il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

11° Periodo: dal 15 agosto al 15 ottobre 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: Repubblica Sociale Italiana (primo mese 15 agosto – 15 settembre)

Prima parte (dal 15 al 19 agosto 1944)

 

martedì 15 agosto 1944

DELLA BRIGATA NERA ALBERTO ALFIERI (PAVIA)
A proposito della XIV Brigata Nera, la GNR provinciale segnala oggi che “In provincia le adesioni sono state totalitarie, mentre in città alcuni fascisti non hanno aderito”.

ALLEATI: OPERAZIONE ANVIL
Winston Churchill continua la sua permanenza in Italia e, a bordo di un cacciatorpediniere, assiste, accompagnato da “Jumbo” Wilson, allo sbarco della VII Armata franco – americana, guidata dal generale Alexander Patch, sulle coste meridionali francesi.

Il governo Militare Alleato riconosce ufficialmente il Comitato Toscano di Liberazione.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I partigiani s’impadroniscono di tutto il materiale di casermaggio della Colonia di Roncaglia; effettuano un sabotaggio alla centrale elettrica di Morbegno; contrattaccano i fascisti saliti per rastrellare la Val d’Intelvi.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Il camion con i soliti tedeschi che hanno razziato a San Terenzo Monti negli ultimi due giorni, si presenta, con le stesse intenzioni, nel vicino paese di Bardine piccola frazione di duecento abitanti, situata a valle, proprio all’incrocio dei torrenti Pesciola e Aulella, dove vecchi, donne e bambini, già in allarme per le razzie dei giorni precedenti alla vicina frazione, si sono rifugiati nei campi dove avevano scavato delle tane poi ricoperte con frasche e erba. I tedeschi trovano il paese praticamente deserto.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Brescia – A Bovegno, sul fiume Mella, una trentina di chilometri a nord di Brescia, alcuni partigiani aprono il fuoco contro un reparto di polizia militare tedesca che sta dando loro la caccia. Durante la sparatoria rimangono feriti tre poliziotti, il che scatena immediatamente un’azione punitiva da parte della sede di comando di Brescia. Le truppe sparano senza discriminazione su tutte le persone che si trovano sul luogo dello scontro e arrestano inoltre tutti gli abitanti di uno stabile vicino, compresi donne e bambini. Durante l’operazione perdono la vita 6 cittadini italiani, fra cui tre fascisti. I tedeschi, accompagnati da alcuni fascisti, appiccano anche il fuoco a numerose abitazioni. Durante la notte sul 16 vengono fucilate ancora 8 persone, quattro delle quali hanno tentato di spegnere gli incendi. Dei 14 morti, soltanto due probabilmente appartenevano all’ambiente partigiano.

Provincia di Torino – A Feletto, per rappresaglia all’uccisione di un connazionale in un’imboscata dei partigiani a una colonna di loro automezzi in transito, i tedeschi circondano il paese, uccidono un vecchio inerme (Antonio Giordano di 79 anni) e poi trucidano a colpi di bombe a mano in cortile tre partigiani: Mario Castagna, Rocco Mosco e Francesco Nigra. Poi, a raffiche di mitra alle spalle, eliminano un altro ribelle: Battista Lanzetta.



Storia Postale del 15 agosto


Da “La Stampa” di Torino:


Cessazione ufficiale della validità postale di tutti i valori sovrastampati GNR e degli interi postali, con o senza il motto Vinceremo, con l’effigie reale non sovrastampata, fino ad oggi tollerati anche dopo il 15 marzo, data che aveva stabilito il fuori corso ufficiale per tutti i francobolli con l’effigie reale.

 

 

 

Lettera raccomandata dalla Germania a Massanzago (PD). Censura tedesca .









mercoledì 16 agosto 1944

DELLA BRIGATA NERA EUGENIO FACCHINI (BOLOGNA)
A proposito della XXIII Brigata Nera “Eugenio Facchini ”, comandante Pietro Torri, la GNR provinciale segnala che “la trasformazione del PFR (Partito Fascista Repubblicano) in organismo militare non ha colpito gran che l’attenzione della massa”, inoltre le formazioni della provincia non hanno ancora dato “chiari segni della loro attività”.

LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI IN ITALIA
Il convoglio con i 1800 ebrei provenienti da Rodi e Coo giunge ad Auschwitz-Birkenau via Pireo-Atene. Vengono immesse nel campo 555 persone (di queste torneranno 141 donne e 42 uomini), le restanti vengono passati alle camere a gas.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Forlì - A Rimini tre partigiani riminesi, Mario Cappelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani, (vedi foto) catturati il 13 vengono processati e impiccati dai turkmeni del 303° reggimento della 162^ div. in piazza Giulio Cesare (oggi Tre Martiri).

Provincia di Savona – A Savona viene fucilata una donna, Ines Negri, “responsabile di diffusione di manifestini sovversivi e di incitamento alla diserzione di soldati della divisione “San Marco”.

Provincia di Torino - A Feletto, dopo le violenze tedesche di ieri, arriva oggi un’altra colonna al comando del capitano Baumgartner, il quale fa avvisare che tutto il paese verrà dato alle fiamme, tranne la chiesa, l’asilo e il municipio. Tutti gli uomini vengono ammassati in un angolo della piazza. La truppa entra nelle abitazioni, compie saccheggi e furti e getta fascine di legna accese e pastiglie di fosforo su indumenti e suppellettili. Le fiamme distruggono 262 case. Bestiame e grano vengono razziati, in parte portati via, in parte bruciati.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
A Savona, viene fucilata una donna, Ines Negri, “responsabile di diffusione di manifestini sovversivi e di incitamento alla diserzione di soldati della divisione San Marco

Gli abitanti di San Terenzo e di Bardine vanno sui monti e avvisano i partigiani che si trovano a Viano che la popolazione non è più in grado di sopportare le richieste dei tedeschi.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Nella Val d’Intelvi continuano gli scontri fra partigiani e fascisti che tentano un rastrellamento iniziato fin da ieri.


Storia Postale del 16 agosto

Tentativo riuscito, perché non tassato, di frode postale con un disegno di fascio sul volto dell’effige del re nel francobollo della serie Propaganda di Guerra.

Una raccomandata regolarmente affrancata 1,75 con valori dell’Imperiale e della Miti aerea, uso del bollo R N° anziché la relativa targhetta, da Bormio (SO) a Arona (NO). A destra cartolina di ospedale usata come ricevuta di ritorno con uso di valore ex RSI in Luogotenenza.

Due pieghi uno come manoscritti raccomandati (1,20 = 0,60 + 0,60), il primo a sinistra, e l’altro come affrancatura nel distretto. Il primo presenta quattro 0,30 Provvisoria tiratura di Verona rosso arancio, l’altro piego è affrancato con un valore 0,15 sovrastampato GNR tiratura di Brescia.




giovedì 17 agosto 1944

MUSSOLINI PROTESTA
Mussolini, tramite l’ambasciatore Rahn, invia una debole protesta al comando tedesco Sudovest per la strage di partigiani perpetrata il 10 agosto al Piazzale Loreto e per i metodi brutali che vengono usati contro i civili nella lotta anti partigiana che chiama “azioni criminali”.

DELLA BRIGATA NERA ATTILIO PRATI (ALESSANDRIA)
A proposito della II brigata nera “Attilio Prato” di Alessandria, la GNR segnala che va sempre male:

“Scarso risultato (…) ottiene l’affannarsi del capo della provincia, che gira per i vari comuni allo scopo di rincuorare gli animi. Né il fascismo provinciale è all’altezza di modificare la situazione; basti considerare che dei 180 uomini della Brigata Nera racimolati per l’adunata di Torino, 70 erano soldati del presidio di Acqui, vestiti in camicia nera, 20 (erano) militi della GNR che facevano servizio presso la federazione e 10 (erano) militi della GNR passati alla Brigata. I rimanenti hanno inoltre espresso la loro riluttanza di essere stati spostati dai propri comuni”.

