 uomini che inquadrano e trasportano nella zona a ridosso di Montignoso e di Massa dove vengono impiegati a scavare trincee, tracciare strade di accesso, costruire rifugi per uomini e materiali, postazioni di artiglieria e mortai medi.



STORIA POSTALE del 9 luglio

 

Lettera semplice intestata AGIP inviata da Bolzano a Verona e affrancata con una coppia di segnatasse da 0,25 in sostituzone dei valori ordinari.



Lunedì 10 luglio 1944

DELLA X FLOTTIGLIA MAS

Omegna (NO) – Valerio Borghese, comandante della X MAS, presenzia ai funerali del comandante Bardelli.

Nella foto i funerali di Bardelli, con Borghese (a destra) la signora Bardelli e, a sinistra, il colonnello Carallo, vice comandante della Divisione Decima.

 

 

 

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - Nel bosco di Selvagrossa, per ritorsione all'uccisione di due loro compagni sorpresi dai partigiani a molestare delle donne in località San Donato, presso Badia Agnano, i tedeschi uccidono dieci uomini.

Provincia di Arezzo - In una località imprecisata. in seguito all'uccisione di un soldato tedesco, vengono fucilate, per rappresaglia, 13 persone. Di dodici si conoscono i nomi, il tredicesimo (uno sfollato) è rimasto sconosciuto. Quella che segue potrebbe essere un’altra versione dello stesso fatto come un altro episodio. A Badicroce i tedeschi compiono una strage nella quale perdono la vita 13 persone, tra le quali vi sono anche donne violentate e un uomo di settantasei anni. Anche l’episodio che segue potrebbe essere una terza versione dello stesso fatto. Nei pressi di Castiglion Fibocchi, un soldato tedesco ha perso una gamba a seguito all’esplosione di una mina. Per rappresaglia la sua truppa prende in ostaggio 12 uomini dalle fattorie vicine, impiccandone due e massacrandone dieci con le mitragliatrici. Vengono “fucilati” anche una donna di ottantaquattro anni e un ragazzo di quattordici che appartengono alla famiglia di uno dei giustiziati ed erano accorsi gridando. Ma si trova in altro testo, come avvenuto domani, 11 luglio, con questa descrizione: “Un automezzo tedesco in ritirata salta su una mina a Castiglion Fibocchi. Sette innocenti che si trovavano nelle immediate vicinanze vengono catturati e fucilati”.

Provincia di Firenze - Eccidio a Padulino - Vicchio: 15 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).

Provincia di Lucca – A Lucignana i tedeschi fucilano il giovane Bruno Stefani, catturato durante una missione di aiuto ai partigiani.

Provincia di Pisa – A Cevoli I tedeschi catturano il milite della Repubblica di Salò Gino Barsottini. Lo fanno camminare fino a Perignano con al collo un cartello con la scritta: "Quest'uomo non è degno di vivere", poi gli fanno scavare la fossa vicino alla villa Samminiatelli e quindi lo fucilano.

Provincia di Vercelli – Ad Alagna Valsesia un reparto tedesco fucila sedici partigiani che, poco pratici della zona, invece di dirigersi verso il Biellese, si sono portati sopra al Turlo, con l'intenzione di scendere in valle Anzasca. Quattordici di essi sono carabinieri che si sono rifiutati di aderire alla Repubblica di Salò.

Provincia di Verona – A San Giovanni Ilarione i tedeschi passano per le armi don Luigi Bevilacqua, parroco di San Pietro Mussolino (VI). E' colpevole di avere collaborato con i partigiani operanti in valle Chiampo.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Carrara continua per tutto il giorno e anche nella notte, l’organizzazione per la manifestazione di piazza contro il bando tedesco di evacuazione della città. Domani si terrà la manifestazione conclusiva.

La controffensiva tedesca alle forze partigiane di Moscatelli e Ciro, iniziata il 2 luglio, si conclude oggi con la “riconquista” di Varallo e Borgosesia. I patrioti devono abbandonare il fondo valle e riprendere la guerriglia in montagna.


STORIA POSTALE del 10 luglio
Molto interessante la seguente Circolare emessa in data odierna dalla Direzione Provinciale delle Poste e Telegrafi di Novara.
In rosso la trascrizione per una migliore lettura.

