il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

11° Periodo: dal 15 agosto al 15 ottobre 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: Repubblica Sociale Italiana (primo mese 15 agosto – 15 settembre)

Quarta parte (dal 4 al 9 settembre 1944)

 

lunedì 4 settembre 1944

ESTERO
Cessano le ostilità fra URSS e Finlandia. L’Ungheria dichiara guerra alla Romania.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo – A Moggiona (Poppi) le truppe tedesche, che si stanno ritirando, ordinano lo sfollamento di tutta la popolazione ad eccezione di alcune persone (bambini, invalidi e infermi). Queste ultime sono quattordici e vengono concentrate in una cantina con la scusa di salvarle dall’esplosione di un ponte. Ma appena si sono radunate, i tedeschi sparano e ne uccidono undici lasciando le altre ferite in una pozza di sangue. Poi si allontanano sulla strada di Corniolino, incontrano otto persone, tra cui tre bambini, e le uccidono. Si salvano soltanto una donna e i suoi tre figli.

Provincia di Lucca – Per rappresaglia all’uccisione di un soldato tedesco, vengono fucilati (alle 14,30) 14 ostaggi in località Rosi di Pieve di Camaiore, fra questi due donne (ignote) rastrellate nella zona di monte Prana. Un’altra donna, Giuseppina Bertacca, si affaccia alla finestra per capire cosa sta succedendo e viene freddata da un soldato.
Nel tardo pomeriggio giungono nella frazione di Nocchi di Camaiore dieci autocarri carichi di soldati tedeschi. Prelevano, nella dipendenza di Villa Graziani, ventotto ostaggi fra gli arrestati della Certosa di Farneta, tenuti da due giorni sotto sorveglianza nel Capannone, e due civili, Corrado Dini e un certo Clerici. Vengono fatti salire su degli autocarri. La colonna incontra a Leccio di Montemagno (di Camaiore) due viandanti, Giuseppe Tommasi e Renzo Giannecchini, che vengono uccisi sul posto perché non testimonino. Alle 16, a poca distanza in località Pioppetti, i tedeschi, collocate alcune mitragliatrici pesanti, e completano la giornata uccidendo i 30 uomini. Dopo averli legati col filo spinato ad altrettanti alberi lungo la strada li fucilano come tragici bersagli umani. Il priore, don Martino Binz, e il novizio, don Bernardo Montes de Oca, vengono eliminati subito dopo a Mencicchio, a una curva della strada per Montemagno. I loro corpi vengono gettati in una fossa e, dopo averli cosparsi di benzina, dati alle fiamme. Al ritorno dall’eccidio altri quattro ostaggi civili, catturati alla Certosa di Farneta, vengono uccisi a Nocchi.

Provincia di Ravenna - A Russi un soldato tedesco muore, vittima di un commilitone. Ma il Comando tedesco del locale presidio ne ritiene responsabile la Resistenza e condanna a morte cinque persone che vengono fucilate alle 2:00 (nella notte sul 5): Artidoro Bulgarelli, colonnello dell’esercito, Menotti Casadio, fabbro, Amedeo Grassi, elettricisti. Giuseppe Morelli, bracciante, e Giuseppe Patrignani, impiegato.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Val d’Ossola - Continua l’avanzata della “Piave” verso Domodossola attraverso la Val Vigezzo.

Il CLN di Prato esce allo scoperto, lasciando il Monastero di San Niccolò dove stava nascosto. La prima decisione è di far presidiare la città dalle uniche forze partigiane presenti, meno di duecento uomini. Tutto avviene in tranquillità, dal momento che i tedeschi non ci sono più e i pochi fascisti rimasti stanno nascosti e non hanno nessuna intenzione di combattere, come è accaduto a Firenze. Non risulta che in Prato esistano nuclei di franchi tiratori né depositi di armi.


Storia Postale del 4 settembre


Da “Il Secolo XIX” di Genova:

 

 


 

Piego stampe a tariffa ridotta con tassa a carico del destinatario. Documento davvero infrequente.
 