DELLA BRIGATA NERA EMILIO PICOT (AOSTA)
Continua l’atteggiamento critico della GNR della provincia di Aosta nei confronti della brigata nera. Ai commenti del 3 agosto, altri e più neri dettagli vengono aggiunti oggi:

“Persiste la critica situazione politica nella provincia, dovuta all’inettitudine dell’ex – commissario federale – ora destituito – che ha portato gravi ripercussioni nell’ambiente fascista all’organizzazione del Partito e creato difficoltà alla costituzione della “Brigata Nera”.
Difatti si è dovuto ricorrere a mezzi coercitivi, arrestando gli elementi che, per l’occasione, hanno tentato di restituire la tessera e di rinnegare la loro stessa fede, perché incompresi e non temprati a tempo e luogo dai diretti loro superiori.
Altra difficoltà è data dal fatto che il battaglione “Moschettieri delle Alpi” che avrebbe dovuto incorporarsi nella costituenda Brigata Nera, vuole conservare la propria autonomia.
L’unico organo di propaganda che la federazione fascista pubblicava settimanalmente, “La Provincia Alpina”, è stato soppresso.
Manca l’affiatamento, anzi si può dire che esiste una certa scissione, tra la prefettura e la federazione fascista”
.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - Eccidio a Sansepolcro: 13 morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).

Provincia di Lucca - Una parte del paese di Vellano (già colpito dalla rabbia tedesca il 21 luglio) viene minata e fatta saltare. Vengono fucilati tre anziani uomini. A Bardine, diciotto partigiani, e vedendo che i tedeschi, dopo avere costretto i paesani ad ammucchiare sul camion viveri e a consegnare due mucche, stanno attraversando il fiume per andarsene, decidono di passare all’attacco. Sentendo il fuoco i partigiani che si trovano a Posterla scendono e si piazzano con una mitraglia dall’altro lato del fiume bloccando così la ritirata dei tedeschi. Avviene così uno scontro sanguinoso nel quale i partigiani riescono ad avere la meglio sulla formazione tedesca composta da trentacinque militari delle SS. Due partigiani e 33 tedeschi perdono la vita (secondo altra versione sono 16: un ufficiale, 4 sottufficiali e 11 soldati, mentre altri 6 uomini sono rimasti feriti), due partigiani e un tedesco restano feriti, mentre un tedesco riesce a fuggire. I quattordici partigiani rimasti incolumi riescono a catturare quattro mitragliatori, sei maschinenpistole e ventun ta – pum. Il comandante, ferito, attraversa la campagna e raggiunge il paese di San Terenzo dove sviene e viene soccorso dalle donne del paese che cercano anche di portarlo al comando tedesco; arrivate a Tendola incontrano un camion di tedeschi che stanno cercando i loro commilitoni. Il ferito aveva promesso che non ci sarebbero state rappresaglie se fosse stato soccorso e così le donne vengono rimandate indietro. I tedeschi si recano a Bardine per recuperare morti e feriti e sulla strada di ritorno incontrano due coniugi e li uccidono. Sarà l’inizio di una più feroce rappresaglia che opereranno gli uomini del “battaglione Raeder”.

Provincia di Modena - A Puianello i tedeschi impiccano un ragazzo di 17 anni e ne fucilano due, di 18 e 22 anni, a Selva di Puianello. A Ospitaletto fucilano un altro ragazzo di 19 anni.

Provincia di PadovaNel capoluogo viene oggi fucilato lo studente Luigi Pierobon, comandante di una formazione garibaldina. Sempre a Padova vengono impiccati (nella foto i preliminari) tre antifascisti locali. Il primo a sinistra è Flavio Busonera cinquantaquattrenne medico di Cavarzere esponente del CLN padovano. Gli altri due sono: un uomo del quale non si conosce il nome e un certo Lampioni, che è stato un delinquente comune e si è redento partecipando attivamente alla lotta partigiana, con il nome di “Pino”, in qualità di commissario politico della stessa formazione di Pierobon.