CORRISPONDENZA PER IL LAZIO, UMBRIA, TOSCANA E MARCHE
URGENTE
Si dispone che tutte le corrispondenze dirette nel Lazio, Umbria, Toscana e Marche siano respinte agli uffici di origine e, da questi restituite ai mittenti, conformemente a quanto ordinato con la circolare n.56 per le corrispondenze dirette a Roma (1).

STEMMI EX CASA REGNANTE E DICITURA “REGIE”
Ancora una volta si rammentano le precedenti disposizioni per cui è fatto assoluto divieto sulle corrispondenze d’ufficio o su ogni altro stampato o busta o documenti o sull’impressioni su ceralacca di usare lo stemma dell’ex Casa Regnante o le diciture “Regie”. Gli uffici che non l’abbiano ancora fatto, trasmettano d’urgenza all’Economato, in assicurazione, suggelli o bolli aventi stemma o dicitura sopradetti per la scalpellatura. Si previene che gli inadempienti incorreranno in gravissime responsabilità (2).

CORRISPONDENZA SENZA FRANCOBOLLI
Richiamando le recenti disposizioni impartite con la circolare n.53 del 31 maggio e n.61 del 22 giugno scorsi, s’invitano gli uffici a non omettere l’apposizione del bollo “T.S.” seguito dalla cifra-importo dell’affrancatura che gli uffici destinatari dovranno riscuotere dalle persone cui sono dirette le corrispondenze impostate senza francobollo in località momenteneamente sprovviste di carte valori postali, avvertendo che l’uso del bollo “P.Pagato” deve aver luogo sugli oggetti privi di affrancatura presentati da utenti che hanno fatto richiesta di apposito conto di credito.

CORRISPONDENZA CON FRANCOBOLLI ASPORTATI
E’ stato con frequenza rilevato che pervengono agli uffici corrispondenze dall’estero e dalla provincia di Lubiana aventi francobolli asportati con conseguenti proteste e controversie coi destinatari. Si invitano gli uffici a contestare il grave abuso con verbale 13 a carico dell’ufficio che ha formato il dispaccio nel quale si sono rinvenute le corrispondenze come sopra e di far proseguire il verbale alla Direzione con particolare richiamo. Gli uffici di transito di Novara Ferrovia, Vercelli e Biella dispongano particolare vigilanza.

(1) Dopo aver sfondato la linea Gustav (Cassino) e, dopo pochi giorni, avere raggiunto Roma, il 4 giugno, l’avanzata delle due armate (V^ USA e VIII^ Britannica) si era trasformata in una contnua battaglia fra retroguardie tedesche in ritirata e avanguardie Alleate in continuo movimento. Gli Alleati si attestarono sulla sponda sinistra dell’Arno in Firenze il 4 agosto. Esattamente dopo due mesi. Questo significa che i circa 300 Km percorsi sulle strade che dividono le due città erano stati percorsi in 60 giorni a una media di 5 chilometri al giorno e che alla data odierna ne erano già stati percorsi più della metà. E’ pertanto logica la decisione impartita in questo primo paragrafo dalle Poste della RSI: inutile inoltrare la posta verso quella porzione di Centro-Italia perché questa non saebbe mai giunta a “destino”

(2) - UN PO’ DI SFRAGISTICA, SCIENZA CHE STUDIA I SIGILLI
A proposito della scalpellatura degli stemmi della ex casa regnante e della dicitura REGIE, con la circolare odierna N° 65 al N° 19766/193 la Direzione Provinciale di Novara (e si presuppone anche tutte le altre Direzioni Provinciali dato che, secondo quanto si può rilevare dai documenti postali di varie provenienze, il fenomeno è abbastanza diffuso) si vede costretta a minacciare il proprio personale ricordando che “gli inadempienti incorreranno in gravissime responsabilità”.


La rimozione dello stemma fascista dai timbri comunali a seguito del tracollo fascista del 25 luglio, tramite scalpellatura, si presume avvenuta ma probabilmente non in tutti i comuni inviarono i timbri da scalpellare (con assicurata) alle Direzioni Provinciali. Perché l’operazione è facilmente presumibile fosse articolata come nella su esposta circolare che però si riferiva alle impronte della Casa Reale. Forse molti sindaci (allora podestà), un po’ nostalgici, avevano deciso di rimandare il “sacrificio” in attesa del consolidarsi degli eventi già dal post-fascismo del 25 luglio 1943. In fondo togliere uno stemma da un timbro metallico o addirittura sostituirlo con uno nuovo, non era fattibile in tempi brevi, vista anche la nostra atavica burocrazia. Avrebbe l’Economato, ove i suggelli o bolli da scalpellare dovevano essere inviati, provveduto velocemente?