 

martedì 5 settembre 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Dal 1° settembre ad oggi, sono stati denunciati e deferiti al tribunale militare di Bologna per diserzione di fronte al nemico, 155 fra sottufficiali, militi e allievi militi dipendenti dal comando provinciale di Reggio Emilia. Anche a Imperia si denuncia: 52 uomini, fra i quali un sottotenente e diversi sottufficiali. Anche a Cuneo: undici denunciati, sempre per diserzione.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “MONTEROSA” E “SAN MARCO”
La GNR di La Spezia segnala oggi: un pessimistico atteggiamento dei civili nei confronti della “Monte Rosa”:
“Fonte confidenziale riferisce che il Battaglione “Tirano” della Divisione alpina “Monte Rosa”, rientrato in Patria dopo l’addestramento in Germania e dislocato nelle vicinanze di Sestri Levante, è veramente pieno di entusiasmo e di volontà di combattere; i soldati in numerose occasioni si sono dimostrati nauseati per lo stato d’animo della popolazione e per il trattamento che ad essi riservano specialmente i contadini della zona che a loro non danno nulla, e talvolta (i soldati) sono costretti ad usare spesso la maniera forte per farsi rispettare.
I nostri soldati sono considerati dai contadini come traditori, perché per loro la gente che serve la Patria si trova alla macchia.
E’ questa una mentalità particolarmente diffusa anche e soprattutto in quella zona dove si trovano molti ribelli, i quali hanno avvelenato con la propaganda e con le minacce le popolazioni che hanno la sventura di subirli.
Ma a tutto ciò gli alpini non fanno gran caso perché dicono che gli italiani hanno bisogno di essere purgati e penseranno loro a farlo alla fine della guerra.
Ciò che maggiormente urta la loro suscettibilità è il fatto che da quando sono tornati in Patria il trattamento è notevolmente inferiore a quello che ricevevano in Germania.
Vi sarebbero, stando alle dichiarazioni di numerosi soldati e sottufficiali, delle deficienze di pane, di alimentari in genere, di scarpe e vestiario, che, secondo loro, vanno a beneficio degli ufficiali, come una volta, invece di andare a beneficio degli alpini.
Effettivamente vi deve essere qualche deficienza, perché chi frequenta la zona dice che i militari, da quando sono nella riviera al posto di combattimento, sono dimagriti e molti non hanno più l’entusiasmo di quando sono arrivati”.

Si segnalano 45 diserzioni della “Monte Rosa”: “20 alpini e 25 bersaglieri aggregati che sono passati ai banditi con numerose armi automatiche”.

RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
In un convegno segreto viene steso un accordo con il quale viene deliberato che le formazioni partigiane delle province di Como e di Sondrio, salvo le formazioni “Giustizia e Libertà” e “Fiamme Verdi”, vengono incorporate nell’esercito garibaldino. Ecco il testo dell’accordo:

“Alla presenza di Fabio, delegato del Comando Regionale del Corpo Volontari della Libertà e Comandante delle Brigate d’Assalto Garibaldi per la Lombardia, i Comandanti e i Delegati plenipotenziari delle formazioni militari patriottiche operanti nei territori della provincia di Como e di Sondrio e nord – est bergamasco, resisi conto della necessità di unificare la direzione della Guerra di Liberazione Nazionale nelle loro zone operative, superando il vecchio concetto della suddivisione territoriale delle forze, non senza avere raccolto i frutti e le esperienze, hanno deciso di costituire un Comando Raggruppamento Divisioni d’Assalto Garibaldine Lombarde”.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Lucca i partigiani, che si sono concentrati nell’Ospedale militare, escono allo scoperto in assetto di guerra comandati dal sottotenente Giusti e si congiungono con le squadre che hanno operato sulle rive del canale Ozzeri, le quali entrano in città, alle otto e mezzo del mattino, con la bandiera in testa. I tedeschi, che non sono voluti rimanere intrappolati dentro le poderose mura della città, l’hanno evacuata dopo avere distrutto gli acquedotti, i ponti, gli impianti ferroviari e le fabbriche.

I rappresentanti del CLN al balcone annunciano la liberazione della città a Lucca.

Si parla dal balcone ma è saltata ogni formalità di rito. Spesso da balconi come questo si avvicendano persone che vogliono salutare, osservare dall’alto, andare in un posto dove non è mai stata. Il balcone resta però il luogo del vecchio potere.

Una trentina di partigiani entrano a Prato dalla porta di Santa Trinita. A questo punto la cittadinanza pensa: adesso arriveranno gli americani. Ma i reparti della V^ Armata se la stanno prendendo comoda, muovendosi con la cautela di chi sta vincendo e non vuole avere perdite inutili. Nel frattempo si rifanno vivi i tedeschi sparando, con la retroguardia, alcune cannonate sulla città. In piazza del Duomo muore un civile e tre rimangono feriti.
In giornata si ha la prima vittima fascista: il commissario prefettizio del comune di Prato, di fatto il podestà, Rosario Ardizzone. I partigiani lo prelevano dal Monastero di San Vincenzo e lo fanno sparire (Il suo cadavere sarà ritrovato venti giorni dopo in Piazza dei Macelli).