Provincia di PistoiaSan Quirico di Pescia – Due ufficiali tedeschi, che hanno partecipato a una cena tra i dipendenti della Todt (la società che costruisce fortificazioni per le forze germaniche), nell’andarsene da San Quirico, danno un passaggio a un fascista di Pescia che sostiene di essere minacciato dai partigiani. Durante il viaggio, l’auto sulla quale stanno viaggiando si trova la strada sbarrata da una squadra di sei uomini che sembrano tedeschi, anche perché vestono la divisa della Wehrmacht.
Qualcuno dei sei era davvero tedesco, ma si tratta di disertori passati con i partigiani.
La squadra spara sugli ufficiali tedeschi. Uno muore subito. L’altro, ferito gravemente, si spegnerà mentre viene portato all’ospedale di Pescia. I corpi vengono recuperati da un terzo ufficiale tedesco, anche lui di ritorno dalla stessa cena. I partigiani i tedeschi disertori erano già scomparsi.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia il rastrellamento da parte dei tedeschi intorno al Sestriere.

Ha inizio l’offensiva tedesca al colle della Maddalena. La 90^ divisione corazzata impiegherà due settimane per vincere l’accanita resistenza partigiana. I tedeschi, che si preoccupano che non si crei un collegamento fra i partigiani piemontesi e gli Alleati sbarcati a Tolone, attaccano con estrema violenza le fortificazioni partigiane sui colli che dominano i valichi per la Francia. La difesa rigida dei colli del Sestriere e della Maddalena non può resistere all’urto di imponenti forze corazzate. Tuttavia la resistenza al colle della Maddalena e fortissima. Qui i partigiani della brigata GL “Rosselli”, 410 volontari e 26 ufficiali comandati dal tenente degli alpini Benvenuto Revelli, attaccati all’alba di oggi, danno inizio a una efficiente difesa.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Nella Val d’Intelvi continuano anche oggi gli scontri fra partigiani e fascisti che tentano un rastrellamento iniziato fin dal 15.



Storia Postale del 17 agosto


 

Piego del Comune di Bagnolo Mella inviato a Brescia e affrancato come lettera 0,50 con l’uso, in emergenza, del 0,10 recapito autorizzato sovrastampato fascetto.

 

 

 

venerdì 18 agosto 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
A seguito del decreto legislativo di Mussolini del 14, in forza del quale la GNR entra a far parte, quale prima forza combattente, dell’esercito nazionale repubblicano, essendo l’esecuzione della decisione affidata al ministro per la Forze Armate (Graziani) unitamente al comandante della GNR (Ricci), si determina una situazione veramente critica visti i rapporti fra i due. Infatti oggi si verifica un incidente clamoroso: Ricci si rifiuta ripetutamente di cedere a Graziani settemila uomini della Guardia da adibire alla difesa contraerea. Il contrasto finisce sul tavolo di Mussolini che convoca Ricci per un estremo tentativo di conciliazione che si rivela inutile.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Gli uomini del battaglione repubblichino “9 Settembre” uccidono il famoso partigiano Silvio Corbari.

Provincia di Forlì – A Pieve di Rivoschio, un piccolo paese di montagna a una ventina di chilometri a sudovest di Cesena, che ospita la sede del comando dell’8^ brigata partigiana “Garibaldi”, i tedeschi compiono un rastrellamento e catturano 22 cittadini inermi. Malgrado ciò, quattro di loro: il parroco don Pietro Zanelli, il frate francescano Vinicio Tonelli e i contadini Domenico Cantarelli e Agostino Greppi, vengono immediatamente passati per le armi a cinquecento metri dal paese.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Le formazioni partigiane si avvicinano ai paesi di San Terenzo e di Bardine attendendo la reazione dei tedeschi che, per oggi non si verifica.