Il tempo sembra aver dato ragione a quei sindaci forse nostalgici di cui sopra. Il periodo di “vacazione” del fascismo si sarebbe risolto infatti in questo breve periodo di 45 giorni. La “resurrezione” creerà situazioni particolari specialmente a proposito di quei timbri ai quali era stato asportato lo stemma fascista.
Se, a questo punto, facciamo una analisi su questo argomento si può rilevare che dal 26 luglio 1943 fino ai primi anni cinquanta è possibile scoprire un panorama di timbri con le più varie soluzioni di asportazione o cancellazione dell’uno o dell’altro stemma.

Inserisco una serie di documenti postali “comunali” per poter analizzare questo fenomeno che coinvolse, naturalmente, tutta Italia che da Regno con dittatura Fascista prima tornò ad essere solo Regno, poi, per buona parte del territorio, divenne Repubblica di un nuovo fascismo.
 

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immagine 1 - 2

Nel modulo di cui alla prima immagine, si può vedere il timbro comunale con lo stemma Fascista scalpellato anche se usato in RSI. Era evidentemente impossibile ricostruirlo e pertanto veniva usato quello dei 45 giorni “badogliani” malgrado l’avversione per il re e Badoglio.

 

Il modulo di cui alla seconda immagine, anche in questo caso usato in RSI anche se da pochi giorni (il timbro postale è del 26.9.43), lo stemma Sabaudo è stato scalpellato.

 

 

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immagine 3 - 4
Ancora due esempi di timbri comunali scalpellati. Siamo in entrambi i casi in RSI, 27 maggio e 28 febbraio 1944. In quello di cui alla terza immagine è stato “cassato” lo stemma fascista, probabilmente scalpellato durante i 45 giorni di Badoglio e lasciato quello reale che però appare diverso dallo stemma sabaudo .

In quello della immagine 4, dal quale era stato scalpellato lo stemma fascista, è stato scalpellato anche lo stemma reale. Evidentemente, in questo caso, l’Economato era intervenuto in entrambi i periodi e questo dovrebbe essere il timbro regolare in RSI fino all’approvvigionamento di timbri ad hoc come quello della successiva immagine 10.




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immagine 5 - 6

Con i documenti postali delle immagini 5 e 6, siamo ancora in RSI e troviamo due timbri comunali ex - Regno che non hanno subito amputazioni sia nei 45 giorni che nel loro periodo d’uso. La missiva della immagine 5, del 30 novembre 1943, ha viaggiato tra le provincie di Varese e Padova, un nord più convinto antimonarchico, mentre quella della immagine 6 è partita da Montegallo (AP) il 25 febbraio 1944 per Ostra Vetere (AN), zone meno contrarie alla ex - casa regnante e quindi più disponibili alla tolleranza.

 


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immagine 7 - 8

Nelle immagini 7 e 8. ecco invece due timbri intonsi usati al Centro - Sud dove era giusta la presenza dello stemma reale ma doveva essere scalpellato quello fascista.
Una inconsueta tolleranza. Il piego da Enna è del gennaio1944, quello dal comune di Castelliri (FR) dell’aprile 45.




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immagini 9 – 10

Ancora una soluzione di annullamento dei simboli del regno con timbro a barre usato in RSI inoltrata (immagine 9) e un timbro RSI definitivo già in uso a Grugliasco (TO) nel maggio 1944 (immagine 10)
con il solo fascio repubblicano.


 

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immagine 11 – 12

Con le immagini 11 e 12 siamo al Nord nell’immediato dopoguerra, a Roncoferrato (MN) il 18 maggio 1945 (immagine 11) gli impiegati del Comune hanno rispolverato un vecchio timbro del regno e hanno cassato a mano lo stemma fascista.

Invece, nel Comune di Borgosesia (VC) (immagine 12), e ben quattro mesi dopo (siamo al 7 settembre 1945), si usa ancora il timbro della ex - RSI (nostalgici o distratti?).