Inizia la battaglia di Monte Soglio a nord di Lanzo (che finirà l’8 settembre).

Val d’Ossola - Continua l’avanzata della “Piave” nella Val Vigezzo verso Domodossola.
Il tratto di linea ferroviaria Milano-Domodossola, viene più volte sabotato dai partigiani durante le operazioni belliche portanti alla creazione della Repubblica Partigiana dell'Ossola. Tali azioni soprattutto fra ieri e oggi provocano anche il deragliamento di una locomotiva a vapore (In questa stazione ferroviaria rischiò di essere fucilato anche Oscar Luigi Scalfaro).

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Brescia – A Collio, in località Granei, i tedeschi fucilano un partigiano.

Provincia di Lucca: i tedeschi uccidono una ragazzina e una donna di 60 anni alla Pieve di Camaiore, sempre nella stessa zona, presso il cimitero della Pieve di Camaiore, fucilano i civili Nello Bovecchi e Omero Evangelisti. A Camaiore, fucilano un viareggino di 29 anni e a Capezzano Pianore uccidono tre uomini. E ancora, in località La Stretta di Capezzano Pianore viene trucidato il civile Romolo Tedeschi.

Provincia di Forlì: al Campo di aviazione di Forlì, uomini delle SS, uccidono 10 ebrei stranieri prelevati dalle carceri locali, sparandogli alla nuca.

Provincie di Pistoia - A Pescia i tedeschi impiccano a un albero del viale Garibaldi a Ponte dei Marchi il viareggino Achille Armando del Re.


Storia Postale del 5 settembre

 

 


Piego di ospedale come lettera raccomandata aperta (1,10 = 0,50 lettera fuori distretto + 0,60 di raccomandazione aperta). Nella coppia di 0,50 della Provvisoria tiratura di Roma è presente il valore con la varietà in posizione 64 del foglio.




 



mercoledì 6 settembre 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE ROSA”
Dall’odierno ordine del giorno n.36 della divisione “Monte Rosa”:
“Fucilati due alpini disertori. Un caporal maggiore che , dopo aver disertato, si è ripresentato al corpo, è condannato a 24 anni di carcere”.

DELLA BRIGATA NERA MARCELLO TURCHETTI (MANTOVA)
A proposito della XIII Brigata Nera “Marcello Turchetti”, comandante Stefano Motta, che sembra una delle più consistenti, la GNR scrive oggi:

Viene segnalato che nei 70 comuni della provincia di Mantova si sono organizzati molti nuclei delle Brigate Nere, raggiungendo complessivamente la forza di circa 700 uomini dei quali 400 già sono armati. Tutti gli armati, nella notte del 31 agosto ultimo scorso, hanno partecipato a un’azione di rastrellamento nella zona di Villimpenta, azione che ha dato esito negativo per errate segnalazioni”.

DELLA BRIGATA NERA ALBERTO ALFIERI (PAVIA)
A proposito della XIV Brigata Nera, la GNR provinciale segnala oggi che c’è del malumore per l’opera del federale, “ritenuto poco energico e inconcludente”; a rilento l’organizzazione della Brigata.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
5400 nazifascisti accerchiano Bosco Nero. 16 partigiani caduti nelle loro mani vengono lapidati.

Provincia di Cuneo – A Manta i tedeschi fucilano nel bosco dietro il castello, i civili Michele Raimondot e Giovanni Trabbia che hanno dato da mangiare e da dormire a un gruppo di partigiani.

Provincia di Firenze – Nella notte sul 6, la formazione partigiana Buricchi, si è messa in moto per entrare in Prato. Arrivati a Figline, una frazione di Prato, all’alba la colonna si trova di fronte la retroguardia tedesca con la quale ingaggia un aspro combattimento, nel quale muoiono sette tedeschi e dodici partigiani. Durante lo scontro, trenta garibaldini vengono catturati e portati al comando germanico dove, dopo averli sottoposti a processo sommario, sono tutti condannati a morte per impiccagione. Luogo dell’esecuzione è l’arco di ingresso di una piccola strada, lungo il muro che fiancheggia il fosso Bardena. I capestri vengono fissati a travi di un cavalcavia pedonale. Gli impiccati, due alla volta, sono 29 di cui due russi. Uno solo riesce a salvarsi. Nella confusione prodotta da una cannonata caduta nelle vicinanze, riesce a sfilarsi il cappio e a fuggire.