Provincia di PistoiaSan Quirico di Pescia – Il giorno successivo all’uccisione dei due ufficiali tedeschi, nel paese, attorno al quale non è mai accaduto un fatto di sangue di quella gravità, si vive di una calma apparente. Molti cominciano a temerne le conseguenze. Il pievano cerca di tranquillizzare i parrocchiani promettendo che sarebbe rimasto accanto a loro e che avrebbe fatto di tutto per scongiurare qualsiasi pericolo di rappresaglia.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Sul colle della Maddalena (valico piemontese per la Francia), i partigiani della “Rosselli”, manovrando agilmente con interruzioni stradali e attacchi a tergo e sui fianchi del nemico, resistono nelle posizioni di fondo valle.

TEDESCHI: LA LOTTA AL RIBELLISMO
Il generale Wilhelm Keitel (nella foto), comandante in capo del comando supremo Wehrmacht, dirama oggi l’ordine del Fuhrer del 30 luglio con le sue norme di applicazione, a tutti i comandi supremi interessati. Dai relativi comandi giunge immediata la richiesta che alle truppe sia consentito “passare per le armi con o senza provvedimento marziale” anche coloro che non possono considerarsi “terroristi o sabotatori nel senso inteso dall’ordine del Fuhrer”, ma che mostrando un “comportamento passivo mettono in pericolo la truppa combattente”. Una richiesta mirante in primo luogo a intervenire contro cittadini non tedeschi che nei paesi occupati incrociano le braccia; ed è noto che proprio in Italia si organizzano continuamente scioperi.

STRATEGIE TEDESCHE PER LA CAMPAGNA D’ITALIA
Il Generale Frido Von Senger und Etterling, comandante del XIV Corpo d’Armata tedesco, trasferisce il suo comando tattico dalle vicinanze di Pistoia a Villa Comandina in Garfagnana, dato che gli è stata assegnata anche la responsabilità di tutto il settore costiero fino a La Spezia.

Storia Postale del 18 agosto
Dal quotidiano “Il Lavoro” di Genova un articolo che riporta una notizia abbastanza tardiva. Non è ben comprensibile, come oltre due mesi e mezzo dopo (la serie venne emessa il 6 giugno), questo giornale commentasse la prima serie ufficiale della RSI con tanto ritardo.

 

 

Altro caso di deturpazione con l’uso di un valore della serie Propaganda di Guerra non sovrastampato e quindi non ammesso. Si tratta di un tentativo di sovrastampa manuale non tassata e tollerata.





 

Lettera espressa regolarmente affrancata 1,75 con due valori della Provvisoria inviata da Milano a Torino dove fu censurata dalla Commissione Provinciale di Torino 33R.

Lettera semplice inviata da Milano a Alessandria. Censurata dalle Commissione Provinciale di Alessandria 30R con fascetta e bollo del censore 20 e RESPINTA AL MITTENTE dalla stessa Commissione di censura 30R senza una motivazione. Piuttosto raro il bollo in cartella.

La censura applicata a un oggetto postale è un dettaglio che, normalmente, sfugge all’attenzione del collezionista. Attenzione tutta dedita alla affrancatura, sia per le varie combinazioni di abbinamenti che per la buona conservazione dei francobolli che le compongono; alla integrità e freschezza del supporto (busta, cartolina ecc); alla nitidezza o buona leggibilità dei bolli postali che ne chiariscono la data e la provenienza nonchè, quando esistente, la destinazione confermante quella indicata nell’indirizzo.
I bolli e le fascette di censura, abbastanza frequenti, sulla posta del periodo in esame, come già accennato, non rientrano negli interessi del collezionista per la mancanza di un testo chiarificatore della “rarità” di tali presenze. E’ da sempre noto che il collezionista, ma anche il commerciante, necessitano di un catalogo esauriente per affrontare una nuova collezione. In effetti la Censura Postale può essere una collezione particolarmente divertente perché solo dalla consultazione degli oggetti postali censurati si possono fare piacevoli scoperte…..anche dopo 65-70 anni.