 

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immagini 13 – 14

Con i documenti di cui alle immagini 13 e 14, siamo nel Centro - Sud;
il piego del Comune di Penne (PE) (immagine 13), in data 5 marzo 1946 (in Luogotenenza), mostra il timbro comunale con entrambi gli stemmi;
quello del Comune di Pratovecchio (AR) (immagine 14), in data 8 giugno 1946 (in regno di Umberto II°) ha lo stemma fascista ma con il fascio centrale scalpellato.


 


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Il 14 luglio 1944 a Serbenno (CO) veniva usato un timbro ausiliario con il fascio repubblicano di dimensione tale da garantire una adeguata copertura al sottostante stemma sabaudo.


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I PROPAGANDA DI GUERRA CON VIGNETTA ASPORTATA

Già nei giorni precedenti la comunicazione dell’armistizio gli italiani hanno ormai la certezza che la guerra sia persa. I due interi postali del 28 luglio 1943 e del 18 agosto 1943 sono stati affrancati con valori della serie Propaganda di Guerra con la sezione propagandistica accuratamente ritagliata e non sembra per necessità di spazio.

 

Martedì 11 luglio 1944

LA LOTTA AL RIBELLISMO
Gli ufficiali della GNR di Cuneo, che il 5 scorso hanno sollecitato un intervento del governo per sollecitare l’invio di forze sufficienti a fronteggiare la situazione, permanendo la situazione prospettata, si riuniscono di nuovo oggi per sollecitare il comando provinciale a richiedere d’urgenza gli aiuti invocati e dichiarano formalmente di rassegnare le dimissioni ove non venissero adottati i provvedimenti richiesti.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Firenze – Davanti al chiosco di giornali in piazza S. M. Novella viene giustiziato il milite Valerio Volpini mentre i nazifascisti catturano il gappista Sergio Posi.

A Carrara, la popolazione risponde in pieno alla parola d’ordine lanciata dai gruppi di difesa della donna e dal movimento partigiano. I gappisti e altre formazioni partigiane sono pronti a sostenere l’azione tenendosi pronti ad intervenire in caso di necessità. Alle 9,30 in Piazza Alberica si radunano diverse centinaia di donne che poi si muovono in corteo. Da ogni strada arrivano altre donne, alcune giovanissime. Si dirigono tutte verso via Garibaldi dove ha sede il Palazzetto del Comando Nazista. Tedeschi e nazisti, in pieno assetto di guerra, puntano le armi. Ma la folla continua lentamente ad avanzare, a gridare, a rivendicare. Prima di mezzogiorno arriva un contingente fascista dei “Mai Morti” che, assieme ai soldati tedeschi, piazzano due mitragliatrici: una all’angolo fra Via Verdi e Via Garibaldi, l’altra nei grottini che fiancheggiano la scaletta che porta in Piazza Risorgimento (oggi Gramsci). Due folti gruppi di donne si staccano dal corteo e si avvicinano fino a pochi metri dalle mitragliatrici e facendo così cedere il Comando tedesco che revoca il bando di sfollamento.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - A Staggiano - Villa Sacchetti una pattuglia di tedeschi si presenta nella casa colonica Carboni e pretende pane e formaggio. Avamposti partigiani sparano. Alla fine dello scontro i tedeschi incendiano la casa e un'altra adiacente, uccidono alcuni buoi e catturano degli uomini. Sei giovani vengono calati in una buca con esplosivo nelle tasche, poi i tedeschi sparano loro addosso con cartucce a pallini. A Quota di Poppi i tedeschi fucilano cinque paesani. A Carda, Ortignano Raggiolo e Toppole i tedeschi uccidono altre quattro persone. A Matole (Cavriglia), verso le 17, arrivano alcuni tedeschi e si mettono a cercare gli uomini. Ne trovano undici nascosti in un rifugio e li finiscono a raffiche di mitra alla presenza dei familiari terrorizzati. A Pogi (Bucine) SS italiane e tedesche catturano padre e figlio: Antonio Gambino, di 40 anni, e Silvano, di 16. Il padre, quando capisce che stanno per essere uccisi, chiede che di essere fucilato al posto del figlio, il figlio fa altrettanto. Le SS assistono quasi con gusto alla scena pietosa, poi con una raffica di mitra li uccidono entrambi. A Capannole "La Villa" (Bucine) i tedeschi, senza nessuna ragione, uccidono a raffiche di mitra tre uomini.