Provincia di Lucca - I tedeschi uccidono separatamente due uomini alla Pieve di Camaiore (LU). A Camaiore, fucilano Giuseppe Bertacco ritenendolo collaboratore dei partigiani. Aveva chiesto di poter seppellire i civili eliminati il 4 settembre in località Rosi. A Piazzano il viareggino ventiduenne Aldo Mazza si trova con la famiglia in una casa colonica presso Anticiana, una piccola frazione alle falde del monte Valimona. Scoppia un temporale, arriva un gruppo di partigiani. Su delazione sopraggiungono anche i tedeschi, che aprono il fuoco. Il Mazza, fuggito con gli altri abitanti dalla casa, viene catturato, torturato e impiccato alle 18 nel paese di Piazzano.

Provincia di Pistoia - La formazione partigiana “Corallo” entra in Pontelungo prima dell’arrivo degli alleati.

Provincia di Vicenza – Nell’altopiano di Asiago, il giovane Domenico Bagnara viene catturato mentre trasporta legna dal bosco e fucilato da elementi tedeschi e fascisti in località Pria dell’Acqua.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I tedeschi compiono un rastrellamento sull’altopiano di Asiago dove operano il battaglione “Sette comuni” e il distaccamento “Mazzini” che, ritirandosi, riescono ad infliggere perdite ingenti al nemico.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Val d’Ossola - Continua l’avanzata della “Piave” verso Domodossola. Oggi si arrende il presidio di Malesco appena appaiono tre partigiani accompagnati da un sacerdote. Allora il colonnello Moneta e i suoi puntano su Santa Maria Maggiore per tagliare la strada della ritirata ai tedeschi. Ma è tardi, il locomotore messo di traverso al passaggio a livello non serve, i camion tedeschi sono già passati. Restano viveri e armi nell’albergo che serviva da comando ai tedeschi.



Storia Postale del 6 settembre

Una lettera espressa fuori distretto regolarmente affrancata 1,75 con la presenza dei valori gemelli da 0,25 della Provvisoria e della Monumenti Distrutti. A destra, una cartolina raccomandata prestampata di ospedale diretta al Podestà di Capriano Azzano, affrancata, poco comprensibilmente 1,70, anziché 0,90 (0,30 di cartolina fuori distretto + 0,60 di raccomandazione aperta).

 


Il dottor Nilo Adani era sicuramente un filatelista e aveva pensato di inventare i “sezionati”: usava un 0,50 tagliato in diagonale come due 0,25 e affrancava con una di queste sezioni come lettere nel distretto inviate a se stesso premurandosi di indicare la causale di tale uso di “emergenza” con la scritta “sprovvisto di francobolli da 0,25”. Non essendo stata tassata la lettera (con sicuramente altre gemelle) ebbe normale corso e buona valutazione, poi, nel campo collezionistico della Storia Postale principalmente per la sua infrequenza.




 


giovedì 7 settembre 1944

ESTERO
La Bulgaria dichiara guerra alla Germania mentre è in corso la sua occupazione e chiede armistizio alla’URSS.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Presso i ponti di Vara (vedi foto), nelle colline presso Carrara, proprio di fronte al paese di Bedizzano, avviene un cruento scontro fra partigiani e milizie fasciste. Nell’azione i repubblichini lasciano sul campo quattro morti e numerosi feriti. Due partigiani feriti vengono catturati e portati, quali prigionieri, all’ospedale di Carrara.

Le formazioni partigiane “Castellina” e “Faliero” liberano Serravalle Pistoiese.