sabato 19 Agosto 1944

DELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA
Da Savona, Il comando esercito segnala che la GNR ha chiuso tutti i distaccamenti della provincia ad eccezione di quelli del capoluogo, di Albenga e di Cairo Montenotte, per “deficienza di forza”.
Mussolini mette da parte il generale Ricci con una lettera che illustra le ragione della rottura:

“Caro Ricci, il testo della Vostra lettera e soprattutto il Vostro stato d’animo rivelatosi nell’udienza di ieri sera, mi convincono che non potete più essere l’esecutore dei miei ordini che non devono essere discussi né da Voi né dai Vostri ufficiali chiamati inutilmente a rapporto.
Non posso tollerare d’altra parte che Voi trattiate dall’alto al basso il sottosegretario di Stato per l’esercito (barone Carlo Emanuele Basile) e il maresciallo Graziani che sarebbero dei “poveri uomini”, né che introduciate in una questione così grave, elementi estranei come voci si salotto femminili.
Addestrarsi per difendere la Patria, addestrarsi ai cannoni, è un onore e una suprema necessità e non una umiliazione.
Da oggi 19 agosto assumo direttamente il comando della Guardia.
Vi sarà indicato il Capo di Stato Maggiore al quale farete le consegne. Mussolini”.


DELLA BRIGATA SILVIO PARODI (GENOVA)
A proposito della XXXI Brigata Nera, la GNR provinciale segnala oggi nel suo rapporto che la formazione ha 500 effettivi ed “è tuttora in fase di inquadramento e organizzazione”.

DELLA BRIGATA TULLIO BERTONI (LA SPEZIA)
A proposito della XXXIII Brigata Nera, la GNR provinciale segnala oggi che “la Brigata Nera ha raggiunto la forza di un centinaio di elementi, non ancora però completamente equipaggiati e armati. Essi hanno esordito sequestrando gli autoveicoli sprovvisti del contrassegno Z”

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “MONTEROSA” E “SAN MARCO”
Le due divisioni, schierate a pezzi e bocconi sulla riviera ligure, cominciano ad essere scrutate ad occhio nudo e non più attraverso la lente deformante della lontananza e della propaganda. E qualcosa – lo si vede subito – non va. Il famosissimo morale, ad esempio, che dovrebbe distinguerle dagli altri fiacchi reparti dell’esercito di Graziani. Lo rileva la GNR di La Spezia che nello stesso bollettino in cui parla di fede e disciplina degli uomini di Carloni (1), include il seguente promemoria sulla Monte Rosa destinandolo però soltanto al comandante generale a al Capo di Stato Maggiore della Guardia:
“Elemento del Servizio Politico del Comando Generale della GNR si è recato a visitare il figlio, soldato di un reparto della divisione alpina “Monte Rosa”, distaccato a Sestri Levante (Genova).
Dopo lunghe ricerche per rintracciare il reparto che i comandi non sapevano dove fosse, è riuscito a trovare il figlio, constatando che il suo morale, come pure quello dei suoi commilitoni, aveva fortemente risentito di una situazione di fatto venutasi a creare dopo il rientro in Italia della Divisione.
Com’è noto, nel periodo dell’addestramento in Germania i giovani erano stati preparati tenendo nel massimo conto le singole attitudini,; così erano stati costituiti reparti omogenei che, al ritorno in Italia, avrebbero dovuto fornire un alto rendimento per la perfetta preparazione e l’affiatamento determinatosi tra gregari e comandanti.
Non appena giunti a Sestri Levante, i reparti furono sciolti per essere ricostituiti su altre basi, di modo che i soldati si videro sbalestrati in ogni senso e persero i loro ufficiali. Così pure venne meno il carattere organico che le formazioni faticosamente avevano acquisito: ad esempio, chi era radio – telegrafista fu mandato ad assolvere compiti assolutamente diversi.
Il malumore diffuso nella truppa ha raggiunto aspetti assai gravi: gli alpini ritengono per certo che gli alti comandi continuino ad ostacolare la ricostruzione delle forze armate. Il risentimento verso i capi è stato constatato dall’informatore interrogando vari militari.
Addirittura disastroso è lo stato dell’equipaggiamento. I soldati hanno le divise stracciate, le scarpe rotte e mancano di numerosi oggetti di corredo. Gli alpini rimpiangono il trattamento avuto in Germania e manifestano la loro viva delusione per l’inettitudine dimostrata dai comandi italiani.
Il loro morale risente inoltre dell’ostilità delle popolazioni, che li salutano col pugno chiuso e li chiamano “venduti” e “morti di fame”. A queste provocazioni essi hanno immediatamente ed energicamente reagito, fucilando diversi elementi.
Appare urgente la necessità di un pronto intervento per ristabilire condizioni normali fra queste truppe già così promettenti, diversamente sarà ben difficile che la divisione possa rendere ciò che si attende da essa.
…………
(1) Gli alpini della “Monte Rosa”: “destano ammirazione per spirito aggressivo, fede e disciplina