Provincia di Parma – A Santa Maria del Taro i tedeschi fucilano un civile.

Provincia di Pisa – A Ripafratta, alcuni tedeschi catturano due civili e li accusano di avere sabotato alcune linee telefoniche. Interviene in loro difesa il console svizzero Alberto Noef, ma invano. I tedeschi legano i due ai platani presso la stazione ferroviaria e li fucilano. Poi incendiano la loro casa.

Provincia di Vicenza – A Covolo il comandante della piazza rende noto che per un militare della Wehrmacht ferito saranno fucilati 50 maschi del paese in cui si sia verificato l’attentato, mentre il numero salirebbe a 100 per ogni tedesco ucciso. Se invece, addirittura, in seguito a un attentato, dovessero rimanere uccisi o feriti diversi civili o militari tedeschi, “tutti i maschi della zona sarebbero subito passati per le armi, le case bruciate, le donne internate e il bestiame confiscato”.

Provincia di Vicenza - Nella zona di Altissimo, i tedeschi uccidono otto civili, tra i quali una donna. Nella zona di Chiampo. passano per le armi altri otto civili, tra cui due donne.


STORIA POSTALE dell’11 luglio
 

Una cartolina privata raccomandata espressa da Bologna a Imola che presenta un’affrancatura abbastanza inconsueta: 2,15 (0,30 di cartolina fuori distretto + 0.60 di raccomandazione aperta + 1,25 diritto per espresso).
A destra un piego dell’Ospedale Civile di Padova a Legnago (PD) affrancato come manoscritti raccomandati aperti con una bella quartina di 0,30 Imperiale sovrastampati GNR tiratura di Brescia.
 

Mercoledì 12 luglio 1944

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia un’altra grande operazione di rastrellamento denominata “Wallestein II”, eseguita da unità della 2^ flotta aerea (Luftflotte 2) per la guerra terrestre e dalla 135^ brigata di fortezza, sempre nella zona circoscritta da Pontremoli – Parma – Reggio Emilia – Fivizzano – Pontremoli (l’operazione durerà fino ad agosto. Il rapporto conclusivo menzionerà “45 persone cadute o fucilate secondo la legge marziale”, nonché 127 prigionieri “di cui 30 poi uccisi perché riconosciuti come banditi”).

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona – A Offagna, circa 17 chilometri a sud di Ancona, un reparto germanico in ritirata trucida, nella loro casa colonica, Giovanni Lucantoni e i suoi familiari: Mario, Rosa, Umberto, e Marino, accusandoli di avere fatto segnalazioni al "nemico".

Provincia di Arezzo - A Capannole "La Villa" (Bucine) - I tedeschi fucilano un anziano di settanta anni.

Provincia di Firenze - La partigiana bolognese di origine ebrea, Anna Maria Enriques, muore mitragliata insieme con altri partigiani sul greto del Mugnone a Firenze.

Provincia di Modena – A Fossoli per rappresaglia all'uccisione a Genova di sette loro commilitoni, SS tedeschi, prelevano all'alba sessantasei (secondo altri testi sono 68) prigionieri politici dal campo d'internamento. Li portano al poligono di tiro della frazione Cibeno, dove otto prigionieri ebrei hanno dovuto scavare una fossa comune. I prigionieri vengono fatti inginocchiare ai bordi della fossa, dentro cui cadono quando vengono colpiti. Il secondo scaglione si ribella e due condannati, il partigiano Mario Fasoli e l'avvocato Eugenio Jemina, riescono a fuggire. Il terzo gruppo viene portato al massacro ammanettato, e non può quindi reagire. L'ultimo fucilato è Giovanni Bertone, di Alessandria, che era una spia dei tedeschi infiltrato nel campo.

Provincia di Pistoia - A Montale i tedeschi iniziano azioni di rastrellamento che porteranno avanti fino al 15. Dieci ostaggi vengono eliminati a Santa Lucia.

Provincia di Torino – A Airasca i tedeschi fucilano il medico partigiano Paolo Vasario.

Provincia di Udine – A Barcis di Pordenone il paese, composto da 185 case, 100 stalle e numerosi stavoli, viene parzialmente incendiato dai tedeschi (Lo sarà ancora dal 7 al 12 settembre e nell'ottobre).