Val d’Ossola - Continua l’avanzata della “Piave” verso Domodossola. Dalla bassa Ossola intervengono nuove forze partigiane, i comandanti Superti e Justus (Enea Demarchi) si incontrano con Di Dio e Cefis e decidono l’attacco a Piedimulera. E’ il punto chiave della difesa nazifascista: controlla la Valle Anzasca e le strade che salgono dal Cusio e da Gravellona. Il compito dell’attacco nell’abitato se lo assumono quelli della “Valtoce”; ma la “Valdossola” manda Ferrario con le sue mitragliatrici sulle rocce di Vogogna, sopra la galleria, a bloccare ogni ritirata per la rotabile. Gli uomini della “Valtoce” attaccano Piedimulera avanzando fra le prime case del paese. I fascisti, che hanno piazzato una mitraglia sul campanile e battono le vie d’accesso, vanno al contrattacco e catturano un partigiano ferito a una gamba, Smith (Ugo Maspero). Lo torturano e poi, moribondo, lo legano a un carro e lo trascinano nella polvere sulla piazza. Poi gli mettono un cartello sul petto: “Ecco come finiscono i traditori”. Nel primo pomeriggio la “Valtoce” è costretta a ritirarsi, ma non molla. Una squadra mitraglieri della “Valdossola” spara sulle postazioni fasciste poi tace, si sposta e ricomincia per dare la sensazione che i partigiani non lasciano la presa. Verso le diciassette arrivano dei camion diretti a Piedilumera, sono vuoti e spariscono nell’abitato. Dalle loro postazioni i partigiani hanno ricevuto istruzioni di non sparare da Ferrario. Verso le diciotto la colonna dei camion riappare, sono carichi di fascisti con armi, donne e bagagli. I tedeschi più prudenti si stanno defilando a piedi lungo la scarpata della ferrovia. Quando il primo camion arriva alla curva di Vogogna, dove la strada si unisce alla provinciale di Domodossola, Ferrario ordina di fare fuoco e inizia un vero macello. Chi non resta ucciso sui camion si butta nei prati. Gli uomini della “Valtoce” e della “Valdossola” si lanciano all’assalto. Da un camion una donna sventola un fazzoletto bianco ma il tempo della pietà è finito sulla piazza di Piedimulera, vicino al cadavere di Smith. Non vengono fatti prigionieri. Quando sul campo di battaglia torna il silenzio ci sono trenta morti.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Aosta – A Saint Pierre, per rappresaglia alla morte di sette soldati e al ferimento di altri nove in un’imboscata nei pressi del paese, i tedeschi fucilano nello stesso luogo, dopo averli prelevati dalle carceri di Aosta, sette partigiani catturati in vari rastrellamenti. Due civili, Antonio Molco e Callisto Bellais, vengono pure passati per le armi. Una sessantina di abitanti è costretta ad assistere all’esecuzione.

Provincia di Lucca - I tedeschi uccidono un uomo a Gallena. A Torre del Lago il cinquantenne Guido Francesconi muore in seguito a una sparatoria tedesca. Ad Antisciana i tedeschi ritornano nella casa colonica in cui si erano rifugiati ieri alcuni partigiani durante un temporale e la fanno saltare con la dinamite. Poi si trasferiscono in quella in cui si trova la famiglia del professor Guglielmo Lippi Francesconi e dei viareggini Codecasa e Luporini. Nasce della confusione, i tedeschi sparano e uccidono il ragazzo dodicenne Fausto Lippi Francesconi e feriscono in modo grave Bianca Luporini Codecasa.

Provincia di Vercelli – A Crescentino, un paese sulle rive del Po a 27 chilometri a sudovest di Vercelli, nella notte sul 7 alcuni sconosciuti hanno ferito due soldati tedeschi e oggi ha subito luogo un’azione punitiva che costa la vita a 9 abitanti arrestati subito dopo l’incidente.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Da alcuni giorni la 36^ Brigata Nera Mussolini si è insediata nella Valle del Serchio, parte a Gallicano e parte a Castelnuovo Garfagnana (LU), dove oggi un milite, maneggiando imprudentemente un’arma, uccide una giovane donna negli uffici municipali. Dopo un provvisorio soggiorno nel centro di Castelnuovo, gli uomini della Brigata, si sono trasferiti in periferia, nel convento dei Cappuccini, più al sicuro dai bombardamenti aerei. Si tratta di una formazione costituita da un paio di mesi a Lucca, con un organico inferiore a cento uomini, al cui comando si trova il colonnello Idreno Utimperghe.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Prato. Nella città appena liberata, oggi è il giorno della caccia al fascista e delle prime esecuzioni.