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Mentre Firenze sta cominciando ad uscire dall’incubo dello “stato di emergenza”, a nord, subito al di sopra della linea del fuoco, i tedeschi si stanno scatenando in atroci rappresaglie. Saranno le SS del maggiore Raeder le maggiori protagoniste.

Provincia di Forlì – In Piazza Saffi a Forlì viene impiccato Adriano Casadei (vedi foto).

Provincia di Lucca - All’alba, il comando partigiano, che ha anche ricevuto false informazioni, visto che i tedeschi non danno segni di reazione alla batosta subita dal loro attacco del 17 a Bardine, fa ritirare i suoi uomini. Nella mattinata una colonna di SS proveniente dalla Toscana e comandata da Reder, raggiunge San Terenzo senza però entrare in paese ma circondando tutta la zona. I tedeschi iniziano subito il rastrellamento catturando vecchi, donne e bambini in quanto tutti i giovani sono saliti sui monti e gli uomini maturi si sono nascosti.
Parecchie famiglie del paese si sono radunate in una casa in campagna in località Valla all’esterno del paese dove si sentono più sicure fuori del paese. Tutti i catturati vengono condotti in questo podere di Valla dove fra le undici e le dodici avviene l’esecuzione di tutti i catturati: 114 fra vecchi, donne e bambini uccidendoli tre alla volta con scariche di mitragliatrice e bombe a mano. Si salva una giovane madre con una bambina di 7 anni che, ferita, rimane immobile sotto i cadaveri. Intanto Reder (vedi foto) e i suoi ufficiali banchettano in paese.

Gli uomini di Reder si sono portati dietro 53 uomini (tra i 19 e i 63 anni), persone rastrellate a Pietrasanta (LU), che prima torturano e poi uccidono, alcuni impiccati con del filo spinato ai pali delle viti e uccisi a colpi di pistola lungo la strada e altri mitragliati. Le due località vengono date alle fiamme e parzialmente distrutte; altre sette persone perdono la vita negli incendi. Tra i morti anche il sacerdote don Michele Rabino.

Provincia di Pisa - Le SS, stanno ritirandosi dalle postazioni a sud dell’Arno e fanno razzia di civili perché non guidino le avanguardie alleate, chi si oppone viene fucilato sul posto. A Musigliano di Cascina un giovane viene ucciso a rivoltellate in testa davanti ai familiari: Altri due devono scavare una fossa sull’argine del fiume e vengono poi freddati. Sempre nella stessa zona, a Musigliano e a Pettori, vengono uccisi undici civili. A Cascina del Gallo (San Giuliano Terme) le SS entrano nelle case e chiedono uomini per scavare trincee. Cinque obbediscono, ma vengono spinti contro un muro d’una casa e crivellati di raffiche di armi automatiche. Il figlio quattordicenne di uno degli assassinati, Dino Del Moretto, viene obbligato a scavare una fossa e a sotterrare le vittime. Altri due civili vengono uccisi nei pressi, a Le Casette di Gallo e a Monte di San Giuliano. A San Giovanni alla Vena, in località Cevoli, vicino a un casolare, i tedeschi fucilano cinque donne e tre uomini che facevano parte di un gruppo di sfollati nella zona.