STORIA POSTALE del 12 luglio

A sinistra, una curiosa affrancatura. Il mittente ha usato un valore regolare della serie provvisoria ed ha rispettato la tariffa di 0,75 per l’estero considerando il valore prestampato da 0,30 come fuori corso. In realtà la cartolina postale era ancora valida. Non si capisce perché il signor Guido, evidentemente non informato, si sia preoccupato di comporre una affrancatura valida e abbia lasciato scoperta l’effigie “intonsa” dell’odiato re!
La cartolina a destra rappresenta invece una missiva con destinazione abbastanza inconsueta: la Danimarca. Inviata da Milano, dove fu censurata dalla Commissione Provinciale di quella Provincia (81R) e passò il controllo della censura tedesca di Monaco (Ad). Regolarmente affrancata 2,25 (0,75 cartolina per estero + 1,50 raccomandazione per estero) presenta tre valori della Provvisoria, lo 0,75 ha la sovrastampa della tiratura di Milano, gli altri due quella di Roma.



Giovedì 13 luglio 1944

I TEDESCHI IN ITALIA
Firenze – Un’ordinanza tedesca vieta l’uso delle biciclette che sono il mezzo preferito dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) per fare degli attentati.

ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI NEL NORD

Esce il primo ed unico numero de "La Nuova Italia" giornale del Territorio Libero del Taro. E’ stampato a Borgotaro dalla tipografia Cavanna.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo –Il villaggio di Montebornioli viene dato alle fiamme per rappresaglia in seguito a un combattimento con i partigiani. Bruciate anche trentuno case nelle frazioni di Ortignano, dove una donna viene uccisa a pugnalate, e Raggiolo.

Provincia di Firenze – Nel capoluogo, fascisti, guidati da un delatore, si presentano a casa di Elio Chianesi per catturarlo. Il Chianesi, operaio meccanico cinquantenne organizzatore e partecipe dei GAP fiorentini, nel tentativo di sottrarsi all’arresto, riesce a giungere fino in strada dove si imbatte in due militi e li affronta pistola in pugno. Nello scontro rimane gravemente ferito; morirà in ospedale senza parlare anche sotto gli inutili interrogatori dei fascisti che tentano di strappargli qualche nome. Vengono arrestati oggi anche il nipote diciassettenne del Chianesi, Giuliano Molendini, e altri gappisti: Giuliano Gattai, Giuseppe Milani, Giuseppe Rosseto e Emilio Donati, dirigente del PCI (Saranno tutti fucilati il 23 luglio alle Cascine)

Provincia di Pisa - A Ponte a Piglio di Titignano di Cascina, le SS trucidano il giovane Sirio Romoli e il pastore Quinto Vaselli. Da Sirio vogliono la bicicletta, ma lui si difende e uccide un tenente. Finite le munizioni, esce con le mani in alto dal fienile da cui sparava. Viene ucciso a colpi di mitra e impiccato alla finestra della camera da letto. Il pastore che si trovava nei pressi viene fucilato.
A Castellonchio di Cigoli (PI), i tedeschi fucilano tre soldati italiani meridionali sbandati.

Provincia di Ravenna - In località Valsenio, a seguito di una delazione, i tedeschi uccidono in un'imboscata i partigiani Antonio Angioli e Giulio Scalini. I parenti riusciranno a recuperare le salme e a seppellirle soltanto la notte.

Provincia di Udine – A Valeriano di Pordenone due ragazzi, Gianni Missena, quindicenne, e Primo Zanetti, sedicenne, vengono catturati dai tedeschi e condannati a morte perchè ritenuti confidenti dei partigiani. Gianni Missena viene impiccato a un lampione del paese e il vecchio nonno, incurante degli assassini armati, prende una scala e va a staccare il nipote morto. L'altro ragazzo viene impiccato alla torre occidentale di Spilimbergo (UD).

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Dopo avere combattuto ininterrottamente per sette giorni, stanchi e affamati, i partigiani della brigata garibaldina “Pesaro”, riescono a raggiungere le avanguardie alleate. Qui però li attende una dura delusione: gli inglesi, invece di accoglierli nelle linee come combattenti, impongono alla formazione l’immediato scioglimento o l’altrettanto immediato ritorno a settanta chilometri a nord. Alcuni abbandonano la lotta, altri riattraversano le linee intenzionati a riprendere la lotta.

STORIA POSTALE del 13 luglio

Nessun documento postale reperito.


 

 

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