La scena principale diventa il castello al centro della città. Un fortilizio chiamato dai pratesi la Fortezza e che il fascismo aveva ribattezzato il Castello dell’Imperatore. Durante la RSI era diventato la sede di un distaccamento della GNR. Qui erano stati condotti gli operai arrestati per gli scioperi del 1944, poi deportati in Germania. E sempre da lì erano partiti i rastrellamenti.
Nel giorno della resa dei conti, la Fortezza diviene il mattatoio per i fascisti catturati. A farlo funzionare è un gruppo di partigiani comunisti, guidato da Marcello Tofani, detto Tartana, un giovanotto di 21 anni, un tipo duro, abituato a maneggiare il mitra. Marcello aveva deciso di vendicare l’uccisione, per mano fascista, del fratello Ruggero il 15 giugno 1944.
Tartana e i suoi uomini si muovono per tutta la città, alla ricerca di chi era schierato con la Repubblica Sociale o veniva sospettato di simpatia per Mussolini. Riescono a fare un certo numero di prigionieri, li portano alla Fortezza e cominciano ad ammazzarli. Il CLN non interviene a far cessare le esecuzioni. Gli americano fanno finta di niente. Un sacerdote della vicina Basilica di Santa Maria delle Carceri chiede di poter somministrare i sacramenti a chi stava per essere ucciso, però viene respinto.
I morti vengono lasciati per terra, all’uscita della fortezza. Su ciascuno viene posato un biglietto con due parole: spia repubblichina.
I prigionieri, vengono fatti uscire uno ad uno dal castello. Sulla porta ci sono quattro o cinque partigiani che gridavano: “Andatevene a casa, delinquenti!”, spingendoli lungo la rampa che scende verso la Madonna delle Carceri. Tra i due torrioni, addossata alle mura della Fortezza si trova una catapecchia adibita a deposito di marmi. Tra quelle lastre se ne sta appostato Tartana con i suoi accoliti che, a bruciapelo, sparano alla nuca di questi disgraziati (1).
…………..
(1) Nessuno a mai saputo con certezza il numero degli uccisi. Dodici furono i nomi dei morti denunciati sul registro comunale in quella data. Un sacerdote, monsignor Eugenio Fantaccini, in una lettera al vescovo di Prato, scrisse di diciassette persone eliminate quel giovedì 7 settembre.



Storia Postale del 7 settembre

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venerdì 8 settembre 1944

IL RIDOTTO DELLA VALTELLINA
Mussolini e Pavolini sono dell’opinione che di fronte al peggioramento della situazione militare e alla conseguente necessità di ritirarsi abbandonando il lago di Garda, potrebbe essere una soluzione concentrare le forze in un ridotto nel quale difendersi fino all’ultimo. I due stanno, da qualche tempo, pensando alla sua realizzazione. Si tratta di scegliere fra tre importanti zone sul piano militare: le regioni occidentali a nord di Como, i passi centrali alpini che portano al Tirolo e le regioni montane sulla frontiera orientale italiana verso l’Europa centrale e i Balcani. Pavolini dà oggi le sue indicazioni:

Il progetto, nella deprecata eventualità di una ulteriore e pressoché completa invasione del territorio repubblicano, di arroccarsi con le Camicie nere, con le nostre armi e con il nostro Governo in una zona difendibile quale la provincia di Sondrio e parte di quella di Como, mi sembra la soluzione più logica e degna”. Quindi la Valtellina.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Dal bollettino della GNR di Imperia ecco la odierna informativa sulla divisione “San Marco”: “Continuano le defezioni e le assenze arbitrarie. Molti elementi si fanno prelevare dai banditi senza opporre resistenza”.

SULLA SOCIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

Viene emanato il decreto n° 603 concernente la liquidazione delle confederazioni fasciste dei lavoratori e dei professionisti e artisti.

NOTIZIE DALL’INTERNO
Mussolini dispone la chiusura dei locali pubblici in segno di lutto nell’anniversario dell’8 settembre 1943.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Val d’Ossola – Nella notte sull’8, i partigiani della “Valtoce” e della “Valdossola”, usufruendo anche dei camion catturati ai fascisti a Piedimulera, vanno verso Domodossola. Quando si fa giorno i movimenti si fanno più cauti, ma il nemico è consapevole di essere praticamente accerchiato. I partigiani armati non sono numerosi, forse, fra tutti, al nord e al sud di Domodossola non più di cinquecento, ma i nazifascisti pensano ad alcune migliaia. I tedeschi sono stanchi e non hanno intenzione di arrischiare la propria vita per difendere i fascisti, la vera preda dei partigiani, e fanno cercare, tramite un prete, il colonnello Attilio Moneta (1) uno dei pochi ufficiali superiori del ex esercito che partecipa alla resistenza. Per arrendersi preferiscono un ufficiale superiore, ma il Moneta è ora un partigiano e fra i partigiani i gradi non contano. Lui non può decidere la resa, deve parlarne ai comandanti delle brigate.
………..
(1) Moneta Attilio (Malesco 1893-Finero 1944) Ufficiale di carriera, colonnello di Cavalleria in servizio permanente effettivo, in Ossola ufficiale di collegamento e comandante della Guardia nazionale della Giunta Provvisoria di governo (Repubblica Partigiana) nel settembre-ottobre 1944.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Massa - I tedeschi affiggono ai muri della città un manifesto con le seguenti scritte:

Evacuazione obbligatoria
Codesta città da oggi 8 settembre 1944 assume il punto strategico della battaglia; si ordina pertanto l’EVACUAZIONE OBBLIGATORIA (volontaria o involontaria) da parte dei cittadini da avvenire entro le ore diciannove del giorno 9 settembre 1944.
f.to Il Comandante Tedesco


Sempre a Massa, i tedeschi effettuano anche un grosso rastrellamento e catturano oltre duemila uomini che saranno avviati in carri piombati ai campi lavoro in Germania. Passano per le armi: un uomo a Corsanico; quattro in Val Freddana; una donna di 70 anni a Torre del Lago, un uomo di 64 anni a Viareggio in località Forcone.

Battaglia fra partigiani e tedeschi a Chiesina Montalese (PT).

Nel Veneto termina oggi un lungo rastrellamento dei nazifascisti contro la formazione partigiana “Nannetti”. Vi sono stati impiegati quattordicimila tedeschi con carri armati, autoblindo, pezzi da 149 mm e aviazione. I tedeschi si erano proposti di stringere i partigiani nel bosco del Cansiglio per poi procedere al loro annientamento. Il primo obiettivo è stato raggiunto, ma non il secondo, perché i partigiani, suddivisi in piccole pattuglie, sono passati attraverso alle maglie dei rastrellatori che, nell’operazione, hanno perso 2000 uomini. Anche qui i tedeschi si sfogano sulla popolazione del Cansiglio fucilando molti innocenti contadini.

La zona di Cimolais viene sottoposta al un rastrellamento dei nazifascisti. La brigata “Ippolito Nievo” si ritira infliggendo notevoli perdite al nemico.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ferrara – A Filo d’Argenta vengono fucilati nove uomini da un plotone di esecuzione fascista. Le esecuzioni sono state precedute da feroci torture di cui è maestro e mandante Carlo De Sanctis, dell’ufficio politico della questura di Ferrara.

Provincia di La Spezia – Il 5 settembre, a Santo Stefano Magra, circa 7 chilometri a nordest di La Spezia, due persone catturate dai tedeschi perché sospette sono riuscite a sfuggire ai loro persecutori. Il comandante della piazza ha subito minacciato la popolazione che avrebbe eseguito rappresaglie se i due non si fossero costituiti, e oggi, allo scadere dell’ultimatum, non solo fa radere al suolo tre edifici, ma fa anche giustiziare tre o quattro persone prese in ostaggio.

Provincia di Lucca – A Viareggio, in località Forcone, l’impiegato comunale Lelio Bianchi viene mitragliato da un tedesco (1).
…………
(1) Morirà fra undici giorni.



Storia Postale dell’8 settembre

Due affrancature di emergenza: la prima a sinistra ci mostra una raccomandata doppio porto inviata da Milano a Cuneo che presenta un 0,20 Marca da Bollo a completamento di affrancatura mentre a destra abbiamo un piego di ospedale come lettera raccomandata aperta regolarmente affrancato 1,10 con un 0,10 Recapito Autorizzato. Essendo entrambe raccomandate si presume che l’uso di valori diversi dai francobolli sia dovuto ad una effettiva carenza di questi ultimi.
 