Provincia di PistoiaSan Quirico di Pescia – Al mattino, due ufficiali superiori tedeschi si presentano in paese e chiedono di vedere il corpo del camerata ucciso. Il cadavere si trova nei locali della Misericordia, dove il pievano l’ha composto come meglio poteva. I due ufficiali, dopo essere stati in raccoglimento di fronte alla salma, escono dalla piccola stanza e danno ordine di distruggere il paese incendiandolo.
San Quirico viene subito circondato per impedire ai maschi di fuggire. Le donne e i bambini sono invece lasciati liberi di andarsene entro due ore. I vecchi e i malati devono riunirsi in chiesa, sotto la responsabilità del pievano.
Poco dopo le undici, i militari tedeschi cominciano a dar fuoco alle case. Il paese diventa prima un enorme fuoco e poi un cumulo di rovine. Cinquanta case vengono distrutte, diciannove lo sono in parte e altre danneggiate.
Nel frattempo due soldati tedeschi costruiscono una rudimentale cassa da morto nella quale collocano l’ufficiale tedesco ucciso per il suo trasferimento a Pescia.
A questo punto, il comandante tedesco comunica al pievano che, se vuole può andarsene da San Quirico, ma il pievano replica che è suo dovere restare. Allora l’ufficiale gli spiega cosà accadrà. Per ogni tedesco ucciso dai ribelli devono essere fucilati dieci uomini. Dice anche al pievano che faccia scavare, all’interno del cimitero, una fossa capace di accogliere venti corpi e che deve farlo entro due ore. Termine entro il quale inizieranno le esecuzioni.
Gli ostaggi vengono catturati a caso, tra quanti stanno transitando sulla strada che da San Quirico conduce a Pietrabuona. In totale i rastrellati risultano 47. Appena radunati a San Quirico, a totale discrezione dei comandanti tedeschi, tra di loro ne vengono prelevati 20 che poco dopo le sedici, vengono trasferiti su un camion al cimitero. Alle diciassette inizia l’esecuzione, avviene in tre fasi: nella prima vengono passati per le armi in quattro, nella seconda sette e nella terza otto. (1)
…………
(1) Tra il 17 ed oggi, (secondo il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 aprile 2002, su un elenco di sole località e numero dei morti senza descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto) a Pescia i morti furono complessivamente 28.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I partigiani assalgono le caserme della GNR a Morbegno e a Spurano, facendo un ricco bottino di armi e munizioni; a Mandello disarmano il corpo di guardia dello stabilimento Moto Guzzi; ancora nel paese di Morbegno mitragliano una macchina tedesca; nella zona di Rogolo si scontrano con una pattuglia di SS italiane e catturano tre militi; a Carona, in alta val Brembana, aggrediscono altre pattuglie fasciste in perlustrazione.

I partigiani uccidono un sottufficiale tedesco presso Vinca in alta Versilia.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Sul colle della Maddalena (valico piemontese per la Francia), continua la resistenza dei partigiani della “Rosselli”.



Storia Postale del 19 agosto

Un piego dell’Ospedale Civile di Padova che presenta un 0,50 della Provvisoria tiratura di Verona con sovrastampa in rosso vivo e una cartolina non affrancata che fu tassata 0,60 (vedi anche scritta a matita) con l’uso di una coppia di 0,30 Verona rosso arancio in sostituzione dei segnatasse; una affrancatura piuttosto rara.



Da “Il Lavoro” di Genova:

 

 

 

 

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