sabato 9 settembre 1944

IL RIDOTTO DELLA VALTELLINA
A proposito del “ridotto” in Valtellina, Mussolini affronta l’argomento con l’ambasciatore tedesco Rahn il quale esprime tutte le sue perplessità sulla zona prescelta con insinuazioni di un realismo brutale. Il vicino confine con la Svizzera, argomenta Rahn, potrebbe indurre molti soldati a passare il confine e chiedere l’internamento: una conferma in più di quanto l’ambasciatore stima la serietà e l’impegno ideologico delle forze armate repubblicane!
Rahn esprime invece un parere favorevole per la Carnia, dove lo spirito militare italiano verrebbe risvegliato dal fatto di trovarsi a contatto con genti ostili. Le argomentazioni di Rahn aprono gli occhi a Mussolini. Egli si rende conto, ancora una volta, che anche in questa questione i tedeschi puntano alla soluzione più interessante per loro (il rinforzo di una zona che ritengono pericolosa) e più imbarazzante per il Governo fascista.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Le GNR di Imperia e di Savona segnalano che sono sempre più frequenti le notizie di “prelevamenti” di gruppi interi della divisione “San Marco” da parte dei “banditi”.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Massa – In ottemperanza al bando tedesco che ordinava l’evacuazione della città i massesi hanno dovuto sfollare e a sera ben pochi sono rimasti in città.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Carrara – Una pattuglia delle SAP entra nell’ospedale, disarma il presidio fascista e libera i due partigiani feriti ai ponti di Vara.
Val d’ossola – A sera, poco dopo che è caduto anche il presidio di Masera, ultima difesa esterna di Domodossola, si riuniscono i comandanti delle brigate. Il colonnello Moneta ha riferito che i tedeschi hanno proposto di arrendersi. Sono presenti Di Dio e Cefis per la “Valtoce”, Superti per la “Valdossola” e Arca per la “Piave”. Si trovano subito d’accordo: resa al più presto e spartizione delle armi. Don Pellanda fa da intermediario. Avvisa i tedeschi che i partigiani sono pronti a trattare la resa e poi torna a Croppo di Trontano per fissare l’ora dell’incontro: le ventuno. I delegati tedeschi sono tre e arrivano alle ventuno e dieci. Da parte dei partigiani partecipano alla riunione Di Dio, Cefis, Superti e Moneta. Arca è dovuto tornare in Val Vigezzo dove sembra che i tedeschi stiano tentando di riconquistare Cannobio. L’accordo è presto raggiunto, scritto e sottoscritto: i tedeschi avranno via libera per Baveno, i soldati potranno portare con se le armi individuali ma non le munizioni; tutto l’armamento pesante e le munizioni sarà lasciato ai partigiani. I fascisti dovranno lasciare anche le armi individuali; solo agli ufficiali sarà lasciata la rivoltella. I partigiani garibaldini (comunisti), tenuti lontano dalle trattative e ostili, per ordine del partito, verso ogni trattativa, stanno dicendo che la resa è stata accordata troppo a buon mercato, ma i comandanti non comunisti della Val d’Ossola respingono queste accuse dicendo che, conoscendo le vere forze partigiane, non c’era altro da fare. Così i tedeschi e i fascisti abbandonano la zona di Domodossola. Anche il presidio di Ribellasca viene conquistato oggi. Questo, posto al confine svizzero, è essenzialmente occupato da guardie di confine tedesche e da poche guardie di Finanza italiane. Il personale tedesco scappa in Svizzera, il personale italiano viene invece incorporato in quello partigiano.
Prende vita la “zona libera“ della Val d’Ossola e della valle Cannobina” che conta una popolazione civile di circa ottantamila persone.


 


Nella foto ufficiali fascisti della Divisione Folgore trattano uno scambio di prigionieri con i comandanti partigiani ai confini della nuova “Repubblica dell’Ossola”.

 





Viene oggi lanciato un appello alle popolazioni dell’Alpago, di Vittorio Veneto e dei paesi pedemontani del Cansiglio per rincuorarle e incitarle a trarre nuovo alimento alla lotta contro i tedeschi dalle conseguenze, particolarmente disastrose per quelle popolazioni, del rastrellamento durante il quale furono dai tedeschi date alle fiamme centinaia di case e operate razzie di ogni genere.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Lucca - Continua sanguinosa la tragica girandola d'uccisioni di civili da parte dei tedeschi: a Viareggio, in località Forcone, un giovane di 17 anni; in località Fosso Guidario, un uomo di 63 anni; in località Varignano viene ritrovato il corpo di un uomo di 50 anni; ancora a Viareggio, si ritrovano i corpi di due donne di 58 e 77 anni.

Provincia di Ravenna – Durante uno scontro con i partigiani nella zona tra i comuni di Alfonsine e San Savino di Fusignano i tedeschi perdono un soldato. Non riuscendo a catturare nessun partigiano, uccidono i civili Francesco Tarroni, Antonio Tarroni e Antonio Garavini, quest’ultimo mentre tentava di fuggire.

Provincia di Udine – A Barcis (Pordenone) e Azzanello dal 7 ad oggi, i tedeschi hanno dato alle fiamme case, stalle e stavoli.




Storia Postale del 9 settembre

Lettera semplice fuori distretto da Sestri Levante a Avegno censurata dalla Commissione Provinciale 47R di Genova e affrancata con un valore della Propaganda di Guerra fuori corso perché non sovrastampato; affrancatura abbastanza infrequente anche perché non tassata. A fianco una Ricevuta di Arrivo del servizio autotrasporti Boschi con un valore pacchi come marca da bollo.

 

 

 

 

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